TENACE agg.

0.1 tegnace, tenace, tenaci, tenacie, tenacissimi, tenacissimu, tinachi; a: tenachi; x: tenaçe; f: tenacissima, tenacissimo, tenaze.

0.2 Lat. tenax, tenacem (DELI 2 s.v. tenace).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 3.1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Albertano volg., 1275 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.).

In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.); x Gramm. lat.-it., XIV ex. (ver.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (14), p. 1325 (abruzz.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Per terra tenace > terra.

0.7 1 Propenso a tenere per sé le proprie cose. [Con connotazione neg.:] poco liberale, avaro (anche in contesto fig.). 1.1 Che mantiene fermamente, che conserva (una sua qualità). 2 Che ha presa salda ed energica. 2.1 Capace di assorbire e trattenere a sé una sostanza (detto di un terreno). 3 Fig. Fermo e costante (in una decisione, un atteggiamento o un comportamento). 3.1 [Con connotaz neg.:] che agisce o è fatto con ostinazione (anche in contesto fig.). 3.2 Che dura nel tempo, persistente. 3.3 [Rif. alla memoria:]. 4 Che ha una fibra solida, resistente (detto di un materiale). 4.1 [Rif. a un terreno (partic. di tipo argilloso): di consistenza soda e coesa. 4.2 [Rif. a muscoli e nervi, in contesto fig.)]. 4.3 [Rif. a una sostanza:] di consistenza attaccaticcia o collosa (anche in contesto fig.). 4.4 [Med.] [Rif. a un farmaco di sostanza collosa:] atto a favorire l'adererenza dei tessuti o degli organi. 4.5 [Rif. alle parole di una traduzione:] che aderisce strettamente. 5 [Per fraintendimento del traduttore o guasto della fonte]. 6 [Per errore di traduzione o guasto nella tradizione].

0.8 Valeria Carrieri 15.05.2017.

1 Propenso a tenere per sé le proprie cose. [Con connotazione neg.:] poco liberale, avaro (anche in contesto fig.).

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 5, pag. 13.17: e però dice Salamone: «L'uomo cùpido e tenace è una sustanzia sanza ragione: che, dacché non è buono a sé, non sarà mai buono a neuno: però si perderà colle sue ricchezze».

[2] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 8.31, pag. 90: «Se tu fuste crudo ad esser tenace, / darte chevelle a nui non ne piace [[...]]».

[3] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 18, pag. 143.22: catuno, secondo la qualità della persona, risponda come si conviene e amonisca di fare opere di cortesia, tuttavia è che ssi guardi di mal fare e che non possa esser ripreso d'essere troppo tenace. || Cfr. De amore, I, 18: «ut suam famam propriarum rerum non valeat tenacitas denigrare».

[4] Armannino, Fiorita (14), p. 1325 (abruzz.), pag. 383, col. 3.10: Questuy era [[...]] barone molto savio et riccho et prodo et molto scarzo et tenace...

[5] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 9.4340, pag. 379: Anche, ogni ricco diviene tenace / Per sormontare alle ricchezze estreme, / Sì che non sente mai quiete né pace.

[6] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 9, proemio, pag. 150.25: Le ricchezze mondane non fanno l'uomo esser liberale, ma tenace...

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 1, vol. 2, pag. 103.17: [[la fortuna]] infligi li cosi adversi con disiyusu animu, li prosperi duna con tenaci et avaru.

[8] Bambaglioli, Tratt., a. 1343 (tosc.), 566, pag. 43: Questo dimostra chiaro / Come è cieco l'avaro, / Chè così quel che possiede gli manca / Come l'altrui per cui ognor si stanca, / E perch'egl'è contra ragion tenace / Suscita sempre dogla sança pace.

[9] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 32.1, pag. 577: Qual è colui ch' è del suo aver tenace, / lo quale avar s' appella, ben lo saie, / che a sé non pro' ne face, anz' ha sol guaie, / né de donarne altrui pónto li piace...

[10] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 11, pag. 43.19: Lu Duca, per ben chi fussi largu in dinari a dari, tamen in dari terra era tinachi...

[11] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 22 [ser Ciano del Borgo a San Sepolcro].61, pag. 49: [[il signore]] sia largo a perdonar la propria ingiuria, / non tenace né acido, / ma sempre ai servi placido...

[12] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 54, pag. 55.11: Et però dichi Salamoni: "Lu homu cupidu et tenachi est substancia sença rasuni kì, poikì non est bonu a sì, non sarà bonu a nisunu, però si perdirà cum li suoi rickiççi"...

1.1 Che mantiene fermamente, che conserva (una sua qualità).

[1] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. XXI, cap. 15, vol. 9, pag. 61.20: Però che essendo esso [[scil. Dio]] immutabile, prese da noi la nostra natura nella quale ricevesse noi; e tenace della sua divinitade, s'è fatto partecipe della nostra infermitade...|| DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Aug., De civ. Dei, XXI, 15: «suscepit a nobis et tenax divinitatis suae nostrae infirmitatis particeps factus est».

2 Che ha presa salda ed energica.

[1] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 438, pag. 462.9: Ella fu murata d'uno calcestruzzo ch'era sì tenace, che infino a la fine del mondo non verrà meno.

[2] x Ceffi, St. guerra di Troia, 1324 (fior.), L. 4, pag. 45: mettendo le tenaci ancore in mare, venti concedendolo, riposanti le navi dalle dette ancore...

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 179.4: Elli vollono le prore nel pelago; poi l'àncora fondava le navi col dente tenace, e le curve navi coprono le rive...

- Stabile (nella navigazione).

[4] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 8, cap. 30, pag. 340.10: la quinquereme romana, o per lo peso più tenace, o che più ordini di remi fendente la sommità dell' acqua, dalle quali più agevolmente retta fosse... || Cfr. Liv., XXXVIII, 30, 11: «quinqueremis Romana seu pondere tenacior».

- [Fig. o in contesto fig.].

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 74.12: Modu vignu a lu precipuu hunuri et stabilimentu di lu Rumanu imperiu, chò esti a lu tenacissimu vinculu di la disciplina di li cavaleri.

[6] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 3.40, pag. 21: «Se tu sapessi quanto e' [[scil. i falsi beni]] son tenaci / e quanto traggon l'uom di via diritta, / non parleresti sì come tu faci...

[7] ? f Laude corton. (Triv.), XIV/XV, 69.18, vol. 3, pag. 262: Respose Cristo: "Madre, non mi pregare, / ché la mia passione non odono ricordare, / ma l'uno coll'altro sì veggio devorare / e non voglion tornare, per la morte tenace." || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

2.1 Capace di assorbire e trattenere a sé una sostanza (detto di un terreno).

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 2, cap. 13, pag. 64.1: E se queste tutte cose si meschino tra le ghiove grasse, e la petrosa sia di sopra posta alla terra, imperocchè è fredda, e tenace d'omore, non patisce, le barbe della vigna aver sete di state.

3 Fig. Fermo e costante (in una decisione, un atteggiamento o un comportamento).

[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. IV, cap. 63, pag. 305.19: (E) no(n) ti dà la natura del luogo ke tu vive dirittam(en)te, ançi lo ti dà la m(en)te discreta et lo tenace proponim(en)to».

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 39, pag. 508.13: uno di loro grandissimo poeta, ma pagano tenace e forte, con questi versi e a Dio e all' uomo diede testimonianza... || Cfr. Orosio, Hist., VII, 35, 20: «unus ex ipsis, poeta quidem eximius sed paganus peruicacissimus...».

[3] Poes. an. urbin., XIII, 13.96, pag. 569: Alta Madonna regina verace, / s'io ne la tua spene non fosse tenace, / lo nostro Nimico, kedd è sì fallace, / ligeramente me vinçaria.

[4] f Cassiano volg. (A, ed. Bini), XIII ex. (tosc.), Collaz. VII, cap. 3, pag. 80.39: E quando noi [[...]] recandolo a quella sentenza ond' era partito il vorremo allacciare con tenacissima intenzione del cuore... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[5] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 1, cap. 15, pag. 104.15: La settima sia la purità de la mente, la quale soliderà l'anima, se la tua mortalità e viltà spesso consideri, se srai accesa di carità tenace e fervente, se srai di confessione con netto lavacro depurata.

3.1 [Con connotaz neg.:] che agisce o è fatto con ostinazione (anche in contesto fig.).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 29, pag. 102.14: [[l'uomo saggio]] sia mobile e non lieve, sia fermo e non tenacie.

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 9, pag. 156.31: il parlare Tesifone, cioè malvagio, e abominabile; l'operazione Megera, perseverante in male, e tenace.

[3] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 7, 1-15, pag. 151.6: tre volte pentendosi et incolpando la concupiscienzia che fu troppo ardente, l'irascibilità che fu troppo tenace, la ragione che fu troppo debile...

[4] f Poes. rel. tosc.-pad., XIV sm., Perché volgio..., 86, pag. 46: Solo di questo me lamento / Cum grandissimo tormento, / Che io son stato si longo tempo / Fra li falaci si tenaze. °|| LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

[5] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 1, cap. 4, pag. 42.14: Per invidia m'ha cruciata il bene del prossimo e rallegrata il male; di che tra l'amiche ho messo sconcordia, e seminata e notricata; e per questo sono stata revelatrice di segreti, tenace di suspeccione, cercatrice di divizione e di scandali mettitrice.

3.2 Che dura nel tempo, persistente.

[1] Ottimo (sec. red.), a. 1340 (fior.), Inf. c. 1, pag. 350.11: È lla terça parte degli uomini [vi]ziosa dal fuoco, cioè dalla luxuria, del fummo della superbia, e del solfo cioè il tenace maculamento e speçamento della terrena cupiditade e avariçia...

[2] f Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa d [II.10.3], pag. 62r.6: Ma se si guaterà la benignitade e mansuetudine di Paulo [[...]] gli parrà che questi pagassono vero e tenacissimo debito. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

3.3 [Rif. alla memoria]. || Att. prevalentemente in volgarizzamenti per trad. del lat. tenax (v. pertinace).

[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 26, pag. 170.5: ave(n)gna che p(er) li savi si dica ke «la memoria deli benifici sia labille, ciò è ke tosto si fugge (e) si perde, et dele 'ngiurie sia tenace (e) ferma»...

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 20: la memoria deli benefici (et) deli servigi è disscorrevile (et) dime(n)ticasi, (et) quella dele 'ngiule è tegnace (et) ferma...

[3] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 49, vol. 4, pag. 160.1: s'egli ha duro ingegno o sottile, di tenace memoria o no, o dolce, o aspro, o sofferente, o orgoglioso.

[4] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 9, cap. 8, par. 7, pag. 183.11: molto è più tenace la memoria di quelle cose, che s' apparano nella primaticcia età.

4 Che ha una fibra solida, resistente (detto di un materiale).

[1] A. Pucci, Rime (ed. Corsi), a. 1388 (fior.), 12.11, pag. 818: Volevasi mandare a la fornace [[la gallina]] / e tanto far bollire ogni stagione / ch'ammorbidasse sua carne tenace.

[2] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 173, pag. 177.13: Dyascorides scrive che la scorça de lo incenso meiore è quella che sè grossa e tenace, che ha bon odore e sì è leçiera.

[3] <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>, L. 5, cap. 9, vol. 2, pag. 135.18: e del suo legno, perocchè egli è durissimo e tenace, si fanno ottimi denti di mulino e manichi di martello...

- [Detto della vite].

[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 9, pag. 87.17: Nel luogo ventoso poni le viti tenaci.

[5] Gl a Piero de' Crescenzi volg. (ed. S. Eugenia), XIV (fior.), L. 4, cap. 5, pag. 352.11: nel ventoso, le [[viti]] tenaci, ciò è tegnenti, [a] ronpere...

4.1 [Rif. a un terreno (partic. di tipo argilloso):] di consistenza soda e coesa.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 12, cap. 7, pag. 279.24: Aman terren molle, e non tenace, e non renoso.

[2] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 137, pag. 269.11: Et, se la fico se renascesse, un'alt(ra) fiata se talge app(re)sso lu coro sanu et dintornu ad lu loco d(e) la fico ponacese uno circulo d(e) argilla tenace et mectacese lo mele troppo callo dentro et..

[3] x Gramm. lat.-it., XIV ex. (ver.), pag. 510: Hec glis, huius glissis, la terra tenaçe.

- [Rif. a un suolo:] di struttura compatta e non cedevole.

[4] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XII (i), par. 6, pag. 560.22: e così, percotendo il monte, il quale non è di molto tenace terreno, il fece ruvinare come si vede...

4.2 [Rif. a muscoli e nervi, in contesto fig.)].

[1] f Valerio Massimo (red. V1, ed. De Visiani), a. 1336 (fior.), L. II, cap. 1 strani, pag. 138.24: E non è maraviglia se gli uomini, che si rallegrano di pazienza e di fatica, non vollero che s' impigrissero e diventassero dissoluti li tenacissimi nervi della loro patria per toccamento delle delicatezze delli strani... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

4.3 [Rif. a una sostanza:] di consistenza attaccaticcia o collosa (anche in contesto fig.).

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 5, pag. 44.20: Se tu vogli provare se la terra è grassa, tu piglierai una manata di terra e immolleraila bene d'acqua dolce; e poi se ella è tenace o viscosa, sappi che ella è grassa. || Cfr. B. Latini, Tresor, I, 125, 10: «se ele est glutinouse et tenant».

[2] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 64, col. 2.13: fallo bollire [[scil. il sugo]] sempre, ispiumando tanto che sia tenacie, ponendo insulla unghia una ghocciola e volgendola non chaccia...

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 40.3, pag. 57: S' Amore o Morte non dà qualche stroppio / a la tela novella ch'ora ordisco, / et s'io mi svolvo dal tenace visco, / mentre che l'un coll'altro vero accoppio...

- [Rif. alla pece].

[4] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 2, pag. 17.28: Ecci la pece, che l'omo impecia la nave et spalmala perché vada più tosto. Non vi pone le da[....]re, non li panni dello scherlatto, però che allora andrebbe peggio, ma ponvi la pece ch'è nera et tenace.

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 33.143, vol. 1, pag. 579: «Nel fosso sù», diss' el, «de' Malebranche, / là dove bolle la tenace pece, / non era ancora giunto Michel Zanche...

4.4 [Med.] [Rif. a un farmaco di sostanza collosa:] atto a favorire l'adererenza dei tessuti o degli organi.

[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 5, pag. 412.13: La humiditè sola de le limage, quando la fi tollesta sola, sença la carne [[...]] e po fi triada, infina che l'è ben incorporà e inspesà a muodo de miele, è medesina bona e tenace e conglutinativa.

4.5 [Rif. alle parole di una traduzione:] che aderisce strettamente.

[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 141, S. Girolamo, vol. 3, pag. 1245.8: Geronimo fu ammaestrato di tre lingue, la cui interpretazione [[scil. delle Scritture]] è posta innanzi a tutte l'altre, però ch'ella è più tenace che la parola, e più chiara che 'l ragguardamento, e più vera sì come fatta da interpetro cristiano". || Cfr. Legenda aurea, CXLII, 106: «cuius interpretatio ceteris antefertur quoniam et uerborum tenacior est».

5 [Per fraintendimento del traduttore o guasto della fonte].

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, 8.14, pag. 103: E voi, che conoscete [[...]] in quali acque è buon pescare a lenza / Il tenace morone... || Cfr. Boezio, Consol. Phil., III, VIII.13-14: «quae tenero pisce vel asperis / Praestent echinis litora». Prob. il copista ha letto male 'tenero' o tradotto 'asperis' non comprendendo 'echinis'.

6 [Per errore di traduzione o guasto nella tradizione].

[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. IV, cap. 57, pag. 287.10: Uno fue ripreso, k'avea nome Scevola, da Marçiale Cuoco ke disse: «O Scevola, tu sè tenace a tutti (e) neuno a te, et secche li bicchieri altrui (e) neuno secca li tuoi; o tu rendi la vice(n)da, o tu ti rimani d'essere kiamato, ke gra(n)de disinore è semp(re) ricevere (e) neente dare». || Cfr. Albertano, De amore et dilectioni Dei, IV, XV: «tu cenas apud omnes».