0.1 tenacità ; a: tenacitade.
0.2 Lat. tenacitas (DELI 2 s.v. tenace).
0.3 Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.): 1.
0.4 In testi tosc.: Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.); Cavalca, Specchio de' peccati, 1333 (pis.); Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.).
0.7 1 Propensione a non cedere le proprie cose. [Con connotazione neg.:] attaccamento ai propri beni, avarizia. 2 L'essere fermo e costante (in senso morale). 3 [Rif. al legno o a oggetto di legno:] resistente a fratture e deformazioni.
0.8 Valeria Carrieri 15.05.2017.
1 Propensione a non cedere le proprie cose. [Con connotazione neg.:] attaccamento ai propri beni, avarizia.
[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 6, pag. 157.2: l'avaritia, la quale ène continuo desiderio inmoderato d'avere (et) tenacità più ke se convenga de tenere.
[2] Cavalca, Specchio de' peccati, 1333 (pis.), cap. 1, pag. 7.20: questo peccato comunemente si chiama avarizia, la quale ha due parti, cioè concupiscenzia e desiderio di troppo avere, e tenacità e troppo desiderio in possedere.
[3] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 3, pag. 395.23: Né femmina si truova sì matta, che le sue cose con grande tenacità non guardi, e con grande sottilità d'ingegno vuole guadagnare l'altrui.
[4] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VII (i), par. 47, pag. 391.27: gli avari [[...]] risurgeranno del sepulcro, il dì del giudicio universale, Col pugno chiuso, testificando per questo atto la colpa loro, cioè la tenacità , la qual per lo pugno chiuso s'intende...
[5] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 34, 37-54, pag. 853.33: L'avarizia similmente à due levamenti; cioè rapacità e tenacità ...
[6] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 46, S. Gregorio, vol. 1, pag. 393.22: san Gregorio apparìo al detto Papa tre volte e, con piane parole, lo riprese de la sua tenacità e del suo mal dire...
2 L'essere fermo e costante (in senso morale).
[1] f Cassiano volg. (B), XIV m. (tosc.), Collaz. XVII, cap. 18, pag. 214.33: l' utilità che n' è donata della tenacità della sua fermezza, non può compensare i danni che se ne debbono generare. °|| DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
3 [Rif. al legno o a un oggetto di legno:] resistente a fratture e deformazioni.
[1] <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>, L. 5, cap. 9, vol. 2, pag. 135.21: E generalmente si fa di quello tutte quelle cose, le quali richieggon durezza e tenacità di legno.
[2] <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>, L. 5, cap. 61, vol. 2, pag. 209.18: Anche sene fanno forche e forconi e assai convenevolmente tutti gli stromenti che richieggon tenacitade e fermezza, e che piuttosto si pieghino, che si spezzino o si fendano.