RADICARE (1) v.

0.1 radica, radicare, radicari, radicata, radicati, radicato, radicatu, radicha, radichate, radichati, radicò, radixa, radixade, radixato, raixaa, rradichati.

0.2 Lat. radicari (DELI 2 s.v. radice).

0.3 Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.): 1.3.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.); <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>; De regno volg., XIII ex. (aret.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.); Gloss. lat.-aret., XIV m.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.7 1 Mettere radici, attecchire (anche in contesto fig.). 1.1 Trovare fondamento e nutrimento in qsa o qno. Estens. Far parte indissolubilmente di qsa. Anche pron. 1.2 Fig. Mantenere saldo qsa. 1.3 [Al pass.:] trarre origine da qno o qsa.

0.8 Sara Natale 20.12.2020.

1 Mettere radici, attecchire (anche in contesto fig.).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 69.9, pag. 284: Lo primo arbor ch'è fondato, - ne la fede è radicato, / passa lo cielo stellato - e iogne enfin a lo sperare.

[2] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 295.21: radico, cas, vi, tum, p(er) radicare.

- [Detto delle piante]. Anche pron.

[3] Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 32, v. 136, pag. 1630.6: Çoè quel povolo ch'era aradixado alla fe' tutto a modo come la gramegna se radixa a la terra, sì romaxe.

[4] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), 326, pag. 120: Poi al tempo del piantare / Volonsi ancora retagliare, / E meterli guso in meço fossa / In su la terra ch' è rimossa, / Sì che posin ben radicare, / E cresere e multiplicare.

1.1 Trovare fondamento e nutrimento in qsa o qno. Estens. Far parte indissolubilmente di qsa. Anche pron.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 1, cap. 17, vol. 1, pag. 52.1: Poi ch'e' malvagi angioli ebber trovato il male, ed è beffato il primo uomo, il suo peccato si radicò sopra l'umana generazione in tal maniera, che le genti che nacquero appresso erano più correnti al male assai che al bene.

[2] De regno volg., XIII ex. (aret.), cap. 19, pag. 203.14: per usança di merchatantia la cupeditade nei chori dei citadini si radicha...

[3] Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 11, pag. 1150.16: quelle anime che al certo èno più presso a la beatitudene come quelle de purgatorio [[...]] déno più participare della veraxe caritade et esser in quella più radixade...

[4] <Ottimo (sec. red.), a. 1340 (fior.)>, Inf. c. 1, pag. 344.9: Et però l' avaritia è una malitia incurabile e pessima, che cotanto quanto l' avaro più s' attempa, cotanto più li cresce e radicha nel quore questa lupa.

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 14, pag. 70.5: Ma perçoché la divina filosofia e la sapi[en]tia celestial era inseria e raixaa in le mente lor...

[6] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 291-300, pag. 90.3: ma perduta era ogni fatica, già tanto s' era il male radicato, che più tosto sostenere che medicare si poteva.

[7] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 1, par. 1, pag. 125.17: false ciertanamente per quelli preti e vescovi alquni e lli altri loro soffreghani poco fa seminati e rradichati nell'anime di molti senpici e lleali della fede cristiana.

[8] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 2, pag. 66, col. 2.7: Così la mente per l'amore unitivo sopra se drizzata, per le penetrative radici dell'affezioni è fitta in colui, al quale radicata si unisce per amore.

[9] Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 182, pag. 273.7: Ma lu fiuri di virginitati non ha timença di quisti spini, quandu illu est beni radicatu in lu amuri di Deu ki la defendi di li spini di la temptationi.

1.2 Fig. Mantenere saldo qsa.

[1] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 15, par. 3, vol. 2, pag. 28.28: Inanti si divia fundari et radicari la profecia...

1.3 [Al pass.:] trarre origine da qno o qsa.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 21, pag. 269.2: E, se radicata è da Quello, lo quale è non-mutabile sonmo bono, non muterà...

[2] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 34, pag. 175.11: Dite è la città dello 'nferno, dove tutti e pecchatori sono tormentati, e tutti questi tormentati sono corrotti e radichati dal male di chostui.

[u.r. 30.01.2022]