ESSE (1) s.f.

0.1 esse.

0.2 Lat. s.

0.3 Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.): 1.

0.4 In testi tosc.: Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.); Matteo Frescobaldi, Rime, a. 1348 (fior.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Lettera dell'alfabeto latino e italiano indicante la consonante fricativa alveolare sorda o sonora. 2 [Come iniziale della particella affermativa in dittol. oppositiva con l'iniziale di quella neg. no:] parere favorevole; assenso.

0.8 Luca Morlino 16.04.2015.

1 Lettera dell'alfabeto latino e italiano indicante la consonante fricativa alveolare sorda o sonora.

[1] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 49, pag. 88.22: e per l'amore della moglie, la quale avea nome Casmilla, posele nome Cammilla, cavandone l' esse...

[2] Matteo Frescobaldi, Rime, a. 1348 (fior.), 9.6, pag. 79: Con tre saette Amor nel cor mi venne, / credendo sostenerlo non potesse, / coll'aste nere e poi scritto in esse / lettere d'oro che parien le penne. / La prima avea un'EFFE R A e ENNE, / poi la seconda C E e ESSE, / la terza C H A parea ch'avesse, / secondo che lla mente ne ritenne.

2 [Come iniziale della particella affermativa in dittol. oppositiva con l'iniziale di quella neg. no:] parere favorevole; assenso.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 1.33, pag. 90: Né la gran pioggia a Rubicone il tenne, / né 'l mio dolor, né lo scuro sembiante, / né i suoi veder pensar tra l'esse e l'enne, / che non seguisse dietro dal gigante, / e gli altri apresso, ché al mio tormentare / ciascun fe' il cor più duro che diamante.