PREMIO s.m.

0.1 plemio, premi, premii, premij, premio, premiu, premj, priemio.

0.2 Lat. praemium (Nocentini s.v. premio).

0.3 Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.): 1 [9].

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1308 (pis.); Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>; Enselmino da Montebelluna (ed. Andreose), XIV pm. (trevis.); Tratao peccai mortali, XIII ex./XIV m. (gen.); Doc. bologn., 1366; Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Anonimo rom., Cronica, a. 1360; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.); Lett. palerm. (?), 1370 (2).

0.5 Locuz. e fras. in premio 1; per premio 1; premio della virtù 1; premio della vittoria 1.2; premio di emancipazione 2.1; premio di virtù 1; premio di vittoria 1.2; premio eterno 1.1.

0.7 1 Ricompensa data a qno per aver operato in modo meritorio o virtuoso o per aver speso fatica. 1.1 [Per antonomasia, ad indicare la beatitudine in Paradiso (in contrasto con le pene dell'Inferno)]. Premio eterno. 1.2 Ricompensa formale di una vittoria conseguita in una gara, in una battaglia o in una guerra (anche in contesto fig.). 2 Riconoscimento pubblico del valore e del merito. 2.1 [Dir.] Premio di emancipazione: riconoscimento formale del raggiungimento dell'età dell'indipendenza. 3 Compenso conferito in cambio di qsa in uno scambio (occasionale) considerato equivalente. 3.1 Compenso per una mansione o per una prestazione lavorativa. 3.2 [Dir.] Ricompensa in denaro conferita a chi consegna un malfattore alla giustizia, taglia.

0.8 Francesca Cresci 12.02.2020.

1 Ricompensa data a qno per aver operato in modo meritorio o virtuoso o per aver speso fatica.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 4, pag. 281.11: [[Varrone console]] alla fine ebbe ardimento, quasi solo vergognosamente col suo compagno Paolo, tornare in Roma, e fugli della sua prontezza dato premio.

[2] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1308 (pis.), cap. 13, pag. 433.9: Alli amanti nulla cosa è dura, e a quelli, ch' hanno gran desiderio, cioè ch' aspettan gran premio, niuna cosa par loro fatica, o impossibile.

[3] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 78, pag. 108.8: E dreta raxon sì comanda ke l'omo faza lo ben e schive lo mal; e se l'omo fa ben, k' ello deba recever premio; s'ello fa mal, k' ello debia sostegnir pena.

[4] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 6, cap. 6.118, pag. 219: E non dir poi che premio non aggi, / Se ttu ài per me fatica alchuna.

[5] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1330 (pis.), Prologo 2, pag. 6.4: la morte, quasi a tutti orribile e penosa, amava e desiderava come fine e premio d'ogni sua fatica.

[6] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 1, cap. 7, pag. 15v.16: El premio substantiale della sopradecta virtù in via si è la perfectione de l' habito: la quale continuamente cresce per lo virtuoso acto.

[7] Lett. palerm. (?), 1370 (2), pag. 186.27: tu(n)c nuy li adima(n)da(m)mu gr(aci)a p(ro) om(n)ib(us) monacis n(ost)ris de absoluc(i)one i(n) articulo mortis. Ipse aut(em) respondit sic dicens: "No ni vuglati richircari da ora tali gracia, nè p(re)miu optiniri di lu s(er)viri ki ni aviti fattu...

[8] Francesco da Buti, Par., 1385/94 (pis.>fior.), c. 14, 19-33, pag. 417.15: saria iusto muno; cioè sarebbe iusto premio: non avessono li omini iusti altro premio, che 'l canto de' beati, serebbe iusto ad ogni loro merito.

- In, per premio: come ricompensa.

[9] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 370, pag. 115: verò i[n] premiu, lasù i v' ai' mennar: / perçò ve 'l dico, no ve [de]sconfortae, / en lo meu regno [ve] vo[io] far regnar».

[10] Gl Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 5, pag. 245.12: Ed il nono die si raunano le genti d'ogni parte per vedere i giuochi d'Enea, e parte per giucare aparecciati. E sono poste per premio, cioè per merito del vincitore, verdi corone di palma e vestimenta dorate e talenti d'oro.

[11] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 5, cap. 31, par. 2, pag. 194.4: erano nati della casa d'Anatenabo re che ffu d' Egitto, per una donna ch' ebe nome Massiria, la quale fu data a cquesto cavaliere in premio della prodezza c' avea usata nelle bisongnie del Rengnio...

[12] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1341 (pis.), L. 2, cap. 22, vol. 2, pag. 349.22: Anco esso medesimo Cristo di se parlando dice: Io son via, verità, e vita, cioè via in esempio, verità in documento, vita in premio.

[13] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XV, par. 91, pag. 684.12: La poesì [[...]] si sforza di fare eterno il nome del suo divoto componitore: e se eterno far nol puote, gli dà almeno per premio della sua fatica quella vita, della qual di sopra dicemmo, lunga per molti secoli, rendendolo celebre e splendido appo i valorosi uomini...

- Premio di / della virtù.

[14] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 16, vol. 2, pag. 185.4: Ca la consideraciuni di li premijdi virtuti et la consideraciuni di li hunuri se divi judicari egualimenti, con zò sia cosa que la nobili natura ni duna gran gauyu quandu nuy vidimu disyari lu hunuri a la industria et eciandeu li lu vidimu fari.

[15] Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 3, 10-21, pag. 60.26: onestà è mantenimento d'onore; lo quale onore è premio in questa vita de la virtù...

[16] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [BarPad] madr. 7.1, pag. 243: Se premio de virtù è sol onore, / molt'è fallace de zascun la brama / che senza lei se crede aquistar fama...

- [Con valore antifrastico].

[17] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 3.67, pag. 12: «Recordo d' una femena ch'era bianca, vermiglia, / [[...]]/ le suoi belle fatteze lo pensier m'assuttiglia; / molto sì me semiglia de poterli parlare». / «Or attenne lo premio de questo c' hai pensato: / lo mantello aritollote per tutto esto vernato; / le calzamenta lassale per lo folle cuitato, / ed un disciplinato fin a lo scortecare».

[18] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 12, pag. 476.11: te[n]endo e ponendoli il piede sul collo, prende la spada con la destra e li lla mette nella gola, e parla queste parole: «[[...]] [36] Questi premii portano quelli che ànno avuto ardire di tentarmi col ferro...

[19] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 7, pag. 541.15: venuto è il tempo che io farò col tuo aiuto portar pena alla malvagia femina della ingiuria fattami in premio del grande amore che io le portava»...

1.1 [Per antonomasia, ad indicare la beatitudine in Paradiso (in contrasto con le pene dell'Inferno)]. Premio eterno.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 321, pag. 248: Bon premio poi attende per questa pietá, / Ke 't fi servao a tempo dra toa necessitá, / Per quel ke la lemosina purga l'iniquitá / E scampa l'om da morte e da grand arsitá.

[2] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 17, pag. 130.9: In del terso modo ci kiama al premio. Unde conforta li peccatori, che tornino ad penitentia, però che non solamente perdonerà loro et scamperalli del giudicio eternale, ma anco darà loro vita eterna...

[3] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 4, cap. 36, pag. 161.35: e tamen, pugnamu ki jntra li beati che sia alcuna varietate, tamen tucti richipinu unu dinaru pir remuneraciunj, zo è tucti richipinu una beatitudinj, pugnamu ki l'unu, sicundu maiuri meritu ki avi, aia maiuri premiu de l'autru.

[4] <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>, c. 25, 79-99, pag. 531, col. 1.3: poeticamente mostra come l'anima è partida dal corpo sí gl'avene o pena o premio secondo che la iustisia de Deo ordena e dispone...

[5] Cavalca, Vite SS. Padri (ed. Delcorno), XIV t.d. (tosc.occ.), pt. 3, cap. 72, Altra visione di un vescovo, pag. 1063.21: Dio [[...]] à compattione ai penetenti, come buono medico all'infermi, e liberandoli dai peccati, falli iusti, e dona loro li premiietterni -.

[6] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 1, pag. 609.24: E non ha più il Signore che ti dare, dandoti il suo Figliuolo, nascendo per compagno, conversando per maestro, cenando in santo cibo, morendo in tanto prezzo, risuscitando e in cielo andando in sì alto premio.

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 7, vol. 1, pag. 187.32: amenati con vuy insembla a luci tucta l'asemblaya di la beata multitudini, la quali carigata di premij et di laudi perficiru li venirabili stipendij di la pura fidi.

[8] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 1, 112-129, pag. 50.22: per la considerazione del premioeterno, l'uomo s'avanza alle virtù contemplative che le chiama il Filosofo virtù dell'animo purgato; e per questo modo ritorna l'uomo nella via dritta che mena alla gloria di vita eterna...

1.2 Ricompensa formale di una vittoria conseguita in una gara, in una battaglia o in una guerra (anche in contesto fig.).

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 21, pag. 107.14: prima si conviene combattere, poi s'ha il premio. [[...]] Altro è stipendî e altro è premio. Soldo si è quello che ssi dava a' cavalieri di Roma anzi ch'andassero a la battaglia, acciò che vivessero; ma poi era loro dato il premio.

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 5, pag. 303.29: I tre primi riceveranno i premii e saranno cinti il capo di verde oliva.

[3] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 11, ott. 24.7, pag. 611: d'ogni vincitore / premio, la palma fu tagliata ancora...

[4] Matteo Corsini, 1373 (fior.), cap. 34, pag. 50.8: Scipione Affricano avea conquistato molte terre: fra l' altre, disfece Cartagine, ch' era contro a' Romani: non volse premio niuno, però che gli parea essere tenuto di crescere la sua patria.

- Premio di / della vittoria.

[5] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 8, cap. 44, pag. 367.21: costrignerò lui di combattere e sarà più tosto Cartagine premiodella vittoria, che le castella de' Bruzii mezze rovinate.

[6] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 102, pag. 746.24: Pietrabuona, la quale era del contado di Pisa, origine in grido e cagione della guerra, in premio di vittoria per patto rimase al Comune di Firenze...

[7] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 7, pag. 98.8: Exiona [[...]] foy presa in tiempo de la destructione de Troya da li Grieci e data per loro in premio de victoria a lo re Thelamone.

2 Riconoscimento pubblico del valore e del merito.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. V, pt. 18, pag. 191.6: santo Geronimo amuniscie li predichatori e tutti i prenutiatori della parola di Dio che brievemente debbano dire aciò che 'l cibo spirituale che debba confortare e nutrichare l'anima non si converta in inchontento e in tedio dello uditore, e così onde debba uscire merito e premio ne riescha demerito (et) tormento.

[2] <Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.)>, c. 17, 70-93, pag. 393, col. 2.19: Nota qui la sagacità dell'A. lo quale se vole reservare a dire alcune cose, imperçò che 'l ditto messer Cane, da chi ello spettava premio, non curasse piú de questa Commedia che della soa persona.

[3] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 521, pag. 796.4: Detto come era grande l' onore e 'l premio che ' poeti nel preterito tempo avevano de' principi, ora quale riceveano sogiugne.

[4] Enselmino da Montebelluna (ed. Andreose), XIV pm. (trevis.), lamentatio, cap. 1.59, pag. 485: Piançete, cieli, che del'alto gremio / nel mio sparsesti quel Santo d'i santi / che tolse tanta pena sença premio...

[5] Zanobi da Strada, Somnium Scipionis volg., a. 1348 (fior.), cap. 9, pag. 61.14: Adunque, se ttu vorrai altamente raguardare e vedere questa sedia et etterna casa, non ti darai a' sermoni del popolo e non porrai la speranza delle cose tue ne' premii umani...

[6] Anonimo rom., Cronica, a. 1360, cap. 6, pag. 25.29: Fuoro divisi per le case caritativamente e dato a loro da magnare, buono lietto, lavati piedi, fatta moita caritate per tre dìe senza premio.

2.1 [Dir.] Premio di emancipazione: riconoscimento formale del raggiungimento dell'età dell'indipendenza.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 355, vol. 1, pag. 254.32: se alcuno manceppiarà el filliuolo, o vero filliuoli, et in premio di manceppiagione a lloro o vero a llui darà de li beni sui alcune possessioni immobili, sia tenuto et debbia quello filliuolo [[...]] pagare el datio al comune di Siena...

[2] Doc. bologn., 1366, pag. 86.37: Anche intendo et voglio che a Çohane mio figliolo, chon ço sia chosa ch'io li dedi in priemiod'emançepaxon le tere le quae io ò a Castello del vescovo e de le case da san Mathio di Acharixi che sono da Prospero, per lo piado che v'era per ch'ello era chierego, et dito piado si è vento...

3 Compenso conferito in cambio di qsa in uno scambio (occasionale) considerato equivalente.

[1] Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.), cap. 87, pag. 176.26: io Scilla figliuola dello re Niso ti dono la patria mia; nullo premio ti domando se non che tu tegni questa capigliara d'oro, con la quale ti dono non solamente li capelli ma eziandio lo capo di mio padre.

[2] Lett. volt., 1348-53, pag. 207.14: Et se Nastoccio impetrò privileggi e fece spese per occuparci la nostra calonicha, [[...]] vi diciamo che serebbe stato più dovuto che fussemo ristorati noi del dampno tanto che ricevemo iniustamente per la decta cagione, che esso ricevesse sodisfatione e premio da noi dell'errore per lui commesso contra ogni ragione e dovere.

[3] Tratao peccai mortali, XIII ex./XIV m. (gen.), De usura, vol. 1, pag. 96.25: Ma e' ge n'è de una maynera de cortesi senza fayr merchao, tuta aspetando p(re)mio, o p(er) cope d'argento, o p(er) cavalli o p(er) atri presenti, o p(er) alcuna maynera. Tuto q(ue)sto si è usura, pigiando alcu(m) p(re)mio p(er) che modo se sya per raxom de lo p(re)stio: questa si è la primera maynera de usura.

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, X, 10, pag. 709.2: ma io vi priego, in premio della mia virginità che io ci recai e non ne la porto, che almeno una sola camiscia sopra la dota mia vi piaccia che io portar ne possa.

[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 6, pag. 91.25: concessa de cosa che onnuna de lloro se crede essere plu bella dell'altra e crèdesse avere per premio de la soa belleze lo pumo, perzò se nde metteno a lo iudicio tuo, ché per toa sentencia questa questione se sfenesca, e per remuneratione de lo tuo arbitrio zascuna de lloro te promecte priemio senza fallimiento.

3.1 Compenso per una mansione o per una prestazione lavorativa.

[1] <Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.)>, c. 28, pag. 501.9: Junone chiamò Eolo, che mandasse li suoi venti a somergere il navilio d'Enea, promettendoli il premio, delle sue serviziali l' una, quale volesse...

[2] Zanobi da Strada, Somnium Scipionis volg., a. 1348 (fior.), Proemio, pag. 47.2: Tulio Cicerone, veggiendo alquanti attediati del buon reggimento della patria, perché mancavano forse di degni premii, volle mostrare che i valenti reggitori, bene che qui non fossono premiati, potessono aspettare degni meriti alle loro virtuose opere.

[3] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 12, pag. 56.19: La Contissa, per beni chi fussi donna iuveni, di notti et iornu era sollicita a vidirisi la guardia, turniandu lu castellu, promittendu a li guardiani grandi premii, poy di la vinuta di so maritu, a zo chi fussiru pluy solliciti ad guardari.

[4] Doc. ven., 1359 (10), pag. 310.7: quil medego che vuy toré sia tignudo d(e) medegar tuti quili d(e) Rag(usi) e del nost(r)o destreto, e li religiosi e relegiose, et la fameia d(e) mis(er) l'arçiveschevo e del nost(r)o retor sença algun premio.

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, 8, pag. 61.6: E là dove a que' tempi soleva essere il lor mestiere e consumarsi la lor fatica in trattar paci [[...]] e con belli motti e leggiadri ricreare gli animi degli affaticati e sollazzar le corti e con agre riprensioni, sì come padri, mordere i difetti de' cattivi, e questo con premii assai leggieri...

3.2 [Dir.] Ricompensa conferita a chi consegna un malfattore alla giustizia, taglia.

[1] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 9, par. 2, vol. 2, pag. 44.1: Anco acioké non solamente per vertude de premio, ma per temore de pena gli uomene prendano e en força del comuno de Peroscia meneno glie malfatore predicte...

[2] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 67.3: E quando videno misere Provenzano, che l'era stato menato preso, di subito detteno el premio a coloro che l'avevano menato preso, e fecegli cittadini...

[3] ? Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 107, comp. 17a.7, pag. 85: Furo - suspenso lo premio compensa.