PRODIGALITÀ s.f.

0.1prodegalità , prodigalità , prodigalitade, prodigalitadi, prodigalitate, prodigalitati, prodighalità .

0.2 Lat. prodigalitas, prodigalitatem (DELI 2 s.v. prodigalità ).

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1.1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Simone da Cascina, XIV ex. (pis.).

In testi sett.: Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>.

In testi mediani e merid.: Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.).

In testi sic.: Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.).

0.7 1 Tendenza a spendere beni e sostanze senza criterio né misura. [Nella teologia mediev.:] uno dei sette peccati capitali. 1.1 Nell'etica aristotelica, vizio consistente nella totale incapacità di amministrare e conservare i propri beni.

0.8 Aurelio Malandrino 15.02.2019.

1 Tendenza a spendere beni e sostanze senza criterio né misura. [Nella teologia mediev.:] uno dei sette peccati capitali.

[1] Gl Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 30, pag. 54.12: Prodigalità è ispendere oltre misura.

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 37, pag. 421.13: Cinque vitii contasti di tua infermità: avaritia, prodigalità , luxuria, superbia e invidia.

[3] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 3, osservazioni, pag. 460.20: la costuma del Re di Francia mi pare prodiga; e prodigalità non è virtù...

[4] Gl <Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.)>, c. 7, proemio, pag. 104.8: prodigalitade è uno scialacquamento [e] spendio delle proprie facultadi.

[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 46, pag. 427.24: Medea, non savia, della sua prodigalità assai in brieve tempo sanza suo utile si penté, e conobbe che se moderatamente i suoi cari doni avesse usati non saria a sì vile fine venuta.

[6] Gl Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 101.9, pag. 646: È prodigalità troppo larghezza / e troppo cortesia, più maggiurmente / che via più l' omo, che 'l suo aver s' apprezza.

[7] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 3, pag. 371.29: Ispesse volte l'amore costringe l'amante a dare quel che dee e quel che non dee: né tal dare è cortesia, ma prodigalità , chiamata dalla Scrittura vizio mortale.

[8] Gl Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 31, pag. 25.16: Lu sicu[n]du modu est in folli spisi di grandi dispendii, lu quali est appillatu prodigalitati, zo est quandu lu homu [fa] autragiu di spisi, oi di lu suo oi di l'altrui, per essiri laudatu oi perzò ki lu homu lu tegna plui largu et plui cortisi.

[9] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 7, 16-35, pag. 203.34: prodigalità è dare le cose da non dare...

[10] Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 1, cap. 8, pag. 61.16: L'ottavo è la prodigalità : esser prodigo e scialacquatore è visio che fa venire in povertà di cose temporale e spirituale...

- [Come personificazione].

[11] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 30, pag. 54.4: quelli sono i Vizî che nascono di lei [[scil. dalla Gola]] e che sono fatti capitani delle schiere, e son così appellati: Golosità, Ebrietà, Prodigalità , Non astenersi...

1.1 Nell'etica aristotelica, vizio consistente nella totale incapacità di amministrare e conservare i propri beni. || Insieme all'opposto vizio dell'avarizia, è corretto dalla virtù di liberalità (o larghezza).

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 17, pag. 53.20: così come forza di cuore cessa la paura dell'uomo e atempera il suo ardimento, così larghezza cessa l'avarizia dell'uomo e atempera la folle larghezza, cioè la prodigalità .

[2] f T. Alderotti (?), Etica di Aristotele volg., a. 1295 (fior.), L. II, cap. 10, pag. 22r.5: la largheçça sì è meço intra l'avaritia et la prodigalità , perciò che il prodico soperchia in dare et viene meno in ricevere, et l'uomo avaro fa tucto il contrario... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 14, vol. 3, pag. 44.3: Larghezza è mezzo tra avarizia e prodigalitade, però che 'l prodigo viene meno in ricevere e soperchia in dare, e l'avaro fa tutto il contrario.

[4] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 14, pag. 17.16: E se le richeçe è meçane, quela vertude che ê si dreça ben l'omo è dita liberalitade, la quale à .IJ. extremitade viciose: la una è prodigalitade, l' altra è avaricia.

[5] <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>, c. 1, 28-30, pag. 14, col. 2.16: e zò è che dixe Gilio in libro de Regim. Princ., che de prodigalitade per spazio de tempo se pò guarire, ma no d'avarizia...

[6] <Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.)>, c. 22, proemio, pag. 401.3: Poi che l' Autore in tre precedenti capitoli hae compiuto il suo trattato circa il peccato dell' avarizia, e della prodigalitade, stremi della larghezza...

[7] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 7, pag. 183.15: Cossì questi doi vitii, avaritia e prodigalitate, li quali sono contrarii, l'uno dando quel che deve ritenere e l'altro ritenendo quello che deve dare, sono assimigliati a le dicte onde.

[8] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VII (ii), par. 77, pag. 426.27: È prodigalità , secondo che Aristotile vuole nel IIII dell'Etica, l'uno degli estremi della liberalità, opposito all'avarizia...