0.1 tenarezza, tendereça, tenereça, tenereçça, tenerecza, teneressa, tenereza, tenerezza, tiniriza, tinniriza, tinnirizza.
0.2 Lat. parlato *teneritia (DELI 2 s.v. tenero).
0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 4.
0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Poes. an. pis., XIII ex. (3); Zucchero, Santà , 1310 (fior.).
In testi sett.: <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>; Serapiom volg., p. 1390 (padov.).
In testi mediani e merid.: Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.
In testi sic.: Senisio, Declarus, 1348 (sic.).
0.5 Locuz. e fras. tenerezza d'amore 4.
0.7 1 Proprietà di ciò che è tenero. 1.1 Parte molle del corpo di un animale. 2 Giovane età. 3 Debolezza fisica. 3.1 Delicatezza fisica. 3.2 Fig. Mancanza di fermezza morale. 3.3 Fig. Mancanza di stabilità politica. 4 Fig. Sentimento di vivo affetto verso qno. 4.1 Sentimento di commozione (che si prova nei riguardi di qno per affetto o per amore). 5 Partecipazione e comprensione delle sofferenze altrui; pietà.
0.8 Aurelio Malandrino 03.08.2017.
1 Proprietà di ciò che è tenero.
[1] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 295r, pag. 134.27: Teneritudo dinis... tiniriza vel mollicies.
- [Rif. a un alimento].
[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 6, cap. 9, pag. 197.13: E ivi a pochi dì, sodate ben le formelle, ripognansi sì ordinatamente nelle grati, o casciaie, che non tocchi l'uno l'altro; rimossi da vento, sicchè riserbino in loro tenerezza, e grassezza.
- [Rif. a un vegetale].
[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 27, pag. 116.24: quelle che s'innestano nelle lor piante, cioè di lor medesima schiatta, servan dolcezza, e tenerezza...
[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 10, cap. 14, pag. 243.13: ma vuolsi spesso innacquare, e sarchiare; al qual lievemente fatta intorno sarchiatura, fortifica la tenerezza della pianta.
[5] <f Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV pm. (fior.)>, L. 5, cap. 14, vol. 2, pag. 153.17: i suo' [[scil. del moro]] frutti dimostrano e manifestano la loro maturitade con la loro nerezza e tenerezza. || Corpus OVI.
- [Rif. a una parte del corpo di un animale].
[6] <f Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV pm. (fior.)>, L. 9, cap. 56, vol. 3, pag. 98.24: il tuello per la sua tenerezza, si potrebbe in tal maniera dannificare... || Corpus OVI.
[7] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di la maynera..., pag. 574.33: E cussì e maiurmenti lu cavallu timi lu frenu; pir la tinniriza di la carni è plui arrindivili a lu so cavalcaturi...
[8] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 48, pag. 603.18: aveni quandu lu cavallu è iuvini, pir la tinnirizza di ll'unghia, firendu fortimenti in alcunu locu duru...
[9] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 256, pag. 290.19: La carne della polastra è più sana che altra carne, per la tenereza ch'è in lei...
[10] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 7, pag. 414.28: Del gambaro marino scrive Gallieno che lo è molle de molta tendereça.
- [Rif. a una parte del corpo umano].
[11] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 23, pag. 115.4: R(espondo) ke questo [[scil. l'incapacità dell'uomo di camminare subito dopo la nascita]] adivene per la morbedeçça (et) tenereçça de la materia...
[12] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 19, pag. 119.20: no conviene il fanciulo fare andare, nè sopra suoi piedi istare, se prima nonn à un anno conpiuto e passato, per la tenereza de' menbri...
1.1 Parte molle del corpo di un animale.
[1] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 49, pag. 605.4: lu [caseolu è] [u]na tinniriza facta di ossa...
[1] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 20 rubr., pag. 90.8: Delli dolori che sostenne Gesù Cristo, e prima considerando la sua tenerezza e la sua innocenza.
[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 4, cap. 27, pag. 171.6: La mula quando ha uno anno si vuol far pascere, e torre alla madre, acciocchè in suo tenerezza s'assodi alle fatiche...
[3] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 115, pag. 381.31: I padri, e le madri nostri c'insegnaro, e diedero cupidigia d'oro, e d'argento, e quella ch'apparammo nella nostra tenerezza, è radicata, e cresciuta con noi.
[4] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 34, pag. 596.11: li aveni pir troppu grandi carricu ki li è misu e plui ki nun pò suffiriri, pir la tinniriza di la sua etati...
[5] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 2, pag. 12.14: benché così fosse, io era in tanta tenerezza de etate, che conoscimento non avea elettivo.
[1] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 2, cap. 10, pag. 245.7: di tanta tenerezza è questo nostro corpo misero che a' vermini è riserbato...
[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 13, Circonc. G. Cristo, vol. 1, pag. 168.20: Il fanciullo, ciò dice, in sette dì è ancora di tanta tenerezza, di quanta egli era stando nel ventre de la madre sua... || Cfr. Legenda aurea, XIII, 120: «tante adhuc teneritudinis».
3.2 Fig. Mancanza di fermezza morale.
[1] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 13, pag. 58.24: Nel sesto [[scil. grado]], porta in gran pazienza senza niuna tenerezza ogni suo male.
[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 23, pag. 432.12: dice lo più che padre; quasi dica, s' egli [si] fosse portato a guisa di padre per la tenerezza di compiacermi...
[3] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 22, pag. 179.3: molti sono ingannati in vedendo questi cotali piangere alla morte; perocchè quello non è pianto di contrizione, ma di paura, e di tenerezza mondana.
3.3 Fig. Mancanza di stabilità politica.
[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 66, vol. 1, pag. 569.18: non trovò il Comune chi alcuna cosa allora ne facesse per purgare la commune infamia, temendo per la tenerezza dello stato...
4 Fig. Sentimento di vivo affetto verso qno.
[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 4, pag. 161.31: ciascuno die essere così di quello ch'elli ama, e i figliuoli debbono ubbidire ei loro padri e portar loro onore e tenerezza.
[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 1, cap. 8, pag. 81.5: L'amore e la tenerezza di loro filliuoli, nè le lagrime di loro mogli non li potero ritenere.
[3] <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>, c. 21, 19-36, pag. 514, col. 1.2: Qui ... mostra la benivolencia e tenerezza ch'i portava Virgilio...
[4] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Fedra, pag. 34.21: E se pure avvenisse che alcuno ci vedesse abbracciare o baciare, non saremo biasimati; mostrando che ciò sia per grande tenerezza d' amare il mio figliastro a guisa di figliuolo.
[5] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1330 (pis.), L. 2, cap. 1, pag. 61.16: dimorando ivi la nutrice sua, che per tenerezza l' avea seguitato e servivalo...
[6] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 67, pag. 452.22: Servò questo cavaliere la donna con quella tenerezza e pura fede che se sorella gli fosse stata.
[7] <Cavalca, Trenta stolt., a. 1342 (pis.)>, cap. 29, pag. 262.10: chi a lui [[scil. a Cristo]] s'accosta, è bisogno, che sia partito da ogni tenerezza, e amore carnale di parenti.
[8] Doc. fior., 1311-50, 26 [1343], pag. 642.2: a noi pare, poiché piace a lloro, a' quali siamo tenuti per la tenerecza che gli ànno di noi...
[9] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 235, vol. 2, pag. 171.12: Quando eglino viddono noi, e noi loro, chè da lungi ci cognoscemo, fummo allegri molto, e tutti ci abracciamo per tenerezza...
[10] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 43.115, pag. 124: Con molta rigidezza vicitati, / Con quella tenerezza, che si cria / Nel cor del buon figliuol...
[11] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 23, pag. 94.11: abbraccianci tutti con tenerezza di figliuoli...
- Tenerezza d'amore.
[12] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 40, pag. 183.3: E pur sapeva che san Pietro il dicea per gran tenerezzad' amore.
[13] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), Proemio, osservazioni, pag. 72.5: per li Baroni fu consigliato, che dappoichè lo Re per piatà, o per tenerezzadell'amore della sua propria carne...
[14] Legg. S. Elisab. d'Ungheria, XIV m. (tosc.), cap. 14, pag. 30.3: due ancelle, le quali infino da sua fanciullezza erano state seco notrite e allevate, fedeli e dilette in ogni tenerezza d' amore...
4.1 Sentimento di commozione (che si prova nei riguardi di qno per affetto o per amore).
[1] Poes. an. pis., XIII ex. (3), 267, pag. 1355: «Madre, ove siete voi stata?»; / per teneressa ciascun lagrimava.
[2] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 2, cap. 8, pag. 161.20: I malvagi cittadini, che di tenereza mostravano lagrime...
[3] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, 21.14, vol. 1, pag. 244: L'altro è che dice: «Io caggio / tutto di tenereça», per via andando...
[4] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 422.10, pag. 254: Unde smarutto la guarday sì fiso, / che per tenereçça quasi caschay / denanti gl'ogli che 'l cor m'à deviso.
[5] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 19, pag. 150.30: cominciarono tutti con mirabile tenerezza a piagnere e a lacrimare...
[6] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 71, pag. 645.21: Clelia, che mai vedere non la credea, l' abbracciò mille volte e baciandola, di tenerezza lagrimando, tutto il bel viso le bagnò...
[7] Pianto della Vergine, XIV pm. (tosc.), cap. 2, pag. 30.1: Quando furon giunti, oh con quanto pianto e con quanta pietade si cominciarono ad abracciare insieme, oh quanta fue quella tenerezza...
[8] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 14, pag. 107.1: Uliste fecie sua resposta e dicie sì bella en suo parlare che quase Coragino mosse suoie ochie verso piento per tenereçça.
[9] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 55, terz. 22, vol. 3, pag. 113: La terza, che avanzava di bellezza, / avea il bel viso tutto impallidito, / e lagrimante per la tenerezza...
5 Partecipazione e comprensione delle sofferenze altrui; pietà.
[1] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 43, pag. 202.9: Io non piansi nè per contrizione, nè per dolore dell' offesa di Dio, ma per tenerezza di me medesimo, che mi vedea morire, e per paura dell' inferno.
[2] Cavalca, Specchio de' peccati, 1333 (pis.), cap. 8, pag. 64.30: disse, ch' era dannato, perciocchè 'l suo pianto era proceduto per tenerezza di se...
[3] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 2, ott. 16.3, pag. 302: I qua', poscia ch' udir la nobiltate / di quelle donne e la cagion del pianto, / con tenerezza lor prese pietate...