PROLE s.f./s.m.

0.1 prole, prolle.

0.2 Lat. proles (DELI 2 s.v. prole).

0.3 Poes. an. ven., XIV in. (3): 4.

0.4 In testi tosc.: Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.); Dante, Commedia, a. 1321.

In testi sett.: Poes. an. ven., XIV in. (3); Jacopo della Lana, Inf. (Rb), 1324-28 (bologn.); Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.).

In testi mediani e merid.: Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.).

0.5 Locuz. e fras. cristiana prole 2.1; umana prole 3.

0.7 1 Insieme dei figli di un genitore, discendenza prossima di una famiglia. [Anche con valore singolativo:] figlio. 1.1 [Con la specificazione del genitore]. 1.2 [In fras., in combinazione con sangue:] della stessa famiglia, consanguineo. 2 Estens. Complesso di quanti discendono da uno stesso capostipite secondo gradi di parentela più o meno stretta. 2.1 Cristiana prole: cristiani (in quanto figli di Dio). 3 Totalità del genere umano. 4 Estens. Complesso di quanti sono al seguito di qno, seguaci. 5 Fig. Insieme dei piccoli di un animale. 6 Estens. Germogli (di una pianta).

0.8 Francesco Sanchini 23.09.2022.

1 Insieme dei figli di un genitore, discendenza prossima di una famiglia. [Anche con valore singolativo:] figlio.

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 10, pag. 428.25: Voi ancora due fratelli cadesti nei campi de' Rutoli, Lauride e Timbro, greca prole molto simile...

[2] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 539.16: E con tucto ch'avesse tante signorie se diede a robbare sancta chiesa, e perciò se crede che per la sua grande ingratitudine dio lui giudicasse e sua prole, la quale fra VIIJ anni doppo la morte del dicto Federigo di tucto fu aspenta in questo modo.

[3] Jacopo della Lana, Inf. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 4, v. 128, pag. 192.26: Si fo moie di Cato, la quale essendo giovene de etade, e Cato so marito essendo in tale etade che non posea satisfare a le soe volontade, pregò lo ditto Cato che li lassasse tore un altro marito, imperzò ch'ello vedea bene ch'ello no posea furnire quello che se convignia in lo matrimonio per generare prole et herede.

[4] Nicolò de' Rossi, Rime (ed. Brugnolo), XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 435.9, pag. 240: De custui naque el conte Actothoro, / che çeneroe Tealdo en la Scursia, / cui Bonifatio figlio succedia, / padre di Mathelda herede loro; / la qual, non lassando prole de detro, / instituite la Glesia di Roma: / e quest'è el patrimonio di san Petro.

[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 8, pag. 560.34: e non guari lontano al suo natale sito, la promessa fede a Gannai, ad un' altra, Garemirta chiamata, ripromise e servò, di cui nuova prole dopo poco spazio riceveo.

[6] f Deca quarta di Tito Livio, a. 1346 (fior.), [IX.24], vol. 6, pag. 373.6: non solamente costrigneva ogni uomo a procreare prole e a nutricare figliuoli... || Corpus OVI.

[7] Gl Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 1, prol., pag. 2.12: Quando la biada virgene passa e sovramonta, li angeli [son] in contenplation altissima, [[...]] e le maridade in prole, çoè in sclata abundantissima e tuti li santi, sante e oltri in umilitade profundissima...

[8] Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.), 3.271, pag. 53: Po' mi parve veder l'antica prole / del qual fu 'nnamorato el sommo Giove; / e 'l padre mesto com'a ciò si dole.

[9] Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.), 88, pag. 574: Ben pôy sperar alquanto / In un rimaso ch' è de la sua prole, / Che traràti de pianto, / Se fortuna non obvia, como sôle. || Ma potrebbe anche intendersi rif. a 2.

[10] Gl Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 10, 97.3, pag. 597.11: [la prole]: i figliuoli.

[11] f Nadal, Leandreride, a. 1382-83 (tosc.-ven.), L. 1, c. 2.53, pag. 6: unde Athamante duplice et amata / prole licentïò del suo confino, / per non sentir sua gente in sé adirata. || Corpus OVI.

[12] f Sinibaldo da Perugia, Fedra, a. 1384 (umbr.-tosc.), cap. 12.202, pag. 153: le madre ucidon la prole difusa / del ventre lor... || Corpus OVI.

- Masch.

[13] f Bianco da Siena, 1370-99 (sen.), 59.163, pag. 695: Dio prega che gli piaccia / di perdonarmi in ciò ch'i' gli ò fallito, / sì ch'i' possa poi veder la faccia / del tuo figliuol, di giustitia sole, / che mai da ssé nessun suo servo caccia. / Etternalmente quel tuo dolce prole / con teco sempre di laudar non finii, / c'ogni 'ntellecto inluminato cole. || Corpus OVI.

1.1 [Con la specificazione del genitore].

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 11, pag. 457.19: O alma vergine, prole di Latona, habitatrice delle selve, io padre ti voto costei tua serviciale.

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 12, pag. 487.31: Tu ssè germana di Iove e l'altra prole di Saturno, e rivolgi nel cuore tuo tanta tempesta d'ire?

1.2 [In fras., in combinazione con sangue:] della stessa famiglia, consanguineo.

[1] Lamento marciano, 1385 (sett.), ott. 35.3, pag. 435: Lamento fa con amare parolle: / la morte consentì de so fradello, / ch'era de [lo] so sangue e de so prolle...

[2] f Jacopo da Montepulciano, 1390/97 (tosc.), L. 1, cap.8.40, pag. 97: ell'è teco d'un sangue e d'una prole / colei per cui nel vivo ghiaccio io ardo, / per sua belleza addorna, atti e parole. || Corpus OVI.

2 Estens. Complesso di quanti discendono da uno stesso capostipite secondo gradi di parentela più o meno stretta.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 7.27, vol. 3, pag. 104: Per non soffrire a la virtù che vole / freno a suo prode, quell' uom che non nacque, / dannando sé, dannò tutta sua prole...

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 34, pag. 116.8: tu se' nata di nobilissima prole romana...

[3] Lancia, Chiose Purg., 1341/43 (fior.), c. 32, vv. 37-42, pag. 837.14: Riprendeano Adamo che per lo conforto della sua moglie mangiòe del frutto di questo albero, per lo quale dannòe sé e tutta sua prole...

[4] Gl Lancia, Chiose Par., 1341/43 (fior.), c. 7, vv. 10-24, pag. 945.17: la disubidienza d'Adamo e la pena che ne meritòe elli e tutta sua prole, cioè discendente generatione humana...

[5] Matteo Frescobaldi, Rime, a. 1348 (fior.), D. 28.7, pag. 116: E pporfido, diamanti, pietre e ssassi / gettan faville, quando veder suole / ciascun la suo biltà, ch'antica prole / unquanco seguirà dietro a' ssuo passi.

[6] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/94 (pis.>fior.), c. 7, 25-39, pag. 229.30: dannò tutta sua prole; cioè dannò tutta la sua schiatta che dovea descendere di lui.

[7] Torini, Rime, 1342/98 (fior.), [a. 1398] 3.72, pag. 362: Chiamaci Iddio, la sua mano abundante / verso noi allargando, / li onor, li stati e ricchezze prestando, / la grazïosa prole, / grazia e 'l mondan favore aümentando...

[8] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 3.20, pag. 17: perch'egli era dissexo de la prole / di quel psalmista che nel canto exalto...

[9] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 2, par. 108, comp. 41.2, pag. 114: Viva la prole diva / dela Scala ioiliva / ch'a mal far non si cala.

[10] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Pr 5, vol. 5, pag. 619.18: Sia la tua prole benedetta, e vivi lieto con la donna la quale tu conducesti per moglie dalla adolescenza tua.

2.1 Cristiana prole: cristiani (in quanto figli di Dio).

[1] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), D.10.10, pag. 233: Ché, s'io contemplo el gram premio venturo / a chi Dio chiama la cristiana prole, / per me niente altro che quel[o] si vuole...

3 Totalità del genere umano.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 3, pag. 68.12: Questo veggendo Pluto, dolente che strana prole fosse apparecchiata per andare ad abitare il suo natale sito, [[...]] imaginò di far sì che le nuove creature da quella abitazione facesse essiliare...

- Umana prole.

[2] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 201-10, pag. 71.17: così loro fuggirebbono, quello avendo fatto per che la deficiente umana prole si ristora, siccome ancora tutti gli altri animali, in ciò molto più degli uomini savi, fanno.

4 Estens. Complesso di quanti sono al seguito di qno, seguaci.

[1] Poes. an. ven., XIV in. (3), 4, pag. 230: Valor dà Amor, e zientilezza 'l ciama, / che 'l suo suggetto onora, / sì ch'esso vi dimora / per esser di sua prole acompagnato.

[2] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 48.2: Experto maestro mio, molto mi giova / del to allegar filosophica prole, / perché de l'arguir me pesa e dole / e da mie voglia vien ch'io mi rimova...

[3] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 130.9: Così far dia de l'amorosa prole / chi brama stato nel beato regno, / gustando manna in fior', rose e viole...

5 Fig. Insieme dei piccoli di un animale.

[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 14.56, pag. 713: L'aria del monte le fa copiose [[scil. le pecorelle]] / di prole tal che 'n bene ogni altr' avanza; / poi l' empie d' anni e falle prosperose.

[2] f Accio Zucco, Esopo, XIV ex. (tosc.-ven.), 28a.12, pag. 409: Disse una d'esse [[leproselle]]: "Licito è sperare / Che nuy non sciamo ala timenza sole, / Le rane vezo per nuy dubitare." / La speranza è salute d'ogni prole, / E la timenza vicio da scaciare / A chi teme vergogna e vertù vole. / Però spera chi teme ch'el si vede / Di gran periglio tornar a mercede. || Corpus OVI.

6 Estens. Germogli (di una pianta).

[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 26, pag. 748.13: stava una bellissima quercia porgente grandissime ombre con gli ampi rami, di nuove frondi carichi e mostranti lieti segnali di copiosa prole.

[2] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 92.5, pag. 171: L'industre esperto villanel che còle / Giardino o vigna o campo, qual possede, / Sì come l'arte sua comanda o chiede / D'arbori e piante fa diverse scole; / E qual poscia di lor vede atta a prole, / Di curata cultura la provvede...