0.1 ispaventi, ispavento, spaventi, spavento, spaventu. cfr. (0.6 N) spaventato.
0.2 Da spaventare.
0.3 Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.): 1.1.
0.4 In testi tosc.: Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.); Bacciarone (ed. Contini), XIII sm. (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Novellino, p. 1315 (fior.).
In testi sett.: Poes. an. sett., XIII (2); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.); <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Epigr. venez., 1364; Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).
In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).
0.5 Locuz. e fras. avere grande spavento 1;avere spavento 1; con grande spavento 1; con spavento 1; con tanto spavento 1; dare spavento 1; di grande spavento 2; di spavento 2; essere in grande spavento 1; essere in spavento 1; fare grande spavento 1; fare spavento 1; fuori d'ogni spavento 1; pieno di spavento 1, 2, 3; prendere grande spavento 1; prendere spavento 1; senza alcuno spavento 1; senza spavento 1; spavento dei denti 3.1.
0.6 N La forma spaventato di Francesco da Buti, Purg., pag. 585 è un errore singolare del ms. Riccardiano 1007 (consulenza di Claudia Tardelli Terry).
0.7 1 Paura forte e improvvisa che insorge per qsa di inusuale, sconosciuto o inquietante, oppure per una minaccia o un danno incombente. 1.1 [Con valore attenuato:] avvertimento, intimidazione. 1.2 Estens. Scompiglio suscitato da una forte e improvvisa paura, tumulto. 2 Meton. Aspetto, caratteristica, suono di qsa che incute molta paura. 2.1 [In senso concreto:] fenomeno naturale che incute molta paura. 2.2 [In senso concreto:] sogno spaventoso, incubo. 3 [Med.] Stato di stordimento o di paralisi che comporta un offuscamento delle facoltà mentali o motorie. 3.1 [Med.] Locuz. nom. Spavento dei denti: insensibilità.
0.8 Irene Falini 12.02.2019.
1 Paura forte e improvvisa che insorge per qsa di inusuale, sconosciuto o inquietante, oppure per una minaccia o un danno incombente.
[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 6, cap. 19 rubr., pag. 190.6: come Sesto e i suoi compagni, temendo la morte, furono presi da grande spavento.
[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 12.527, pag. 145: questo terribel tormento / serà de li aotri gran spavento...
[3] Novellino, p. 1315 (fior.), 31, pag. 200.9: Allora erano i Saracini grandissima multitudine e con molte generazioni di stormenti [[...]]; e, per cagione che li cavalli non si poteano mettere avanti per lo spavento delli stormenti...
[4] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 6, cap. 9, pag. 463.7: il suo corpo dilacerato da le mani del mortale giustiziere, giacendo in su le scale Gemoniane fue guatato con grande orrore e spavento di tutto il campo romano.
[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 7, cap. 27, vol. 1, pag. 310.19: iscurò il sole tutto a ppieno nell'ora di nona, e durò scurato parecchie ore, e del giorno si fece notte; onde molte genti ignoranti del corso del sole e dell'altre pianete si maravigliaro molto, e con grande paura e spavento molti uomini e femmine in Firenze, per la tema della non usata novità, tornaro a confessione e penitenzia.
- Locuz. verb. Avere (grande) spavento: spaventarsi. [Con valore attenuato:] avere timore.
[6] Bacciarone (ed. Contini), XIII sm. (pis.), 6, pag. 325: d'esser faccitore / contra 'l Signore - no hano spavento...
[7] Poes. an. Poi ch'è sì doloroso, XIII sm. (tosc.), canz. 12.71, pag. 714: Giungendo a llei davanti, / pregherolla con pianti / ch'ella m'auzida tosto; / se no in core m'ò posto / di farlo co miei mani: / girò a morire, lasso!, / com' face i· lepretasso / ch'à sì grande tormento, / ca di vita à spavento: / morte credo m'asani.
[8] <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>, c. 27, 1-18, pag. 561, col. 2.16: quie mostra l'A. com'ello avea spavento, ymaginando come per fogo dovea passare, e recordandosse come dove çà vide ardere degli omini, e pensando tale pena.
[9] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 24.7, pag. 40: La poca fede e il voler che non dura / in buon stato un sol ponto [[...]] mi fa pensar a cose onde io ò spavento, / pur contempiando, e tremo di paura...
[10] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 76, vol. 2, pag. 144.23: i paesani di là si maravigliavano molto, e di loro aveano grande spavento...
[11] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 31.22, pag. 60: O cristiano che ài offesso - inverso del Criatore, / or te repente e clama in colpa - fino che tu sei in questo mundo, / no te lassare tanto açunçere - ch'el butasse la sententia; / alcuno sancto n'àe spavento, - aspectando quello furore.
[12] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 112, S. Lorenzo, vol. 2, pag. 946.6: Allora Decio, ripieno di furore, disse: "Uomini romani, udiste le demonia consolare questo maledetto, il quale né non coltiva li dei, né non teme i tormenti, né non ha spavento de l'ira de' principi".
[13] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 29, pag. 104.29: Onde che subito loro ebbono grande ispavento, e benché l' animo loro rimanessi stupefatto, la voce si serrò nella gola che non poterono parlare.
- Locuz. verb. Essere in (grande) spavento: essere (molto) spaventato. [Con valore attenuato:] essere intimorito.
[14] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 23, cap. 2, par. 5, pag. 369.4: seconde pene seguitano e priemono la mala mente, cioè sempre temere e in ispavento essere.
[15] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 10, cap. 35, vol. 2, pag. 419.37: Tutta la notte furo in grande spavento, dubitando che li nemici d'ora in ora non gli assalissero...
[16] Passione genovese, c. 1353, pag. 32.41: Sì che ella era in grande spavento, aspectando che queste cosse se compissem, e inperzò ella era tuta esmarria.
[17] San Brendano ven., XIV, pag. 158.34: E li frari fo tuti in gran spavento, e clamà a si la soa misericordia de Dio e pregàlo ch'elo li faza grazia ch'eli non debia andar in luogo rio quando eli morirà.
- Locuz. verb. Prendere (grande) spavento: spaventarsi.
[18] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 1.87, pag. 339: Ma vedi il Cancro, ch'ancor si glorifica / ch'a Pallas diede ingegno e argomento, / onde la sua tintura più fortifica, / e perché fece Ercules attento / a farsi innanzi, quando l'idra vide / uscir de l'acqua, onde prese spavento.
[19] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 85.6, pag. 102: piangendo il tempo, ch'ho lasciat' arietro / mal operato, e prendendo spavento / de' casi, i quai talora a cento a cento / posson del viver tormi il cammin tetro.
[20] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 15.72, pag. 102: La fama più veloce assai che 'l vento / de quel che fea Iexù ad Herode venne, / et dubitando prexe gran spavento, / perché ferma credença alcun tenne / che Çuanne fosse sussità da morte, / et che Helya fosse parso altri sostenne.
- Locuz. verb. Dare spavento; fare (grande) spavento a qno: spaventare (qno).
[21] Poes. an. sett., XIII (2), 42, pag. 47: Guardi quilli ch'anno la bailia / De condur l'aneme a salvamento, / Che spavento - fanno ai piligrini!
[22] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 50.8, pag. 149: Grande ubidença e volto di pietate / Façe vegnir el servo a reçimento; / Perchè è matre di gloria umilitate, / Ed al superbo Dio façe spavento.
[23] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 3, pag. 142.10: Tute se posson dir buie, e tute posson tremare, e tute posson dar spavento...
[24] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 9, 64-72, pag. 261.37: Un fracasso d'un suon pien di spavento; questo dice l'autor per accordarsi con li Teologi, che dicono che quando l'angelo viene, prima dà spavento e poi sicurtà; e lo demonio fa il contrario...
[25] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, comp. 78.100, pag. 180: Io credo ben che quisti toy Luchani / farano poco de ben argomento; / ché latraranno come scherpi cani / per far a tal compagna gran spavento.
- Locuz. agg. Pieno di spavento: molto spaventato.
[26] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 12.47, vol. 2, pag. 197: O Roboàm, già non par che minacci / quivi 'l tuo segno; ma pien di spavento / nel porta un carro, sanza ch'altri il cacci.
[27] Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.), cap. 85, pag. 170.19: A questa orazione la quercia senza vento cominciò tutta a tremare, e 'l re pieno di spavento baciò la terra...
[28] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 90, pag. 266.4: Ma noi, che siam vestiti di porpore, siam pieni di spavento, e di sollecitudine, che ci pugne, e tempesta co' suoi strali.
[29] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 113.5: E tal cosa udendo, turbossi l'animo mio e tramutossi la faccia, e parve che tutte l'ossa si movessono del luogo loro; e pauroso fatto e pieno di spavento, da tale compagnia mi volli partire.
[30] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 220, pag. 573.5: Il garzone, veggendo questo viso così orribile, pieno di spavento, dice...
- Locuz. avv. Con (grande, tanto) spavento: in modo da incutere (molta) paura.
[31] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 3, pag. 14.1: Caron passa tucte queste anime con ispavento e con tristitia...
[32] Guido da Pisa, Fatti di Enea, a. 1337 (pis.), cap. 47, pag. 84.31: non lasciare di turbare con ispavento e con paura tutti li fatti nostri...
[33] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, introduzione, pag. 13.4: era con sì fatto spavento questa tribulazione entrata ne' petti degli uomini e delle donne, che l'un fratello l'altro abbandonava e il zio il nepote e la sorella il fratello e spesse volte la donna il suo marito...
[34] Marchionne, Cronaca fior., a. 1385, Rubr. 890, pag. 387.35: fu attanagliato in Roma con suo danno e con vergogna altrui e con ispavento di sbanditi.
[35] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 177, Consacraz. chiesa, vol. 3, pag. 1594.4: la terza notte con tanto spavento fece risonamento come se tutta quello chiesa fosse stata stravolta dal fondamento.
[36] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 24, pag. 101.13: Considera Job che dice: «Se io dirò, lo mio letto mi consolerá, e io meco parlando nel mio letto sarò rilevato; diguazzandomi, el mio letto mi spaventerá per sogni e visioni con grande spavento».
- Locuz. agg. Fuori d'ogni spavento: tranquillo.
[37] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 4.91, pag. 266: Come fuor mi sentio d'ogni spavento, / con le mie guide e con la spunga al naso / mi mossi tutto ancor debole e lento.
- Locuz. avv. Fuori d'ogni spavento; senza (alcuno) spavento: senza timore, intrepidamente.
[38] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 2503, pag. 115: Perçò si priego çasschadun / Che tuti sia d'un cuor comun / Al ben ferir con vigoria / Sença spavento e gaiardia...
[39] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 17.100, pag. 234: tal giunse, fuor d'ogni spavento / con l'arco aperto e diè d'una saetta / al porco, in mezzo tra l'orecchia e 'l mento.
[40] Bibbia (04), XIV-XV (tosc.), Est 13, vol. 4, pag. 661.10: ho voluto governare i miei sudditi con clemenza e mansuetudine, acciò che senza alcuno spavento passando la sua vita, potessero adempire i suoi desiderii, nelle cose di questo mondo, con pace.
1.1 [Con valore attenuato:] avvertimento, intimidazione.
[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 6.3, pag. 12: Tutto mi strugge 'n pensero e 'n pianto, / amore meo, la fera dubitanza / che aggio, che la noia e lo spavento, / ch'è fatto voi, non vo sconforti tanto, / che l'amorosa nostra delettanza / vo faccia abandonare a gran tormento.
[2] Epigr. venez., 1364, pag. 1.5: [De] [Baia]m[onte] [fo] questo tereno e mo p(er) lo so iniquo tradime(n)to sé po[s]to in chomu(n) p(er) altru[i] [spav]ento e p(er) mostrar [a tuti] senpre seno.
1.2 Estens. Scompiglio suscitato da una forte e improvvisa paura, tumulto.
[1] Iscr. S. Maria Carità , 1348 (venez.), pag. 93.20: fo gran taramoto i(n) Veniexia e quasi p(er) tuto el mo(n)do e caçè molte cime de canpanili e case e camini e la glesia de se(n) Baseio e fo sì gran spave(n)to che quaxi tuta la çe(n)te pensava d(e) morir...
[2] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 70, pag. 679.6: L'Inghilesi e gente de' Pisani imbaldanzita sopra modo della rotta del campo e della presa del borgo all'Ancisa, posati alcuni dì a Feghine, avendo le spie dello spavento ch'era in Firenze, e de' modi del capitano, feciono sentire al nostro Comune con minaccevole superbia e altre parlanze...
[3] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 2, vol. 2, pag. 144.28: Killu defectu fuit in la passioni et in lu tempu di lu spaventu, lu defectu di Tumasi fuit in lu tempu di lu triumphu.
[4] Bibbia (07), XIV-XV (tosc.), Ger 46, vol. 7, pag. 230.6: fuggirono commisti, e non ragguardarono; lo spavento era da ogni parte...
2 Meton. Aspetto, caratteristica, suono di qsa che incute molta paura.
[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 11, cap. 9, par. 8, pag. 235.1: La Scrittura santa [[...]] mostra orribile aspetto nello spavento de' tormenti, diritta è ne' comandamenti, alta nelle minacce.
[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 59, vol. 2, pag. 590.18: e intanto arsa l'antiporta, e per quelli ch'erano dentro tagliata la porta, e le guardie de la torre morti e fuggiti, tutta la cavalleria e gente di fuori con grande vigore e grida e spavento di trombe e di nacchere entrarono ne la terra.
[3] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Is 30, vol. 6, pag. 493.2: [3] E lo Signore farà udire la gloria della sua voce, e dimostrarà lo spavento del suo braccio nel minacciare del furore, nella fiamma del fuoco divorante...
- Locuz. agg. Di (grande) spavento, pieno di spavento: che incute (molta) paura.
[4] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 244.3, pag. 100: Tutto v'è come per incantamento / stava 'l tosone a guardia d'un serpente / (orribil era, di grande spavento, / veleno e fuoco gittava sovente)...
[5] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 9.65, vol. 1, pag. 150: E già venìa su per le torbide onde / un fracasso d'un suon, pien di spavento, / per cui tremavano amendue le sponde...
[6] Armannino, Fiorita (08), p. 1325 (tosc.), pag. 512.38: Qui sono le ceraste di tanto spavento e tanto brutte che divisare non basterebbe maestro nè dipintore.
[7] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (ii), par. 133, pag. 82.18: E perciò, dovendo bastare quello che detto n'è, credo assai convenientemente l'avarizia o l'avaro convenirsi alla lupa, la quale piena di spavento si para davanti a colui, il quale i disonesti guadagni e l'altre men che buone opere vuole lasciare, per dovere in miglior via ritornare.
[8] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (i), par. 43, pag. 481.19: Ma era questo suono in tanto «pieno di spavento», in quanto si movea velocissimo con l'impeto del vento...
[9] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 21.3, pag. 22: Biasiman molti spiacevoli Amore / e dicon lui accidente noioso, / pien di spavento, cupido e ritroso, / e di sospir cortese donatore.
[10] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 71.3, pag. 77: L' aspre montagne e le valli profonde, / i folti boschi e l'acqua e 'l ghiaccio e 'l vento, / l' alpi selvagge e piene di spavento, / e de' fiumi e de' mar le torbid'onde, / e qualunqu' altra cosa più confonde / il pover peregrin...
[11] Marchionne, Cronaca fior., a. 1385, Rubr. 634, pag. 230.21: Fu questa cosa di tanto spavento, che veggendo appiccarla in una casa, ove cominciava, come detto è, non vi rimanea niuno; le genti spaventate abbandonavano la casa, e fuggivano in un'altra...
2.1 [In senso concreto:] fenomeno naturale che incute molta paura.
[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 26, pag. 125.21: gran terremoti seran in diversi loghi e pestelencie morboxe e gran fame, e da cel in terra verran grandissimi segni e forti spaventi...
[2] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 19, pag. 98.7: tremuoti grandi per i luoghi diversi, pestilenzie e fame e gli spaventi del cielo e tempeste...
2.2 [In senso concreto:] sogno spaventoso, incubo. || Att. solo nel testo cit.
[1] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 13, pag. 151.1: E sì è boono contra le unbre e gli spaventi de nocte.
[2] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 49, pag. 162.3: Et ha questa vertute, ch'ella scanpa gli fançiuli de contratura e dal malle della luna e de spaventi.
3 [Med.] Stato di stordimento o di paralisi che comporta un offuscamento delle facoltà mentali o motorie.
[1] Libro de conservar sanitate, XIV sq. (venez.), Dela utilitade e nosimento del ba(n)gno, pag. 22.1: Ma passando lo modo in caliditade, vasta le forçe e conduse a sincope e fa spavento in la m(en)te (e) ancor fluxo de sangue...
[2] Bibbia (08), XIV-XV (tosc.), 2 Mc 3, vol. 8, pag. 561.10: [17] Però che una mestizia d' animo e uno spavento del corpo avea circondato il sommo sacerdote...
- Locuz. agg. Pieno di spavento: molto stupito.
[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 126.54, pag. 168: Quante volte diss'io / allor pien di spavento: / Costei per fermo nacque in paradiso.
3.1 [Med.] Locuz. nom. Spavento dei denti: insensibilità. || Att. solo nel testo cit. Cfr. Ineichen, Serapiom, pp. 278-79.
[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 75, pag. 82.26: Alguni la uxa a removere el stupore over el spaventodei dente. Raxis dixe che nux he(n)dem è calda e humida.
[2] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 332, pag. 367.29: Sapi ch(e) mastegandola, la cura el spaventode li dente, perché ella remuove la asperitè de li dente per la soa humiditè viscoxa.