0.1 roca, rocha, rochi, roco, roica.
0.2 Lat. raucus (DELI 2 s.v. roco).
0.3 Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.): 1.
0.4 In testi tosc.: Picciòlo da Bologna, Son., XIII sm. (tosc.); Tesoro volg., XIII ex. (fior.); Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.); Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).
In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.).
0.6 N Allotropo di rauco.
0.7 1 [Detto di un verso animale o della voce (umana o di uno strumento musicale):] dal suono sordo, basso e aspro. 1.1 [Detto di una persona (o di una personificazione):] che ha la voce bassa, dai suoni fievoli e aspri.
0.8 Elisa Guadagnini 26.01.2017.
1 [Detto di un verso animale o della voce (umana o di uno strumento musicale):] dal suono sordo, basso e aspro.
[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 45.7, pag. 830: gallina [[...]] à voce roica, vista moricina, / e gram solecitudine a guardare.
[2] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 27, pag. 123.7: E quando questi ch'è capitano è stanco di guardarle, chè la sua boce è arantolata e roca, non si vergogna che un'altra ne vegna in suo luogo...
[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 5.27, vol. 2, pag. 73: Quando s'accorser ch'i' non dava loco / per lo mio corpo al trapassar d'i raggi, / mutar lor canto in un «oh!» lungo e roco...
[4] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 90, pag. 156.7: la voce avea alquanto rocha, ma la parladura avea elli soave.
[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 192.26: E non è concesso di trapassare l'orribili ripe e i rochi fiumi... || Cfr. Verg., Aen., VI, 327: «rauca fluenta».
[6] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, [son. 3].11, pag. 5: o se 'l mio fioco / cantar s'imvischa nel proferer broco, / o troppo è chiaro o roco, / amendatel acciò che ben riposi.
[7] Passione genovese, c. 1353, pag. 35.25: la soha voxe era fayta per lo piamto sì debel e sì rocha, che ella non poeyva esser odia.
[8] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 68.14: ccolui ch' è morso dal cane rabbioso [[...]] abaierà, sicome cane, con roca voce...
[9] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 39.97, pag. 97: Quest' è colei, che come roca canna / La boce inacervisce, e gli occhi priva / Della lor dolce e insaziabile manna.
[10] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Famae III.27, pag. 259: Un folgore [Un gran folgor] parea tutto di foco; / Seco era Eschine [Eschine il dica], che 'l potèo sentire, / Quando presso al suo tuon parve già roco [fioco].
[11] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 43, pag. 58.5: E à vertù de curare la tosse e el catharo che ven chiamà coriça. E çoa a quili che à la voxe rocha.
[12] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 1, 61-66, pag. 38.13: imperocché, lungo tempo era stato sanza parlare, parea fioco; cioè roco: la quale cosa addiviene, quando l'uomo è stato lungo tempo tacente...
[13] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 5, 22-30, pag. 106.5: Mutar lor canto in uno O lungo e roco; cioè lassando di cantare Miserere mei, Deus ec., meravilliandosi di Dante ch'era vivo incomincionno a dire o, o, o, che è segno d'ammirazione, e diventonno fiochi che è segno di privazione di voce...
[14] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 6, 48.6, pag. 84: E quel villan si fece tutto robbio / quando l'udì parlar, con voce roca, / c'aveva 'n gobbio una pietra preziosa...
1.1 [Detto di una persona (o di una personificazione):] che ha la voce bassa, dai suoni fievoli e aspri.
[1] Picciòlo da Bologna, Son., XIII sm. (tosc.), 9, pag. 835: Per tuo affanno Amor[e] gìa roco...
[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 16.201, pag. 188: Digando zo, tuto era roco / e no poea proferir...
[3] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 5, 22-30, pag. 79, col. 1.6: altro non è a dire o lungo e roco, se no mutazione de vuxi, e ristar l'atto della prolazione de voxe, ch'esser 'roco' si è in privazione de voxe essere.
[4] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 272, pag. 20: Io era tanto rocha e dentro chlusa, / che la mia voze aldir non se potea...
[5] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 63.28: 'l vino che fuse glaucho, el beuto, farebbe roco...
[6] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 133.3, pag. 185: et son già roco, / donna, mercé chiamando, et voi non cale.
- Sost.
[7] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 19, pag. 153.13: Calcofeno [[...]] ha virtute in tornare la voce a chi la à perduta et è fato come un roco.