0.1 pertuçato, pertuga, pertugia, pertugiano, pertugiare, pertugiarlo, pertugiaro, pertugiarono, pertugiata, pertugiate, pertugiati, pertugiato, pertusa, pertusaa, pertusallo, pertusam, pertusanla, pertusar, pertusare, pertusaro, pertusarono, pertusata, pertusate, pertusati, pertusato, pertusavam, pertusciata, pertuserano, pertusò, pertusono, pertussati, pertuxa, pertuxaa, pertuza, pertuzandoli, pirtusa, pirtusalu, pirtusati, portusandoli.
0.2 Lat. volg. pertusiare (Nocentini s.v. pertugio).
0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1 [9].
0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Quindici segni, 1270-90 (pis.); Libro della natura degli animali (A), XIII ui.di. (pis.); Tesoro volg., XIII ex. (fior.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi).
In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.).
In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.); Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).
In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.7 1 Produrre un foro o creare uno spazio penetrabile gen. stretto in qsa. 1.1 Pron. [Detto di un corpo inanimato:] apparire aperto (per la mancanza di qsa). 2 Produrre solchi, formare cavità (nel terreno o nella roccia). 3 Lacerare le carni, ferire trapassando (anche pron.). 3.1 [Vet.] [Masc.] Praticare incisioni a scopo curativo.
0.8 Sara Maria Fantini 08.10.2021.
1 Produrre un foro o creare uno spazio penetrabile gen. stretto in qsa.
[1] Libro della natura degli animali (A), XIII ui.di. (pis.), cap. 31, pag. 270.18: Dela natura del picchio Picchio sì è uno bello ucello con uno becco forte, e fa lo suo nido indeli arbori pertuzandoli col becco...
[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 4, cap. 4, pag. 137.4: Allora, la quarta notte, foraro tutto 'l poggio e cavaro co le punte de' dardi e de le spade e co' ferri ch'avevano, e tutto 'l poggio pertusaro, e non potero trovare una gocciola d'acqua.
[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 403, vol. 1, pag. 278.7: Et li denari falsi debiano rompere et pertusare.
[4] Stat. pis., 1321, cap. 79, pag. 265.26: Et ciascuno candelo di meza libra, et da tre uncie in suso, di socto pertuserano, sì che bene et comodamente possansi ponere sopra li celostri.
[5] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 2, pag. 26.16: dissiru ki [[...]] sirria meglu ki fussiru trabuccati li supecti duni di Minerva, oy gictati in mari, oy arsi, oy pirtusati a vidiri ki ·nchi fussi dintra.
[6] Guido da Pisa, Fatti di Enea, a. 1337 (pis.), cap. 13, pag. 24.17: Signori Troiani, a me pare che di questo cavallo noi tegnamo una di queste tre vie, ovvero di gettarlo in mare, ovvero di cacciarvi fuoco entro, ovvero di pertugiarlo e sapere che v' è dentro.
[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 59, vol. 2, pag. 589.24: e co' bolcioni dentro e di fuori pertugiarono il muro in due parti, per modo che vi poteano mettere il cavallo...
[8] Esopo tosc., p. 1388, cap. 52, pag. 218.20: e gastigo la fortezza di ciascuno ferro col mio piccolo dente e morso, apianando qualunche è più aspro e scorciando qualunche è più lungo; e quelli che sono da pertugiare pertugio e foro.
- Produrre una falla nello scafo di una imbarcazione.
[9] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 22, pag. 313.22: La decima cosa si è, che sono alcuni marineri che possono molto durare nell'acqua: dond'ellino si gittano nel mare ed entrano sotto alla galea e pertusanla...
[10] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 4, cap. 1, pag. 57.11: Glave è uno pesce che ha il becco come una spada, con che egli pertusa le navi, e falle perire.
[11] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 16, pag. 129.2: Proceo [[...]] pertusò molte navi di sotto l'acqua e facevale afondare.
[12] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 4, vol. 2, pag. 210.16: et inperò issu fussi andatu a li navi, misa que nci appi tutta la munita per tal que pertussati li navi issu murissi per so arbitriu...
1.1 Pron. [Detto di un corpo inanimato:] apparire aperto (per la mancanza di qsa). || Per la discussione relativa all'interpretazione pron. del verbo cfr. VD s.v. pertugiare.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 28.23, vol. 1, pag. 474: Già veggia, per mezzul perdere o lulla, / com' io vidi un, così non si pertugia, / rotto dal mento infin dove si trulla.
2 Produrre solchi, formare cavità (nel terreno o nella roccia).
[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 21.78, pag. 244: Del sangue di Medusa / nacque un cavallo alato, che qui vola / e con le zampe la terra pertusa.
[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 14, pag. 265.4: E dice rota D'una fessura, la qual fissura gocia lacrime, le quale lacrime foran, idest pertugiano, questa grotta ove se acoglieno.
[3] Diretano bando, XIV sm. (tosc.), cap. 66, pag. 47.19: Dunque dovete credere che se lle cose sono contra natura, e lla gocciola dell'acqua pertugia la pietra contra natura, dunque dovete credere che lle cose contra natura si smuovano...
- [Prov.].
[4] f Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 119.10: Melglio è monte girare ke pietra pertusare. || Corpus OVI.
3 Lacerare le carni, ferire trapassando (anche pron.).
[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 36.18, pag. 221: En Vótri me par una penna / zazunà la quarentenna; / ché, s'è freido in atra terra, / chi n'è semper mortar guerra / d'un vento zelao chi ge usa / chi le carne me pertusa...
[2] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 37.7, pag. 162: Oh quanto poco questo possedendo / il vedea gloriar, chè quivi allato / tra' sanatori il vedeva morendo, / lui avendo essi tutto pertugiato / co' loro stili...
[3] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 4, 41, pag. 71.21: Che è çò, fiola? Me vostu pertusar la man cum la clave?
[4] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 152.28: El quale Amos propheta fo occiso per Oziel re de Ierusalem portusandoli le tempie del capo de nocte allo dì ultimo del mese de marso.
- [Con rif. specif. alle stimmate di Cristo].
[5] Quindici segni, 1270-90 (pis.), 356, pag. 258, col. 1: Et poi Cristo apparrà tosto / sì come in croce fu posto, / et come fue chiavellato / et de la lancia pertuçato...
[6] Poes. an. urbin., XIII, 5.37, pag. 546: Le toe sante mano / oneste e bbeate / ne la croce stano / conficte e clavellate: / quilli ke tte ll'àno / cusì pertusate / non sanno che fare.
[7] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 2.75, pag. 491: Le sante mano blancke e gentili, / morved' e belle, lung[h]' e suttili, / so' pertusate per li fideli...
[8] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 210, pag. 169.24: E quela dibonarità ti dé esere tutto dì dinazi agl'occhi, ch'e' fece i suoi piedi e le sue mani pertugiare per guarentire de le pene d'inferno tutti coloro che a la sua partitta si vorano tenere.
[9] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 37, pag. 169.27: però Cristo volle esser tutto flagellato, e punto il capo di spine, ed in molti luoghi pertugiato, e tagliato con ferro.
[10] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 22, pag. 105.19: La soa carne santa e inmaculata è stachia pertuxaa da quella iusta spaa de l'ira de De'.
3.1 [Vet.] [Masc.] Praticare incisioni a scopo curativo.
[1] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 20, pag. 589.26: cun ferru pungenti un pocu e cunvinivilimenti caldu, in la plui baxa parti di la inflaciuni, ki dicta esti, in fini a lu mali pirtusa, kí la marza poza ixiri e voitarissi di tuttu.
[2] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 29, pag. 594.20: E, si killa inflaciuni avirà a generari marcigna di la plui baxa parti di la inflaciuni, digi curari cun ferru pungenti: pirtusalu, kí la marcigna, ki è ricolta, pir killu pirtusu si ndi voiti tutta.