PUZZO s.m.

0.1 puççi, puçço, puço, puzi, puzo, puzzi, puzzo.

0.2 Lat. volg. *putium (DELI 2 s.v. puzzo).

0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.).

In testi sett.: <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

0.7 1 Esalazione sgradevole all'olfatto, partic. odore di materia organica in decomposizione, o ad esso simile (come ad es. l'odore dello zolfo). 1.1 [Rif. all'aria corrotta da miasmi pestilenziali]. 1.2 Cattivo odore che emette il corpo umano per ragioni funzionali, per scarsa igiene, o per ragioni patologiche (anche in contesto fig.). 1.3 Odore sgradevole caratteristico di alcuni vegetali o animali (anche fantastici). 2 Materia maleodorante espulsa dal corpo umano (partic. lo sterco); secrezione maleodorante di origine patologica (partic. il pus). Anche in contesto fig. 2.1 Estens. Processo di putrefazione; morbo che colpisce le carni putrefacendole. 3 Estens. Senso di nausea (partic. per un cibo). 3.1 Fig. Insofferenza o rincrescimento verso qno o qsa.

0.8 Zeno Verlato 15.10.2017.

1 Esalazione sgradevole all'olfatto, partic. odore di materia organica in decomposizione, o ad esso simile (come ad es. l'odore dello zolfo).

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 3, pag. 276.16: neuno era ardito d' appressarvisi, tanto era il puzzo degli uomeni morti, ch' erano sotto i portichi...

[2] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 298.13: Il naso, vegnendo nuovamente intra li cuoi de' buoi conci, per lo puzzo disusato gli schifa, e poi ch'ello per lungo tempo v'è usato e adomato, il puzzo d'esse lo inganna.

[3] <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>, c. 29, 40-51, pag. 692, col. 1.3: Qui dà exempio a la puza e fetor che insiva de quella decima bolza, e dixe che sè quel puço ch'ésse d'agosto ... di spedai de val de Chiana...

[4] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 23, pag. 105.10: per lo puzzo del luogo, perocchè quivi erano le ossa ed il fiatore di coloro che vi si guastavano.

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 3, vol. 3, pag. 30.26: ecco di verso levante una nuvola con puzzo di solfo, e stette sopra la cittade...

[6] Novelle Panciatich., XIV m. (fior.), 154, pag. 192.2: voi trovereste sì grande il puzzo d' uno gentile chavaliere ch' è lae morto dinanzi a una chiesa in una bara, che morebe del puzzo chi v' andasse...

[7] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81 (fior.), Sp. 19, pag. 181.36: uno vota alcuno luogo di bruttura corporale, viengline puzzo; ma pure, perch'egli ne guadagna, il fa.

- [Rif. al fetore dei luoghi infernali].

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 9.31, vol. 1, pag. 146: Questa palude che 'l gran puzzo spira / cigne dintorno la città dolente...

[9] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. X, par. 110, pag. 537.17: suo lezo, cioè suo puzo.

1.1 [Rif. all'aria corrotta da miasmi pestilenziali].

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 6, cap. 3, pag. 173.9: del puzzo de' morti cavalli si moriva la gente, sì che Pompeo li faceva per nave portare, e dilungare li corpi delli animali morti da luogo.

1.2 Cattivo odore che emette il corpo umano per ragioni funzionali, per scarsa igiene, o per ragioni patologiche (anche in contesto fig.).

[1] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 6.6, pag. 33: Volete udir vendetta smisurata / c'ha ffatta di sua donna l'Acerbuzzo? / La barba lunga un mese n'ha portata [[...]]. / Dio, com' bene le stette a la sciaurata, / quand'ella soferia così gran puzzo!

[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), D. 122.10, pag. 244: Or sentenziate s'a torto mi lagno, / e se questo non è ben coral puzzo / ch'i' sofferisco da Lapo di Pagno...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 16.55, vol. 3, pag. 263: Oh quanto fora meglio esser vicine / quelle genti ch'io dico, e al Galluzzo / e a Trespiano aver vostro confine, / che averle dentro e sostener lo puzzo / del villan d'Aguglion...

[4] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 27, pag. 190.23: che' mariti erano passati in Trazia non possendo sostenere il puzzo che veniva loro delle femine, il quale puzzo mandò ale femine la dea Venus...

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 5, pag. 105.1: a se medesimo dispiacendo per lo puzzo che a lui di lui veniva, disideroso di volgersi al mare per lavarsi...

- [Rif. all'odore acre di un fluido corporeo].

[6] <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>, L. 5, cap. 48, vol. 2, pag. 201.1: la rosa rettifica il puzzo del sudore quando nel bagno si mette.

1.2.1 Fetore (in senso proprio o fig.) che il peccatore emana a causa delle sue attività viziose (anche rif. al peccato).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 20.125, vol. 3, pag. 340: Dio li aperse / l'occhio a la nostra redenzion futura; / ond' ei credette in quella, e non sofferse / da indi il puzzo più del paganesmo...

[2] Gl <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>, c. 19, 16-33, pag. 379, col. 1.18: Puzzo, çoè, fetore vizioso. || Intendi "fetore del peccato".

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 5, proemio, pag. 70.2: Puzzo essere in questo peccato [[scil. la lussuria]] il pruova chi ha naso; onde uno arcidiacono sentìa il fiato quando uno suo servente avea fornicato.

[4] Boccaccio, Trattatello (Chig.), 1359/62, pag. 159.8: cercando in assai parti lo intrinseco senso della Comedia [[...]], si troverà essere semplice e immutabile verità, non di gentilizio puzzo spiacevole, ma odorifera di cristiana soavità...

[5] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 28, pag. 228.19: E questo none importa altro se non resia e schandoli e puzzo ch'egli commetteva nel mondo.

[6] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1375] lett. 50, pag. 193.16: Fiori di gloria e lode del nome di Dio, che con l' odore suo spegne il puzzo della infedelità...

[7] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 20, 118-129, pag. 575.39: notevilmente disse il puzzo: imperò che ogni pagano pute [[...]]: imperò che, accostandosi uno cristiano ad uno infidele, sente da quello procedere uno grande puzzo di lezo che non si sente dal cristiano...

[8] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 3, pag. 83.30: chi dice l' uso carnale, ancora matrimoniale, non si commettere al tutto senza pizzicore di carne, senza calore di libidine, senza puzzo di lussuria?

1.3 Odore sgradevole caratteristico di alcuni vegetali o animali (anche fantastici).

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 3, pag. 82.1: Basilischio si è lo re dei serpenti, ed è sì pieno di veleno che ne riluce tutto di fuori. Eziandio non che il veleno, ma il puzzo avvelena da presso e da lungi...

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 12, cap. 6, pag. 274.14: Dicon che ponendo l'aglio quando la luna è sotterra, e anche a luna sotterra divellendogli, non ne vien poi puzzo.

2 Materia maleodorante espulsa dal corpo umano (partic. lo sterco); secrezione maleodorante di origine patologica (partic. il pus). Anche in contesto fig.

[1] Guido da Pisa, Fatti di Enea, a. 1337 (pis.), cap. 5, pag. 7.10: scesero l' Arpíe[[...]], e volando loro sopra capo, del gran puzzo che usciva loro di corpo bruttarono le mense...

[2] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 47.7: però c'abbonda [[scil. la donna]] in più humiditadi che ll'uomo; le quali, quando non si purgano per l'opera dell'uomo, per fracidi puççi corrompono il celebro, et turbano il cuore.

[3] ? Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 78, col. 2.2: Aqua di salgemmo mundificativa degli occhi e di morfia e di flemma salso e del puço della salare e del puço delle gengie...

[4] a Maestro Bartolomeo, Chirurgia di Ruggero da Parma volg., XIV (tosc.), [L. 3, cap. 21], pag. 278.25: Et se sangue o puzo sarà passato dentro alle enteriora, il malato tucto si stenda in su uno desco...

[5] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 6, pag. 86.28: Ingravida la donna con immondizia e puzzo, partorisce con tristizia e dolore...

2.1 Estens. Processo di putrefazione; morbo che colpisce le carni putrefacendole.

[1] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 1, cap. 6, pag. 67.27: Pezzi di carne altresì a modo di nuvoletti disfatti caddero in terra [[...]]; il rimanente per alquanti dì giacque in terra, non mutati per puzzo, nè cambiati per disformato aspetto.

[2] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. II [Phars., II, 67-93], pag. 21.2: Mario [[...]] sbandito nascose lo capo nel fangoso pantano [[...]]; gli legami del ferro e lungo puço di piedi rosoro il vecchio...

3 Estens. Senso di nausea (partic. per un cibo).

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), D. 123.5, pag. 245: E son sì fatto, che non mi vien puzzo, / ma più abboccato che porco a le ghiande...

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 186, pag. 462.10: S' io posso sapere chi me l' ha tolta, mai non vederà oca che di quella non gli venga puzzo.

3.1 Fig. Insofferenza o rincrescimento verso qno o qsa.

[1] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 5, pag. 43.16: simile incontra al lussurioso, che quando egli à appaghato il suo appitito, nell'animo suo è malcontento e di ciò gli s'ingienera puzzo e fastidio.

[2] F Lett. comm., 1385-1407 (tosc.), [1395?]: e basta bene avere auto lo sconcio e 'l puçço e la malinconia sì gran tempo sança metervi il mio ultra questo. || Hayez, Naddino Bovattieri, p. 530.

[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 106.39, pag. 101: Se e' ci fosse monna Zuccalvento, / a vederla ballar è grande stento, / ché par gli vegna puzzo del mondò.