0.1 istolta, istolte, istolti, istoltissimo, istolto, stolt', stolta, stolte, stolti, stoltissima, stoltissime, stoltissimi, stoltissimo, stolto, stoltto, stulta, stulti, stultissima, stulto, stultu.
0.2 Lat. stultus (DELI 2 s.v. stolto).
0.3 Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.): 1.
0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Albertano volg., 1275 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Lett. lucch., 1295; Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); De regno volg., XIII ex. (aret.).
In testi sett.: Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.); <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>; Sam Gregorio in vorgà , XIV m. (lig.); Dondi dall'Orologio, Rime, a. 1388 (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Attaviano da Perugia, XIV pm. (perug.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).
In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.).
0.5 Anche s.f. (stolta).
Locuz. e fras. non stolto 1.
0.7 1 Poco o per nulla intelligente. Estens. Privo di senno (anche in contesti fig. e con valore metaf.). 1.1 Estens. Che fatica a capire; duro di comprendonio. 1.2 Sost. Individuo poco intelligente o dissennato. 1.3 S.f. Donna poco intelligente. 2 Che denota stoltezza; degno o tipico di chi è poco intelligente. 2.1 Estens. Non valido o inefficace, in quanto privo di senso.
0.8 Marco Maggiore 12.09.2019.
1 Poco o per nulla intelligente. Estens. Privo di senno (anche in contesti fig. e con valore metaf.).
[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1618, pag. 79: Et una causa dise molti / Ond illi me par molto stulti: / Qe Deu plui no <l>i damandarà / Se no cotant com ig farà.
[2] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2706, pag. 269: Così per mal' usanza / si gitta in disperanza / del peccato c'ha fatto, / ed è sì stolto e matto / che di suo mal non crede / trovare in Dio merzede...
[3] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 11, pag. 92.23: [11] [[...]] «L'uomo savio, se colo stolto co(n)tenderà, o sia k'elli s'adiri o k'elli rida, no(n) troverà riposo».
[4] ? Lett. lucch., 1295, pag. 11.16: ... tutte le dette donqua è a credere fue sie istolto che i(n)ma(n)tene(n)te ... la merchadantia i(n) crederla. || Passo lacunoso.
[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 22.70, pag. 78: Compar, non te dolire, - ca 'l mal se dé' punire: / commise lo peccato, - ben è ch'eo sia pagato, / c'abi tanta alegreza - de la stolta belleza...
[6] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 68.12, pag. 186: Però non pensi donna che sia nata, / che l'ami ligio com' i' veggio molti, / sia quanto voglia bella e delicata, / ché troppo amare fa gli òmini stolti...
[7] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. IV, cap. 19, pag. 70v.1: il bestiale huomo non riceve quelle cose che son delo spirito di Dio, però ch'egli è stolto. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[8] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 1, cap. 1, par. 4, pag. 31.4: Stolte sono quelle menti che vogliono misurare lo merito della persona per qualità di suo corpo.
[9] Attaviano da Perugia, XIV pm. (perug.), 5.1.5, pag. 774: e gli occhie de la gatta [[...]] / [[...]] sì m'han tolto / da quel piager, che me fieci esser stolto, / quand'io me 'nnamorai de te...
[10] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81] 32, pag. 410.18: Queste due Chiese si dimostrano nelle x vergini del Vangelio, delle quali v furono prudenti e v stolte, alle quali fu serrata la porta del paradiso.
[11] A. Pucci, Bruto di Brett., a. 1388 (fior.), ott. 17.6, pag. 205: Ed e' sí fo adirato e con fierezza / disse: - Se tu se' stolto, come parme, / da po' ch' io veggio che vò' pur morire, / e tu morrai!
[12] Dondi dall'Orologio, Rime, a. 1388 (padov.), 16.11, pag. 41: Onde io te prigo che scrivi tal volta, / sì ch'el svegli il mio picol ingegno / per te sotrato da la turba stolta.
[13] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 5, par. 30, comp. 51.4, pag. 137: Già mi pensava, stolto, / che Mantoa fosse tale, / ma io pensava male.
- [In allocuzioni, con valore enfatico].
[14] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 8, cap. 1, par. 13, pag. 151.25: O istolto, che cosa è sonno, se non immagine di morte?
[15] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 4, pag. 238.8: O figliuolo di dea, come! dormi tu? stolto! non vedi tu quali pericoli ti sono intorno?
[16] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 4, cap. 4.47, pag. 101: Grido'mi: «Stolto, come se' venuto / Senza licienza in questo mio palazzo?»
- [Prov.].
[17] f Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 106.17: Andare troppo tosto sì è tenuto l'uomo stolto.
[18] f Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 109.2: Chi si parte dal solco o elgli è paço o è stolto.
- Locuz. agg. Non stolto: assennato; savio.
[19] f Bindo Bonichi, Rime, a. 1338 (sen.), son. 5.12: Poi se ' cortesi e que' che so' no-stolti / tutti morisson poco ne currei, / perciò che ' morti non sarebben molti. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.
1.1 Estens. Che fatica a capire; duro di comprendonio.
[1] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 16.166, pag. 110: Gli dissipoli udendo fue sì stolti, / che il disse alcun: "Questa parola è dura, / sì che cui l'ode, dé voltar gli volti".
1.2 Sost. Individuo poco intelligente o dissennato. || Anche in contrapposizione con savio.
[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 22, pag. 89.10: Inprima tu schiferai il consiglio de' pazi: perciò che gli stolti nonn amano se no le cose stolte, e lor consiglio va ad stoltezza.
[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 1, pag. 217.10: Salamon disse: lo cuore dei savi è là u' è tristitia, et lo cuore deli stolti è quine u' è letitia...
[3] Ecclesiaste volg. (vers. alfa), XIII ex. (fior.), cap. 7, pag. 215.10: [5] Dove sono i savii stae il cuor tristo e dove son gli stolti è grande ghignare e letitia.
[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 26.119, vol. 2, pag. 454: Versi d'amore e prose di romanzi / soverchiò tutti; e lascia dir li stolti / che quel di Lemosì credon ch'avanzi.
[5] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 102.12, pag. 647: son le ricchezze dei stulti nïente: / né fuor bellezze mai senza onestate / tenute a conto, né dai bon lodate.
[6] Luigi Marsili, Lettere, 1373/78 (fior.), [1378] 8, pag. 493.13: Ché Salamone, anzi Dio per la sua bocca, dice: «La prosperità delli stolti li metterà a perdizione»...
[7] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 106, pag. 150.3: E gli stolti che si vantano de' peccati, quelli non sono già uomini, ma peggio che bestie...
[8] A. Pucci, Noie, a. 1388 (fior.), 274, pag. 20: A noia m' è, ed è parlar di stoltto, / dir ad alchun «che ài?» o «chi tte diede?» / perchè li vegia alchun difetto in volto.
[9] Diretano bando, XIV (tosc.), cap. 40, pag. 29.1: Altresì come lo stolto che porta il fiore i· mano, che a tucti lo proferiscie e a nullo lo dà né lascia.
[10] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Lv 10, vol. 1, pag. 497.13: [10] E questo fue, perchè abbiate scienza di conoscere lo savio dallo stolto, e il buono dallo rio, e la oblazione immacolata dalla macolata...
- [Prov.].
[11] f Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 117.6: Istolto corre a morte.
1.3 S.f. Donna poco intelligente.
[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 2, pag. 22.31: Unde lassate le vanità dell'altre stolte et delli altri stolti et prendete li exempri delli santi.
[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 16, cap. 5. par. 45.6, pag. 360: Guardati da' pellegrini / Colle barbe e co' catini, / Che llimosine chiedendo / Con le donne van sedendo; / Poi profetan cose molte, / Dove si pilgliano le stolte.
2 Che denota stoltezza; degno o tipico di chi è poco intelligente.
[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 14, pag. 76.24: Stolta cosa è addomandare quello che si può vetare con ragione.
[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 17, vol. 3, pag. 282.1: non è niuna cosa che tanto dispiaccia quanto lungo parlare e stolto.
[3] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), son. 49.8, pag. 767: ché, quand' om è acconcio in fede molta, / non leggiermente su' voler digrada, / ma ssi pena seguire tuttafiada, / com' io fo, lasso, c'ho 'n ciò fede istolta.
[4] Ecclesiaste volg. (vers. alfa), XIII ex. (fior.), cap. 7, pag. 215.20: [11] Non dire: «Or per che cagione fue il temporale antico migliore che questo che è ora?», imperciò che questa è stolta questione.
[5] De regno volg., XIII ex. (aret.), cap. 11, pag. 186.27: E che stoltissima cosa sia per questi parvi e temporali beni li grandissimi et sempiterni beni perdere, nullo [se non] stolto o infedele ignora.
[6] Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), II, 3.4, pag. 248: lo temore de la mo(r)te, p(re)gote, lassalo gir(e), / cha tuo pe(n)seri no vale chi la poci fugir(e), / adumgua è stolta cosa nanci te(m)po morir(e).
[7] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 3, cap. 15, pag. 97.9: Et in pir zo nuy tantu minu simu exauduti da Deu in li nostri prigerij, quantu plu ni cunchiamu in li nostri stulti e pachi, ociusi e malvase parole...
[8] <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>, c. 3, 22-33, pag. 42, col. 2.7: e perzò dixe che stulto pensero è quello che pensa che la nostra cognizione naturale possa comprendere l'ordene del Creature...
[9] Sam Gregorio in vorgà , XIV m. (lig.), L. 3, cap. 20, pag. 190.20: lo veneraber preve Stephano de la provincia de Valeria, [[...]] tornando un iorno stanco a casa, iamà lo so fante cum una stulta inpaciencia...
[10] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 29, pag. 8: Tornamo ad re Manfreda; colla soa pertinacia / Non temendo la Ecclesia, standoli in contumacia, / Et similemente al celo standoli in desgratia, / Né che vennetta facciase della soa stulta audacia...
2.1 Estens. Non valido o inefficace, in quanto privo di senso.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 5.58, vol. 3, pag. 73: e ogne permutanza credi stolta, / se la cosa dimessa in la sorpresa / come 'l quattro nel sei non è raccolta.
[2] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 2, 10-36, pag. 64.6: Temo che la venuta non sia folle; cioè stolta che non abbia effetto, e quel fine a che io mi sono mosso.