0.1 perversità , perversitá, perversitade, perversitadi, perversitae.
0.2 Lat. perversitas, perversitatem (DELI 2 s.v. pervertire).
0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.1.
0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Stat. sen., c. 1303; Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.).
In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Doc. venez., 1315; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.
In testi mediani e merid.: Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.).
0.7 1 Sviamento da uno stato di normalità, di ordine o di perfezione. 1.1 Corruzione morale unita all'inclinazione al male. 1.2 Azione o pensiero di chi è moralmente corrotto e incline al male. 2 Condizione fortemente sfavorevole; lo stesso che avversità.
0.8 Irene Falini 27.10.2017.
1 Sviamento da uno stato di normalità, di ordine o di perfezione.
[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 1, cap. 9, pag. 17.24: avviene una grande perversità in questo mondo, che i buoni e i savi non sono pregiati, e i malvagi e i non savi ànno la gloria e la rinomea del mondo.
[2] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 21, pag. 174.29: Anco àe corropto lo gusto, però che quelle cose che son veneno li parno buone, sì come fare lo peccato mortale, che lo peccato mortale trapassa tutti li veneni però che uccide l'anima. Unde questa è grande perversitade in dell'anima però che prende lo veneno dipinto et parli buono, per la somma mutatione del giudicio che sostiene lo fae.
[3] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 34, pag. 169.3: in quel sancto tenpio ordenao da De' hi levòn le malvaxe insegne de gran perversitae e horribel prevericacion, ché su hi sancti altar de De' hi driççòn e alogòn gle abhominevel ydole d'i spiriti maligni...
1.1 Corruzione morale unita all'inclinazione al male.
[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 135.11: «Tu non la dovei punire né non convenia ad te punirla di ciò, ma altre la dovea e potea punire sanza tua perversità , e sanza tua così crudele opera, come del figliuolo uccidere sua madre».
[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 27, pag. 55: Conserva toa bontá. / Sover lo corp te do e forza e libertá / Ke tu 't poss ben deffende da soa perversitá.
[3] Stat. sen., c. 1303, cap. 61, pag. 111.13: contrastare ancora a la malizia et a la perversità d' alquanti de la detta Università, li quali per le molte fraudi le quali aduoparano, neuna imposta pagano nè alcuno denaio...
[4] Doc. venez., 1315, pag. 133.13: s'ela [[scil. la mia persona propria]] non podesse star co(n) l'Orso per la soa perversitade et ella voia star co(n) Forella, voio ch'ela sia dona chomo la mia persona.
1.2 Azione o pensiero di chi è moralmente corrotto e incline al male.
[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 9, cap. 5, vol. 4, pag. 296.11: avviene che per li desiderii che son più corrotti ora, e per le perversitadi che crescono al nostro tempo, che nulla cosa può esser utile a ciascun popolo, ed a tutti comuni, che avere diritto signore, e savio governatore.
[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 7, vol. 2, pag. 189.35: Grande inganno, anzi grande perversità è questa, che li ministri, e pastori della Chiesa di Cristo più curano della immagine di Dio dipinta, che della vera...
2 Condizione fortemente sfavorevole; lo stesso che avversità.
[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 36.37: Appresso, elli sprova sovente sua opera a corda, e a piombino, e prende guardia che sua torre non penda nè inchini a destra, nè a sinistra per prosperità, nè perversità .
[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 117, 2, pag. 484: E' no so cossa pu dura / ni de maor perversitae / como vilan, chi, de bassura, / monta en gran prosperitae: / otramoo desnatura, / pin de orgojo e de peccae.
[3] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 13, pag. 638.2: La quiete dell' anima si è di [[...]] stare al tutto contento e adorare la sapienzia di Dio infinita, e non turbarsi in veruna perversità né in veruna tentazione non voluntaria.
[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, introduzione, pag. 20.35: Mentre tralle donne erano così fatti ragionamenti, e ecco entrar nella chiesa tre giovani [[...]] Ne' quali né perversità di tempo né perdita d'amici o di parenti né paura di se medesimi avea potuto amor non che spegnere ma raffreddare.