LAZZO (1) agg./s.m.

0.1 laçço, lazzi, lazzo; a: lazza.

0.2 Etimo incerto: lat. lacteus (spec. rif. all'umore lattiginoso dell'euforbia) o, meno prob., lat. acidus con concrezione dell'art. (DELI 2 s.v. lazzo 2).

0.3 Schiatta Pallavillani, XIII sm. (fior.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Schiatta Pallavillani, XIII sm. (fior.); Doc. cort., 1315-27; f Bindo Bonichi, Rime, a. 1338 (sen.).

N L'att. in Francesco da Buti è cit. dantesca.

0.7 1 [Rif. ad un frutto o a ciò che se ne ricava:] acre e aspro nel sapore e acerbo nella sostanza. 1.1 Sost. Sapore aspro. 2 [Di una ghianda:] secco e dotato di proprietà astringente. 3 [Con rif. a un colore].

0.8 Mariafrancesca Giuliani 01.11.2016.

1 [Rif. ad un frutto o a ciò che se ne ricava:] acre e aspro nel sapore e acerbo nella sostanza.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 15.65, vol. 1, pag. 249: ed è ragion, ché tra li lazzi sorbi / si disconvien fruttare al dolce fico.

[2] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 26, pag. 749.11: e l' eccelso ciriegio e il lazzo sorbo e il fronzuto corbezzolo e l' alto faggio e il palido busso e più altre piante...

[3] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 15, 55-78, pag. 413.21: Et è ragion; che ti si faccia nimica: imperò che i buoni non sono amati da' rei, ché; cioè imperò che, tra li lazzi sorbi; cioè aspri...

[4] <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>, L. 2, cap. 6, vol. 1, pag. 145.11: e ancora l'umido delle foglie è il più di grossa acqua indigesta: e quello del frutto nel suo principio è più lazzo e terrestro, ed ha bisogno di molta digestione...

1.1 Sost. Sapore aspro.

[1] Schiatta Pallavillani, XIII sm. (fior.), 46a.5, pag. 175: e bona fama fa dolze lo laz[z]o; / e, chi ben siede, non s'aprende a canna.

[2] f Bindo Bonichi, Rime, a. 1338 (sen.), canz. VII.37: Non ha 'l tristo solazzo / né d'allegrezza cura, / perde el tempo chi 'l cura, / ché disperando sua consuma carne; / bon fa fruttoso lazzo, / ma lui non move cura: / nulla compra è sicura / del suo valer, ch'un lupin dando car n'è. || LirIO, non att. nel corpus da altre ed.

[3] <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>, L. 5, cap. 19, vol. 2, pag. 168.23: Il buono olio si conosce all'odore, s'egli è odorifero: al sapore, s'egli è d'ottimo sapore: la cui lazzitade ovvero afrezza si sente alla lingua sanza alcuna acuitade: imperocchè quanto più ha del lazzo, tanto tiene a frigidità e a secchità, e però conforta lo stomaco.

2 [Di una ghianda:] secco e dotato di proprietà astringente.

[1] <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>, L. 5, cap. 26, vol. 2, pag. 183.13: Le ghiande son fredde nel primo grado e secche nel secondo, e non s'usano in uman cibo, ma per li porci, imperocchè sono alla digestion contrarie, e indurano il ventre [[...]] Ma la sua superficie è molto lazza, e simigliantemente le galle dei detti arbori, onde vale al flusso del sangue delle femmine.

3 [Con rif. a un colore]. || Non det.

[1] Doc. cort., 1315-27, pag. 73.2: Pasquccio del Foscio da Carbogniano dea dare lj. viij per preçço de la meità d'una somaia de pelo laçço, e carta n'à el decto not. el decto dì.