0.1 sbramarse, sbramati; f: sbramar.
0.2 Da bramare 1.
0.3 Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.): 1.
0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Filocolo, 1336-38.
In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.).
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 Placare un desiderio (anche pron.).
0.8 Irene Falini 25.10.2021.
1 Placare un desiderio (anche pron.).
[1] Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 15, pag. 1230.12: Or im processo de tempo lo dicto çovene fo sì constretto d'amore che brevemente ello era a fine de soa vitta: propose insumma de sbramarse e fosse po' çò che podesse.
[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 1, pag. 237.3: Ritornato Florio a Montoro, lieto per la campata Biancifiore non meno che per l' avuta vittoria, avendo ancora gli occhi alquanto della lunga sete sbramati, prendendo riposo del ricevuto affanno, incominciò a menar lieta vita...
[3] f Sonn. an. a Petrarca, a. 1374 (tosc.), Quanto più miro, 9, pag. 137: Lasso! credendo sbramar questa sete / pur rimirando quel volto sereno, / ognor più m'inviluppo ne la rete... || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.