SCÈRNERE v.

0.1 iscernere, iscerno, isscernito, scerna, scerne, scernel, scerner, scernere, scernevo, scerni, scernimel, scerno, scernono, sciernendo.

0.2 Etimo incerto: lat. excernere (DEI s.v. scernere) oppure da discernere (DELI 2 s.v. scernere).

0.3 Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.): 2.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.); Dante, Convivio, 1304-7; Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.).

In testi sett.: <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>.

In testi mediani e merid.: Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.).

0.7 1 Percepire per mezzo dei sensi (spec. la vista), lo stesso che discernere. Estens. Conoscere. 2 Distinguere (qsa) rispetto a qsa altro. 2.1 Riconoscere razionalmente; intendere, giudicare. 3 [Per confusione con sternere:] appianare, rendere evidente. 3.1 [Per confusione con cernere:] mostrare, indicare.

0.8 Marco Maggiore 15.11.2018.

1 Percepire per mezzo dei sensi (spec. la vista), lo stesso che discernere. Estens. Conoscere.

[1] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 725, pag. 42: Chiunqua quisto scripto scerne e ode, / con tucti li santi in paraviso gode.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 15.87, vol. 1, pag. 252: ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora, / la cara e buona imagine paterna / di voi [[...]]: / e quant' io l'abbia in grado, mentr' io vivo / convien che ne la mia lingua si scerna.

[3] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 33, pag. 162.3: Gli occhi tuoi, simili a due mattutine stelle, ora intorniati di purpureo giro, perché appena nella tua fronte si scernono?

[4] f Jacopo da Montepulciano, 1390-97 (tosc.), L. 2, cap. 3.125, pag. 125: Pittagora si scerne e 'l grande Orfeo, / Gïan Marchetto padovano ornato. || Corpus OVI.

2 Distinguere (qsa) rispetto a qsa altro.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 27, pag. 330.17: Come savere appare u' non misteri, | ver sciernendo da falso e ben da male?

[2] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 6, pag. 294.9: E però che li desideratori di quello [[scil. fine]] sono in tanto numero e li apetiti sono quasi tutti singularmente diversi [[...]], malagevole fu molto a scernere quello dove dirittamente ogni umano apetito si riposasse.

[3] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 20.6, pag. 565: Onde molto ve prego che guardiate, / mo' che dal dolce se scerne l' amaro, / che non ve piaccia de vertù 'l contraro...

[4] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 6, pag. 153.18: si è quando il confessoro non ebbe iscienza di sapere iscernere e giudicare i peccati, quali fossero gravi e quali leggieri, quali mortali, quali veniali...

[5] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1388-89] 1.118: Sì come il sole fo da Dio creato, / per cui si scerne il vespro da la nona / e per cui vita sona...

[6] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 1, L'Avvento, vol. 1, pag. 12.6: siamo agevoli ad ingannare, debili ad operare, fragili a contrastare; se vogliamo scernere tra 'l bene e 'l male siamo ingannati.

2.1 Riconoscere razionalmente; intendere, giudicare.

[1] <Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.)>, c. 2, proemio, pag. 19.29: Saputo queste due cose, chiaro per le parole del testo si dee scernere la disposizione del Cielo nell' ora che fa suo canto...

[2] f Etica di Aristotele volg., XIV t.q. (tosc.>sett.), L. II, cap. 31, pag. 212.1: Sapiença è filicità che l'uomo dee scernere per lui, no micha come cosa che mena a santà, ma come santà medesima. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 150.3, pag. 206: - Che fia di noi, non so; ma, in quel ch'io scerna, / a' suoi begli occhi il mal nostro non piace.

2.1.1 Far comprendere (qsa a qno); rendere edotto?

[1] ? Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.), pag. 72.4: ché io abo provato ug[i]umai sì che mio cantare m'àe isscernito, nonmimente perché i' ó provato che l'amore ch' io cantai mi disse in cantare...

3 [Per confusione con sternere:] appianare, rendere evidente. || Solo nei commentatori danteschi, in corrispondenza di Par. XXVI, 37 (ed. Petrocchi: «Tal vero a l'intelletto mïo sterne») e 40 («Sternel la voce del verace autore»), 43 («Sternilmi»).

[1] <Ottimo, Par., a. 1334 (fior.)>, c. 26, pag. 568.14: ora incomincia con auturitadi della santa Scrittura; e dice - Scernel la voce del beato autore.

[2] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/94 (pis.>fior.), c. 26, 25-45, pag. 693.10: a lo intelletto mio; cioè di me Dante, scerne; cioè fa noto e manifesto...

[3] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/94 (pis.>fior.), c. 26, 25-45, pag. 693.25: Scernimeltu; cioè tu, santo Ioanni, mi dimostri lo sommo bene...

3.1 [Per confusione con cernere:] mostrare, indicare. || Solo in Jacopo della Lana, in corrispondenza di Purg. 26.115-16 (ed. Petrocchi: «questi ch'io ti cerno / col dito»).

[1] Gl <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>, c. 26, 115-126, pag. 556, col. 1.7: Scerno si è verbo ativo, e sta per 'mostrare alcuno'.