PEGASÈO (1) agg./s.m.

0.1pagasea, pagaseo, pegasea, pegasëa, pegasei, pegaseo, peghasea, peghaseo.

0.2 Lat. Pegaseus.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 2.1 [2].

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Par. (Rb), 1324-28 (bologn).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Che si riferisce a Pegaso, il cavallo alato della mitologia greca; Pegaso stesso. 1.1 [Astr.] [Rif. alla costellazione di Pegaso nell'emisfero boreale]. 2 [Geogr.] [Detto della fonte Ippocrene, originatasi sul monte Elicona dal colpo di zoccolo di Pegaso (anche con valore appositivo)]. 2.1 Estens. [Rif. all'Elicona]. 3 Sost. Appellativo dei seguaci di Arcita, personaggio del Teseida di Boccaccio.

0.8 Valentina Iosco 01.10.2020.

1 Che si riferisce a Pegaso, il cavallo alato della mitologia greca; Pegaso stesso.

[1] Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 18, pag. 617.13: Preseo si è la virtù che ll'uomo à; il chavallo allato Peghaseo è lla fama, la quale è volatile e tostana.

- Che ha forma di cavallo alato.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 24.55, pag. 405: L'uccello pegaseopar che si veggia / di qua e questo a riguardare è tale / per novità, quanto altro che si leggia.

1.1 [Astr.] [Rif. alla costellazione di Pegaso nell'emisfero boreale].

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 8, pag. 563.16: E rimembromi che disse ancora del Centauro e del celestial Lupo le stelle, di dietro a' quali del Pesce e dello Alare i luoghi dimostrò, con quelli di Cefeo, e del Triangolo, e di Ceto, e d' Andromaca, e del pagaseo Cavallo.

- [Astr.] Sost.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 3.59, pag. 345: Vedi la nave d'Argus col castello; / e vedi Pegaseo che, tratto a volo, / tutto è caval, ma con ale d'uccello. / Vedi Feton d'intorno al nostro polo, / e, più qua, il Corbo, che cambiò le penne...

2 [Geogr.] [Detto della fonte Ippocrene, originatasi sul monte Elicona dal colpo di zoccolo di Pegaso (anche con valore appositivo)].

[1] Jacopo della Lana, Par. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 18, v. 82, pag. 2232.30: La quale Pagasea fonte poetica ha per alegoria a significar la misericordia de Deo...

[2] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 200.12, pag. 250: novamente son fatto protervo / Drizzando li miei voli in altra parte, / Dilungato dal fonte Pegaseo...

[3] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 8.5, pag. 11: o qual dintorn' al fonte pegaseo / cantar più bel, color che già la fronte / s' ornar d'alloro, con le Muse conte / uomo lodando, o forse alcuno deo...

[4] Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 18, pag. 617.11: trovò una fonte, alla quale sì puose nome Peghasea, della quale acqua beevano tutti i poeti.

[5] f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375/77 (castell.>tosc.), L. 12, cap. 16, pag. 553.28: doi volte el dì se lavava in la fonte Pegasea... || Corpus OVI.

2.1 Estens. [Rif. all'Elicona].

[1] <Ottimo, Par., a. 1334 (fior.)>, c. 18, pag. 420.3: Qui l'Autore al modo poetico, vedendo maggiore opera, sì invoca Pallas di monte pegaseo...

- Estens. [Come attributo rif. a una delle Muse].

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 18.82, vol. 3, pag. 301: O diva Pegasëa che li 'ngegni / fai glorïosi e rendili longevi...

[3] Jacopo della Lana, Par. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 18, v. 82, pag. 2232.27: O divina Pagasea. Qui fa invocatione ad quella fonte sì come usavano li poeti de fare...

[4] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 44, pag. 825.21: O diva pegasea, o alte Muse, reggete la debole mente a tanta cosa...

[5] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/94 (pis.>fior.), c. 18, 82-93, pag. 525.33: l'autore la chiama diva Pegasea; cioè diva che dà fama a li omini, che questa iddia seguitano, cioè la sapienzia e l'arti e le scenzie, et è figliuola d'Iddio...

3 Sost. Appellativo dei seguaci di Arcita, personaggio del Teseida di Boccaccio. || Forse con rif. alla regione greca di provenienza.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 8, ott. 107.1, pag. 532: Né mi vene all' orecchie: " Pegaseo!" / alcuna volta dalli suoi chiamato, / ch' io non divenga qual si fa Rifeo / per le sue nevi dal sol riscaldato; / e il gridare: "Asopo!" ancor mi feo / parer più volte col viso cangiato...

[2] Gl Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 8, 107.1, pag. 532.1: [Pegaseo]: il nome dato a' suoi da Arcita.