0.1 merigia, meriggia, merige, merigge, meriggie, meriggio, merizo.
0.2 Lat. meridies, con influsso di meriggiare almeno per i tipi meriggia e meriggio (DEI s.v. meriggio 2).
0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.
0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); f Jacopo Alighieri, Dottrinale, a. 1349 (fior.); f Felice da Massa Marittima, Fanciullezza di Gesù, a. 1386 (sen.); Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.).
In testi mediani e merid.: Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.).
0.5 Nota meriggia.
Anche s.m. (meriggio).
0.7 1 Ombra generata da qsa (in partic. da un edificio o da un albero) o da qno. Estens. Luogo ombroso (in partic. dove ci si ripara nelle ore più calde della giornata). 1.1 Fig. Protezione, tutela.
0.8 Irene Falini 09.01.2019.
1 Ombra generata da qsa (in partic. da un edificio o da un albero) o da qno. Estens. Luogo ombroso (in partic. dove ci si ripara nelle ore più calde della giornata).
[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 8, pag. 99.8: E da che noi avemo trovato secondo via de rascione ch'elli dea èssare entro per lo corpo de la luna alcuna rugine e alcuna merige, e questa rugine e questa merige dea avere per rascione qualeche figura e qualche similitudine...
[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 2, cap. 2b, pag. 59.2: D'essa luna se puote ancora dimandare unde ène quella ombra e merigia la quale vedemo...
[3] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 38.2, pag. 816: Arbori sono pretïosi e belli / ke la loro merige è da laudare.
[4] f Jacopo Alighieri, Dottrinale, a. 1349 (fior.), cap. 7.3, pag. 115: In questi altri due lati / che io non ho contati, / l'uno ha sì gran merigge / che cenit il trafigge, / sicché due volte l'anno / suoi corpi ombra non fanno. || Corpus OVI.
[5] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 18.9, pag. 680: Ciaschedun dé' fuggire a le merigge, / quando 'l calor del sol la terra fende...
[6] f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375-77 (umbr.-tosc.), L. III, allegoria F, pag. 201.30: per Narciso s'intende ciascuno uomo famoso, li quali uomini se 'nvaghiscono de lor medesimi, cioè della loro merigge, cioè che se specchiano in quelle cose che pare a lloro che siano virtuose, e tanto pensano ed innamorasi in questo, che dalla loro ombra medesima sono presi. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[7] Gl f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375-77 (umbr.-tosc.), L. X, allegoria D, pag. 479.7: La merige è una cosa la quale ha a refrescare ed a consolidare el corpo umano, temperando el soperchio caldo... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[8] f Felice da Massa Marittima, Fanciullezza di Gesù, a. 1386 (sen.), ott. 346.4, pag. 279: i' ho cercate tutte le persone, / li campi, monti, piani e le merigge... || Corpus OVI.
[9] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 142, S. Remigio, vol. 3, pag. 1248.11: E volendo il detto re Lodovico, fatto cristiano, dotare la chiesa Maggiore di censo, disse a santo Remigio che quantunque terra elli girasse mentre che 'l re dormisse ne la merigge, tutta quanta gliele donerebbe.
- [Per trad. dello spagn. sombra].
[10] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Prologo, pag. 4.3: La XJ è della pietra della meriggia, come si dee fare e come operare con essa. || Cfr. Libro del saber de astrología, vol. I, p. 16: «La XI es del relogio de la piedra de la sombra. de cuemo se debe fazer. et de cuemo obran con ella».
- Masch.
[11] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 117, vol. 1, pag. 251.3: si è una bella chiesa, alla quale Abraam, sedendo al meriggio per lo caldo...
[12] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 12, cap. 14, pag. 284.14: e di meriggio si vogliono in qualche valle raccogliere al meriggio d'alcuno arbore...
[13] Esopo tosc., p. 1388, cap. 33, pag. 163.2: Meriggiando uno antico e vecchio uomo al meriggio d'uno albero con una rosta in mano, essendo nel tempo del grande caldo...
[14] ? Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 27, 76-90, pag. 653.24: Tacite all'ombra; cioè si stanno poi lo merizo...
[1] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 10.6, pag. 703: Ramo fiorito, el dì ch'io non ti veggio, / mio lieto cor di doglia si trafigge, / e la smarrita mente se refigge / con quel signore Amor, cui sempre chieggio. / Ond'io ne prego voi, prima ch'io peggio / istia, ch'io vegna só' la tua merigge...
[2] Esopo tosc., p. 1388, cap. 28, pag. 149.27: Temporalemente per questo cane possiamo intendere ciascuno che in gioventudine mangia il pane altrui e sta alle meriggie de' possenti signori...