PARAT̀O s.m.

0.1 paratio; f: parat́o, paratío.

0.2 Da paretio, prob. avvicinato a parato 2 (DEI s.v. paratia).

0.3 <Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.)>: 2.

0.4 Att. unica nel corpus.

0.6 N Nannucci, Teorica, p. 741, valutando gli es. dell'Ottimo (cit. in 2) e di Piero de' Crescenzi volg. (cit. in 1), sostiene per entrambi i luoghi la lez. paretio.

0.7 1 Cị che ripara o protegge da un pericolo o da un agente esterno, impedendone il passaggio. 2 Parete che delimita una stanza o un ambiente.

0.8 Cristiano Lorenzi Biondi 14.04.2023.

1 Cị che ripara o protegge da un pericolo o da un agente esterno, impedendone il passaggio.

[1] <f Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV pm. (fior.)>, L. 9, cap. 61, vol. 3, pag. 103.18: Anche [[le stalle]] deono esser volte al Meriggio, per li venti freddi, ali quali dee resistere alcun portico ovvero parat́o o chiusura. || Corpus OVI.

[2] f Ricordano Malispini, XIV ex.: Lo re prese consiglio di combattere la terra, e massimamente da quella parte dove non avea muro, ma paratío di botte, e di legname. || TB s.v. paratio.

2 Parete che delimita una stanza o un ambiente.

[1] <Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.)>, c. 27, pag. 491.8: Le loro [[scil. di Piramo e Tisbe]] case erano congiunte insieme; uno paratio li dividea.