0.1 isvia, isvïando, isviare, isviarvi, isviata, isviati, isviato, isvii, isviino, isviossi, sbiare, svïa, svia, svïando, sviando, sviano, sviansi, sviar, sviare, sviarne, sviarsene, sviasi, svíasi, sviassero, sviata, sviate, svïati, sviati, svïato, sviato, sviatosi, sviavalu, sviera'tu, svii, svio, sviò.
0.2 Da via 1.
0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 3.
0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Libro della natura degli animali (C), XIII ui.di. (pis.); Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.).
In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Par. (Rb), 1324-28 (bologn.); Gasparo da Verona, XIV (ver.).
In testi mediani e merid.: Elegia giudeo-it. (ed. Natale), XIII (it. mediano).
In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.7 1 Uscire dalla via, allontanarsi dal percorso principale o abituale (anche pron. e in contesto fig.); cambiare direzione; sbagliare strada. 1.1 Pron. Separarsi da qno o da un luogo (anche in contesto fig.). 2 Volgere in un'altra direzione. 2.1 Deviare (il corso di un fiume). 2.2 [Milit.] Depistare (il nemico). 2.3 Mettere in disparte (qno). 2.4 Fig. Distrarre (qno, sottraendolo dall'occupazione principale). 3 Fig. Uscire o far uscire dalla retta via (anche pron.).
0.8 Elena Stronchi 13.05.2021.
1 Uscire dalla via, allontanarsi dal percorso principale o abituale (anche pron. e in contesto fig.); cambiare direzione; sbagliare strada.
[1] Libro della natura degli animali (C), XIII ui.di. (pis.), cap. 82, pag. 346.9: lo cane per la pussa s'isvia del[a] caccia e cusì iscampa la volpe.
[2] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 12, pag. 120.10: Perciò si è bene sviato chi si svia a suo ascentro di questa via, che li mena a lloro salvamento, e prendono l'altra, che gl'indorme in questo mondo, e, ridendo, gli trae a la loro morte.
[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 136.60, pag. 545: Schiva lo breve dozor / chi dà poi mortar dolor; / ni in deré s[v]iar se pò. || Emendamento di Cocito; diversamente Nicolas, Anon. gen., p. 386, siar da sciare 'vogare a ritroso, ritornare indietro', e quindi «tirare il remo indietro per fermar la barca»; sull'espressione v. Avalle, Sia.
[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 29.118, vol. 2, pag. 508: Non che Roma di carro così bello / rallegrasse Affricano, o vero Augusto, / ma quel del Sol saria pover con ello; / quel del Sol che, svïando, fu combusto...
[5] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 11.6, pag. 13: l'anima mia / vola colà dove la chiama Amore, / che 'l troppo lume el debile valore / degli occhi abbaglia sì, ch'ella si svia / dal debito sentier...
[6] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. 22, cap. 8, vol. 9, pag. 159.23: Un fanciullo piccolino, giuocando nell'aia, sviandosi li buoi che tiravano il carro, tutto il fiaccarono, e subito morì. || Corpus OVI.
[7] <f Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV pm. (fior.)>, L. 5, cap. 1, vol. 2, pag. 114.20: s'involga visco intorno al tronco della pianta: e in cotal maniera la nociva moltitudine delle formiche predette, impedita dall'usato salire, dall'arbore si svierà per forza. || Corpus OVI.
1.1 Pron. Separarsi da qno o da un luogo (anche in contesto fig.).
[1] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 29.6, pag. 531: l' anima, in guisa che da lui si svia / e vanne a lei; ma tant' è paurosa, / che no le dice di qual donna sia.
[2] Trattato de' falconi, XIV in. (tosc.), cap. 1, pag. 3.6: i quali [[falconi montanari]] hanno gran persona, e sempre sono usati d' esser bruni: e sono di grande ardire per fatto e per assalto, tenendo sempre il modo che dato lor è largandoli: e volano come rondine, e sono fortissimi e potenti a volare; e sono molto malenconiosi; e sviansi spesso dalla faccia dell' uomo se con molta e sottile sollecitudine non si ritengono.
[3] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 216.9: Isviossi da noi, Saminiato, Volterra, e Siena; passò per Valdelsa sanza entrare in terra murata, e andonne in Siena.
2 Volgere in un'altra direzione.
[1] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 41.18, pag. 122: Lo dolze bene, ch' eo d' amor disio, / è ['n] voi, che senza pare / sete d' ogni addornezza e di savere; / né già per altra lo meo cor no svio...
2.1 Deviare (il corso di un fiume).
[1] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 3, cap. 9, pag. 86.10: Videndu zo Frigidianu episcupu, ki per nullu studiu de killa gente lu cursu de lu flume se putia sbiare...
2.2 [Milit.] Depistare (il nemico).
[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 15, pag. 126.3: Li Marsiliesi sapevano più del mare, chè sapevano guencire, e fare sembiante di fuggire per isviare le navi de' Romani.
2.3 Mettere in disparte (qno).
[1]Elegia giudeo-it. (ed. Natale), XIII (it. mediano), 75, pag. 137: In quisto pinzaro parentezze a fari / e li loro figli asserventari / e bennerelli pe· guadagnare. / Foro coniunti ad una caminata, / la donna da canto è sviata...
2.4 Fig. Distrarre (qno, sottraendolo dall'occupazione principale).
[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 4, vol. 2, pag. 33.12: Pomponiu tribunu di lu populu avia citatu Luciu Maniliu Torquatu dananti lu populu a certu iornu, però que, sucta casuni di benfari la guerra, issu avia passatu lu legitimu tempu di lu so imperiu et eciandeu però que unu so filyu di optima speranz[a] juvini, issu lu agravava di operi furitani et suttrayvalu oy sviavalu da usari in serviciu di la republica.
3 Fig. Uscire o far uscire dalla retta via (anche pron.).
[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2818, pag. 273: ché, quando l'om si svia / sì che monti i· rrichezza, / la gola sì s'avezza / a le dolce vivande / e far cocine grande / e mangiare anzi l'ora.
[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 27, vol. 3, pag. 321.18: Guardate dunque che 'l diletto non abbia signoria sopra di noi, chè fa molto sviare l'uomo da virtude.
[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 1, cap. 6, pag. 10.13: Allora propensò d'essere signore, et adunò molti giovani, per ciò che molti vi aveva elli isviati in Roma et acconci a mal fare.
[4] f Giordano da Pisa, Avventuale fior., 1304-1305 (pis.>fior.), 44, pag. 600.12: Qui al prato disse uno bello exemplo di due devoti de la Donna (l'una fu la moglie d'un grande cavaliere, l'altro fu uno cherico), e come per troppa familiarità, avegna che ragionassero pur de la Donna, si tornò in carnalità, e come si sviaro: e l'uno rubò la sacrestia, e l'altra spogliò la camera del marito... || Corpus OVI.
[5] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 27.141, vol. 3, pag. 457: Tu, perché non ti facci maraviglia, / pensa che 'n terra non è chi governi; / onde sì svïa l'umana famiglia.
[6] Jacopo della Lana, Par. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 27, v. 139, pag. 2486.27: Qui paleça in chiaro latino la casone che 'l mundo è cussì sudito a cupidixia, e dixe ch'è per defetto che in terra no èno bon returi, e però l'umana famigla no è retta, onde s'è cussì sviata della via dritta.
[7] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, 8.1, pag. 102: Omè qual ignoranza cieca svia / Per torto calle gli uomini a cercare / Quel che ciascun per natura disia!
[8] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 4, pag. 137.4: ella si sviò in tanto, ch' ella diventò comune e palese peccatrice.
[9] Gasparo da Verona, XIV (ver.), 4b.7, pag. 17: Quando doi gran noachier prende ripreggio, / et se consilian per grand'agonia, / l'è pur chiar segno che nova albasia / vegian in l'aire adversa al suo pareggio. / Et non mi penso che per poco agreggio / franco cor tremi et perda vigoria; / però temo a la crisis, che vi svia, / che la non croli il temo al suo charegio.