VILLANO agg./s.m.

0.1 vilain, vilam, vilan, vilana, vilane, vilani, vilanne, vilano, vilanu, viliani, villam, villan, villan', villana, villane, villani, villani', villanissima, villanj, villano, villanu, villany.

0.2 Lat. tardo villanus (DELI 2 s.v. villa).

0.3 Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Menichetti), XIII m. (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Albertano volg., 1275 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Doc. venez., 1282; Salimbene, Framm. volg., 1282-88 (emil.); Doc. bologn., 1287-1330, [1289]; Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311;Doc. rag., 1330; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Stat. ver., 1366; Doc. spalat., 1370; Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); St. de Troia e de Roma Amb., XIII u.q. (rom.); Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.); Lett. napol., 1353; Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.); Gloss. lat.-eugub., XIV sm.; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Stat. catan., c. 1344; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. essere villano 2.5.

0.6 A Doc. fior., 1211: Bonackorso f. del Villano da Sa· Mikele Berteldi.

T Doc. fior., 1348-50: Martino di Lone, vocato Scortichino da Villano.

0.7 1 Che abita in campagna e lavora la terra. 1.1 Proprio, tipico di chi abita e lavora in campagna (con rif. a un comportamento, a una caratteristica). 1.2 [Detto di un animale, specif. di un uccello:] che vive in libertà, selvatico. 1.3 Sost. Abitante del contado (in opp. a cittadino), che lavora la terra (talvolta alle dipendenze di qno). 2 Privo di cortesia e di gentilezza e che si comporta in modo rozzo e incivile. 2.1 [In contesto amoroso:] privo di nobiltà d'animo (e quindi che non può né amare né essere amato). 2.2 Che rivela o deriva da rozzezza e mancanza di educazione. 2.3 [Detto dell'aspetto:] privo di raffinatezza, grossolano. 2.4 Estens. Che agisce o si comporta in modo crudele e peccaminoso (anche come epiteto ingiurioso). 2.5 Essere villano a qno. 3 Sost. Nome di un popolo della Francia. 4 [Tess.] Sost. Mantello di tessuto grezzo.

0.8 Irene Falini 08.04.2021.

1 Che abita in campagna e lavora la terra.

[1] Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.), 18, pag. 192: Çà non fue questo villano! / Da ce -l mondo fue pagano / non ci so tal marchisciano.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 533, pag. 21: Ma vu, ke sí vilan, fortment dí lavorar...

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 31, pag. 478.4: Massimiano chiamato Erculeo fece imperadore, e mandollo in Gallia: il quale agevolemente la mattia d' uomini villani, e che vero insieme non si dicono, colla virtù de' suoi cavalieri racchetò.

[4] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 288.22: villicus, ca, cum et rusticus, ca, cum, idest villano, scilicet ille qui habitat in villa...

[5] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 162.4, pag. 224: Fortuna volge in sua trama navicola, / E tal veste di nero e tal di bianco, / Tal lieto, tal giocondo e a chi vien manco / E chi di miles fa villano agricola...

[6] St. de Troia e de Roma Ricc., XIV (rom.>tosc.), pag. 115.35: Camillus fu nato villano de' marsi...

1.1 Proprio, tipico di chi abita e lavora in campagna (con rif. a un comportamento, a una caratteristica).

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 3, pag. 9.10: Ma interviene molte volte che per necessitade fa bisogno di costringere il cittadino che porti arme, il quale se cavaliere si fa, usi in prima il lavorare, correre, portare pesi, e sostenere la polvere, ed il sole, e poco cibo e da villani usi, e talotta all' aria o sotto i padiglioni stea...

[2] Chiose Eroidi volg. (Gadd.), c. 1315/25 (fior.), ep. 1 [Penelope a Ulisse], ch. X, pag. 317.11: Cortesia villana sì è operarsi e faticarsi nelle fatiche che s'appartengono a femina e mettere e ordinare a buoni usaggi li beni del suo marito come buona donna e leale.

[3] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 94, S. Jacopo maggiore, vol. 2, pag. 829.10: uno giovane ingannato d'una villana semplicitade, andò a mettere fuoco ne le biade d'uno suo manovaldo, però che quelli gli volea torre il suo retaggio.

- [Detto di un genere poetico].

[4] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), Prologo, pag. 79.9: Ed è a dire «comedia» 'canto villano', el quale se comenza da cosse vile, basse e dolorose e finisse in cosse onorate, digne e gratiose; e càntasse ne li lochi ove se congregano li vilani le feste.

[5] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 22, 94-114, pag. 533.16: e chiamanosi comedie da comos ch'è villa, et oda ch'è canto, quasi canto villano: imperò che in villa da li villani fu trovato da prima...

1.1.1 [Detto dell'origine o della condizione sociale di qno:] umile, basso.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 63, terz. 31, vol. 3, pag. 202: ed ordinossi per rinformagione, / che niun non potesse esser Castellano, / nè Capitano di Congregazione, / nè di consiglio, Grande, o popolano; / questo fer que', ch'eran di senno il turlo, / per non venire in istato villano.

[2] Tristano Veneto, XIV, cap. 275, pag. 247.31: Questo Fregus era extrato dela parte de so pare de sangue vilan, ma dela parte de soa mare era de centil lignacio...

- [Con meton.].

[3] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 207.50, pag. 255: Passano in un momento mari e monti / Ed a letti regali ed a villani, / Sott'ombra di lor padre, danno briga.

1.2 [Detto di un animale, specif. di un uccello:] che vive in libertà, selvatico.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 24.66, pag. 405: Alfin mi nominò lo tragipano, / dicendo: «Questo più d'aguglia cresce / ed è quanto altro uccel crudo e villano.

[2] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 9, pag. 26.17: molti falconi che si chiamano vilani, sono buoni. Quando ài lo falcone vilano buono più assai, lo poi ucellare...

1.2.1 [Detto di un animale, specif. di un uccello, o del suo genere:] di scarsa qualità.

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 12, pag. 101.10: Falconi sono di sette generazioni; e 'l primo lignaggio sono lanieri, che sono siccome villani in fra gli altri.

[2] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 58, pag. 311.29: Et quelli pappagalli che ànno cinque dita neli piedi sono più nobili deli altri pappagalli; et coloro che ànno tre dita neli piedi sono di villano lignaggio.

1.3 Sost. Abitante del contado (in opp. a cittadino), che lavora la terra (talvolta alle dipendenze di qno).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio rose cum viola, 35, pag. 78: Ma tu sí nass il rive, tu nass entri fossai, / Tu nass aprov la terra, in losi dexvïai, / Tug li villan te brancoran e no va dexnusai, / E fi' metua sot pe per riv e per fossai.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 4, pag. 9.11: li vilani, come so' li lavoratori, possano cultivare la terra per recòlliare lo pasto per loro e per l'altre gente...

[3] Doc. venez., 1282, pag. 12.31: Voio que deli beni li qual mo' lasa Ni[colao] en Cree, ço sé li vilani, elli sia de Roberto meo frar con questa condecion...

[4] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 5, pag. 287.29: i villani sono migliori battaglieri che i gentili, perciò che i villani che sono accostumati di portare ei gran pesi ed a durare la molta fatica, non saranno molto gravati di portare il peso dell'arme, né non si stancheranno per menare molto le loro membra...

[5] Doc. bologn., 1287-1330, [1289] 3, pag. 63.10: per quella casune andòe Aspetao e i altri de la parte sua a taglare lo dicto boscho né no poténo avere negono vilano che quello cum loro volese andare a taglare, perché la questione era cum uno de casa loro.

[6] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 433, pag. 171, col. 1: Un vilan de quella villa / sì 'n ge n'à plena una tina.

[7] St. de Troia e de Roma Amb., XIII u.q. (rom.), pag. 228.13: Mario fo nato d'uno villano de Arpino de Campania. Enprima fo befolco...

[8] Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.), 1, pag. 94.7: La buona fenmina [[...]] ebbe due villani (et) disse loro... || Cfr. Legenda aurea, I, 165: «duos rusticos».

[9] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 44, pag. 230.2: I seminatori fuoro i profeti e i santi de la Legge Vecchia, ché tutte quelle cose che dissero e quegli ammaestramenti fuoro seme, che 'l gittaro per fare ricolta d'anime come 'l villano di biade...

[10] Dante, Convivio, 1304-1307, IV, cap. 11, pag. 330.8: Veramente io vidi lo luogo, nelle coste d'uno monte che si chiama Falterona, in Toscana, dove lo più vile villano di tutta la contrada, zappando, più d'uno staio di santalene d'argento finissimo vi trovò, che forse più di dumilia anni l'aveano aspettato.

[11] Bart. da San Concordio, 1302/1308 (pis.>fior.), dist. 3, cap. 5, par. 6, pag. 83.10: colui, che 'ndugia, è simigliante al villano che, vogliendo passare, aspetta che 'l fiume scorra tutto, e quegli corre e scorrerà sempre.

[12] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 13, pag. 118.21: E quanto più lo rimeni, come fa lo villano della terra, tanto più fruttificherai.

[13] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 33, vol. 1, pag. 63.9: Et non tollarò o vero adimandarò da li uomini et persone et villani de la casa di Sancto Lazaro da Terzole, presso a Siena, datio o vero colta o vero alcuna exactione, se non fussero cittadini allibrati del comune di Siena, ma essa casa difendarò et li sui villani et beni.

[14] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 12, pag. 478.24: Quale tempesta, poi che ssi trabocca dall'aere, va per lo mezzo del mare, ed i cuori de' miseri villani temono dalla lunga, pensando che quella abbatterà li arbori e guastarà le sementi ed ogni cosa...

[15] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 1200, pag. 80: En tal mayniera, con vu aldí, / Guardando le blave notte e di / Romaxe lo baron in quella / Com esso lo villan della villa.

[16] Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 26, v. 67, pag. 1486.14: Segue 'l poema e dixe come molto se meraveglòno, tutto a simele come fa 'l vilano che mai no è stado in citade e la prima volta ch'el gle vene per le case e per la gente e per le gran svarietade ch'el vede esser dalla cità a la villa, sì se empie tutto de stupore.

[17] Doc. rag., 1330, pag. 104.8: la villa (e) le pergulle (e) li orti co(n) li vilani (e) la pomeria sunt soldi IIJ.

[18] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 120, pag. 23: Così continuato per molt' anni / se sum cacià e morti li visini, / mo l'un po' l'altro, citadin e villani...

[19] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 18.12, pag. 680: e tu più fermo in esso ognor te figge / e fuor con glie villan sollazzo prende, / currendo per le piagge e per le rive...

[20] Jacopo Passavanti, Tratt. sogni, c. 1355 (fior.), pag. 330.22: il villano sogna l' aratro e' buoi, il marrone, la vanga...

[21] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 27, pag. 126.7: Et kistu conchessi eu, Rugeri conti, cum mia mugleri et cum mey figloli, a quistu monasteriu, chi illu haia in perpetuum tutti quilli possessioni in li villani, oy in li terreni hereditati.

[22] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 152.44: fermorsi a Torita tutta la giente; e uno vilano di Torita disse al chapitano...

[23] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 88, pag. 18: Et non però che io credo, como agio ymaginato, / Che may non fora facto quello che facto è stato: / Liberare li villani per loro merito et grato, / Quanto, per li signuri, purgare lo loro peccato.

[24] Stat. ver., 1366, pag. 327.35: lo dì dela domenega dena(n)zo la dita festa dela natività d(e) (Crist)o posano tegniro ave(r)te ave(r)tame(n)tre le soe stazon fin a l'ora d(e) nona e no(n) più oltra azò ch(e) li citadini (e) li vilani posano comprare d(e) quello ch(e) li è necessa(r)io...

[25] Doc. spalat., 1370, pag. 94.12: Item terri II posti a Diladu suvra Inbarchano là u' chi sta Valcina nostru vilan suvra li casi de luy e sutu li casi de dito Valchina...

[26] Gl Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XV, par. 60, pag. 678.30: li quali [[Fiesolani]] qui discrive in persona di villani, cioè d'uomini non cittadini, ma di villa...

[27] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 29, pag. 237.18: fu al suo tempo chorrotta l'aria e lla terra d'una mortalità sì grande, che in tutto il suo reame no rimase né bestia né persona o poche e dicie si cominciò agli animali e poi agli uccielli e poi a' villani e poi a' cittadini.

[28] Doc. ven./tosc., 1375 (2), pag. 347.11: Siti aparechiadi de pagar (et) far satisfar dali homini a voy sugetti de Tribigna (et) de Canale de tutti li danni (et) robbarie ch'elli à fatte ali homini di Ragusa (et) ali lor villani.

[29] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 28, pag. 435.18: E componese cum axéo e metese sovra el luogo, e masimamente in li corpi duri e saldi, como è i corpi de li villani.

[30] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 26, 25-33, pag. 671.36: il villan; cioè lo contadino...

[31] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 2, pag. 228.28: il villano lavora la terra; l'avaro mercatante annovera i danari...

[32] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, comp. 78.348, pag. 185: 'l segnor da Gonzaga le sue strate / deffenderà sì come saggio e pronto, / con lo secorso di soy bon vicini / con soy vilani e con soy citadini.

- [Con connotazione neg., come appellativo ingiurioso]. || Cfr. signif. 2.

[33] Ingiurie lucch., 1330-84, 287 [1374], pag. 78.7: E' co(n)vene ch'io ti tagli il volto e di pogho mi tegno ch'io no(n) tel facio hora, sosso villano facto citadino.

- [Prov.].

[34] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 60, pag. 298: Bastone fa trottiere / villano e somiere.

[35] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 100, pag. 299: Domenica per festa / ogni villan s' apresta.

[36] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 306, pag. 306: Oca in pantano / e in selva villano.

[37] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 461, pag. 311: Villano amaro / d' ogni cos' è avaro.

[38] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 95, pag. 728.6: si pagò il danaio caffo, col suono dell'antico proverbio: «villan fa matto dopo danno fa patto».

[39] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 168, pag. 417.20: E ben lo dice il proverbio: «batti il villano, e ara'lo per amico».

- [In contesto fig.].

[40] Fiore, XIII u.q. (fior.), 6.11, pag. 12: Ed i' vidi venir un gran villano / Con una maz[z]a, e disse: «Or ti ste' a mente / Ch'i' son lo Schifo, e sì son ortolano / D'esto giardin...

1.3.1 Estens. Persona di umili origini, di bassa condizione sociale. || Spesso in opp. a gentile e nobile.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 723, pag. 553: Tanto per cobiticia à li penseri feli, / a cui ele pò, tole brochete o aneli, / comentre vol sì sia, vilani o meseli, / né s' ii è driti o çoti o se son laidi o beli.

[2] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 3.13, pag. 592: Ben me noia longo servidore / et om q'ogna causa narra [et erra]; / [e] vilan contrariar segnore...

[3] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 25, pag. 165.19: «Vedesti omo tostano i(n) ongne sua op(er)a; dina(n)çi ali re sterà, et no(n) starà i(n)tra li villani». || Cfr. Albertano, De amore, II, 25: «ignobiles».

[4] Salimbene, Framm. volg., 1282-88 (emil.), 2.4, pag. 139: Ideo de talibus in libro Tediorum dicit Patecclus: Cativo hom podhestà de terra, / e pover superbo ki vol guerra, / e senescalco k'intro -l desco me serra, / e villan ki fi messo a cavallo...

[5] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 4, cap. 7, pag. 125.9: E dunque, perciò che l'uomo non sia pazzo bene avventuroso, sì si conviene che a la ricchezza seguisca la nobilezza, ché, sì come detto è, quelli che è nobile e buono, si sa meglio portare in esse, che i villani che arricchiscono nuovamente.

[6] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 25, pag. 308.13: Non baron già, nè re, nè villano alcuno dispregio o pregio porta che per l'opera sua; ché, chi non vale, non vale, e chi vale, vale, comech'ello grande o picciul sia, di sangue o di podere.

[7] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. I, pt. 1, cap. 8, pag. 14.16: chi desse una gotata ad uno villano e dessela a uno re non richiederia ughuale vendetta inperò che lla colpa non è eguale per lo grado di choloro a chui è offeso...

[8] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 71, pag. 129.35: In quel tempio era costume di venirvi ciascuno anno a la scita di maggio tutti li pagani de· reame di Norbelanda per fare honore a la deesa; e cussì vi veniano li gentili come li villani, e li poveri come li ricchi.

[9] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 117.3, pag. 484: E' no so cossa pu dura / ni de maor perversitae / como vilan, chi, de bassura, / monta en gran prosperitae...

[10] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 21, pag. 96.20: parve [[scil. Cristo]] che s' accordasse d' ogni condizione di gente, cioè Giudei, Gentili, signori e vassalli, religiosi e secolari, maestri e discepoli, grandi e piccoli, nobili e villani...

[11] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 6, 118-126, pag. 140.10: Ogni villan; cioè ogni uno di vile condizione, come sono quelli della villa...

[12] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 1, 4.6, pag. 8: per lo suo reame un banditore / mandato aveva, a gentile e villano...

[13] Gloss. uffici romani (red. Ricc.), XIV ex. (fior.), pag. 30.1: Popolo contiene in sé tutta la città, cioè gentili e villani, grandi e piccoli, e ogni maniera di gente.

[14] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), Proemio, pag. 134.11: sinça li cavalgi no(n) se conosceria differentia fra li nobili et villani.

2 Privo di cortesia e di gentilezza e che si comporta in modo rozzo e incivile.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 31, pag. 561: vilan e malparler se pò tenir quelui: / quand à dit quant el vol, en tut desplas a altrui.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quinquaginta curialitatibus ad mensam, 10, pag. 315: La cortesia segonda: se tu sporz aqua al man, / Adornament la sporze, guarda no sij vilan.

[3] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), canz. 3.1, pag. 200: Gente noiosa e villana / e malvagia e vil signoria / e giùdici pien' di falsia / e guerra perigliosa e strana / fanno me, lasso, la mia terra odiare...

[4] Poes. an. urbin., XIII, 31.75, pag. 609: Sì ccortese è 'l Signore, / unqua lo servetore / non dé essar villano; / ka 'l servente desegna / de ke volere regna, / ki ll'ave a le Soi mano.

[5] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 32, pag. 81.12: tanto come omo è stato più gentile e più prode e più largo, cotanto è più vituperato lo figliuolo suo s' elli è villano e codardo et avaro.

[6] Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), IV, 24.3, pag. 417: chi troppo manya e beve troppo è i(n)gu(r)du villan(u), / p(er) lo sup(er)co guastase tostu lu corpo humanu.

[7] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 134.116, pag. 525: no te par gran vilania, / quando un segnor, per cortexia, / a un so servo fa far / un bello vestir per so usar, / e si ge porze per so dom / qualche delicao bocum, / e 'll è sì descognoscente / e vilam e for de mente, / ch' elo no usa volunter / lo don che i a faito so ser?

[8] Ceffi, Dicerie, red. V, 1326/28 (fior.), 8, pag. 52.28: Bernardo di Lanfri, huomo nobile p(er) legnaggio, (et) villano p(er) costumi, et troppo fiero dell'animo, il quale voi ci avete dato i(n) rectore, ci costringe ad importabili graveçe et spese sança misura, le quali sostenere non potemo.

[9] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 115, pag. 451.1: Tristano e Lancialotto andavano pello castello; none che niuna persona gli convitasse ad albergo, chè troppo erano gente sconoscente e villana.

[10] Sam Gregorio in vorgà , XIV m. (lig.), L. 1, cap. 4, pag. 85.24: Chi [è] questo vilam o roçe omo, lo qua presume de usurpar l' oficio de lo nostro apostolico e sença autorità vostra va pricando, seando idioto e grosa persunna sença scritura?

[11] F Lett. prat., 1385-1410, [1394]: Farai bene, quando puoi, farnele una a tuo modo, chon dirlle "io non sono villana perch'io in chontado istia, me egl'è villano chi ffa la villania"... || Cecchi, Lettere a Margherita, p. 104.

- [Con gioco pseudoetimologico].

[12] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), [1326/27] 108.1, pag. 208: Non vi dovrebbe dî Meçi Villani / chiamar algun, ma tuto dir cortese / di quella a qui l'eser vostro è palese / s'envidia lor non fa dal ver luntani.

- [Detto di un animale].

[13] Esopo tosc., p. 1388, cap. 32, pag. 159.12: per te non rimane che il ciervio cortese e misericordioso non diventi villano.

- Sost.

[14] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 10, pag. 128.20: Ché, se no Esso avessevi desponssate, sereste forse de homini sponse ora, de villani, de vili, de desvalenti, come le più de sponse secular sono.

[15] Lett. napol., 1353, pag. 123.17: yo faço co(m)mo lo villano, che chi li porgie lo dito se pilla tucta la mano.

[16] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 88.12: Hic caltitro, nis id est lo vilano.

2.1 [In contesto amoroso:] privo di nobiltà d'animo (e quindi che non può né amare né essere amato).

[1] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 177.21: e nesun homo è enlo mondo lo qual poese contar quanto val la usança de madona Venus, çoè delo amore; e se tu no te daras a l'amore, sapie qe tu seras senpre vilana».

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Menichetti), XIII m. (lucch.), canz. 11.35, pag. 111: del vile uom face prode; / s'egli è villano, in cortesia lo muta; / di scarso largo a ddivenir lo aiuta.

[3] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 1.7, pag. 886: e sono folle e sag[g]io, / e dolente e allegro e gioioso, / largo e scarso e dubitoso, / cortese e villano enodioso...

[4] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 19 parr. 4-14.65, pag. 78: E se non vuoli andar sì come vana, / non restare ove sia gente villana: / ingegnati, se puoi, d'esser palese / solo con donne o con omo cortese, / che ti merranno là per via tostana.

[5] <Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.)>, c. 5, pag. 86.16: così fa il vero amato, che non per l'effetto, cioè per lo fine, a che alcuni villani amanti tendono, ma per l'effetto, lo quale l'amante mostra in sè essere fede, e ubidenzia, e servigio verso l'amato, ama l'amante...

- [Detto meton. del cuore].

[6] Noffo (ed. Gambino), XIII/XIV (fior.), 4.24, pag. 62: Ma non concede questo Amor gentile, / tant'è la sua possanza / al cor che villan sia / in nulla guisa sua gran segnoria, / né 'l suo valor imaginar nïente.

[7] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 11, vol. 3, pag. 42.14: Ma non avendo lo petto villano, da non potere essere vinto dallo amore...

[8] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 24.13, pag. 659: quella ch' i' chiamo basso ne' sospiri, / perch' udito non sia da cor villano, / d' Amor nemico e de li soi disiri.

[9] Boccaccio, Ninfale, 1344/48 (?), st. 145.4, pag. 257: lo 'ngegno sottile, / che suol aver il tuo figliuol Amore / contro ad ogni cor villano e gentile, / perduto l' ha contro al gelato core, / il qual ogni tua forza tien a vile, / e sprezza l' arco e l' agute saette...

2.2 Che rivela o deriva da rozzezza e mancanza di educazione.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 266, pag. 534: Molti è qe reprendome e si non sa vardare: / quest' è vilana causa, così como me pare.

[2] Giacomo da Lentini (ed. Antonelli), c. 1230/50 (tosc.), canz. 6.13, pag. 157: Grande arditanza - e coraggiosa / in guiderdone Amor m'à data, / e vuol che donna sia 'quistata / per forza di gioia amorosa: / ma' troppo è villana credanza / che donna deggia incominzare, / ma vergognare / perch'io cominzi non è mispregianza.

[3] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2090, pag. 248: se 'l truovi in alcun loco, / per ira né per gioco / no· lli mostrare asprezza / né villana fierezza...

[4] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 10, pag. 143.20: E somigliantemente die l'uomo inchiedere che quella che die essere sua moglie sappia e faccia alcuna opera la quale non sia servile né villana...

[5] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 25, pag. 303.27: Adunque villano e llaido è volere bene, sensa bene operare.

[6] Poes. an. urbin., XIII, 21.92, pag. 585: E vòime guardar da le rei costumançe, / le qual' spessamente fo villane baldançe, / ioco e trastullo e ccarnal' desïançe, / ke so' in desplacere al nostro Signore.

[7] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 21, pag. 150.9: In quello tempo assai re aveano usanze e costumi rei e vilane multo, de li quali grandi mali e descionori seguiano a cavalieri e a donne e a donzelle.

[8] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 25, vol. 3, pag. 314.5: Villano officio ha quegli che compera mercatanzie dal mercatante per rivenderle incontanente...

[9] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 41.3, pag. 137: O voi, che donne amate, / Temete la vergogna; / E cosa, che vilana sia, non fate.

[10] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 9, cap. 2, pag. 618.26: scrollò [[scil. G. Mario]] l' ira sua malvagiamente, tagliando per villana crudelezza il nobilissimo corpo di Gajo Cesare...

[11] Lucano volg. (ed. Marinoni), 1330/40 (prat.), L. 3, cap. [vv. 112-52], pag. 129.10: Noi abbiamo consentito a tante cose inique, essendo vinti: questo èe solo perdono di vergogna e di villana paura, niuna cosa avere potuta negare. || Cfr. Luc., Phars., III, 149: «degenerisque metus».

[12] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 27.20, pag. 758: Minerva le sue fila, compilate / con artificio ad uso non villano / come le piace, le presta ordinate.

[13] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 66, pag. 152.32: Ma grande differenza vi sarà secondo la diversità della matera, la quale alcuna volta è larga, e alcuna volta è stretta, alcuna volta gentile, e alcuna volta villana, alcuna volta appartiene a molti, alcuna volta a pochi.

[14] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 7.3, pag. 27: Alla somma virtù prefetta e vera / D' amor si trova un vizio che s' oppone, / Turpe e villano e con iniqua cera.

[15] Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 61, pag. 69.18: Appressu veni lu peccatu di l'avantamentu ki est multu grandi et multu laidu, multu follu et multu vilanu, kì quillu ki si avanta est apertamenti ladru di Deu et volichi livari la sua gloria.

2.2.1 [Con rif. a un discorso o alle parole:] inopportuno, offensivo.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 120.10: Cominciamento d'amistade è ben parlare. Cominciamento d'inimistade è la lingua villana.

[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. III, cap. 43, pag. 244.18: disse Tullio: «Ongne gastigam(en)to dee avere guardia di parole villane, ke no(n) punisce (e) gastiga lo giudice ad utilitade di sé, ma ad utilitade di Comune». || Cfr. Albertano, De amore, III, 43: «Omnis animadversio et castigatio contumelia vacare debet».

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 10, pag. 171.34: le villane e le disoneste parole corrompono ei buoni costumi.

[4] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 20, pag. 140.33: Il sesto disiderio è in dire sozze e villane parole e oltrag[g]io fare; e questo rifrena Vergogna, ch' è virtù che rifrena la lingua che villane e sozze parole non favelli.

[5] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 84.14, pag. 202: Dio mel perdoni, ch'io n'ho già usato / motti non bei, ma rustichi e villani.

[6] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 13, pag. 61.16: Contra i chierici di Dio e monaci, overo contra le religiose, overo contra ogn'altra persona non déi dire ingiuriose e villane o schernevole parole...

[7] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, 23.22, vol. 1, pag. 289: se pur s'adira, tardi, / né con rimor, né con parlar villano...|| Cfr. trad. lat.: «verba rusticitatis» (Egidi, Doc. am., I, p. 289).

[8] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 2, cap. 23, pag. 63.27: Chistj duy monachi multi fiati dichìanu villanj et iniuriosj parolj a chillu loru procuratorj, ad tantu ky multi volte lu provocavanu ad ira.

[9] Stat. sen., c. 1318, Tavola delle rubriche, Incipit, pag. 4.5: Che 'l rectore de l'Ospitale preghi et amonisca li frati, che non vivano contumeliosamente insieme, cioè con villane paraule et orze, e non se dicano insieme rampogne.

[10] Jacopo della Lana, Inf. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 21, v. 139, pag. 626.26: Qui mostra come 'l capitanio li chiamava cum uno sum ch'el feva cum lo culo, e quell' era soa tronbetta. Circa la quale locutione sì se pò excusare l'autore a chi l'acusasse de parladura porca e vilana...

[11] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 5, vol. 1, pag. 219.8: Mentre che quella bee quello che la vecchia le diede, lo fanciullo di villana bocca, e adirato, stette dinanzi alla dea, e rise, e chiamolla ghiotta.

[12] Stat. catan., c. 1344, cap. 4, pag. 32.15: si li paroli fussiru stati iniuriusi oy villani, mangi in terra octu iorni...

[13] Antonio da Ferrara (ed. Bellucci), XIV s.-t.q. (tosc.-pad.), cap. tern. 3.68, pag. 28: e se la lingua sua fo mai gradita / in aver pronta alcuna cosa bella, / che spesso pur da' bon è reverita, / la devenne in costui sì cruda e fella / e tanto scelerata e sì villana / ch'i' 'l tacerò, ch'è mal, chi mal favella!

[14] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), III, st. 27.2, pag. 169: In questa pena èno tormentati / tuti quelli che la soa lengua hano vilana, / che pure de li fati altrui se stanno pensosi, / diranno conse che mai non sono pensade, / e come cani de dire mali stano afamati / de metere in mala fama altrui...

[15] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 5, pag. 85.22: Malvaso siervo, unde te èy venuto tanto ardemiento de avere allordate le arechye miey de la toa villana ambassaria? Certamente, se non me refrenasse la mia nobeletate, eo te farria trahere la lengua da lo cuollo, la quale in presentia mia non timio de dicere cutale parole...

2.2.2 [Con rif. all'amore lussurioso, che non rispetta i dettami di quello cortese].

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 3.4, pag. 8: Chero con dirittura / ad amore pietanza, / che parta mia natura / da sì villana amanza, / com'eo da voi, donna, aggio; / ch'amor né bono usaggio - in voi non trovo.

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 101.12, pag. 323: E vogliovi tenere in amistate / in quanto piacc[i]a a voi che sia mio onore: / di ciò prendete da me sicurtate, / salvo che non vi sia villano amore...

[3] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, 3.60, vol. 2, pag. 51: Mo vedi, se tu vuo' piacerle, come / puoi te suo amico fare: / prima 'l tuo quor nettare / di vanitate / e di viltate, / villan disio, e ciò che laido à nome. || Cfr. trad. lat.: «rusticana cupidine» (Egidi, Doc. am., II, p. 51).

[4] Dante, Rime (ed. De Robertis), a. 1321, canz. 11 [LXXXIII].54, pag. 150: non moverieno il piede / per donneare a guisa di leggiadro, / ma come al furto il ladro / così vanno a pigliar villan diletto...

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 3, cap. 8, vol. 1, pag. 115.4: Maomet fu di sua natura molto lussurioso, e in ogni villano atto di lussuria grazioso era colle femmine.

[6] Tristano Veneto, XIV, cap. 273, pag. 245.31: Audret, lo qual molto odiava Tristan, sì avea cià preso gardia de lui plusior fiade et tanto qu'ello sì era ben achorto che intro quelli avea fol amor et vilan, e che quello amor tornava a onta delo re Marcho.

[7] Diatessaron veneto, XIV (tosc.-ven.), pag. 140.10: vertude si è questa: amor ordenado nè matto, nè villano. (Ioh. 15, 18).

2.3 [Detto dell'aspetto:] privo di raffinatezza, grossolano.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 363, pag. 538: Saçate, 'sta beleça non è miga certana, / ni an' questa tentura çà no resembla grana, / anz [è] una color bruta, orda e vilana / altresì come 'l drapo qe no è de çentil lana.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 234, pag. 64: L'anima [[...]] dix incontra 'l corpo: «Tu e' villan e folle.

[3] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), canz. 8.29, pag. 223: especchio e mirador d'onni vilezza, / di ciascuna laidezza / villana e brutta e dispiacevel forma, / non di cavalier' norma / ma di ladroni...

[4] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 77, pag. 199.40: E troppo bene attenne la sua promessa, che la prima volta, che gli fu comandato a fare villano servigio, e ciò fu a portare un vasello lordo, e villano...

2.3.1 [Detto di un terreno:] privo di colture, selvaggio.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 9, pag. 119.16: E quanti che ll[a] [[scil. onne coltura altra]] coltano e la fan grande e aduconlla quazi infine a frutto, e, per negrigensia accolto altro, villano lasciano el colto e perdeno faticha e frutto!

[2] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 193, pag. 717.20: se tu togli via Venus, la tua selva è villana.

2.4 Estens. Che agisce o si comporta in modo crudele e peccaminoso (anche come epiteto ingiurioso).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 516, pag. 118: Per zog ni per conforto ni per dolcez mondan / No se reboldirave k'el no moriss perman, / Sed el da l'altra parte odiss le vox sotan / Pur d'un de quii demonij, tant en soz e vilan.

[2] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 1.16, vol. 1, pag. 86: Villani peccatori semo stati / amando la carne e li peccati...

[3] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 47, pag. 639: Sovra sì è una porta cun quatro guardïan, / Trifon e Macometo, Barachin e Sathàn, / li qua<l>i è tanto enoiusi e crudeli e vilan / ke dolentri quelor ke g'andarà per man.

[4] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 12.59, pag. 151: O Giuder', villana gente, / col mio figliuol di presente / ucidete la dolente, / che non veggia tal dolore...

[5] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 32, pag. 149.29: Poi adunque che per forza, e per amore, e per lusinghe, e con prieghi Cristo richiede il nostro amore, non siamo sì villani, che noi non glie lo diamo.

[6] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 16, pag. 83.24: eglino [[...]] erano venuti quasi tutti tradittori e villani, e con molta superbia e invidia, non mirando al bene de la repubblica, nè all' onore, nè a lo stato del prossimo.

[7] Guido da Pisa, Fatti di Enea, a. 1337 (pis.), cap. 17, pag. 32.12: tu se' stato sì villano, che dinanzi da me hai morto lo mio figliuolo...

[8] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 10, pag. 44.8: [5] Alchun a chi 'n fè mal de questa gran dureça ch'i veççen in quel vilan homo a chi un pocho innance fo fachia tanta gratia, l'acusòn al segnor e fo mandó per sì e, vegnuo denance, se trovò la virtae.

[9] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 3.53, pag. 344: Apresso m'additò d'una che v'era / in atto d'assassin crudo e villano, / orribile a veder quanto una fera.

[10] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 81, terz. 13, vol. 4, pag. 68: i Genovesi, e' Viniziani, / che v'eran forti, pigliaron la guerra / incontro a' Turchi pessimi, e villani...

2.4.1 [Detto di un evento o di una condizione:] che provoca sofferenza, avverso.

[1] Giac. Pugliese, Morte, XIII pm. (tosc.), 5, pag. 146: Villana Morte, che non ha' pietanza, / disparti amore e togli l'allegranza / e dài cordoglio...

[2] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 8 parr. 8-11.1, pag. 30: Morte villana, di pietà nemica, / di dolor madre antica, / giudicio incontastabile gravoso...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 46.31, pag. 180: O vita mia maledetta, villana, engrata, soperba!

[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 16, pag. 219.15: Pompeo rispose a Cesare e disse: "molto sarebbe fortuna villana, se io e 'l senato cadessimo ne la servitù d'un solo uomo."

[5] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), Prologo, vol. 1, pag. 4.8: Questo è il profitto che l'uomo ha di sapere le storie, che l'uomo riguarda gl'insegnamenti degli esempli [posti in illustre narrazione], e seguitane li buoni e leali, e schifa quelli che ebbero sozzo incominciamento e villana fine.

[6] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 436.1, pag. 261: Morte teribel, vilana e soperba, / fine di posa, principio di dogla...

[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 90, vol. 3, pag. 188.17: Notate, e sievi a perpetua memoria a voi Fiorentini che questo leggerete, il villano tradimento fatto al nostro Comune per li Viniziani...

[8] Bart. Cast. Pieve, Due sonn., c. 1370 (tosc./umbr.), 166a.4, pag. 167: Quel tesoretto, che la larga mano / d' Amor m' avea donato a mio conforto, / ahi, lasso me, ch' el me l' ha morte morto / e questo mondo ingrato e 'l ciel villano!

[9] Torini, Brieve collezzione, 1363/74 (fior.), pt. 2, cap. 12, pag. 248.5: Da queste procedono le rapine, le violenzie, li 'ncendii, le ruberie, le pregioni e le morti, e altri intollerabili mali, come sono i disfacimenti delle città, de' regni e de' paesi, il disonestarsi delle femine, gl' esilii e altre cose dannose e villane.

[10] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 12, 35.4, pag. 158: quando venne a morte, che partita / gli fece far d'esto mondo villano...

[11] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Pr 10, vol. 5, pag. 637.10: [3] Il buono uomo non averà già villana povertà, e Dio il guarderà da' suoi nemici.

2.4.1.1 Che provoca effetti fisici dannosi, violento.

[1] A. Pucci, Novello serm., p. 1333 (fior.), 374, pag. 36: e qui lasciàno / da altra parte quel fiume villano: / per lui Legnaia à lavorato invano, / a Settimo guastò di molto grano / e giunse a Signa.

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 59, pag. 217.2: O giovane coperto delle nuove armi, ecco colui il quale tu dei oggi recare a villana fine...

[3] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 1181, pag. 70: Li suoi braça foro destesi / et doi acuti li foro messi, / laidi e grossi e vilani, / en le sue braçe e belle mani.

[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 12.46, pag. 218: Un'erba v'è spiacevole e villana: / questa, gustata, senza fallo uccide...

[5] A. Pucci, O lucchesi, 1370 (fior.), 58, pag. 18: Ricordivi messer Marco Visconti, / Che nel mille trecento ventinove, / Con suo tedeschi ed altri d' oltremonti, / Corse le terre con villane prove, / Agli micidi e al rubar sì pronti, / Che pur pensando a lagrimar mi move.

[6] Ultime imprese di Tristano, a. 1375 (tosc.), st. 56.3, pag. 43: la fedita era tanto villana / ch'un mese e piùe gli conviene stare.

[7] Morte di Tristano, a. 1375 (tosc.), st. 9.4, pag. 51: andò a la camera e vidde T[ristano]; / e mise gl' occhi per una finestra, / colla lancia gli die' uno colpo villano.

[8] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 56, terz. 91, vol. 3, pag. 131: Nel dett' anno, non so, per cui follía, / al Ponte vecchio il fuoco fu villano, / ed arse quante botteghe v' avía.

2.5 Essere villano a qno.

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 23 parr. 1-16, pag. 97.14: Dolcissima Morte, vieni a me, e non m'essere villana, però che tu dei essere gentile, in tal parte se' stata!

[2] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 57.2, pag. 171: Ai lasso, como mai trovar poria / cortese donna, poi che m'è villana / la più cortese c'a 'sto mondo sia?

[3] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 9.72, pag. 515: Or ke farà lo miser peccatore, / ke ssì villanoè stato a sso Signore...

[4] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 25, pag. 30.20: molto se de' vardar lo rethor da le extremitade viciose de questa vertude. La prima si è esser vilan et ensorido a li compagnoni...

[5] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. II, pag. 99.9: Dio non è duro a chi lo prega, perché nulla dea è pió molle n[é] fu villana e gravosa a chi la grida.

[6] Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 168, pag. 237.17: Et sunu alcuni sì villani a li poviri quandu illi adimandanu la limosina, ki tantostu rispondinu villanamenti...

3 Sost. Nome di un popolo della Francia.

[1] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 191.30: Questo, nassù de Dalmacia, Maximian un Ciesaro fe', mandandolo in Franza contra el puovolo deli Villani, li quali con grieve man al Roman Imperio se aveva opponù, li quali ello castigà e constrense...

4 [Tess.] Sost. Mantello di tessuto grezzo.

[1] F Ser Giovanni, a. 1385 (fior.): Veston villani e cioppe alla francesca, / cinte nel mezzo all'uso mascolino. || Esposito, Pecorone, p. 408.

[u.r. 24.05.2022; doc. parzialm. aggiorn.]