MUSA (1) s.f.

0.1 musa, muse, muse-piche, musi, muxa, muxe.

0.2 Lat. musa (DEI s.v. musa 1).

0.3 Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.); Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.); Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. muse di Sicilia 1; starsi con le muse 1.4.

0.7 1 Ciascuna delle nove figlie di Zeus e Mnemosine che, dedicandosi al canto, alla poesia e alla danza sotto la guida di Apollo, vennero in seguito considerate divinità tutelari ognuna di una particolare arte liberale. 1.1 [Come rappresentazione allegorica dell'arte e in partic. delle lettere e della poesia]. 1.2 La poesia stessa. 1.3 Il poeta stesso (con rif. a Virgilio). 1.4 Fras. Starsi con le muse: impegnarsi nell'attività poetica. 2 Fonte d'ispirazione artistica e letteraria. 2.1 Genio letterario, ispirazione poetica. 3 [Rif. alla donna:] personificazione di una virtù divina.

0.8 Ilaria Zamuner 31.08.2022.

1 Ciascuna delle nove figlie di Zeus e Mnemosine che, dedicandosi al canto, alla poesia e alla danza sotto la guida di Apollo, vennero in seguito considerate divinità tutelari ognuna di una particolare arte liberale.

[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 334.12: O donzelle, siate agevoli a li poeti musichi; la deitade è a coloro, e le nove Muse, figliuole di Piero, favoreggiano.

[2] Comm. Arte Am. (B, Laur. XLI 36), XIV td. (fior.), ch. 14, pag. 817.9: E nota che lle nove Muse furono apellate per questi nomi: Clio, Euterpe, Melpomene, Talia, Palunnia, Erato, Tersicore, Urania, Caliope.

[3] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 4.60, pag. 53: Quest'è un monstro che chiunque 'l musa / diventa pietra, secondo che canta / de' gran poeti la tubante musa...

[4] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 5, vol. 1, pag. 210.20: Come le nove figliuole di Pireo vennoro per cacciare le Muse dalla fonte Elicona.

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 7, vol. 1, pag. 135.23: Antigenida, mastru di sunari flauti, dissi ad unu sou discipulu, qui avia multu beni ambizzata la arti di sunari, ma pocu era in prezzu di la genti, dissili audendu tutti: «A mi suna et a li Musi».

- Muse di Sicilia (con rif. specif. a Teocrito, padre della poesia bucolica).

[6] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 5, par. 49, comp. 54.2, pag. 139: Cantiammo un poco de più alta matera, / o muse de Sicilia, / siché da noy si fugi ogni quisquilia. / Un ordine comincia su nel cielo / e la Vergiene pura / obumbra l'alto dio dela natura.

1.1 Rappresentazione allegorica dell'arte e in partic. delle lettere e della poesia.

[1] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 11.25: questi fu quel Dante il qual primo doveva al ritorno delle Muse, sbandite d'Italia, aprir la via.

1.2 La poesia stessa.

[1] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 34.8, pag. 57: mi tenne in casa cerca un mese intero / e venti giorni, cum mente confusa, / ond'io non vi pòti mandare il mero / libro di Dante, ch'è pien d'alta musa.

1.3 Il poeta stesso (con rif. a Virgilio).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 15.26, vol. 3, pag. 241: Sì pïa l'ombra d'Anchise si porse, / se fede merta nostra maggior musa, / quando in Eliso del figlio s'accorse.

1.4 Fras. Starsi con le muse: impegnarsi nell'attività poetica.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV, introduzione, pag. 261.23: E molti, molto teneri della mia fama mostrandosi, dicono che io farei più saviamente a starmi con le Muse in Parnaso che con queste ciance mescolarmi tra voi.

2 [Come fonte d'ispirazione artistica e letteraria].

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, 1.5, pag. 13: Io, che compuosi già versi e cantai / Con studio fiorito, son costretto / Di scriver canti di tristizia e guai. / Ecco le laceranti nel mio petto / Muse mi dittan ora, e la mia faccia / Bagnan con veri pianti e con effetto / Di versi di miseria, che mi straccia / D' ogni conforto...

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 12, ott. 52 rubr., pag. 651.16: Disegna l' autore la forma e la bellezza di Emilia, e prima invoca l'aiuto delle Muse.

- [In apostrofe].

[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 9, pag. 502.22: O muse, ditemi quale iddio rimosse sì crudeli incendj e scacciò tutti i fuochi delle trojane navi.

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 1, pag. 199.6: O Musa, ricordami le cagioni, quale deitade offesa, ovvero perché, dolendosi, la reina delli dèi abbia costretto l'uomo nobile per pietade rivolgere cotanti casi e venire a cotante fatiche.

[5] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 1, pag. 7.4: Perkì ti pregu, o musa Calyopeya, ki ti plaza riduchiri in la menti mia quali fu killu deu, lu quali pocti essiri offisu di li Truyani...

- [In Dante e nei commentatori].

[6] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 1.8, vol. 2, pag. 4: Ma qui la morta poesì resurga, / o sante Muse, poi che vostro sono; / e qui Calïopè alquanto surga, / seguitando il mio canto con quel suono / di cui le Piche misere sentiro / lo colpo tal, che disperar perdono.

[7] Gl Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 1, v. 8, pag. 950.24: È stato usança d'i poeti d'invocare in le soe poetrie le Muse, çoè le scientie, e quelle pregare che lli aituriino in li soi lavoreri, açò che se otegna fine de quelle desiderado.

[8] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 29, pag. 513.9: Qui l' Autore sente crescere la materia; e, ad inalzare il canto, invoca al modo poetico le Muse; e a renderle a ssè più favorevoli, le reverisce...

[9] Gl Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.), cap. 81, pag. 166.5: "L'acqua, ch'io prendo, giammai non si corse. Minerva spira e conducemi Apollo E nove muse mi dimostran l'orse". (E nove muse, cioè le nove scienzie de' poeti.

2.1 Genio letterario, ispirazione poetica.

[1] Ser Gaudio, a. 1348 (fior.), 5.1, pag. 110: Sottilmente s'afforza vostra musa / De dannar col ben dir quel ch'è ben fatto; / Ma pur lo falso topo è 'l vero gatto / E po' ben fa chi al miglior s'adusa.

[2] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 22.45, pag. 25: De lui presumo in questa mia confusa / e bassa rima le sue laude alzare, / se 'l suo favor alla mia debil musa, / porgendo, mi farà di lui cantare.

3 [Rif. alla donna:] personificazione di una virtù divina.

[1] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 32, pag. 163.24: El detto Amfione fu molto savio e aveva conteçça e usava con grandissime donne e potenti e savie, e per loro senno si chiamavano Muse.

[2] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 2.31: Pur ne l'andare un argomento presi, / d'affatigar la lingua per mia scusa, / e dixi: "O santa musa, / non donna siete voi, ma nimpha o dea, / Fortuna m'à condotto a 'sti paesi, / ma per mia voglia venni a questa chiusa, / qual non s'adopra o usa, / al mio parer, per uom de vita rea...