0.1 ismalti, ismalto, smalti, smaltj, smalto; f: smalte, smaltu.
0.2 Franc. smalt (DELI 2 s.v. smalto).
0.3 Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Doc. pist., 1352-71.
In testi sett.: Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Doc. ver., 1382 (2).
In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342.
In testi sic.: F Doc. mess., 1380.
N Le att. di Jacopo della Lana sono cit. dantesche.
0.5 Locuz. e fras. rosso smalto 2.1.1; tenebroso smalto 2.1.2; terreno smalto 2.1.2; terrestro smalto 2.1.2; verde smalto 2.1.1.
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.
0.7 1 Sostanza vetrosa gen. colorata usata per rivestire e decorare oggetti di metallo o per fare gioielli incastonati in oro o argento, partic. usati per decorare oggetti di oreficeria o capi di abbigliamento. Meton. Oggetto decorato con smalto. 1.1 Fig. Sfera celeste; volta celeste. 1.2 [Rif. a una sostanza dura e lucida di origine naturale]. 2 Impasto più o meno grossolano di calcina, polvere di mattone, pietrame e acqua, usato come cemento o come intonaco, o per fare pavimenti (anche in contesto fig.). 2.1 Meton. Lo stesso che pavimento. 2.2 Lo stesso che pietra. 2.3 [In comparazioni e in contesti meton., per indicare durezza].
0.8 Zeno Verlato 25.09.2018.
1 Sostanza vetrosa gen. colorata usata per rivestire e decorare oggetti di metallo o per fare gioielli incastonati in oro o argento, partic. usati per decorare oggetti di oreficeria o capi di abbigliamento. Meton. Oggetto decorato con smalto.
[1] ? Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 107.5, pag. 270: Fa, dico, l'or e[h], chente vuo', lo smalto; / mantengnendolo bene, puo' dir poscio: / «Tutt'ò piacere, ë non mai difalto». || Il verso può a rigore anche essere letto: «Fa di colore chente vuo' lo smalto».
[2] Doc. merc. Gallerani, 1304-1308 (sen.), 2, pag. 216.10: 2 coltelini con ismalti. 2 maniche aguiere smaltate. 1 tesuto rosso fornito a smalti.
[3] Doc. orviet.-umbr.merid., 1312, pag. 24.10: Per ciascuna l. d'argento lavorato en eschiegiali overo fregiature, smalti e simili...
[4] f Bart. da San Concordio, Catilinario, a. 1313 (tosc.), Cap. 15, pag. 43.3: Chi potrebbe sostenere quando egli comperano le preziose tavole, li smalti, e gl'intagli, e altre gioie? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Sal., Cat., 20, 20: «signa».
[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 8, pag. 278.26: poi muove i belli cosciali e gamberuoli di puro ismalto e d'oro...
[6] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 25, pag. 123.35: pù ghe piaxevan cha a le vanne femene hi centur e hi smalti e pretiose anelle.
[7] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 234, par. 1, vol. 2, pag. 313.2: sia licito [[...]] portare [[...]] alcune fregiature [[...]] overo alcuno fornemento en pangne [[...]] d'auro, d'argento, perle, pietra pretiosa, cristallo, vetrio, ambra, smalto...
[8] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 151, vol. 2, pag. 710.1: nulla fregiatura né d'oro, né d'ariento, né di seta, né niuna pietra preziosa, né eziandio ismalto, né vetro...
[9] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 289.13: Ismalti d'oro messi in vasella d'ariento tengono i 2/3 del loro peso d'oro di lega di carati 21 per oncia.
[10] Stat. fior., 1356/57 (Lancia, Ordinamenti), cap. 22, pag. 182.22: una semplice fregiatura di fregio d'oro o d'ariento sanza alcuno ismalto o altra cosa sopraposta...
[11] Doc. tosc., a. 1362-65, pag. 249.1: II candellieri bianchi con ismalti al pomello...
[12] Doc. pist., 1352-71, Ricordo tavola d'argento, vol. 1, pag. 133.13: Franciescho Nicholai e conpangni orafi da Firenze tolsono a fare da noi la testa del'altare di messer san Jacopo [[...]] d'ariento e smalti e fregi e pietre...
[13] F Doc. mess., 1380: havi confictery duy inaurati et sullivati cum li armi soy in uno smaltu dintru. || Rinaldi, Testi d'archivio, p. 130.
[14] Doc. ver., 1382 (2), pag. 426.24: una copa fornia d'arie(n)to cum uno smalto dentro.
[15] f Sinibaldo da Perugia, Fedra, a. 1384 (umbr.-tosc.), Cap. 12.54, pag. 145: né [[...]] / le trave messe sotto gli ampi tette / copre d'aüro fino ai belle smalte... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Sen., Phaed., 497-98: «nec trabes multo insolens / suffigit auro».
[16] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 215 rubr., pag. 557.13: certi suoi compagni li mostrano come meni lo smalto...
- Meton. Scudo.
[17] A. Pucci, Bruto di Brett., a. 1388 (fior.), ott. 33.4, pag. 209: E, quando Bruto vidde la colonna, / cioè 'l baston che 'l giogante have 'n alto, / ed e' si ricordò della sua donna, / e' ferí lui sopra 'l lucente smalto...
- Fig. Rossore del volto.
[18] f Antonio da Ferrara (ed. Bellucci), XIV s. e t.q. (tosc.-pad.), 5.114, pag. 49: Non te recorda quando festi 'l salto / a tanto onor, zò che me promettesti, / ch'ancor te cresce de vergogna smalto? || LirIO; non att. nel corpus in altre ed. Qui potrebbe valere anche li signif. di 'intonaco' (cfr. 2).
1.1 Fig. Sfera celeste; volta celeste. || Rif. al cielo empireo nei commentatori della Commedia.
[1] Gl <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>, c. 8, 97-120, pag. 145, col. 1.5: Se quella chiarezza che ti conduxe a tanto ascenso, trovi in ti tanta sustancia che possi ascendere fino al primo smalto, çoè, al principal chiaro...
[2] f Jacopo Alighieri, Dottrinale, a. 1349 (fior.), cap. 33.50, pag. 216: Et perché di paia alto / nello stellato smalto, / pensa delle fiammelle / che paion tra le stelle, / il cui alto non piglia / da terra dieci miglia. || Corpus OVI.
[3] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 8, 109-120, pag. 186.5: infine al sommo smalto; cioè in fine al summo cielo, lo quale chiama smalto per similitudine eccessiva: imperò che riluce più che ogni smalto: lo smalto di che si smalta l'ariento si fa di vetro et è molto relucente.
- Regno dei cieli, paradiso.
[4] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 2, par. 89, comp. 38.6, pag. 112: Questo biancho Mastino / con l'ale d'oro sempre vola in alto; / l'excelso paladino / ch'el guida sempre tende al summo smalto...
1.2 [Rif. a una sostanza dura e lucida di origine naturale].
[1] f Jacopo Alighieri, Dottrinale, a. 1349 (fior.), cap. 29.42, pag. 202: La qual forza [[scil. del fulmine]] chalando, / l'umidor va stillando / d'alcun fiato terrestro / che con lui prende destro; / nel quale ardente salto / lo ricuoce di smalto... || Corpus OVI.
2 Impasto più o meno grossolano di calcina, polvere di mattone, pietrame e acqua, usato come cemento o come intonaco, o per fare pavimenti (anche in contesto fig.).
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 9.52, vol. 1, pag. 149: «Vegna Medusa: sì 'l farem di smalto»...
[2] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 1, cap. 6, pag. 74.13: [una] palma verde con li suoi coltelli sotto la statua di Cesare nel tempio della Vittoria, tra lo smalto delle pietre nata si trovò...
[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 60.9: Albino prese a smaltare tutta la cittade [[...]], e ancora oggi del detto ismalto si truova cavando, massimamente nel sesto di San Piero Scheraggio...
[4] <f Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV pm. (fior.)>, L. 1, cap. 10, vol. 1, pag. 112.14: la citerna [[...]] deesi scialbare di smalto, il quale con gran sollecitudine si convien pestare, perchè più bello e lucente divenga...
[5] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 19, pag. 27.2: E facciansi [[scil. i granai]] nel fondo di sotto di smalto di mattone, e le pareti dalle latora...
[6] Fazio degli Uberti, Rime pol., c. 1335-p. 1355 (tosc.), [c. 1335] 1.29, pag. 22: Discese Antenor di Troia ancora, / Padova fece, Altino e quel Rialto, / fondato in tale smalto, / che con costanza tien legge verace.
[7] Gl Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (i), par. 30, pag. 478.25: e sì 'l farem di smalto, cioè di pietra; è lo smalto, il quale oggi ne' pavimenti delle chiese più che altrove s' usa, calcina e pietra cotta, cioè mattone, e pietre vive mescolate e solidate con molto batterle insieme, quasi non men duro che sia la pietra. || Cfr. 2.1.
[8] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 9, 49-54, pag. 257.30: sì il farem di smalto; cioè lo farem di pietra. Lo smalto è pietra: però che di pietra si fa. || Cfr. 2.1.
[9] f Enselmino da Montebelluna, red. tosc., XIV u.q., 435, pag. 129: Qual è d'un forte muro overo smalto / murato intorno a modo d'un castello / per sichurtà ch'alchun non faccia assalto... || Corpus OVI.
2.1 Meton. Lo stesso che pavimento.
[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 31, pag. 239.19: quello palazzo maraviglioso, lo quale era tutto a piastre d'oro et inciamberlato di gemme: lo smalto era tutto d'onix e calcedonii...
[2] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 204.7, pag. 84: Quel palazz' era inciamberlato e sdotto / con molte gemme di gran valimento: / lo smalto iera d'onix e calcedoni...
[3] f Fatti de' Romani (H+R), 1313 (fior.), [Luc. X] (R) 80, pag. 512.10: e llo smalto e ll'amattonato non fue di marmoro nè di profferito... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Fet des Romains, p. 625: «pavemenz».
[4] Novellino, p. 1315 (fior.), 84, pag. 323.7: tutte le noci fece versare per lo smalto della sala e poi a una a una lile facea ricogliere e rimettere nel sacco...
[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 2, cap. 23, vol. 1, pag. 90.24: la figura del sole intagliata nello ismalto, che dice: «En giro torte sol ciclos, et rotor igne»...
[6] Libro fiesolano, XIV pm. (fior.), pag. 95.22: E quello Uberto venne a Firenze, e fece le piaze e chanpidoglio e gli smalti e llo gardingho...
[7] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 55, S. Ambrogio, vol. 2, pag. 505.2: Con che occhi dunque vedrai il tempio del comunale segnore, con che piedi scalpiterai lo smalto santo [[...]]?
[8] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 24, pag. 56.28: Nella fine lo Dio nostro cacciò sotto il vostro, e tanto gli diede, che su questo smalto fece quello che voi vedete.
2.1.1 Fig. Superficie del suolo, terreno.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 8.114, vol. 2, pag. 134: «Se la lucerna che ti mena in alto / truovi nel tuo arbitrio tanta cera / quant' è mestiere infino al sommo smalto»... || Rif. al terreno dell'Eden.
[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 4, terz. 94, vol. 1, pag. 49: Il Fiorentin gli sconfisse a Montalto, / mille trecento di lor menò presi, / e 'l Castel fer cader nel piano smalto.
[3] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ecli 20, vol. 6, pag. 241.10: [20] Il cadere di falsa lingua è sì come il cadere in suso lo smalto... || Cfr. Ecli 20, 20: «in pavimento».
- Verde smalto: terreno erboso (anche in contesto fig.).
[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 4.118, vol. 1, pag. 71: Colà diritto, sovra 'l verde smalto, / mi fuor mostrati li spiriti magni...
[5] Boccaccio, Caccia di Diana, c. 1334, c. 8.10, pag. 26: Ma il girfalco tosto la seguio, / e più presto di lei salito ad alto, / in giù volando, forte la ferio. / Né cadde però quella al verde smalto...
[6] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 9, ott. 1.8, pag. 540: allor è l' uom più vicino al cadere / e vie più grieve cade, quanto ad alto / è più montato sovra il verde smalto.
[7] Antonio arismetra, a. 1375 (tosc.), 10, pag. 185: eleggo dunque voi, e mi vi trado, / degno di posseder lo verde smalto, / per mio signor, maestro, ancor per duca...
- Rosso smalto: terreno intriso di sangue.
[8] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 8, ott. 86.3, pag. 525: Dopo il crudele e dispietato assalto, / orribile per suoni e per ferite, / lì fatto prima, sopra il rosso smalto, / si dileguaron le polveri trite...
2.1.2 Lo stesso che mondo. Terreno, terrestro smalto: mondo terreno.
[1] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 194.102, pag. 213: col gran titol del terresto smalto / credette fare in te velloce salto...
[2] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 152.1, pag. 443: E po' si scosta dal terreno ismalto / Iesù, in vèr lo ciel suo via dirizza!
- Tenebroso smalto: regno dell'aldilà.
[3] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 1, ott. 27.8, pag. 389: E po' l'abraccia, e bagia, e lieval alto, / e trassel fuor del tenebroso smalto.
2.2 Lo stesso che pietra. || Solo nei commentatori della Commedia o in testi che la citano.
[1] Gl <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>, c. 9, 49-54, pag. 270, col. 1.9: Di smalto, cioè: di preda...
[2] Gl Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 9, pag. 46.7: acciò che Dante, vedendo Medusa, diventasse di smalto, cioè di dura pietra...
[3] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 379, pag. 761.7: «Vegna Medusa, sì la faremo di smalto» dice Dante di costei [[...]]: che chiunque la costei figura guatava, si convertia in pietra e tale quale prima di carne, tale formato di sasso si rimanea.
[4] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 9, pag. 206.4: «Se Medusa vene, noi il faremo di smalto», idest de petra.
2.3 [In comparazioni e in contesti meton., per indicare durezza].
[1] Dante, Rime, a. 1321, 43.59, pag. 155: la terra fa un suol che par di smalto, / e l'acqua morta si converte in vetro / per la freddura che di fuor la serra...
[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 82, vol. 2, pag. 167.17: pane di saggina e di semola, nero come mora e duro come ismalto...
[3] f Jacopo Alighieri, Dottrinale, a. 1349 (fior.), cap. 7.28, pag. 116: Come tra noi di state / cotale umiditate / si leva in su tanto alto / ch'ella diventa smalto, / per la natural guerra / che al ristrigne et serra; / Poi, ghiacciata, in giù cade, / guastando fructi et biade... || Corpus OVI.
[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 53, terz. 44, vol. 3, pag. 93: Nel detto anno due volte ghiacciò l' Arno / sì, che parea di smalto murato...
- [Rif. allo stupore o all'insensibilità dell'animo, dei sensi].
[5] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Pudicitiae, 33, pag. 227: Ciascun per sè si ritraeva in alto / Per veder meglio, e l' orror de l' impresa / I cori e gli occhi avea fatti di smalto.
[6] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 70.23, pag. 93: vedete che madonna à 'l cor di smalto, / sì forte, ch'io per me dentro nol passo.
[7] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. II [Dubbie], 34.54, pag. 189: perciò a sostenere / si spezzerebbe in questo doppio assalto / un cuor non che di carne, ma di smalto.
[8] f Cino Rinuccini, XIV sm. (fior.), 10.10, pag. 108: del mio lamentar venuta è sorda / e 'l sensibile cor fatto ha di smalto... || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.