RABBASSARE v.

0.1 rabassa, rabassare, rabassato, rabassi, rabassò, rabbassandosi.

0.2 Da abbassare 1.

0.3 Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.); Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Sette arti liberali di Seneca volg., a. 1325? (fior.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.).

0.7 1 Tornare o far tornare a un'altezza inferiore (anche pron.). 1.1 Fig. Far perdere prestigio o valore.

0.8 Luca Palombo 03.10.2019.

1 Tornare o far tornare a un'altezza inferiore (anche pron.).

[1] Sette arti liberali di Seneca volg., a. 1325? (fior.), pag. XXIX.35: Tra costoro è lecito, che tu annoveri i componitori d'edificj, i quali pensano alcuni dificj, che per se si levano, e tavolate, che tacitamente crescono in alto, e altre varietadi non pensate, o dividendosi quelle cose, ch'erano congiunte, o congiugnendosi per se medesimo quelle cose, ch'erano divise, o ritornando in se, e rabbassandosi quelle cose, ch'erano levate in alto.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 34, vol. 1, pag. 466.20: Alla fine fu sì forte l'empito del corso del fiume, che fece rovinare il detto ponte di Santa Trinita [[...]] e fece rovinare quello dalla Carraia: e come furono rovinati e caduti, l'altezza del corso del fiume, ch'era per lo detto ringorgamento e rattenuta, rabassò, e cessò la piena dell'acqua ch'era sparta per la cittade.

[3] Paolo Gherardi, Liber habaci, XIV pm. (fior.), [16], pag. 141.9: Elgl'è [[scil. il muro]] dall'uno lato alto braccia xx e dall'altro lato è alto braccia viij, abatti viij di xx resta xij, diremo chosì: di xxx braccia ch'io l'ò fatto lungho son io rabassato braccia xij e noy volglamo rabassare xx.

- [In contesto fig.].

[4] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 43 bis, pag. 145.1: le peccunie glorificano e fanno gentili coloro che non ànno punto di gentilezza, et la povertà rabassa la casa ch'è bene alta di gentilezza.

1.1 Fig. Far perdere prestigio o valore.

[1] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 1.45, pag. 159: che più non sia - lo suo detto fallato, / nè disturbato - per inizadore, / nè suo valore - non sia menovato, / nè rabassato - per altro amadore.

[2] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 25.359, pag. 161: Tanta è tua suttigliezza, / che onne cosa passi / e sotto te sì lassi / defetto remanere; / con tanta leggerezza / a la Vertate passi, / che ià non te rabassi / po' te colpa vedere.