MENZONE s.f.

0.1 menzone.

0.2 Da menzogna.

0.3 Ubertino del Bianco d'Arezzo, a. 1269 (tosc.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Ubertino del Bianco d'Arezzo, a. 1269 (tosc.); Monte Andrea (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.).

0.5 Locuz. e fras. parlare menzone 1.1; tenere per menzone aperta 1.2.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Lo stesso che menzogna. 1.1 Locuz. verb. Parlare menzone: affermare cose false. 1.2 Tenere per menzone aperta: reputare palesemente falso.

0.8 Aurelio Malandrino 29.10.2020.

1 Lo stesso che menzogna.

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 87.5, pag. 238: Or como trovo in te tanta menzone, / che, di me, dicer puo', i[n] tutto: «Mio!», / né giamai non ti feci fallisgione...

1.1Locuz. verb. Parlare menzone: affermare cose false.

[1] Monte Andrea (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.), canz. 61a.7, pag. 209: savere nonn ha in presto, / ché le prosiede bene in sua magione; / e, chi parla menzone, / dico che 'n amendar lui è richesto.

1.2 Tenere per menzone aperta: reputare palesemente falso.

[1] Ubertino del Bianco d'Arezzo, a. 1269 (tosc.), 8.14, pag. 390: cosa sì cierta, / giurando quella com'ài per usanza, / ch'eo no la tengna per menzone aperta.