PRÒDIGO agg./s.m.

0.1 prodeghe, prodego, prodica, prodico, prodiga, prodighe, prodighi, prodigho, prodigi, prodigo, pródigo.

0.2 Lat. prodigus (DELI 2 s.v. prodigo).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; f T. Alderotti (?), Etica di Aristotele volg., a. 1295 (fior.); <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>; Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); IV Catilinaria volg., 1313 (fior.); Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.); Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi sett.: <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>.

In testi mediani e merid.:Stat. perug., 1342; Anonimo Rom., Cronica, a. 1360; Stat.Montecassino, XIV (luc.).

0.7 1 Che spende beni e sostanze senza criterio né misura. 1.1 [Rif. per meton. alla condotta di una persona]. 1.2 Sost. Chi indulge a comportamenti prodighi o chi si macchia del peccato di prodigalità. 1.3 [Dir.] Chi è affetto da prodigalità patologica, per la quale si rende necessaria la nomina di un tutore legale. 1.4 Estens. Che dona con larghezza, generoso.

0.8 Aurelio Malandrino 18.02.2019.

1 Che spende beni e sostanze senza criterio né misura. || Anche contrapposto ad avaro.

[1] Gl Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 8, pag. 309.18: secondo che tu de' fuggire lo nome dell'avaro, così de' fuggire lo nome del prodigo, cioè del troppo largo.

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 17, pag. 54.33: dovemo sapere che l'uomo che vuole essere largo ed acquistare essa virtù, elli si die più inchinare ad essere folle largo, cioè pródigo, ched elli non die in ciò che elli sia avaro.

[3] Glf T. Alderotti (?), Etica di Aristotele volg., a. 1295 (fior.), L. IV, cap. 1, pag. 26r.9: Ma prodigo, overo distruggitore, sì è detto quelli lo quale soperchia in dare et viene meno in ricevere; et l'avaro sì fa tucto il contrario. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[4] IV Catilinaria volg., 1313 (fior.), pag. 51.14: Colui non pensa che Lentulo, donatore e prodico, possa es(er)e altresì apellato popolano, conciosiachosa che de la morte del popolo di Roma e del distrugimento di questa cittade chosì acierbamente come crudelmente pensòe.

[5] Anonimo Rom., Cronica, a. 1360, cap. 18, pag. 190.8: missore Stefano lo veglio mosse una questione: quale era meglio ad un rettore de puopolo, l'essere prodigo overo avaro?

[6] Gl Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 72.27: Et no(n) studea essere avaro, (et) no(n) p(ro)digo, idest sprecatore (et) discerpatore de la substancia de lu monasteru...

- [Con richiamo alla parabola evangelica del 'figliol prodigo' (Lc 15, 11-32)].

[7] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 12, pag. 54.6: Nel primo grado era quel Figliuol prodigo, del quale parla il Vangelio, quando ritornò in sè, e incominciò a conoscere e riprendere lo stato suo, e reputarsi indegno d' essere figliuolo.

[8] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 14, pag. 55.11: esso medesimo allegò per noi nel santo suo Vangelio del figliuolo prodigo e disviato, con quanta carità esso fu ricevuto dal padre suo...

1.1 [Rif. per meton. alla condotta di una persona].

[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 3, osservazioni, pag. 460.20: la costuma del Re di Francia mi pare prodiga; e prodigalità non è virtù...

1.1.1 Fig. [Rif. agli occhi].

[1] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 449.7: Maravigliasi ancora degli ochi rilucenti mostranti duo stelle, la ritonditade de' quali quasi composta pare come congiunture di giemme, artificiosamente vaghi di volubilitade e non d' aspetto prodighi, quasi mostrando costanzia d' animo fermo...

1.2 Sost. Chi indulge a comportamenti prodighi o chi si macchia del peccato di prodigalità.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 37, pag. 422.1: Prodico lo su' strugie, poi necessità lo costringie l'altrui occupare.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 19, vol. 3, pag. 70.8: lo prodigo si può correggere in molti modi; ma l'avaro non si può mai medicare...

[3] <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>, c. 7, 1-6, pag. 200, col. 2.3: Poi ch'àe trattado nel sesto Cap. del vicio della gola, in questo settimo intende de trattare de li prodighi e de li avari e de li iracundiuxi...

[4] <Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.)>, c. 7, proemio, pag. 103.11: così quivi punisce li avari, e ' prodighi, e in questo medesimo capitolo punisce il vizio dell'ira...

[5] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 5.1, pag. 21: Sempre nel mondo i prodighi et gli avari / fuoron nemici, tenendo gli stremi...

[6] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 7, pag. 183.18: Così conven etc., cioè che questi avari e questi prodigi riddino, idest danzeno, in questo loco...

1.3 [Dir.] Chi è affetto da prodigalità patologica, per la quale si rende necessaria la nomina di un tutore legale. || V. mentecatto 1.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 474, vol. 2, pag. 453.26: Et ancora li sindachi et procuratori de le comunanze, collegio, università o vero luogo, o vero d'alcuno capitolo, et ancora el curatore del furioso, mentecapto o vero prodigo, possano per loro rispondere...

[2] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 61, par. 2, vol. 1, pag. 449.1: Volemo anche mò che agl furiose e prodeghe e mentecatte [[...]] la podestà e 'l capetanio e gl loro giudece e 'l ditto giudece sopre la divisione de le cose comune e le fine reggere e sopre l'autoritade da enterponere diano e dare possano egl tutore e anche mò egl curatore...

1.4 Estens. Che dona con larghezza, generoso.

[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, osservazioni, pag. 313.23: Il re Giovanni in larghezza prodico più ch'altro Re di Cristiani, e in altre vertudiose cose molto isperto, dove per gli sudditi suoi era più amato che altro Re che mai fosse nell'Isola...