0.1 tecame, tegame, tegami.
0.2 Gr. bizant. tegánion, con cambio di suff. (Nocentini s.v. tegame).
0.3 Doc. prat., 1285-86: 1.
0.4 In testi tosc.: Doc. prat., 1285-86; Almansore volg., XIV po.q. (fior.); Doc. fior., 1360-63.
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Recipiente rotondo e poco profondo, gen. usato in cucina per cuocere le vivande. 1.1 Meton. Vivanda contenuta in tale recipiente.
0.8 Irene Falini 25.09.2020.
1 Recipiente rotondo e poco profondo, gen. usato in cucina per cuocere le vivande.
[1] Doc. prat., 1285-86, pag. 117.24: (E) ebeli Dino (e) Stefanino f. del Gu(n)ta Ranaldi p(er) uno tecame di fornace ll. XX.
[2] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. IX, cap. 11, pag. 712.20: E tucto il suo nodrimento si dee in tale maniera ordinare e stabilire ke elli sia di poche superfluitadi, sì come carne fricta ne la padella e carne cotta in tegame o in istufa...
[3] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 372.13: Poi abbi uno grande bossolo o vero tegame che abbi uno foro di sotto, e mettivi entro alquanti fuscielli, e sopra i fuscelli una pezza di canovaccio che cuopra i fuscelli...
[4] Doc. fior., 1360-63, pag. 141.25: pagai per due tegami per dar bere et bechare a' polli s. vj...
1.1 Meton. Vivanda contenuta in tale recipiente.
[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 124, pag. 275.21: - Che fa' tu? questo non è il tuo busecchio; questo tegame è carne d' altrui, e non è la nostra. -