RAFFÌGGERE v.

0.1 raffisse, raficto, rafige, rafigendolise, rafigga, rafiggase.

0.2 Da affiggere.

0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Pron. Essere trattenuto o entrare in profondità in una superficie. 1.1 Pron. [Detto degli occhi:] fissarsi. 2 Fermare, arrestare (un movimento). Anche pron.

0.8 Demetrio S. Yocum 08.11.2020.

1 Pron. Essere trattenuto o entrare in profondità in una superficie.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 5, cap. 7, pag. 126.32: E lo monte dea èssare più forato e spongioso del piano, perch'elli li possa mellio entrare l'acqua, che li è magiure mestieri, emperciò ch'ella non li se rafige, che encontenente torna giù e·llo piano.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 18, pag. 227.19: E lo corpo de lo sole cum tutta la sua luce è aparecchiato per alumenare, e le stelle deano èssare apparechiate per recévare; adonqua è mestieri ch'elle abbiano lo loro corpo polito e forbito come lo spechio, e sia lo loro corpo ottuso perché la luce li se rafigga sù, che non lo possa passare.

1.1 Pron. [Detto degli occhi:] fissarsi.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 16, pag. 221.10: E l'ochio, aguardando a la stella, trovali fine là o' se rafige e reposa sù, e non li trova profundità che line resulti oscuro...

2 Fermare, arrestare (un movimento). Anche pron.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 1, ott. 15.7, pag. 259: poi nelle valli del monte Rifeo, / ne' templi suoi posando, si raffisse, / sperando ben che ciò che fu seguisse.

[2] Antonio da Ferrara, Il cielo, XIV s.-t.q. (tosc.-pad.), son. 101d.5, pag. 262: Il cielo e 'l firmamento suo sta dritto / e guarda le sue rote che nol giri / fuori dei corsi naturali et viri, / per observar quel che de lui è dicto. / Se il movimento suo fusse raficto, / la luna, el sole e gli altri suoi zafiri, / dove convien che l'universo miri, / darebbon passïone al mondo afflicto.