SARABÀITI s.m.pl.

0.1 sarabaiti, serabaiti.

0.2 Lat. mediev. sarabaitae (cfr. Du Cange s.v. sarabaitae).

0.3 Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1308 (pis.): 1.

0.4 In testi tosc.: Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1308 (pis.); Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81].

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Eccles.] Monaci che vivono in piccoli gruppi privi di una regola e di un superiore.

0.8 Matteo Cesena 05.11.2021.

1 [Eccles.] Monaci che vivono in piccoli gruppi privi di una regola e di un superiore.

[1] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1308 (pis.), cap. 11, pag. 420.21: Li terzi chiamano al modo loro Reimot; ma noi comunemente li chiamiano Serabaiti, e sono questi terribile, e spiacevole gente; e di questi tali per la maggior parte n' è piena questa nostra provincia, e contrada.

[2] F Regola di s. Benedetto volg., 1313 (tosc.): La terza generazione de' monaci, tenebrosa, son detti Sarabáti; li quali, in nulla regola provati per esperienza di maestro, ś come l'oro nella fornace... || Lisi, Regola p. 7.

[3] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81] 31, pag. 383.5: questi fraticegli sono uomini secolari sanza ordini, sanza niuna oservanza regolare, uomini camufati, i quali portano abito da nullo prelato o vescovo aprovato, uomini girovaghi e sarabaiti di natura di piombo...