ORFANELLO s.m./agg.

0.1 orfanella, orfanelli, orphanelle.

0.2 Da orfano.

0.3 Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Lo stesso che orfano (con connotazione affettiva). 2 Agg. Che si trova in una condizione infelice.

0.8 Giuseppe Zarra 01.10.2017.

1 Lo stesso che orfano (con connotazione affettiva).

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 5.1061, pag. 192: Il giudicare con gli empi scritti / Che fanno lagrimar gli occhi innocenti / E gli orfanelli in povertate afflitti, / Muover dal cielo fan la giusta piaga, / Giustificando queste grave genti, / Ciascun movendo che a virtù s'attraga...

[2] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 9. O gloriosa, 4, pag. 52: O gloriosa e potente reina, / quanto se' da lodar da tutti quelli / che son creati per virtú divina! / Tu se' verace madre a li orfanelli...

2 Agg. Che si trova in una condizione infelice.

[1] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 33.57, pag. 298: Sie maladetta l'universa stella, / la qual condusse con su' infusïone / principio della mia vita orfanella!

[2] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 2.69: Io, che conobbi l'una e l'altra stella, / Sollicitudo, madre di virtute, / e, da la soda cute, / Constanza bella che vince ogni lite, / subito dentro al cor mi dier ferite / d'un dolce ziel conmosso de pietate / per quelle isconsolate / ramenghe e peregrine / vertù topine - e vedove orphanelle, / scacciate fuor de le mondane celle.