GRATO (1) agg./s.m.

0.1 grado, grata, grate, grati, gratissima, gratissime, gratissimo, grato, gratu.

0.2 Lat. gratus (DELI 2 s.v. grato).

0.3 Giovanni, 1286 (prat.): 2.

0.4 In testi tosc.: Giovanni, 1286 (prat.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>; Doc. sen., 1300; Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.); Stat. lucch., XIV pm.; Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Lett. napol., 1356; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.); Lett. palerm., 1371 (2).

0.5 Nota grado con la dentale sonora in Giovanni, 1286 (prat.) (cit. in 2 [1]), prob. per esigenze di rima.

Locuz. e fras. avere grato 2.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Consapevole e memore del favore o dell'aiuto ricevuto, pieno di gratitudine. 2 Che dà piacere o che si riceve con piacere, gradito; che gode della stima e del favore (di qno). 2.1 Sost. 2.2 Che risponde a un det. obiettivo, che si confà a una det. situazione.

0.8 Cosimo Burgassi 27.10.2015.

1 Consapevole e memore del favore o dell'aiuto ricevuto, pieno di gratitudine.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 16, cap. 4, par. 8, pag. 285.20: Meglio è che' beneficj appo gl' ingrati giacciano, i quali o vergogna o agio di servire o paura per alcun tempo gli potrà fare grati.

[2] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 40, pag. 280.19: Da vue, chi representati la università e le persone del comune de Fiorença, recevemo cum grato et intento volere le vostre e loro salute...

[3] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 4, cap. 61, pag. 185.25: Killa pirsuna adunca esti digna de rechipere zo ki dimanda in la sua oratione, la quale, poy ki l'ave rechiputa, de este grata, guardandusi de omni cosa cuntraria.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 2.29, vol. 3, pag. 24: «Drizza la mente in Dio grata», mi disse, / «che n'ha congiunti con la prima stella».

[5] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 7, pag. 60r.9: Onde essendo di così facto beneficio grato, amo la creatura dalla quale chosì facto beneficio ricognosco.

[6] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 1, pag. 609.17: E in questo studio incomincia a umiliarti ed esser grata, conoscendo la tua nichilitade, e pensando i suoi benefici dati, c'hai ricevuti...

[7] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 15, pag. 291.7: e mostra sè essere grato, e conoscente di quello che ll'insegnòe...

[8] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 9, ott. 4.4, pag. 227: e quelle grazie con effetto pieno, / che render dee il grato pellegrino, / a chi guidati n'ha qui rendereno...

[9] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 7, vol. 1, pag. 186.27: A lu quali Celiu Petruni però ca non li potti adimustrari lu sou gratu animu in alegra materia...

[10] Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.), pag. 291.6: Dobbiamo adunque per le predette ragioni intendere e studiare di trovare la verità della divina Scrittura, e essere grati, riconoscendo il beneficio della dottrina de' maestri e de' predicatori...

[11] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 13, pag. 62.14: canuxendu chi kista vittoria l'appi di Deu, gratu di lu beneficiu, a reverentia di Deu et di Sanctu Petru...

[12] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 6, pag. 27.14: e però per Dio siate conoscienti e grate, e pregate Cristo che me e tutti gl'altri ne siano sì conoscienti...

[13] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (ii), par. 59, pag. 339.1: altre cose assai lo sforzano, mostrandosi, in lor danno e in lor vergogna, assai mal grati della liberalità dalla natura usata verso di loro.

[14] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1373/74] lett. 18, pag. 79.2: Non voglio che siate ingrata a tanto benifitio, ma grata e cognoscente, rispondendo alla gratia e clementia dello Spirito santo.

2 Che dà piacere o che si riceve con piacere, gradito; che gode della stima e del favore (di qno).

[1] Giovanni, 1286 (prat.), 28, pag. 23: Et p(re)gola ch'agia coragio / co(n)stante e leale di paragio; / e no paia vano suo visagio / m'è grado. || In rima con vado, cado, rado dei vv. 29-31.

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 48.111, pag. 128: omini non bestiali / derebber desider prender guerendo, / und'è fatto ora mai curare grato.

[3] Poes. an. urbin., XIII, 36.33, pag. 617: e lla umeletate, / ki ll'à in puretate, / molto me nn'è grato.

[4] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 10.67, pag. 69: farmi volere che non potea 'cquistare / e perder che gradivo avea 'quistato; / e 'n ciascun d'esti, grato / porgìam' isvarïato sentimento...

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 47.58, pag. 187: e farìe utilitate molto granne al daietore, / e sirìa sostentamento grato a lo recepetore.

[6] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 15, vol. 3, pag. 271.3: Il folle non riceve il detto del savio, s'egli non dice cosa che gli sia grata a suo cuore.

[7] Doc. sen., 1300, pag. 131.9: simiglianti remissioni et indulgentie tucte et ciaschune rate et grate et ferme tenendo, esse per l'auctorità apostolica confirmiamo et approviamo et anco innoviamo...

[8] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 10, 3.48, vol. 3, pag. 333: Dicolo a voi ancora, / poi vi prego veggiate / la grata donna et in lei speriate.

[9] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 27.110, vol. 2, pag. 473: E già per li splendori antelucani, / che tanto a' pellegrin surgon più grati...

[10] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 532.11: Questo consolato fu più grato a' Romani che nullo altro offitio che mai vi fosse, e in magiure revença eran tenuti da tucta gente.

[11] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 447.15: Oh come dovrebbe essere grato alle fenmine di stare a' termini delle loro case e observare le confine della loro onestade!

[12] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 9, pag. 160.9: et passandu per li inimichi ki durmianu, ad alcuni di loru dediru morti, et spicialimenti ad unu cumpagnuni di Misapu, gran baruni et multu bellu iuvini et ki era multu gratu a lu re et a tTurnu...

[13] Stat. lucch., XIV pm., 2, pag. 88: Ricevi questo verso dal'amico, Sia a te grato quello ch'io ti dico...

[14] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 97.6, pag. 642: d' encesto non cura né de strupo, / per poder devorar ciò che li è grato...

[15] Lett. volt., 1348-53, pag. 210.1: Ogni prochacio che per voi si facese secondo el piacere de Dio nostro honore e bene, ve rendiamo certo a noi essere asay grato.

[16] Lett. napol., 1356, 5, pag. 129.15: Avimo intise certe novelle no troppo grate ad nuy.

[17] Lett. palerm., 1371 (2), pag. 149.10: a vui et a lu vostru monasteriu poza fari cosa ki sia grata et accepta in lu conspectu di Deu.

[18] Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.), L. III, pag. 548.31: Tu vignirai grata per demorança; la demorança è grande ruffiana, e se tu èi soça, parerai bella a tutti, e la notte enstessa darà asconsion ali toi vitii.

- Avere grato.

[19] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 16, vol. 1, pag. 48.7: Li toi sirvicii nui li avimu grati et avimuli suprapremiati per nostra gracia...

[20] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Is 64, vol. 6, pag. 622.2: [1] Avessimo grato che tu rompessi li cieli, e iscendessi giuso...

2.1 Sost.

[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 17, pag. 256.12: l'altra, perdonare ai malfattori; l'altra donare a' grati come agl'ingrati...

2.2 Che risponde a un det. obiettivo, che si confà a una det. situazione.

[1] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 2.10, pag. 78: La breve lingua par più luminata, / È più leçiera a cognoscenza e grata; / Puoco parlar è da quelor ch'èn saçi.

[2] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 6, pag. 88.1: Adunca, parriamme grato se a vuy paresse acceptebele che contra de li Grieci, cossì crodili nuostri nemici, deiammo allo manco monstrare in alcuno muodo le forze nostre...