PAURA s.f.

0.1 pacura, pagaura, pagor, pagora, paguira, pagur, pagura, pagure, paguri, paiura, paò, paor, paora, paur', päur', paura, paúra, päura, paure, pavura, pora, pôra, ppagura, ppaura.

0.2 Lat. pavor, pavorem, con cambio di suff. (DELI 2 s.v. paura).

0.3 Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.); Alta maiestà , 1252-53 (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Lett. sen., 1260; Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Lett. lucch., 1297 (2); Doc. prat., 1305; Lett. pist., 1320-22; Stat. cort., a. 1345.

In testi sett.: Poes. an. ravenn., 1180/1210; Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Poes. an. piem., a. 1239/40; Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Omelia padov., XIII s.q.; Pamphilus volg., c. 1250 (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Lett. mant., 1282-83 (?); Passione lombarda (bergam.), XIII sm.; Giudizio universale, XIV in. (ver.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Enselmino da Montebelluna (ed. Andreose), XIV pm. (trevis.); Doc. spalat., 1370 (2); Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); St. de Troia e de Roma Amb., XIII u.q. (rom.); Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Detto dei tre morti, XIV pm. (camp.); Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.); Stat. Montecassino, XIV (luc.); Gloss. lat.-eugub., XIV sm.; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343; Stat. catan., c. 1344; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. avere grande paura 1.2; avere paura 1.2, 2.2; avere paura della limaccia 1.2.1;celestiale paura 3; di grande paura 1.4.1; di paura 1.4.1; essere in paura 1.2.2; fare grande paura 1.3; fare paura 1.3; mettere in paura 1.3.1.1; mettere paura 1.3.1; mettersi paura 1.3.1; paura celestiale 3; paura del morire 1.1; paura della morte 1.1; paura di Dio 3; paura di morire 1.1; paura di morte 1.1; pieno di paura 1.4.2; prendere paura 1.2.3; senza paura 2.3.1, 2.3.2; stare in paura 1.2.2; tenere in paura 1.3.2.

0.7 1 Stato emotivo generato da situazioni, persone o cose pericolose o avvertite come minacciose, consistente in un turbamento, che si può manifestare mediante reazioni fisiche (perlopiù descritte negli es.). 1.1 Paura della, di morte; paura del, di morire. 1.2 Locuz. verb. Avere (grande)paura (di qno o qsa): essere (fortemente) intimorito o spaventato (da qno o qsa). 1.3 Locuz. verb. Fare (grande) paura (a qno): intimorire o spaventare (fortemente). 1.4 Meton. Ciò che causa tale stato emotivo. 2 [Con signif. attenuato:] stato d'animo o condizione consistente in preoccupazione e timore (di un possibile pericolo). 2.1 [Prov.] Paura guarda vigna. 2.2 Locuz. verb. Avere paura: temere (il verificarsi di una condizione neg. o che qsa non accada). 2.3 Mancanza di coraggio (che induce al ritegno nel compiere un'azione); viltà d'animo. 2.4 Timore amoroso (consistente in inquietudine causata dalle possibili minacce per la relazione o nella mancanza di ardimento dell'amante). Estens. Profonda angoscia d'animo. 3 [Relig.] Timore reverenziale, rispetto che l'uomo prova nei confronti di una divinità. [Specif.:] lo stesso che timore di Dio (spesso nelle espressioni paura di Dio, paura celestiale, celestiale paura).

0.8 Irene Falini 28.08.2020.

1 Stato emotivo generato da situazioni, persone o cose pericolose o avvertite come minacciose, consistente in un turbamento, che si può manifestare mediante reazioni fisiche (perlopiù descritte negli es.).

[1] Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.), 36, pag. 192: Li arcador ne vann'a tresco; / di paura sbaguttisco.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 3, pag. 78.15: se lo malfatore fuge per la paura de l'armi, questo punitore non lo potarà engiògnare né ponire, emperciò ch'elli serà agravato per lo peso de l'armi...

[3] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 31, pag. 153.6: Vedendo, si turberanno di maravigliosa paura, facendosi maraviglia di cotanto e così sùbito mutamento...

[4] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 7, pag. 162.2: quando alcuna persona è robbata ène turbatione e paura infra ongne gente de la contrada...

[5] Passione lombarda (bergam.), XIII sm., 76, pag. 112: «Chi mego magla me tradisse». / E li apostoli in quel'ora / aveno vergoza e pagura / e Iuda falsa creatura / de mente se smaria.

[6] Poes. an. abruzz.>march., XIII sm., 163, pag. 124: Li toi Disscipuli t'abandonaru / De la pagura tucti fugaru...

[7] Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.), 4, pag. 121.28: L'omo si partì tremando pieno di paura...

[8] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 200.12: Augustulo [[...]] vezando che Edonater <che> tuta Ytalia avesse occupada, spaventando da gran paura, per spontana voluntà zetando via la purpura, la maiestà imperiale depuose...

[9] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 3, pag. 26.30: Et però veggiamo l'exempro di quelli che ànno tempesta in mare: che quella tempesta non dura, però che se durasse grande tempo li homini, per la paura, morrebbeno et non potrebbono sostenere.

[10] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. I, pag. 249.7: ella, sciabordita per li tamburi sonati co· mano, cadde per la paura e disse novissime parole...

[11] Fatti dei Romani, 1313 (fior.), pag. 204.11: Alora che Ciesare vide e udio questa maraviglia, e' fue ispaventato e tutte le menbra gli tremaro di paura: gli chapegli gli s'ariciaro e levaro in alti e fue tutto isbighotito...

[12] Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.), 1, pag. 21.9: el li vit 1 cortel da pan en ma(n) (e) entivà; (e) de paura ch'el capet(an) ave no se li fidà dar...

[13] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 3, pag. 221.23: Allora costretto di paura mi stupidii; i capelli s'ergono, e la boce istette appiccata alle mascelle...

[14] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. X, cap. 30, pag. 931.24: E molta paura fae il polso diverso, e ratto, e tremulo.

[15] Ceffi, Pistole di Ovidio Nasone, c. 1325 (fior.), ep. 5 [Enone a Paride], pag. 468.13: quand'io intesi questo, tanta paura m'asalitte, che tutto il sangue mi fuggì. || Cfr. Ov., Her., 5, 121: «At mihi flaventes diriguere comae».

[16] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 221.18: molte citade e castella usciero fuore a canpo per paura del ditte taramuotogle.

[17] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 53, pag. 207.6: Biancifiore avea perduto il naturale colore per la paura e per lo digiuno; e il suo bel viso era tornato palido e smorto come secca terra...

[18] Stat. catan., c. 1344, cap. 9, pag. 41.11: Ma si lu monachu, affirmandu essirilli data la licencia, dirrà minzogna, in pena di minzogna per octu iorni sia incarceratu a ffari penitencia, comu ni parrà ordinari la sua vita, azò ki li altri, spavintati di pagura, timanu diri simili cosi.

[19] Detto dei tre morti, XIV pm. (camp.), 9, pag. 408: Lu secondo re sy volta et mostra con grande paura; / diche: «Tremo et afrigome plu ch'esta vista dura, / tant'ò grande tremore che la mente me fura...

[20] Libro de conservar sanitate, XIV s.q. (venez.), [Appendice], pag. 40.14: E li vitii dell'anema è questi: ira, audacia, furore, paura, grameça, tristeça, spigrisia.

[21] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 53.8, pag. 322: E par che 'l cor se li consum' e prema: / el sangue versa, e di paura trema.

[22] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 1, 10-21, pag. 27.28: Che m'avea di paura il cor compunto. Qui dimostra l'autore che la paura propiamente offende il cuore, e però nella paura diventa lo uomo pallido, perché il sangue torna tutto a soccorrere il cuore.

- [Prov.] Paura fa vecchia trottare.

[23] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 22, 118-132, pag. 580.14: proverbialmente si dice: Paura fa vecchia trottare. || Cfr. Sacchetti, Trecentonovelle, 166, p. 412: «Gnuna cosa fa trottare, quanto la paura».

- [In espressioni enfatiche o comparative, del tipo morire di paura].

[24] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 506, pag. 526.31: Le dame e le damigelle che d'alto paraggio erano e che lo grido e 'l pianto udivano, si morivano di paura e di dolore e d'angoscia.

[25] Fiorio e Biancifiore, 1343 (ven.>tosc.), st. 32.4, pag. 87: B[iancifiore] stava lì dimessa / ed era quasi morta di paura.

[26] Comm. Rim. Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 4, pag. 623.9: partendosi il re Minos si convertio in ismerlo e venne per prendere costei, ond'ella morendo di paura si convertio in allodola e fuggissi...

[27] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 5, pag. 14.19: Et incontinenti li altri Normandi cursiru et prisiru quillu missagiu, chi era in terra quasi mortu di la pagura, et livarulu di terra confortandulu...

[28] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 19, pag. 148.3: Questi sono strani e son già mezi morti di paura perché non sanno dove si sono, e noi siamo a casa nostra.

[29] Tristano Veneto, XIV, cap. 248, pag. 215.21: Et quando Brenchaina vete queste chosse, ela fo tuta chussì chomo morta dela gran paura qu'ella ave.

[30] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 190, pag. 476.9: E avendo serrato col chiavistello l' uscio della camera dove costoro erano, se n' andò dove la giudea era; a cui ella si gittò al collo, morendo di paura...

- [Rif. ad animali].

[31] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 61, pag. 184.13: Parendres è una bestia ch'è in Etiopia, grande come bue, e ha capo e corna come cervio, e ha colore di orsa. Ma quelli del paese dicono ch'ella muta suo colore diritto per paura, secondo la tinta che l'è più presso.

[32] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 73.6: Quegli raccoglie i pazzi cavalli, e ancora ombrosi per la paura...

[33] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 42, pag. 184.27: I paurosi animali e feroci insiememente per paura gli parevano fuggir nelle caverne della terra...

[34] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 69, pag. 325.1: Dela pecora et di sua simplicitade et di sua paura. [1] Pecora sì ène una bestia molto semplice et ène piena di pace et di paura.

[35] Esopo ven., XIV, cap. 33, pag. 31.18: E la piegora, per paura delo lovo, si convené star contenta de render e darli questa cotal cossa, a certo termene.

[36] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 70, pag. 183.15: LXX. Fase una i(n)fe(r)mitate i(n) nillu capo dellu c. univ(er)salem(en)te et dà dolori et induce paura et tremore...

- [Come personificazione, intesa anche come vizio].

[37] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2315, pag. 255: D'altra parte Speranza / aduce gran fidanza / incontro a la Paura, / e sempre l'asicura / d'aver buon compimento / di suo inamoramento.

[38] Fiore, XIII u.q. (fior.), 73.9, pag. 148: Ma e' v'era Paura, la dottosa, / C[h]'udendomi parlar tutta tremava: / Quella nonn era punto dormigliosa...

[39] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 4, pag. 26.8: Dipo' la Contezza viene la Dirittura; dipo' 'l mistieri de la qual, viene due talenti che la distorbano, ciò è Paura e Cupiditade.

[40] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 6, pag. 327.15: nelle prime foci dello 'nferno [[...]] habitano ' palidi Morbi, e la trista Vecchiezza, e la Paura, e la mala persuasiva Fame, e la sozza Povertà, forme terribili a vedere...

[41] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 1, cap. 27, vol. 1, pag. 50.33: Il re sbigottito fece voto a due Iddii, cioè a Paura e a Pallidore...

[42] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 206.7, pag. 262: s'i' 'l dissi, contra me s'arme ogni stella, / et dal mio lato sia / Paura et Gelosia, / et la nemica mia / più feroce ver' me sempre et più bella.

[43] Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 7, 30.1, pag. 455.41: Similemente vi pone la Paura, la quale suole molto sotto entrare negli adirati, poi che alquanto si sono raffreddati, o vogliamo dire ne' guerreggiatori, quando non si veggiono succedere le cose come nelle 'mprese l'avisavano; e dice che questa Paura era pallida, perciò che noi veggiamo li paurosi pallidi, e la cagione è per lo sangue che è ricorso dentro al cuore che teme.

1.1 Paura della, di morte; paura del, di morire.

[1] Alta maiestà , 1252-53 (lucch.), 17, pag. 128: M'all'opera che fanno delle mura / non mi par che abbian cran paura / di morire.

[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. III, cap. 41, pag. 232.9: «Lascia la paura dela morte, ke matteçça è i(n) ongne te(m)po teme(n)do la morte perdere l'allegreçça dela vita».

[3] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 36, vol. 3, pag. 361.1: Contro alla pauradi morte, noi assicurano sei cose.

[4] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 5, pag. 492.24: Avenne che questo cherico infermoe, sì come tutti infermiamo e moriamo; e incominciossi molto a turbare per la paura de la morte.

[5] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 125, pag. 222.30: ttutti incominciarono a ffuggire per paura di morire.

[6] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1308 (pis.), cap. 12, pag. 431.8: Certo sono, che nè per pena, nè per paura di morte, nè per diletto...

[7] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 42.12: Et se alcuni de' predetti, poscia che saranno depresi et spaurati di paura di morte, tornare vorranno a la unità de la fede, secondo li stantiamenti de la Chiesa, a fare penetentia in perpetuo carcere sieno rinchiusi.

[8] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 131, pag. 124.22: Egl'è dunque verità che Tolomeo lo fugitivo mi menerà a pauradi morte e avrà podere di me sì come tu di'?

[9] Cavalca, Vite SS. Padri (ed. Delcorno), XIV t.d. (tosc.occ.), pt. 2, cap. 23, Innocenzio e Filoronomo, pag. 852.10: Essendo questi un'altra volta temp[t]ato di paura di morire, a vincer lo preditto timore stette vi anni in sepolcri di morti...

[10] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 7, vol. 2, pag. 100.26: dinanzi agli altari medesimi, acciò che la morte fosse più invidiosa, alcuni rinchiudeano l'anima col lacciuolo, e cacciavano la pauradella morte colla morte...

[11] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 4, ott. 76.8, pag. 377: io non l' oso più fare assentire, / tanta è la mia pauradel morire.

[12] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, 1, pag. 35.18: Che uomo è costui, il quale né vecchiezza né infermità né pauradi morte, alla qual si vede vicino...

1.2 Locuz. verb. Avere (grande) paura (di qno o qsa): essere (fortemente) intimorito o spaventato (da qno o qsa).

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 162, pag. 606: Mai ben devria la çente aver molt grand paura / de la morte crudhel, negra, pessima e scura...

[2] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 9 (34), pag. 237.19: Ma p(er) quello ch'ell'è usança che quelle cose che l'omo d(e)sidra essere à paura e dubita che nu scia...

[3] Poes. an. march. merid., XIII m., 11, pag. 9: Stranea è la figura / qe la gente n'à paura, / ben se semella a Julio Cessare u a Pilato.

[4] Lett. sen., 1260, pag. 271.7: (E) sapi ch' elino ànogrande paura di noi (e) de' nostri chavaieri ch' elino si sco[n]pisciano tutti...

[5] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 468, pag. 117: No serav hom al mondo de tanta segureza, / Ke tant foss inboldio in quella spagureza, / Ke no cazess zos morto d'angoxa e de grameza, / Tant av aver pagura vezand cotal bruteza.

[6] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 51, pag. 56.5: E Gracco, non sapendo che si fosse questo romore, ebbegran paura ch'appena potea rifiatare...

[7] Lett. lucch., 1297 (2), pag. 60.25: lla cagione p(er) che ciò no(m) facie(m)mo sì fue solo che lla te(m)me(m)sa (e) pauraavavamogra(m)de d(e)lle gie(m)ti d(e)llo rei di Fra(m)cia...

[8] St. de Troia e de Roma Amb., XIII u.q. (rom.), pag. 181.26: Anibal poi ke lo intese abe grande paura de li romani e de le tormenta loro...

[9] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 55, pag. 325: Chy de virtude armase iammai non à paura / de negunu altru armatu...

[10] Doc. prat., 1305, pag. 453.32: elli no(n) lo dira(n)no s' elli no· sono distrecti, p(er)ciò che ànno paura di mess(er) Bonacorso e di s(er) Falcone, che lli ànno tucti minacciati.

[11] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 15, pag. 87.1: Quand'io l'udi', oltremodo ebbi paura e cambiàmi tutto e l'ossa mi cominciaro tutte a smuovere.

[12] Giudizio universale, XIV in. (ver.), 179, pag. 61: Oi desaià! bel dolç' amigo, / que devrà far lo misero cativo, / lo qual serà sempro mai nurigao / pur en malvasità e en peccà, / quand' el verà li Angeli aver paura, / li quali no fe' unca offension alcuna?

[13] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 2, pag. 7.12: E quando e' mi vide sì spaventato, sì mi dise: - Non avere paura, ché la fontana di tutte sicurtà è dinazi da tte, e ben sapie tu che io sono venuto per te aprendere e insegnare e mostrarti di ciò che ttu se' in dottanza...

[14] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 6, vol. 1, pag. 41.28: et avendu li marinari pagura di quista non usitata vista montau locu uvj era lu tabernaculu di Tiogulinu lu mesagi et combulyausi tuttu in multi circuli per summu riposu.

[15] Stat. palerm., 1343, cap. 7, pag. 17.8: Et azò ki nixunu di la nostra cumpangna non patriki cum loru, vulimu ki per omni volta ki si leginu li capituli, si ricordinu per nomu tucti li cachati, azò ki di tali virgongna chascunu aia pagura, et ancora si aricordi ki si pregi Deu per loru.

[16] Stat. cort., a. 1345, cap. 12, pag. 136.8: E a ciò ke neuno non abbia usança co lloro, sì dicemo, ke per ongne officio se debbiano leggiare una volta fra la conpagnia, perkè de tal vergongna ciascuno abbia paura, e preghise Dio per loro.

[17] Vang. venez., XIV pm., Matt., cap. 28, pag. 118.5: [4] Le varde ave grande paura de lui e fon quaxi sì co' morti.

[18] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 30, pag. 439.6: El figò del can rabioso magnò cura la morsegaùra de quello e fa che l'homo no ha paura de l'aqua.

- [Rif. ad animali].

[19] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 19, pag. 317.31: lo cane che àe paura abbaia pió che non morde...

[20] Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.), pag. 94.17: la rondina non ma[n]gia né non bee né passcie suoi rondin[in]i se non volando, e nonn à paura di nullo ucello feridore, ché nullo ucello la puote prendere.

[21] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. VIII, cap. 8, pag. 656.3: dicono ancora ke il leopardo àe paura de l'albore k'è kiamato arbore del leopardo, e che il leone à paura del legno k'è kiamato sirdan (o simdami).

[22] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 121, pag. 406.34: La gallina perché non ha paura dell'oca, e del paone, e ha paura dello sparviere, ch'ella non conosce, ed è assai minore? I pulcini perché hanno paura della donnola, e non del cane?

1.2.1 Fras. Avere paura della limaccia: essere eccessivamente timoroso.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 110, vol. 2, pag. 315.1: Ed è da notare una favola che si dice e dipigne per dispetto degl'Italiani in Francia, che' Lombardi hanno paura de la lumaccia, cioè lumaca.

1.2.2 Locuz. verb. Essere, stare in paura.

[1] Poes. an. piem., a. 1239/40, 16, pag. 54: sursé vos, ch'e' òo canta[re] i oxele / chi van criiando lo ço[r]n<o> per la boschaça; / ston en pagora n[u]n l'om çilos<o> v'asaia.

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1866, pag. 63, col. 2: Una sema ki eran vegnui / Int' una casa tuti aduni, / Molto grami et penserusi / Per li çudei k'eran ascusi, / Avevan serao le fenestre e li usgi / Et in grande pagura stavan tugi...

[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 38, pag. 69.23: questo puzzolente mondo là ove le genti sono tormentate di cotante miserie si debbia tosto disfare, e vegna tosto il dì del giudicio laonde i giusti stanno in paura.

[4] Poes. an. urbin., XIII, 18.55, pag. 579: Amore, ocli iocundi, / dimme que fare deia, / ke sto in tanta pagura!

[5] Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), IV, 43.6, pag. 459: Misera è troppu la vita suspetta / chi sempre sta i(n) pagura e male aspetta.

[6] <Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.)>, c. 28, pag. 487.3: li amici tuoi hanno sommosso lo stato di Roma, li avversarj tuoi sono in paura, e non sanno che si fare.

1.2.3 Locuz. verb. Prendere paura.

[1] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 71.9, pag. 213: e sordo perché, quando alcun o· muto / sento là stando, ov'el meo cor<e> più bada, / temendo ch'altro sia, prendo paura / e perd'aver solazzo e angosci'aggio, / che gauderia, s'e' fusse sordo allura...

[2] Noffo (ed. Gambino), XIII/XIV (fior.), 13.8, pag. 86: Provato ho di laudar vostra biltate, / e lo saver, ch'è 'n voi oltre misura; / e non la posso dir com'è '· vertate / però di voi laudar prendo paura.

[3] Torini, Brieve collezzione, 1363/74 (fior.), pt. 3, cap. 23, pag. 294.23: questi miseri prendono paura onde non bisogna pigliarla.

[4] Tristano Veneto, XIV, cap. 581, pag. 538.15: Et dele parole qu'eli me diseva io non presi paura, anci io andava avanti tuta fiada.

[5] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, comp. 78.126, pag. 181: «Prima che la brigata se departa / dal Comun de Firença, io ti prometto / che tu vedray Toschana volgier carta, / et intrar molte terre in tal sospetto / che quella che se crede più sicura / de mutar stato prenderà paura».

1.3 Locuz. verb. Fare (grande) paura (a qno): intimorire o spaventare (fortemente).

[1] Poes. an. ravenn., 1180/1210, 31, pag. 618: Feceme madonna gran paura / quando del tornar me cons[e]llava / [dicen]te: "De ro[m]or no ve cura".

[2] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 87, pag. 107: La nostra sancta donna matre del creatore / sì farà prego a Deu nostru Segnur: / «Marçé bel sir, Deo, del to<i> pecator<i>, / no li dar tanta força k' el [li] faça paor».

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 24, pag. 345.22: Sanza quelle grandi e pericolose tre battaglie, ch' erano chiamate battaglie di fuori, cioè Pamfilica, Macedonica, e Dalmatica, non compitandosi ancora quella di Mitridate, che più lungamente durò, e più tormentò, e spaventò, e maggiore paura fece.

[4] Fiore, XIII u.q. (fior.), 212.8, pag. 426: Ardimento s'occorse a la miccina / Con una spada molto chiara e fina, / E sì lle fece molto gran paura.

[5] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 52, vol. 3, pag. 422.3: Chi fa torto a uno, minaccia più persone, e fa paura a molte genti.

[6] Palamedés pis., c. 1300, pt. 1, cap. 20, pag. 25.34: connosco che voi non siete micca Breus, ma voi lo dite per farmi paura e doutansa...

[7] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 10, cap. 5, vol. 2, pag. 377.15: Elli levaro il grido, e insieme li cavalieri usciro di pieno corso, e assaliro li nemici, e fecero loro subita paura, però che contra la tempesta de' cavalieri non s'erano proveduti nè guerniti.

[8] Metaura volg., XIV s.-t.d. (fior.), App. B, L. 2, capp. 20-21, pag. 324.14: nel paese di Libia Mauritana, in sulla riva del Mare Occeano, dicono che il mare visibilemente è altissimo e soperchia la riva, e ffa paura a cchi 'l vede che no trabocchi sopra la terra...

[9] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 10, pag. 630.5: E però consideri ogni anima che gli amori hanno molta simiglianza insieme, sì come sono questi amori spirituali, umani, carnali, temporali, naturali; de' quali per non fare paura a te, lettore, non ne fo discernimento.

[10] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 4, pag. 6.11: E però studiati, e avanzati continuamente in ben fare, e tu intenderai, che alcune cose son poco da temere, le quali ci fanno gran paura.

[11] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 316, pag. 69: «Viva lo duca!», dicese, «et ad Roma iamo! / Et lo Bavaro mora! et sconfitto lo vegiamo! / Signore, se tu ce mini, tale assalto li damo / Colla gente che avete, ca pagura li facciamo!».

- [Rif. ad animali].

[12] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 65, pag. 319.19: Bene che lo leone sia dottato da tutti li animali del mondo, si teme elli lo bianco gallo et lo mutamento del carro et lo fuoco li fae grande paura...

1.3.1 Locuz. verb. Mettere paura (a qno);mettersi paura.

[1] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 1.14, pag. 157: Vaio tanto tardando, / chè paura mi metto / ed ò sospetto - de la mala gente, / che per neiente - vanno disturbando / e rampognando - chi ama lealmente...

[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 17, pag. 121.11: Tullio disse: «Neuna força d'i(n)perio è ta(n)ta che mette(n)do paura possa bastare lungame(n)te».

[3] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaest. 13, pag. 143.6: E li rey viazamente fin toligi de questa vita a li tominti per mete pagura a li eligi li quay in ancora in tenebre de erore, ch'illi se tragano de erore.

[4] Armannino, Fiorita (11), p. 1325 (tosc.), pag. 379.11: Lo sguardo suo avea schuro e pauroso a chi lo reguardava. Questi metteva paura.

[5] Purgatorio S. Patrizio, XIV sm. (mil./com.), cap. 15, pag. 31.21: li demonii [[...]] lo rovolzevano e rovolzevano in per la brascha con folche de fero e li cridaveno adoso fortisi[ma]mente per metege pagura.

[6] Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 108.15: Hec larva, ve id est lo volto che se pone a mectare paura.

1.3.1.1 Locuz. verb. Mettere in paura qno.

[1] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 76, pag. 181: En paura non met[t]ermi di nullo manganiello: / istòmi 'n esta grorïa d'esto forte castiello...

[2] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 8, cap. 11, vol. 2, pag. 240.1: io manderò tantosto raunare la giovanaglia de' Volsci e de' Latini, e tornerò a Capua, e per la mia subita venuta metterò in paura li Romani...

[3] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 9, pag. 86.29: venne adosso all'oste una bestia di forma di cavallo colle corna, e percosse e uccise alcuno e tutto 'l campo mise in paura, ma infine fu morta da' cavalieri.

1.3.2 Locuz. verb. Tenere in paura.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 5.10, pag. 222: la mia vita è di natura d'orso: / quando om lo batte e tenelo in paura, / alora ingrassa e divene più forte...

[2] Bart. da San Concordio, 1302/1308 (pis.>fior.), dist. 40, cap. 7, par. 8, pag. 579.14: Lo signore coloro più teme, i quali egli tiene in paura.

[3] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 2, cap. 14, pag. 165.33: I Guelfi bianchi non ardivano mettersi gente in casa, perchè i priori gli minacciavano di punire e chi raunata facesse: e così teneano in paura amici e nimici.

[4] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 6, vol. 2, pag. 44.9: La battaglia contastò all'uficio; e le schiere barbare, sotto poste al mare, teneano in paura le mura d'Attena.

[5] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 12, pag. 99.24: Il secondo tiranno che l'altore vide fu Dionisio, crudeliximo tiranno e re di Cicilia e per sua crudeltà tenne in paura tutta Toschana e Italia.

1.4 Meton. Ciò che causa tale stato emotivo.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 218.10: Morte è sonno eternale, paura de' ricchi, desiderio de' poveri...

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 136, pag. 156: Illó no è montanie ni vai ni guastature / Ni bozoi ni rovedhe ni spin ni pree agudhe / Ni destreg ni anc fossai ni spaguros figure / Ni fantasie ni furie ni anc altre pagure.

[3] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 44, pag. 125.10: çascun bon regetore [[...]] dé tollere le iniurie cum le gran pene le quale sianno pagura et exemplo a li malfaturi...

[4] Bart. da San Concordio, 1302/1308 (pis.>fior.), dist. 40, cap. 7, par. 7, pag. 579.12: Dunque che signoria è questa vostra, la quale non può schifare i morsi delle sollecitudini e i punziglioni delle paure?

[5] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 24.7, pag. 12: La notte le paure scaccia e strug[g]e...

[6] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 365.5: Ora siguirai la lievre con iscalterito cane, ora tenderai le tue rete ne' fronzuti giuóchi de le selve, ora spaventerai li disidirosi cervi con varie e diverse paure...

[7] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 1.53, vol. 1, pag. 11: Ed una lupa, che di tutte brame / sembiava carca ne la sua magrezza, / e molte genti fé già viver grame, / questa mi porse tanto di gravezza / con la paura ch'uscia di sua vista, / ch'io perdei la speranza de l'altezza.

[8] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 297, pag. 210.1: "Qui cominciano le paure", ciò fu a dire: apresso questo motto mostrerà il verace Crocifisso tali cose, a' cherici che gli piacerano, che paserano tutte le cose che sarano state di maraviglie spaventaboli.

[9] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, cap. 5, pag. 95.15: Che è dunque questa potenza, la quale i morsi delle sollecitudini scacciare, la quale le punture delle paure schifare non puote?

[10] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 5, cap. 4, pag. 367.23: Il giovine poi ch' ebbe la cagione necessaria al suo proponimento, trasse fuori lo coltello che avea portato seco coperto, et il tribuno con paure e con minaccie constrinse a giurare, ch' elli si cesserebbe da l' acusa del suo padre.

[11] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 5, pag. 84.15: supravinni la nocti cum grandissimu fridu, ploia, troni et grandissimu ventu et tenebri, et cum multi autri paguri...

[12] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 14, pag. 122.8: Non viene, posto che il sonno venga, però in me la disiata pace, anzi, in luogo de' pensieri e delle lagrime, mille visioni piene d' infinite paure mi spaventano.

[13] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 27.12, pag. 412: E così ci partimmo da quei tristi, / passando per luoghi oscuri e solinghi, / boscosi molto e di paura misti.

[14] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 2, 94-114, pag. 74.23: nella piaggia, sopra la fiumana, è il mondo misero, pieno di fatiche, di tempesta, e di paure, non meno che il mare...

[15] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 13, pag. 138.27: dede per multe volte a li Grieci assay doluri e pagure e fece a lloro multe domagi...

1.4.1 Locuz. agg. Di (grande) paura: che spaventa (fortemente).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 10, pag. 101: In questo nostro libro de tre guis è scrigiura: / La prima sí è negra e è de grand pagura...

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 406, pag. 115: Scorpïon, biss, serpenti, dragon de grand pagura...

[3] Poes. an. sett., XIII (2), 51, pag. 47: Guai a loro che se creden fare, / Za no se recordan del pasare / Com'è greve e de gran paura, / Quando vene a la morte scura.

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 15.3, pag. 53: L'agnelo sta a trombare - voce de gran paura: / opo n'è appresentare - senza nulla demura.

[5] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1330 (pis.), L. 4, cap. 24, pag. 264.24: Il perchè a noi che lo udiamo si dà esempio di gran paura, e che doviamo pensare che gran pena diede Dio all' anima per la sua colpa...

[6] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1341 (pis.), L. 1, cap. 10, vol. 1, pag. 61.31: la Fede ci fa valenti a vincere e la prosperità, e l' avversità del mondo, ed ogni tentazione di nemico, mostrandoci cosa di paura, cioè l' inferno...

1.4.2 Locuz. agg. Pieno di paura: che spaventa fortemente.

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 157.7: O Tisbe d'averne misericordia, io sono colui che t' hoe morta; lo quale comandai che tu venissi ne' luoghi pieni di paura, e non venni qua prima di te.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 1, vol. 2, pag. 105.2: issu rispusi a quillu qui superbamenti se gluriava di sua furtuna que plù apruvau issu una alegra et ridenti cassizella ca una grandi sala, trista per penseri et per sullicitudini, et poca terra senza pagura ca li grassissimi campi di la Lidia pleni di pagura...

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (i), par. 36, pag. 26.31: essi [[...]] veggendo partire le tenebre della notte, le quali sogliono essere e sono piene di paura...

1.4.3 [In partic.:] situazione o evento terribile.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 49, pag. 156.17: dicie san Paulo ne la Pistola ad Corinti: siate servi e sudditi in ognie paura ai segniori e non solamente ai buoni.

[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. III, cap. 43, pag. 245.20: con i(n)gengno (e) cu(m) sottilitade dei vi(n)cere tutte le cose (e) maximame(n)te li nemici tuoi. [103] (E) se tu li metterai i(n) caccia o rekera'li ad una gra(n)de paura...

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 10, pag. 92.11: Nella quale paura fuoro prese e perfondate molte navi, e molte altre temendo la crudeltà del re, non meno che i nemici, alle loro magioni si tornaro.

[4] St. de Troia e de Roma Laur., XIII u.q. (rom.), pag. 168.26: Et infra quella pagura se levao Publius Scipio e Cornelius, filius Scipionis, lo quale era morto in Ispania.

[5] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 8, cap. 2.50, pag. 255: Inn ongni lor tentatione e paura / Rinmenbrin della passion di Cristo, / E della vita della nostra Donna.

[6] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 3, cap. 25, vol. 1, pag. 281.14: I tribuni, sì come erano usati, istorpiavano la bisogna; e per avventura l'avrebbono in tutto disturbata, se non fosse una novella paura che subitamente sopravvenne a' Romani.

[7] <Ottimo, Par., a. 1334 (fior.)>, c. 18, pag. 412.19: siccome avviene per una smisurata allegrezza, che l'uomo diviene tutto tremante, per una paura tutto smorto; così per li segni di fuori vide, che messer Cacciaguida volea ancora ragionare.

2 [Con signif. attenuato:] stato d'animo o condizione consistente in preoccupazione e timore (di un possibile pericolo).

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 62.18: Et sopra questa materia dice uno savio: «I buoni si guardano di peccare per amore della vertude, i malvagi si guardano per paura della pena».

[2] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 188.15: Peggior è la paura de la battaglia che la battaglia medesima.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 876, pag. 130: No m'á valer illora a darme per lo pegio / Ni a dir mëa colpa: con grand pagura aspegio.

[4] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 6, pag. 95.32: la paura temperata e ragionevole non fa solamente gli uomini consigliare, ma anche lor fa fare più compiutamente l'opere...

[5] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 20, pag. 236.19: Et Tulio medesmo dice: la pa[u]ra è mal guardiano di lungho tenpo, contra -l qual la benvogliensa è fedele a dimoransa.

[6] Compasso de navegare (ed. Debanne), 1296 (it.sett./mediano), pag. 111.2: E devete stare lo(n)tano all'isola entorno iij p(ro)desi, p(er) paura de t(r)amo(n)tana.

[7] Lett. sen., XIII u.v., pag. 50.39: O vita amabile, allegra et sempiternale, quando perverremo ad te et sarem fuore di tutte le nostre miserie? In te non è paura ma è perfetta sicurtà, in te non è tristitia ma è conpiuta letitia...

[8] Cronica fior., p. 1303, pag. 123.27: Per la qual cosa lo 'nperadore udendo e vedendo ciò, maravilglossi forte, che ssi vedea rivolta la gente contra sé, e credeasi intrare in Roma e fare tutte le sue volontadi; per questa paura si ritornò indietro.

[9] Dante, Convivio, 1304-1307, IV, cap. 25, pag. 423.10: Lo pudore è uno ritraimento d'animo da laide cose, con paura di cadere in quelle...

[10] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 23, pag. 179.14: La legge del mondo però pone pene acciò ke ciascuno per forsa observi la legge, unde molti, pognamo che abbiano mala volontà, sì observano la legge per la paura della pena.

[11] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 45.27, pag. 264: Sentando esta condition, / foi pin de grande aflicion / e de paor e de penser...

[12] Lett. pist., 1320-22, 18, pag. 69.38: se tuo ti partissi, anzi che tuo cierta mentte sapessi a che fine l'opera dovesse venire, troppo ti serebe grande vergongnia, e direbessi che per paura te ne fossi partito, o per denari.

[13] Doc. lucch., 1336, lettera 1, pag. 306.11: Et però vi preghiamo che di questo siate sollicito come devete, sì che la cictà e 'l contado nostro non si disformi per paura delle spese del Comune.

[14] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 326.21: Furono incontanente serrate tutte le bocche della detta piazza co' legni, e stavavi de' berrovieri a guardare e non vi lasciavano entrare persona, grande né piccolo, per veruna cagione. Questo facevano per paura che nonn andasse a ruberia la piazza con la città...

[15] Enselmino da Montebelluna (ed. Andreose), XIV pm. (trevis.), lamentatio, cap. 2.291, pag. 501: El cognosceva ben ch'el faxea male, / ma per temença, dico, e per paura / de no perder lo regno temporale, / pur el se mosse a far contra natura...

[16] Anonimo rom., Cronica, a. 1360, cap. 18, pag. 207.4: Sì spesso non faceva parlamento per la paura che avea dello furore dello puopolo.

[17] Simone da Cascina, 1391/92 (pis.), L. 2, cap. 32, pag. 192.42: sono tre timori: lo timore servile, per lo quale cessiamo dal peccato per paura di pena; lo timore innisiale, che è in culoro che incominciano a far bene e sono ancora imperfetti, e fa cessare dal peccato parte per paura di pena e parte per amore di giustisia...

[18] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 1, 79-90, pag. 43.2: vergogna non è altro che paura di vituperazione.

[19] Sacchetti, Lettere, XIV sm. (fior.), XIV [1397], pag. 108.15: Come io giunsi qui, da ogni parte atorno trasse la gente de l'arme, cominciando a ordire una tela, la quale si tesse in forma che getta maggiore paura per l'avenire...

[20] Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 106.7: Quistu tale si fosse trovato, la quale cose no(n) sia, sia r(e)p(re)su una (et) duo fiate; si no(n) se emenderà, sia suttamissa a la correccione regulari, p(er) tale modo che ly altri ne aianu pagura.

- [Rif. ad animali].

[21] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 34, pag. 134.5: E sappiate che la tortola è sì amabile al suo marito, che quando ella il perde per alcuna cagione, mai non s'accosta a nessuno altro, per castitade, o per paura ch'ello non torni...

[22] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 40, pag. 299.34: Coi loro ardigloni pungono duramente ma non fanno male altrui se non per fare loro vendetta, overo per paura che lo loro mele no· lle sia tolto.

2.1 [Prov.] Paura guarda vigna.

[1] f Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 123.3: Paura guarda vigna, ma non ria vendemia. || Corpus OVI.

[2] Rime Mem. bologn., 1301-24, [1324] 87.1, pag. 112: Paura garda vigna, / ma no saltaro.

2.2 Locuz. verb. Avere paura: temere (il verificarsi di una condizione neg. o che qsa non accada).

[1] Lett. mant., 1282-83 (?), 3, pag. 16.30: Anchora pregove che vu debiè atender a la raxon de la staçon, che ò paura che Benedeto non se reça ben sì cum el doveravo contra Caroçino...

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 23, pag. 182.9: i potenti delle cittadi di Grecia, abbiendo paura che i cacciati non si volessero vendicare, ritornati in loro stato di libertade, dal regno di Macedonia si rubellarono.

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 62, pag. 341.4: Hai paura che un' altra giovane non si truovi più bella di Biancifiore?

[4] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 8.11, pag. 701: La gran temenza mi toglie ardimento / de dire a voi quello ch'io porto in core, / tal ho paura di far fallimento.

[5] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 34.9: Se alchuno farà botacci di ramerino e usi di bere del vino che vi starà, non abia paura che niuno male gli si crii adosso.

[6] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 3, pag. 220.37: A quello richo se pò assomiare çascaduna persona che pò sovegnere a lo povero e no lo sovene tal fiada, abiando pur paura che quello Segnore dolçe che passe i oselli no ge vegna a meno...

2.3 Mancanza di coraggio (che induce al ritegno nel compiere un'azione); viltà d'animo.

[1] Ecclesiaste volg. (vers. alfa), XIII ex. (fior.), cap. 8, pag. 218.18: [11] Et ancora cognobbi che perciò fanno gli uomini i peccati sança paura, però che Dio sofferisce e di dar sententia sì s'indugia adosso del peccatore.

[2] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 18 parr. 1-9, pag. 72.12: e pensando molto a ciò, pareami avere impresa troppo alta matera quanto a me, sì che non ardia di cominciare; e così dimorai alquanti dì con disiderio di dire e con paura di cominciare.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 9.65, vol. 2, pag. 145: A guisa d'uom che 'n dubbio si raccerta / e che muta in conforto sua paura, / poi che la verità li è discoperta, / mi cambia' io...

[4] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 11, pag. 188.14: Livativi adunca omni pagura da lu cori et apparichativi ad omni baptagla quandu audiriti li signi et lu sonu di li trumbi.

[5] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 28, pag. 140.6: Curio cacciato, cacciò da ssè ogni dubbio e paura, e maggiormente invigorì...

[6] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 151, pag. 539.21: Signore, niuna paura mi farà tacere la verità a voi disiderante di sapere chi io sia...

[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 32, pag. 153.23: inlora hi çoveneti con savie responsion començçòn a levar-ghe dal chor ogne paora digando: "de çò no te conven temer de niente...

[8] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 315, pag. 36: E po' che semmo a parlar lo vero / dirove per vulgar senza latino / de quel segnor de mo lo so calmero, / ciò è del glorios' messer Luchino / chi per bataia liberò Lombardi / ch'a li Thodeschi non facesse inchino, / li qualli se tenia sì gaiardi / che se pensava vincer per paura / dicendo "li Lombardi sum coardi".

[9] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 9, pag. 201.20: pagura non è altro che viltà de animo...

2.3.1 Locuz. avv. Senza paura: senza esitazione, corraggiosamente.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2226, pag. 253: trovai quel suggello / che da ogne rubello / m'afida e m'asicura: / così sanza paura / mi trassi più avanti...

[2] Dante, Rime (ed. De Robertis), a. 1321, son. 24 [LXXXIX].1, pag. 244: Chi guarderà giammai sanza paura / negli occhi d'esta bella pargoletta, / che m'hanno concio sì, che non s'aspetta / per me se non la morte, che mm'è dura.

[3] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 521, pag. 63: Plaçidas incontenente / Crete bem veraxiamente / Per divina espiraçion, / Ch'el fosse fermo Dio e bon, / E che o· lli mostrasse dretura. / Inver lu se 'n va sença paura, / Mo el non ge pote aprossimar, / Che Dio non volsse conportar.

[4] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 213.7: E non fue piccola fermezza d' animo quella di Teramene d' Atene, il quale fu costretto di morire in guardia piuvica, sotto la quale guardia per comandamento de' XXX tiranni senza paura bevè il beveraggio del tossico a lui pòrto...

[5] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 67, terz. 9, vol. 3, pag. 244: E que' di fuori allor sanza paura / montaron per le scale, e poi le porti / cacciar per terra, e entraro alla sicura.

[6] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 2, 23.3, pag. 25: «Dimmi che natura / e condizione averà el figliuol mio». / Rispose el savio poi, senza paura, / e dissegli che voi con gran desio / cristian sareste...

- [Rif. ad animali].

[7] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 12, pag. 753.4: Siccome il leone fedíto sanza paura rompe il lancione e rugghia con sanguinosa bocca, e così cresce la violenza all'adirato Turno...

2.3.2 Locuz. agg. Senza paura: impavido (spesso usato come epiteto di un cavaliere o di un guerriero).

[1] Memoriali bologn., 1279-1300, (1282) 4.25, pag. 11: «Matre, de flevel natura / te ven che me val sconfortando / de quello ch'eo sun plu segura / non fo per arme Rolando / né 'l cavalier sens paura / né lo bon duso Morando...

[2] Novellino (prima red.), XIII u.v. (tosc.occ.>fior.), 42 [63], pag. 221.16: Lo buono re Meliadus e lo Cavaliere senza paura sì erano nimici mortale in canpo. [2] Andando uno giorno lo Cavaliere sanza paura a guisa di cavaliere errante discognosc[i]utamente...

[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 12, pag. 66.27: Questa ombra, che si sta sola e che fesse el grembo a dio, fu el conte di Monforte del reame di Francia, el quale fu sì ardito e valoroso e sichuro in ogni cosa, massimamente in fatti d' arme, che era chiamato el chavaliere senza paura, e diciesi che egli non ebbe mai paura d' alchuna cosa.

[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 19, terz. 19, vol. 1, pag. 216: Nel dett' anno Luigi Re di Francia, / che co' frate' fu preso alla Monsura / da' Saracin, com' io dissi, per mancia, / siccome buon Cristian sanza paura, / si botò, se campasse, di tornare / sopra di loro, a provar sua ventura.

[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 14, pag. 146.14: ademandando l'uno dall'altro pagorosamente chi era chisto, per la soa grande excellentia lo canoscevano con grande dolore cha era Hector senza paura, lo quale era lo plu forte de tutti l'altri chi se trovavano...

- [Detto di un animale].

[6] <Ottimo (sec. red.), a. 1340 (fior.)>, Inf. c. 1, pag. 342.5: Onde nota, che sette proprietadi sono nel leone, alle quali questi vitij sono assomigliati. Elli è animale sança paura.

2.4 Timore amoroso (consistente in inquietudine causata dalle possibili minacce per la relazione o nella mancanza di ardimento dell'amante). Estens. Profonda angoscia d'animo.

[1] Giacomo da Lentini (ed. Antonelli), c. 1230/50 (tosc.), canz. 11.21, pag. 240: E se la mia temenza penserete, / più m'amerete, / perché le mie paure / non son se non d'amore: / chi ciò non teme, male amar poria, / e tutta mia paura è gelosia. / Geloso sono d'amor m'adovene, / così mi stene, / ch'Amore è piena cosa di paura...

[2] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 75.2: «Lo ençegnoso amore sì dessera le porte e le ferme seraie, e lo amore q'è plen d'ençegno, sì vençe tute le cause le qual ie nuose. Depone e lasa star le deverse paure, e receve soleçetudene de enfante!

[3] Poes. an. Amor fa, XIII (tosc.), canz. 23.73, pag. 982: In gran paura vivono gl'amanti / ne la lor dilettanza / si trovino 'n perdanza - per fallire...

[4] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 33.4, pag. 538: «I' mi dispero», / però ch' i' sento nel cor un pensero / che fa tremar la mente di paura...

[5] Gianni Alfani, XIII/XIV (fior.), 3.7, pag. 609: Se non t' incresce di veder morire / lo cor che tu m' ha' tolto, / Amor l' ucciderà 'n quella paura / ch' accende il pianto del crudel martire, / che mi spegne del volto / l' ardire, in guisa che non s' assicura / di volgersi a guardar negli occhi tuoi...

[6] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 4, pag. 7.22: niun è che potesse dire la speziale paura ch'à l'amante.

[7] Dino Fresc. (ed. Marti), XIII ex./a. 1316 (fior.), 14.17, pag. 384: I' ho per lei nel cor tanta paura / e tant' angoscia e sì grave dolore, / che la sua potestate / m' ha tolta libertate / di vedere ove la mia donna sia.

[8] Dante, Rime (ed. De Robertis), a. 1321, canz. 10 [LXVII].62, pag. 138: Lo giorno che costei nel mondo venne, / secondo che si truova / nel libro della mente che vien meno, / la mia persona pargola sostenne / una passïon nova, / tal ch'io rimasi di paura pieno...

[9] Ceffi, Pistole di Ovidio Nasone, c. 1325 (fior.), ep. I [Penelope a Ulisse], pag. 415.8: L'amore è cosa piena di sollicita paura. || Cfr. Ov., Her., I, 12 : «Res est solliciti plena timoris amor».

[10] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 22.4, pag. 473: Amor ch'è piena cosa di paura / mi fa geloso stare...

[11] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 335.2, pag. 418: Vidi fra mille donne una già tale, / ch'amorosa paura il cor m'assalse...

- [Con ossimoro].

[12] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 105.66, pag. 140: le nocturne viole - per le piagge, / et le fere selvagge - entr'a le mura, / et la dolce paura, - e 'l bel costume, / et di duo fonti un fiume...

3 [Relig.] Timore reverenziale, rispetto che l'uomo prova nei confronti di una divinità. [Specif.:] lo stesso che timore di Dio (spesso nelle espressioni paura di Dio, paura celestiale, celestiale paura).

[1] Omelia padov., XIII s.q., pag. 6.6: «Sovra qual paosse[rà] lo me spiritus se nno sovra lo quiéto et lo húmele, ke à paúra dele mei parole?».

[2] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 4.72, pag. 910: È bene morto e konquiso / ki in Dio non à paura.

[3] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 17, pag. 334.7: la paura di Dio è amaiestramento di savere, e umilità anderà innanzi a la gloria.

[4] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. I, cap. 3, pag. 275.29: si fa bene senpre se ali costumi humani si pone paura celestiale.

[5] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 55.18: Di questa fonte che furtivamente ne volleste bere aguale fa carità con allegressa et cola paura di Dio...

[6] Bart. da San Concordio, 1302/1308 (pis.>fior.), dist. 11, cap. 9, par. 10, pag. 235.9: Lo leggere della divina Scrittura conferma ne' buoni costumi perché sempre si fa bene quando la celestiale paura s' oppone all' empito delle umane volontadi...

[7] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 4, cap. 12, pag. 137.19: Kistu adunca abbati Stephanu sì ricuntau ki in la provincia di Nursa sì chi era unu previti, lu quali mantinia la chiesia cum grandj paguradi Deu.

[8] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 43, pag. 602.13: per paura degl' iddii, credendo i circunstanti che eziandio qualunque fronda era in quella [[scil. selva]] fosse piena di deità...

[9] Tratao peccai mortali, XIII ex./XIV m. (gen.), De li sete dom de lo Spirito Sa(nc)to, vol. 1, pag. 148.4: sovra q(ue)lla fior reposerà lo spirito de sapientia e de co(n)segio, de forteza e de pietae e de la s(an)c(t)a paor de Deo.

[10] Doc. spalat., 1370 (2), pag. 99.40: Eo Catarina fila de Jacomu de Andria sana dila mente, amalada del corpo, abiandu pagurade Dio, non volando morir intestada fazo lu me' testamento in tal modo.

[11] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 20, vol. 1, pag. 143.3: pungumi lu cori di la divina paura, bactumi lu pectu, cunfessumi puramenti, accusumi integramenti di tucti li mei mancamenti...

[12] Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 73, pag. 87.14: Et cusì apprendi l'omu a cognosciri lu mali et a ffugiri tutti li peccati et odiari li grandi et li pichuli, et conchippi la sancta pagura di lu nostru Signuri Deu, ki est comenzamentu di bona vita et di tutti beni.