PICA s.f.

0.1 pica, picche, piche.

0.2 Lat. pica (DELI 2 s.v. pica).

0.3 Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: <Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.)>.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.).

In testi sic.: Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Zool.] Denominazione propr. della gazza (Pica pica), estesa anche ad altri uccelli della famiglia dei Corvidi (la ghiandaia, la cornacchia e la taccola). 1.1 [Prov.].

0.8 Zeno Verlato 22.12.2021.

1 [Zool.] Denominazione propr. della gazza (Pica pica), estesa anche ad altri uccelli della famiglia dei Corvidi (la ghiandaia, la cornacchia e la taccola).

[1] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 9, pag. 19.14: Item cui porta a lu collu lu piczu di lu auchellu ki si chama la pica, leva lu duluri di li denti et di mola et isquinancia.

- [In passi relativi al mito classico delle Piche, figlie di Piero, tramutate per punizione in uccelli (propr. in gazze)].

[2] Gl Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 1, v. 10, pag. 952.19: Apolino, dada la sententia che lle Muse aveano meio cantado, fece trasmutare le figle de Pirreo in piche, çoè in ghiandare.

[3] Gl <Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.)>, c. 1, pag. 7.25: Appollo data la sentenzia, che meglio avevano cantato le Muse, fece trasmutare le dette figliuole di Pierio in piche, cioè in ghiandaie.

[4] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 35.57, pag. 156: Ivi ve' tu ancora il gran romore / che fanno le figliuole di Piero / voltate in piche per greve dolore.

[5] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 27.14, pag. 105: Non seguitando quella ninfa trista / Ch'alzò contro le Muse sua loquella / Per cui devennon piche l'altre et ella.

[6] Antonio da Ferrara, XIV s.-t.q. (tosc.-pad.), 47.14, pag. 319: onde la mente mia divota e chiusa / invoca 'l dio di nostra lingua umana, / che mandi giuso in 'sta picciola tana / Calïopè, ch'è più principal musa, / a cciò che questo [...] soddilitio, / in volgar poesì, sanza fatica, / seguisca 'l padre Danti, sanza vitio; / e s'el si trova alcun di tanto astitio / ch'a questa nova scien[z]a contradica, / potrebbe molto tosto avenir pica.

[7] Gl Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 1, pag. 287.9: Palla diede la sentenzia alle nove Picche ch'elle avessino perduto, e per questo sentenziò ch'elle diventassono nove picche, cioè nove chornacchie overo ghaççe, sicché si convertirono a uciegli.

[8] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 1, 7-12, pag. 11.40: le Piche misere; cioè le figliuole di Pierio che funno mutate in piche; cioè in gazze, ovvero taccule: imperò che queste due spezie d'uccelli paiano essere d'una medesima natura, se non che sono diverse in colori, che le gazze sono nere e bianche, e le taccule sono tutte nere...

1.1 [Prov.].

[1] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 131, pag. 32: Altr' ovu feta l' aquila et altr' ovu la pica: / Non è ffactu lo spendere pro quillu ke mmendica.