PROBITÀ s.f.

0.1 probità , probitade, probitadi, probitate, probitati.

0.2 Lat. probitas, probitatem (DELI 2 s.v. probo).

0.3 Dante, Convivio, 1304-7: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7; Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).

In testi sett.: <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>; Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.).

In testi mediani e merid.: Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

In testi sic.: Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

N L'att. in Francesco da Buti è cit. dantesca.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

0.7 1 Qualità di chi possiede virtù e buoni costumi (gen. come sinon. di rettitudine morale, onestà, prodezza). 1.1 Estens. Virtù (in opp. al vizio).

0.8 Fiammetta Papi 20.12.2017.

1 Qualità di chi possiede virtù e buoni costumi (gen. come sinon. di rettitudine morale, onestà, prodezza).

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 27, pag. 434.2: Veduto e ragionato è assai sofficientemente sopra quella particola che 'l testo pone, mostrando quelle probitadi che alla gioventute presta la nobile anima...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 7.122, vol. 2, pag. 118: Rade volte risurge per li rami / l'umana probitate; e questo vole / quei che la dà, perché da lui si chiami.

[3] <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>, c. 8, 121-132, pag. 148, col. 1.4: Qui in singulari, poi c'ha ditto in universale della probità della Casa di Malaspini...

[4] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 16, proemio, pag. 296.33: E questo, ch'egli dice valore, sì è detto in latino probitade, la quale hae in sè giustizia, modestia, onestade, buoni costumi, conoscenza, affabilitade, e vergogna di fallire; le quali virtù sono tutte fuori delle genti nuove...

[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 210.23: O figiuolo, vede che per l'avenimento di costui e per la sua probità e virtù, quella gloriosa Roma pareggiarà l'imperio alla terra, e li animi al cielo...

[6] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 1, ott. 88.3, pag. 281: Dunque, se mai amaste libertate, / se vi fu caro mai il mio onore, / ora mostrate vostra probitate, / ora si scopra l' ardire e 'l valore...

[7] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), III, cap. 4, pag. 88.28: E Sallustio dice: L'avarizia pervertisce la fede e la probitade e l'altre buone arti...

[8] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 9, pag. 36.20: Et li habitaturi di Chentorbi, per ben chi sapissiru la probitati certamenti et la valentia di li Normandi, non si volendu signuriari a la loru signuria, per li loru mali custumi si misiru a la diffisa et difindianu valentimenti la chitati.

[9] Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.), 62, pag. 573: Perchè odî tanto e nemiche natura, / Che del suo danno grave non ti dolse, / Ch' ày tolto a quella el figlio suo dilecto, / E[l] qual s' havea concepto / De probità , de senno e pregio armato?

[10] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 7, 121-129, pag. 164.34: risurge per li rami L'umana probità ; cioè l'umana virtù rade volte si rileva nei filliuoli, come la virtù del troncone de l'albaro nei suoi rami...

[11] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), 2, pag. 220: Se lla origene del nobile sangue, / senso, probità , virtù et ricchizi / resistentia facessero et mitigizi / alla crudele morte che sempre langue, / non forria della vita extinto / re Federico che qui iace dinto.

1.1 Estens. Virtù (in opp. al vizio).

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, cap. 3, pag. 144.2: Or vedi dunque in quanto fango i vizi si rivolgano, e con che luce la probità risplenda?