IROSO agg./s.m.

0.1 irosa, irose, irosi, iroso, irozo.

0.2 Da ira.

0.3 Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.): 2.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>.

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.).

0.6 A Doc. sen., 1277-82: Iroso pizichaiuolo.

0.7 1 [Rif. a una persona:] portato, per eccessivo orgoglio, a reagire in modo irragionevolmente rabbioso o violento. [Rif. a un comportamento, a uno stato d'animo:] che esprime rabbia o che da essa è causato. 1.1 Che ha animo eccessivamente orgoglioso o superbo. 1.2 Crudele, spietato (in contesto fig.). 2 Sost. Chi è portato a reagire con irragionevole aggressività. Chi è dominato nei pensieri e nei comportamenti da sentimenti rabbiosi (rif. anche alle anime dell'oltretomba, di cui è punita l'iracondia).

0.8 Zeno Verlato 15.10.2017.

1 [Rif. a una persona:] portato, per eccessivo orgoglio, a reagire in modo irragionevolmente rabbioso o violento. [Rif. a un comportamento, a uno stato d'animo:] che esprime rabbia o che da essa è causato.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 34.2: Et nota che odio non è altro se nno ira invecchiata; e così i buoni savi erano stati lungamente irosi, veggiendo i folli arditi segnoreggiare le cittadi.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 8 rubr.: Di schifare l'amistà dell'omo iroso.

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 27, pag. 74.15: Donde ei re e i prenzi, che debbono gli altri uomini sormontare in senno ed in ragione, non debbono essere né troppo irosi né troppo crudeli...

[4] Poes. an. urbin., XIII, 24.55, pag. 592: Stato sone molto iroso, / superbo e vanaglorïoso, / avaro molto e invidïoso / et ò avuto molto rancore.

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 38.21, pag. 135: So preso d' iracundia contra lo mio defetto; / la pace mustra e 'nsegname che so de male enfetto: / pacifico ed iroso contra lo mio respetto...

[6] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), App., pag. 374.29: Quando Estor fue abattuto, e elli si leva molto iroso e dolente di grande maniera, perciò che si vide a terra...

[7] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 2, cap. 15, pag. 62.18: Cesare udendosi schernire, sì gittò un colpo molto iroso...

[8] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 129.36, pag. 505: Ma d'un so greve caso, / chi g' è avegnuno, / turbao son romaso, / iroso e gronduo.

[9] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3, cap. 31, pag. 210.3: Il conte Filippone contra lo Imperadore stava con animo iroso...

[10] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 2, pag. 656.7: E se 'l signore [[...]] fosse furioso e iroso, sia sopportato dolcemente...

[11] Libro de conservar sanitate, XIV sq. (venez.), [Appendice], pag. 39.21: Che se lla co(n)plexion del corpo è calda e specialm(en)te del core, l'omo sì è furioso et animoso et iroso.

[12] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 8, 43-51, pag. 232.22: Così se l'ombra sua qui furiosa; cioè irosa, e così è qui l' anima sua, come fu nel mondo.

[13] St. de Troia e de Roma Ricc., XIV (rom.>tosc.), pag. 302.40: [[Graculo]] era invidioso tristo e iroso e luxurioso e agli huomini apparea grave di natura...

[14] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 332, pag. 203.7: comandògli sempre al giudicio tenesse quello cuoio del padre a dosso in rimembranza de l'iroso giudicio ch'avea dato il padre.

- [Per prob. errore del copista].

[15] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 3, pag. 148.7: dice Salamone nei Proverbii «Como la brasgia (et) le lengna al foco, così la irosa suscita le brighe»... || È da supporre la caduta di un sost., ovvero una menda (irosa per ira).

1.1 Che ha animo eccessivamente orgoglioso o superbo.

[1] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 48, pag. 68.11: la mujer [[...]] solamente de dre le noçe s' empara se ella è bona o ria, humele o irosa e simel chose.

1.2 Crudele, spietato (in contesto fig.).

[1] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 10.25, pag. 67: poi che 'n vertù son[o] vero amorozo, [[...]] diritta sequendo / d'anima vogl[i]a, che fu inn iscuressa [[...]], / e reformando in lei irozo male...

2 Sost. Chi è portato a reagire con irragionevole aggressività. Chi è dominato nei pensieri e nei comportamenti da sentimenti rabbiosi (rif. anche alle anime dell'oltretomba, di cui è punita l'iracondia).

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 8, pag. 560: de qui<l>i qe parla tropo com' se 'n debia mendar, / con' li irosi e <l>i soperbii se possa omilïar...

[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 7, cap. 1, par. 16, pag. 141.9: Il soperbio si diletta dello svariato andare, lo iroso si conosce dall' acceso isguardare...

[3] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 11.43, pag. 34: Chi vuol fuggir dell' iroso il furore / Taccia, risponda dolce, o e' si parta / Da lui, e poi il serva per amore.

[4] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 7, pag. 62.20: Sicché così incontra all'iroso, che quando e' si ricorda del suo fallo dell'ira auta contro altrui, si rivolgie a sse medesimo.

[5] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 7, 109-114, pag. 217.37: Ancora è conveniente che nell' inferno si percotano coloro, che nel mondo s'ànno percosso [[...]]: imperò che molti irosi si percuotono e mordonsi le mani.