TRALÙCERE v.

0.1traluca, traluce, tralucê, tralucea, tralucendo, tralucente, tralucenti, tralucere, traluceva, tralucie, traluco, tralucono, traslucente, traslusse.

0.2 Lat. translucere (DELI 2 s.v. tralucere).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Castellani), 1268 (tosc.): 1 [3].

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Castellani), 1268 (tosc.); Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.); Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.).

In testi mediani e merid.: Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

0.5 Accento: anche tralucére.

0.7 1 [Di corpi vitrei o diafani:] riflettere la luce o lasciarsi attraversare da essa. 1.1 Lasciarsi attraversare dallo sguardo rendendo visibile il proprio contenuto. 2 Risplendere (di luce propria o riflessa). 2.1 Fig. [Con rif. a concetti astratti o in senso metaf.]. Anche pron. 2.2 Fig. [Con connotazione neg.:] emanare un pallido riflesso. 2.3 Sost. Fig. Bagliore, luce. 2.4 Fig. [Con valore causativo:] far risplendere. 3 [Della luce:] passare attraverso un corpo. 3.1 Fig. Entrare o infondere nell'animo. 4 Fig. Signif. incerto: far apparire sotto false sembianze, distorcere la realtà o essere impercettibile?

0.8 Chiara Elena 19.10.2021.

1 [Di corpi vitrei o diafani:] riflettere la luce o lasciarsi attraversare da essa.

[1] Libro pietre preziose, XIV in. (fior.), pag. 315.3: E quelli [[scil. smeraldi]] che tralucono sono milliori; et in tanto sono verdi, che quando s' appressano all' aiere che si tingono di verdore, o sieno al sole, o al lume de la luna...

[2] Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 256, pag. 584.30: quasi come s'ella t'avesse messo inanzi vetro che traluce.

- Fig.

[3] Andrea da Grosseto (ed. Castellani), 1268 (tosc.), L. IV, cap. 49, pag. 271.13: «Mal si fa quello ke ssi fa a fede dela ve(n)tura; p(er)ciò ke la ve(n)tura traluce (e) qua(n)do ella risplende sì ssi speçça». || Cfr. Albertano, De amore, IV, 7: «Fortuna enim vitrea est».

1.1 Lasciarsi attraversare dallo sguardo rendendo visibile il proprio contenuto.

[1] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 34, pag. 276.15: ma quel ghiaccio è tanto chiaro ch'egli tralucie chome fa il cristallo, sicché l'anime che dentro vi sono, con tutto ch'elle sieno velate e coperte di questa ghiaccia, sì ssi veghono.

1.1.1 Fig. [Con valore iperbolico:] essere trasparente.

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 93.1, pag. 211: I' son sì magro che quasi traluco, / de la persona no, ma de l'avere...

1.1.2 Fig. Lasciare intravedere spazio tra i ranghi.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 26, pag. 33.26: così i radi, e che tralucono, danno via a' nemici di rompere la schiera.

1.1.3 Fig. Rivelarsi, manifestarsi visibilmente (spec. rif. a qualità, pensieri o sentimenti).

[1] Dante, Rime (ed. De Robertis), a. 1321, canz. 1 [CIII].29, pag. 9: per tema non traluca / lo mio pensier di fuor sì che si scopra...

[2] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 162.5, pag. 853: E quel che pare e quel che mi traluce / m'abbaglia tanto l'uno e l'altro viso...

[3] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 36.9, pag. 581: Saver podete el desio che traluce / tanto de fuor...

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 277.11, pag. 351: Imaginata guida la conduce, / ché la vera è sotterra, anzi è nel cielo, / onde più che mai chiara al cor traluce: / agli occhi no, ch'un doloroso velo / contende lor la disiata luce...

2 Risplendere (di luce propria o riflessa).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 13.69, vol. 3, pag. 212: La cera di costoro e chi la duce / non sta d'un modo; e però sotto 'l segno / idëale poi più e men traluce.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 109, vol. 3, pag. 532.16: a dDio, nel cospetto del quale la luna non risprende, le stelle non tralucono e immonde sono.

[3] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/94 (pis.>fior.), c. 21, 19-33, pag. 588.32: cioè nel quale oro, raggio; cioè di qualche luce, traluce; cioè risplende...

2.1 Fig. [Con rif. a concetti astratti o in senso metaf.]. Anche pron.

[1] Ecclesiaste volg. (vers. alfa), XIII ex. (fior.), cap. 8, pag. 217.13: [1] La sapientia dell'uomo si gli traluce nel volto, ma il potentissimo gli farà cambiare la faccia. || Cfr. Eccl., 8.1: «sapientia hominis lucet in vultu eius».

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 14.79, vol. 2, pag. 235: «Tu vuo' ch'io mi deduca / nel fare a te ciò che tu far non vuo'mi. / Ma da che Dio in te vuol che traluca / tanto sua grazia, non ti sarò scarso...

[3] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 104.4, pag. 649: per che polito me parete e terso, / sì che vertù ciascuna in voi traluce.

[4] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 1.42, pag. 662: Ov'esso [[scil. Amore]] non traluce, / cosa niuna mai nasce perfetta.

[5] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1271, pag. 299: Et sia facta [[la feria]] sì bella, como sole traluca.

2.2 Fig. [Con connotazione neg.:] emanare un pallido riflesso.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 5.12, vol. 3, pag. 68: e s'altra cosa vostro amor seduce, / non è se non di quella alcun vestigio, / mal conosciuto, che quivi traluce.

[2] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/94 (pis.>fior.), c. 5, 1-18, pag. 134.2: cioè lo qual vestigio, quivi; cioè nello intelletto umano, traluce; cioè trapassa con falsa luce...

2.3 Sost. Fig. Bagliore, luce.

[1] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 1.21, pag. 4: Apresso volse questo summo duce / ch'essa luce splendesse ne le obscure / cose, che non comprexe il suo tralucê.

2.4 Fig. [Con valore causativo:] far risplendere.

[1] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 28.60, pag. 63: l'altra è pietà, che 'nfine a dDio traluce / chi si veste suo fregio.

3 [Della luce:] passare attraverso un corpo.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 7.4107, pag. 367: Ombra è non altro che celata luce / Da corpo tenebroso che riceve / Lo raggio che diretro non traluce.

3.1 Fig. Entrare o infondere nell'animo.

[1] Dino Fresc. (ed. Marti), XIII ex./a. 1316 (fior.), 2.6, pag. 359: E poi si trova [[scil. la stella]] di tanta ferezza, / vedendo come nel cor mi traluce, / c' ha preso, con que' raggi ch' ella 'nduce, / nel firmamento la maggior altezza.

[2] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 14.7, pag. 559: e che negli occhie mei alcun risìbele / non mai apparve, da poi vostra luce / da lor partì, che 'n la mente traluce / per quella emmagen, che vèn eccorrettìbele.

[3] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 9.8, pag. 702: deh non siat'aspre a mostrarm'el cospetto, / che raggio di salute al cuor traluce.

4 Fig. Signif. incerto: far apparire sotto false sembianze, distorcere la realtà o essere impercettibile?

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 10.2508, pag. 279: Guarda li piedi e li veloci passi / Che fai verso la morte che ti guarda, / E come il tempo che traluce lassi.

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 5.3789, pag. 349: Veggio che il tempo tralucendo passa, / Però non dare indugio a lo tuo bene, / Ché il tempo mai non torna poi che lassa. / Passato il tempo, non val si pentire.