STAGNARE (1) v.

0.1 istagna, istagnare, istagnasse, istagnerà , istangnare, istangniare, stagna, stagnà , stagnando, stagnandu, stagnano, stagnansi, stagnante, stagnanti, stagnar, stagnaràse, stagnare, stagnari, stagnata, stagnava, stagne, stagnerà , stagni, stagnia, stagniare, stagnirà , stangna, stangnare, stangnari, stangnerà , stangnierà , stangnirà , stania.

0.2 Da stagno 1.

0.3 Re Enzo, S'eo trovasse, a. 1272 (tosc.): 2.1.1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Re Enzo, S'eo trovasse, a. 1272 (tosc.); Dante da Maiano, XIII ex. (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi sett.: Memoriali bologn., 1279-1300, (1282); Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311; Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.7 1 [Con rif. a un corso d'acqua:] cessare di scorrere o scorrere a rilento, impaludandosi. 1.1 [Con rif. al sangue:] smettere di scorrere (da una ferita), coagulandosi. Anche pron. 1.2 Fig. Avere fine, cessare. 2 Rallentare o interrompere il flusso dell'acqua (di una fonte). 2.1 [Med.] Far cessare un'emorragia, favorendo il coagulo del sangue. 2.2 Ridurre o chiudere un'apertura per rallentare o interrompere la fuoriuscita di un liquido. 2.3 Fig. Porre fine (a un sentimento, a uno stato d'animo o alla loro manifestazione). Anche pron.

0.8 Giuseppe Zarra 09.05.2020.

1 [Con rif. a un corso d'acqua:] cessare di scorrere o scorrere a rilento, impaludandosi.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 9.112, vol. 1, pag. 156: Sì come ad Arli, ove Rodano stagna...

[2] Metaura volg., XIV s.-t.d. (fior.), L. 2, cap. 14, ch., pag. 248.1: E la cagione si è che nella parte disopra della terra [[le acque]] sono sparte per alquanti piccoli luoghi di valli e di luoghi bassi, e stagnansi e paludansi in quelli luoghi.

[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 9, pag. 47.7: Arlì si è una terra che è in Provencia, che dall' uno lato corre uno fiume che è chiamato Rodano, e dall' altro lato questo medesimo fiume stagnia e fa pelago.

[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 5, pag. 11.8: E 'l sito della terra da vigna non sia piano, che vi si stagni entro l' acqua...

[5] Gl Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (i), par. 86, pag. 490.13: quivi essere un raguardevole stagno, per lo quale l'autore dice: «ove il Rodano stagna», cioè fa il predetto stagno...

[6] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 20, 61-81, pag. 529.7: Dell'acqua che nel detto laco stagna; cioè discende, e quivi poi si sta e fa stagno.

1.1 [Con rif. al sangue:] smettere di scorrere (da una ferita), coagulandosi. Anche pron.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 11, pag. 95.16: E se -l sangue escie più ch'elli no dee e voi il volete fare istangniare, sì vi ponete suso un drapo molle in acieto...

[2] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 97.8: lo sangue se stagnerà ben.

[3] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. III, cap. 15, pag. 237.10: In questo modo aconci prendete sugho di porri, e mischiate con olio rosato e con aceto e con um poco d'incenso, e mettetelo ne le nari del naso con una tasta lina intinta in esso, e stangnerà .

1.2 Fig. Avere fine, cessare.

[1] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 37.1, pag. 108: Lasso, el pensero e lo voler non stagna, / e lo disio non s' attuta né stinge / di lei amare: onde pur doglia attinge / meo cor, che 'n ciò si pur diletta e bagna.

2 Rallentare o interrompere il flusso dell'acqua (di una fonte).

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 1, cap. 1, vol. 1, pag. 6.20: così come una fontana onde escono molti rivi, e corrono qua e là, sì che l'uno bee d'uno, e l'altro bee d'un altro: e ciò è in diverso modo, che l'uno bee più, e l'altro meno, senza stagnare la fontana.

2.1 [Med.] Far cessare un'emorragia, favorendo il coagulo del sangue.

[1] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 97.3: Questo sì è se tu vuol stagnar sangue del naxo...

[2] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 12, pag. 212.24: Sikì, prindendu Iapis lu sucu di la supradicta erba, incontinenti canuxiu la firita; et midicandulu, subitamenti omni duluri si partiu, et stagnandu lu sangui, li novi forzi turnaru in lu primu statu.

[3] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 39, pag. 159.13: E generamente ha queste virtute, ch'ello stagna el sangue de naso e llo sangue delle femene che ge esse de sotto.

[4] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 471, pag. 473.5: Chi à buona fede in questa pietra, che lo possa aiutare per la virtù che Idio gli à donata, ella istagna lo sangue della fedita là dove ella tocca...

[5] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 210, pag. 101.10: Ad stangnari lu sangui di la firita. [1] Pigla la salvia frisca et di lu so sucu fa' andari a la firita et poi inchi mecti in là supra la firita la salvia pistata et stagnirà...

2.1.1 Curare (una ferita).

[1] Re Enzo, S'eo trovasse, a. 1272 (tosc.), 55, pag. 159: «Che è zo, che no more, / poi c'ha sagnato 'l core?» / Rispondo: «Chi lo sagna, / in quel momento stagna, / non per meo ben, ma prova sua vertute.».

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 5, ott. 103.6, pag. 415: Febo era già a mezzo il ciel salito, / nell' animal che tenne Garamante / allor che Giove, di Creti partito, / in Africa passava ad Atalante; / quando ciascun di loro, assai ferito, / le piaghe si stagnava tutte quante...

2.2 Ridurre o chiudere un'apertura per rallentare o interrompere la fuoriuscita di un liquido.

[1] Memoriali bologn., 1279-1300, (1282) 3.13, pag. 9: Disse l'altra comadre: «Per Deo, quel buso stagna, / ché fat'hai tal lavagna, - podrisi navegare».

2.3 Fig. Porre fine (a un sentimento, a uno stato d'animo o alla loro manifestazione). Anche pron.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 58, pag. 290.13: Quella sovrana invidia e verace che niente può essare stagnata, lo ismosse verso lo senato d'una cosa che elli fece, unde l'odiarono a maraviglia. || Cfr. Fet des Romains, p. 735: «Sovraine envie, qui ne pot estre esteinte».

[2] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 2.6, pag. 717: Ché e' no l' alosengo tanto / che mai so crïor se stagne: / semper m' aguaita in calche canto / per adentarme le carcagne.

[3] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 6, cap. 2.45, pag. 207: Chi mai darà consolatione o posa / Alla mia anima misera disfatta? / Chi stangnierà queste lagrime mie? / Chi ratterrà le battute del core?

[4] ? Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 23.7, pag. 30: Caliopè la nona che le balia, / che l' amaestra, conduce et le bania / dentro in la fonte d' Appollo e le stania / di quel tradolce ber che mai non valia.