MAIO (1) s.m.

0.1 mai, maio.

0.2 Lat. maius (DEI s.v. maio 1).

0.3 Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.): 1.

0.4 In testi tosc.: Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.); Dante, Commedia, a. 1321; Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

In testi sett.: Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.).

0.5 Locuz. e fras. avere maio 2.

0.7 1 Ramo fiorito. Estens. Insieme delle fronde verdeggianti di un albero. 2 Fig. Fronda onorifica attribuita come simbolo del valore (spec. milit.). Estens. Vittoria militare, trionfo.

0.8 Marco Maggiore 16.01.2019.

1 Ramo fiorito. Estens. Insieme delle fronde verdeggianti di un albero.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 25 (86), pag. 248.2: Quando eo vego la vostra p(erson)a, la n(ost)ra amistà se renovella, la n(ost)ra amistà floresse scì como fae l'arbore i(n) lo mese d'ap(r)ile, che mo(n)stra lo bello maio e la fresca v(er)dura.

[2] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 27.6, pag. 386: Giugne Allegrezza con letizia e festa, / tutta fiorita che pare un rosaio; / di lin, di seta, di drappo e di vaio / allor li porta bellissima vesta, / vetta, cappuccio con ghirlanda 'n testa, / e sì adorno l'ha che pare un maio...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 28.36, vol. 2, pag. 481: Coi piè ristetti e con li occhi passai / di là dal fiumicello, per mirare / la gran varïazion d'i freschi mai...

[4] Gl <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>, c. 28, 34-42, pag. 589, col. 1.2: Freschi mai, çoè arborselli.

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, conclusione, pag. 399.33: Disse Dioneo: - Madonna, se io avessi cembalo io direi Alzatevi i panni, monna Lapa o Sotto l'ulivello è l'erba [...]. Ma io non ho cembalo, e per ciò vedete voi qual voi volete di queste altre. Piacerebbevi Esci fuor che sie tagliato, Com'un m[a]io[[ed.: mio]] in su la campagna? || (Larson).

[6] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 28, 34-42, pag. 673.33: dei freschi mai; cioè dei freschi arbori che vedea di là dal fiumicello, li quali chiama mai, come si chiamano li rami delli arbori che arrecano molte persone a casa la mattina di calende maggio per ponere a la finestra o inanti all'uscio...

[7] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 2, 38.3, pag. 29: Misser, se voi esciste fuor già mai / de la città per gli arbori vedere / e l'erbe e ' fiori e tanti verdi mai, / [[...]] e ' piani e ' poggi e la verdura, assai / più allegrezza avreste e più piacere / che di veder la città veramente.

2 Fig. Fronda onorifica attribuita come simbolo del valore (spec. milit.). Estens. Vittoria militare, trionfo.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 85, terz. 8, vol. 4, pag. 112: e così gli altri, ognun con sua potenza / cavalcò, dove disiava il maio, / ed a Buggian la forza di Firenza.

[2] A. Pucci, Guerra, a. 1388 (fior.), III, ott. 5.5, pag. 213: si mosse 'l Capitano, allegro, e gaio / sotto la Guelfa Insegna Fiorentina, / per acquistar vittorioso maio / sopra 'l Pisan con suo compagna fina...

[3] f Jacopo da Montepulciano, 1390-97 (tosc.), L. 1, cap. 10.96, pag. 109: Veder potevi ancor l'ornato paio, / Flamminio con gram consol[e] Cammillo, / che d'ogn'alta virtù portaron maio. || Corpus OVI.

- Fras. Avere maio (di qno): sconfiggere in guerra (un avversario).

[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 16, terz. 92, vol. 1, pag. 190: a priego de' Lucchesi di Febbraio, / n' andò a Mutron, che 'l tenea Pisa a torto; / del quale arebbe tardi avuto maio, / se non che fece viste (vo' che facci) / di far tagliar da piè col viso gaio...