MOTTEGGIARE v.

0.1 mocteggiate, motegia, motteggi, motteggia, motteggiando, motteggiandola, motteggiandolo, motteggiandosi, motteggiano, motteggiar, motteggiare, motteggiarla, motteggiarlo, motteggiarono, motteggiasse, motteggiati, motteggiato, motteggierebbero, motteggio, motteggió, motteggiollo, mottegia, mottegiando, mottegiandolo, mottegiare, mottegiòe, mottengiandolo, mottiava, mottigiare, mottiò, muctione, muteyandu, muttiiandu; f: motegata.

0.2 Da motto.

0.3 Bart. da San Concordio, 1302/1308 (pis.>fior.): 1 [18].

0.4 In testi tosc.: Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1308 (pis.); Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321/22 (fior.); Lett. prat., 1390 (9); Lett. pist., 1392; f Filippo degli Agazzari, Assempri, p. 1397 (sen.).

In testi mediani e merid.: Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Anonimo rom., Cronica, a. 1360; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Dire scherzando, parlare argutamente o scherzosamente. Punzecchiare o riprendere scherzosamente qno. 1.1 Interloquire o dialogare con qno in modo scherzoso o giocosamente insolente.

0.8 Zeno Verlato 28.03.2022.

1 Dire scherzando, parlare argutamente o scherzosamente. Punzecchiare o riprendere scherzosamente qno.

[1] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1308 (pis.), cap. 11, pag. 423.21: E perciocchè la notte [[...]] ciascuno per se nella sua cella vegghia, vanno cercando i detti decani alle celle degli suoi sudditi [[...]]. E qual sentono negligente, non lo riprendono, nè motteggiano per non fargli vergogna...

[2] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321/22 (fior.), 32, pag. 214.14: di messer Umberto Camiscione de' Pazzi di Valdarno si conta [[...]], d'alcuno altro di sua casa nominato Carlino motteggiando...

[3] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 8, cap. 26, vol. 2, pag. 262.30: Li Sanniti [[...]] se ne tornarono disarmati e disagiati di tutti i beni, lasciate tutte le loro cose tra li nemici, e furo scherniti e motteggiati, non pur solamente tra li strani, ma da' loro medesimi.

[4] Cavalca, Vite SS. Padri (ed. Delcorno), XIV t.d. (tosc.occ.), pt. 3, cap. 101, Monaco tentato dalla bestemmia, pag. 1120.17: Allora rispuose l'abate Silvano, e disse mottengiandolo: - Tu sè homo spirituale, e non à' bizogno di questi cibi corporali...

[5] Gl f Chiose Valerio Massimo (A - FN1), a. 1336 (fior.), ch. b [I.1.ext.3], pag. 2v.15: [con detti solazzevoli] (di diletto) Ciò è mottegiando, sì li logorava. || Corpus OVI.

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 2, vol. 1, pag. 20.2: E Dionisiu, ingendratu a Syragusa, tanti sacrilegij soy, comu jà sapimu d'issu, appi a delectu prosecutarli cun paroli iucusi et quasi muteyandu. || Cfr. Val. Max., I, 1, ext. 3: «iocosis dictis».

[7] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1341 (pis.), L. 1, cap. 29, vol. 1, pag. 251.26: E parlando non gli disse villania, nè rimproverogli li benefici fatti, ma motteggiollo, e riprese cortesemente dicendogli: Adamo, Adamo, dove sei?

[8] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 177, pag. 36: Da poy che fo ad Napoli, recontò soa novella; / Lo re lo mottiò, ché no lli parse bella, / Et dixeli che aveva core de femmenella; / Et lui lo sofferìo como una donzella.

[9] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 2, pag. 597.18: La badessa, che non la 'ntendeva, disse: «Che cuffia, rea femina? Ora hai tu viso da motteggiare? parti egli aver fatta cosa che i motti ci abbian luogo?».

[10] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1379] 79.76: Tu pur non cridi, / neanche te la ridi, - a quel ch'io vegia; / zascun motegia, / e 'l mondo sì verdegia - en tuoi peccati.

[11] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 277, pag. 308.14: Se la tua moglie è folle, e tu nolla dei coprire né mottegiare, che tu potresti pigiorare di discoprire la tua onta...

[12] F Lett. di Margherita a Fr.Datini, 1384-1410 [1384] (tosc.): Io si sono piò motegata que se fose la dona novela e mi dicono chose que se fose una dona novela manchua alcuna chosa: se d'io sto trista, dichono qu'io fo per galosia; si d'io lieta, dichono que sono sanari di Frangesco Marcho... || Rosati, p. 12.

[13] Lett. prat., 1390 (9), 8, pag. 176.15: Ò caro mi mocteggiate del mio guadagno, del quale dite avete bisongnio p(er) lo partire di costà.

[14] Lett. pist., 1392, 8, pag. 17.27: di qual consiglio sicurate voi le mercatantie altrui e fate sicurare le vostre, pericolo dell'anima e del corpo, s'egli è secondo ch'è me' porto; e vedremo a qual de' dice comandamenti si riducerà, e non motteggio in questo punto!

[15] f Filippo degli Agazzari, Assempri, p. 1397 (sen.), 45, pag. 432.26: El quale mercatante spesse volte motteggiando diceva: «Chi in questo mondo è pecora ne l'altro va belando»... || Corpus OVI.

[16] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 50, pag. 115.1: - Ribi, se' tu per motteggiare? - Disse Ribi: - Madonna no, anzi dico dal migliore senno ch' io ho...

- [Come atto proprio dei buffoni].

[17] Anonimo rom., Cronica, a. 1360, cap. 8, pag. 42.8: Po' le vivanne viengo buffoni riccamente vestuti. Tal cantava, tal ballava, tal mottiava.

- Sost.

[18] Bart. da San Concordio, 1302/1308 (pis.>fior.), dist. 2, cap. 5, par. 6, pag. 55.9: Ed aggiugne quivi Tullio molti essempri, del provedimento di Cesare, dell'allegrezza di Lelio, del motteggiare di Socrate, dell'autorità di Pittagora... || Cfr. De doc. antiq., 2, 5, 6: «facetia Socratis».

[19] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), tenz. 4, 2.10, pag. 773: Ma i' ve tegno più savio, che non crida / el vostro motteggiar, ch' él seria fello / quel, ch' una strada far tuttor s' affida.

[20] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 29, pag. 65.21: Forse, che mi farà ridere colle sue ciance, e col suo motteggiare, ma fors' io 'l farò piagnere colle mie sentenzie.

[21] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 349, pag. 225.4: E non essere motteggiatore: lascia il motteggiare a' buffoni, però che spesse volte per motteggiare se n'acquistano grandi brighe e malevoglienze.

1.1 Interloquire o dialogare con qno in modo scherzoso o giocosamente insolente.

[1] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 37, pag. 268.30: [[le donne]] co· lloro mariti possono ridere e motteggiare ma non con altrui senza biasimo...

[2] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 29, pag. 240.16: et venne chaso che questo maestro, chosì mottegiando, disse a questo Alberto ch'egli sapeva volare e insegnierebbegliele...

[3] A. Pucci, Noie, a. 1388 (fior.), 31, pag. 3: A noia m' è chi col fratte mottegia / quand' è inn atto di confesione, / nè par che pensi che Dio se n' avegia.

[4] F Lett. comm., 1387-1406 [1391] (tosc./lig./calabr.): E' m' è giovato di mottegiare chon voi: e però, se avessi sopraabondato, abiate pazienza. || Livi, Dall'archivio di Francesco Datini, p. 40.

- [Con rif. a un uomo:] rivolgersi in modo scherzosamente provocante a una donna per attirarne l'attenzione.

[5] <Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.)>, c. 16, pag. 299.22: Era la fanciulla [[...]] molto bella; il Conte la mottegiòe di volerla baciare; la fanciulla disse, che nè elli, nè altri potrebbe ciò fare, se suo marito non fosse; onde il Conte considerata la savia risposta, per mano dell'Imperadore la sposòe...

[6] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 7, par. 7, pag. 223.23: alcuna volta o riguardarlo o motteggiare il vide ad alcuna bella donna la quale per avventura era o sua parente o onestamente dimestica, sua la credette, e così con semplici parole affermandolo, gliele credetti.

[7] A. Pucci, Rime (ed. Corsi), a. 1388 (fior.), 46.70, pag. 873: Quando le frutte rappariscon fresche, / vengon le foresette con panieri / di fichi, d'uve, di pere e di pesche: / se le motteggi, ascoltan volontieri, / ed havi di piú belle che 'l fiorino / con rose e fior che recan di verzieri.

1.1.1 Dialogare in modo lepido e vezzoso (tra amanti).

[1] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 69.3, pag. 101: tenendosi amenduni in braccio stretti, / e motteggiando usavan tutte quante / quelle parole ch'a cotai diletti / si soglion dir tra l'uno e l'altro amante, / basciandosi le bocche, gli occhi e' petti...