SIFAC s.m.

0.1 cyphac, sifac, sifach, siphac; f: ossiface.

0.2 Lat. mediev. siphac, dall'ar. safaq (Latham, Dictionary, s.v. siphac). || Ineichen, Serapiom, vol. II, p. 295 rimanda ad un ar. sifaq.

0.3 Almansore volg., XIV po.q. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Almansore volg., XIV po.q. (fior.).

In testi sett: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

0.5 Accento: forse anche sifàc.

La forma ossiface potrebbe derivare da parziale adattamento (aggiunta di -e) e concrezione dell'art. (lo siface > lossiface).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto ReMediA.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Anat.] Membrana sierosa che riveste gli organi addominali e pelvici (in partic., l'ultimo tratto dell'intestino); altro nome del peritoneo viscerale. 2 [Anat.] Estens. Membrana (cerebrale).

0.8 Elena Artale 25.03.2022.

1 [Anat.] Membrana sierosa che riveste gli organi addominali e pelvici (in partic., l'ultimo tratto dell'intestino); altro nome del peritoneo viscerale.

[1] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. I, cap. 23, pag. 92.6: Sotto la cotenna ko la quale il ventre è di fuori coperto si truovano otto muscoli, i quali noi nominammo, dipo i quali ne le parti dentro è uno pannicolo rugoso, cioè crespo e viçço, il qual è kiamato cyphac o siphac, dipo 'l quale è il zirbo, e dipo 'l zirbo sono le budella. E la roptura ke adviene nel myrac è quando si rompe il sifach.

[2] f Chirurgia di Ruggero Frugardo volg., XIV pm. (fior.), [L. 3, cap. 33], pag. 314.13: Dela rottura del'ossiface, o sia piccola o sia grande. .xxxiij. L'ossiface è quello pa(n)nicolo il quale ritiene le budella, acciò che non caggiano giuso nell'oseo, il quale spesse volte si rilassa, overo anchora si ro(m)pe seco(n)do il più e -l meno. || Corpus OVI.

[3] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 132, pag. 139.13: E çoa a quilli che ha roto apresso le enguinaie un panicolo che fi dito sifac, per la quale rotura y buègi ven a la borsa dey testicolli.

[4] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 97, pag. 211.18: Et la ructura della pellicola, la q(u)ale se chiama siphac, i(n) multi se iudica i(n)curabile.

2 [Anat.] Estens. Membrana (cerebrale). || Il testo lat. corrispondente ha siphac cerebri e gli incunaboli leggono «sifac del celebro» (Altieri Biagi, p. 124).

[1] f Guglielmo da Piacenza volg. (ms. Landiano) XIV pm. (it. sett.): In quella [forma di malattia] in la qual [l'acqua] serà in fra lo craneo e lo sifac proceder con quelo medemo muodo... || Altieri Biagi, p. 124.