LABBIA s.f.

0.1 labbia, labbie, labia.

0.2 Lat. labia (DEI s.v. labbia).

0.3 Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf. (Rb), 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Regimen Sanitatis, XIII/XIV (napol.); Manfredino, a. 1328 (perug.).

N L'att. in Jacopo della Lana è una cit. dantesca.

0.7 1 Plur. Lo stesso che labbra (spesso con rif. all'atto del parlare). 1.1 Fig. Modo di parlare, tono di voce. 2 Volto umano, inteso nelle sue fattezze e nelle espressioni che rivelano sentimenti e stati d'animo. 2.1 Estens. Aspetto fisico di una persona (anche come espressione della sua moralità). 3 [Con rif. al lat. labes per paretimologia:] materia sozza contenuta nelle viscere.

0.8 Luca Barbieri 30.11.2021.

1 Plur. Lo stesso che labbra (spesso con rif. all'atto del parlare).

[1] Regimen Sanitatis, XIII/XIV (napol.), 9, pag. 563: Ad te patre virissimo, Christo Dio omnipotente, / eo clamo con fiducia, prego devotamente; / áperimme le labia, visita la mia mente...

[2] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.4.2, pag. 170: Poi che mi stringe sì aspra tua fibbia, / che me provòca ad aprir li miei labbia / a consigliar sopre la fiera scabbia, / qual tua mimoria confonde ed enibbia...

[3] <Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.)>, c. 30, pag. 535.21: Questo salmo, cantato dalli Angeli, introduce l' Autore per sè, in ciò che tanto era confuso, che lle sue labbia non potiéno proferere la risposta alla domanda di Beatrice...

[4] Lancia, Chiose Purg., 1341/43 (fior.), c. 31, vv. 7-9, pag. 826.12: La boce hae questi organi: polmone, strozule, palato, lingua, denti e labia.

[5] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 6, pag. 23.17: e Cristo vero Dio, lo Dio dell'amore e della carità e della verità, è abbandonato, e non è chi 'l voglia, nè chi lui onori, se no colle labbia, e però molto dovemo dolere.

[6] Fazio degli Uberti, Rime, a. 1367 (tosc.), canz. attr. 6.44, pag. 560: labbia vermiglie che di lor bagiare / mi s'accendea nel cor tuttor vaghessa...

[7] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 19, 121-133, pag. 510.28: Con sì contente labbie; cioè con labbie ridenti, che mostrano contentamento della cosa udita o veduta...

[8] f Maestro Bartolomeo, Chirurgia di Ruggero da Parma volg., XIV (tosc.), [L. 1, cap. 46], pag. 252.12: Della fenditura delle labia. Alla fenditura delle labia, che in volghare si chiama la setula, si fa tale cura... || Corpus OVI.

1.1 Fig. Modo di parlare, tono di voce. || Interpretazione dei commenti danteschi.

[1] Gl Jacopo della Lana, Inf. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 14, v. 67, pag. 444.2: miglior labia. Çoè parladura et aspra.

[2] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 14, 61-72, pag. 383.9: imperò che prima avea parlato a Capaneo con ira, con miglior labbia; cioè parlando più mansuetamente...

2 Volto umano, inteso nelle sue fattezze e nelle espressioni che rivelano sentimenti e stati d'animo.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 123.4: E quando il padre il menò a Socrate che l'amaestrasse, Socrate disse, vegendo la labbia del garzone: «El sogno mio è compiuto».

[2] Noffo (ed. Gambino), XIII/XIV (fior.), 1.53, pag. 45: E nella sua labbia sempre dimora, / a simile d'un angel, la pietate, / con tanta claritate / che sempre sta gioioso chi la vede.

[3] Dino Fresc. (ed. Contini), XIII ex./a. 1316 (fior.), 2.5, pag. 617: si chiuse poi, ond'io sento nel core / fitto un quadrello che Morte i scoperse: / per che di fuor la mia labbia coperse / d'oscura qualità, sì che 'l dolore / si mostra ben quant'è, nel mi' colore...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 7.7, vol. 1, pag. 110: Poi si rivolse a quella 'nfiata labbia, / e disse: «Taci, maladetto lupo! / consuma dentro te con la tua rabbia.

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 23.47, vol. 2, pag. 394: Questa favilla tutta mi raccese / mia conoscenza a la cangiata labbia, / e ravvisai la faccia di Forese.

[6] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 27.58, pag. 414: Così cercando il paese infelice, / tra 'l Nilo e 'l monte, in verso il sen d'Arabia, / dove Etiopia serra le pendice, / gente trovammo di sì scura labia, / ch'a riguardare i corpi e' lor costumi, / non so ch'al mondo di più strani v'abia.

- [Con un agg. che specifica l'emozione visibile dall'espressione del volto].

[7] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 36 parr. 4-5.6, pag. 144: come lo vostro, qualora davanti / vedetevi la mia labbia dolente...

[8] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 48.16, pag. 178: A molti saria melgli<o> star 'n una gabia, / che volé' star, con tale usanza, al tribio, / e farne facc[i]a, e mostrar buona labia!

[9] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 19.122, vol. 1, pag. 327: I' credo ben ch'al mio duca piacesse, / con sì contenta labbia sempre attese / lo suon de le parole vere espresse.

[10] Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.), 4.25, pag. 578: Onde mia labbia sì mortificata / divenne allora, ohimè, ch' i' non parea, / sentendo il cor morire innaverato...

[11] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 7.43, pag. 43: Anfion poi con labbia consolata / vi conobb'io, al suon del cui liuto / fu Tebe pria di muri circumdata.

- Sinedd. Lo stesso che guancia.

[12] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 7.85, pag. 46: Quel ch'a labia massill'à libertate / de porve sopra la man una volta, / fà che de l'altra labia largitate.

2.1 Estens. Aspetto fisico di una persona (anche come espressione della sua moralità).

[1] Monte Andrea (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.), son. 116a.12, pag. 357: val poco lab[b]ia - di bie[l]tate ch'ag[g]ia: / ch'ello non cag[g]ia, - ciò no l'amaestra.

[2] f Apollonio di Tiro (A), XIV pm. (fior.), [12], pag. 130.3: Allora lo pescatore, vedendo ch'aveva labbia di gentile huomo, presegliene grande piatade, udendolo così lamentare... || Corpus OVI.

[3] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Cupidinis III.159, pag. 221: In così tenebrosa e stretta gabbia / Rinchiusi fumo, ove le penne usate / Mutai per tempo e la mia prima labbia...

[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 40, terz. 91, vol. 2, pag. 186: Ma già la sua persona era costretta / da 'nfermità, sicchè la bella labbia / si trasmutò in cosa maledetta, / e tutto si rodea per la scabbia, / e brievemente uscì di questa vita, / per lo dolor compreso, pien di rabbia.

- Nostra labbia: forma umana (in opp. a quella animale).

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 25.21, vol. 1, pag. 419: Maremma non cred' io che tante n'abbia, / quante bisce elli avea su per la groppa / infin ove comincia nostra labbia.

3 [Con rif. al lat. labes per paretimologia:] materia sozza contenuta nelle viscere.

[1] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 25, 16-24, pag. 643.35: Infin dove comincia nostra labbia; cioè lo nostro ventre, ove sta la bruttura di tutto lo corpo umano: labbia significa bruttura; cioè labe, che è vocabolo grammatico...