PROCANTO s.m.

0.1 procanti, procanto.

0.2 Da procantare.

0.3 Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.); Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Canto in lode di qno. 1.1 Lode eccessiva.

0.8 Sara Ravani 23.11.2017.

1 Canto in lode di qno.

[1] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 55, pag. 34.16: ancora il collegio de' tibicini (gl. b) suole ne la piaza volgere verso sé gl'occhi del minuto popolo quando intra li comuni e proprii solenni facti, abiendo coperto il capo e essendo velati di variato vestimento, manifestano li procanti (gl. c) del morto alle persone... || Cfr. Val. Max., II, 5, 4: «concentus edit».

[2] Gl Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 55, gl. c, pag. 34.32: Procanti, cioè lode.

1.1 Lode eccessiva.

[1] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, 5, reg. 147.3, vol. 2, pag. 254: Unguenti son di diverse maniere, / ma nullo à in sé pericoli tanti / quanto quel de' procanti; / onde ti guarda da quel che 'l suo dire / conincia dal pulire: / prima ti lauda con ficta semblança, / poi ti richiede di dono o prestança. || Cfr. «quot illud proveniens ex procantis» (Egidi, Doc. am., vol. II, p. 254).