0.1 serventes', serventese, serventesi, serventexi, sirventés. cfr. (0.6 N) servientexo.
0.2 Prov. sirventes (DELI 2 s.v. sirventese), serventes (cfr. LR s.v. sirventes, serventes).
0.3 Dante, Vita nuova, c. 1292-93: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Vita nuova, c. 1292-93; Lunardo d. G., XIII sm. (pis.).
In testi sett.: Rime Arch. Not. Bologna, c. 1291-1300 (bologn.), [1299-1300]; Poes. an. lomb., XIII; Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).
0.5 La prima -e- in protonia, se non è etimologica dalla forma prov. serventes, può essere spiegata anche per accostamento a servire.
Locuz. e fras. serventese bicaudato 1.2.1; serventese caudato semplice 1.2.2; serventese duato 1.2.3; serventese incatenato 1.2.4; serventese incrociato 1.2.5; serventese ritornellato 1.2.6.
0.6 N Parte della terminologia di Gidino (cit. in 1.2.1-1.2.6) ha fondamento in quella lat. della Summa Artis Rithimici Vulgaris Dictaminis di Antonio da Tempo (1332).
Negli schemi metrici inseriti nelle definizioni 1.2.1-1.2.6, le lettere maiuscole indicano versi lunghi (tipicamente, endecasillabi) e le lettere minuscole versi brevi (tipicamente, dal quaternario all'ottonario).
In un componimento dei Memoriali bolognesi edito da Monaci-Arese, pp. 342-344, sono att. due occorrenze di servientexo («Vaten, servientexo, sença malinanca», v. 45; «Questo servientexo de core verase», v. 57: cfr. Poes. an. tosc.>bologn., 1309, pag. 343). In entrambi i luoghi Orlando, Rime Arch. Stato Bologna, p. 101, legge «sermentexo» (lezione confermata dalla lettura del ms.): v. sermontese, cui si rinvia per altra doc. semanticamente sovrapponibile.
Consulenza di Claudio Ciociola.
0.7 1 [Metr.] Componimento strofico di trad. popolare e di vario contenuto (storico, narrativo, didattico, moraleggiante, religioso, amoroso), che, secondo la trattatistica mediev. di area it., si può strutturare in più forme metriche, purché diverse da quelle della canzone e della trad. lirica illustre. 1.1 [Metr.] [Designa, senza distinzione terminologica, un serventese caudato semplice]. 1.2 [Metr.] [Descrizioni e terminologia delle forme metriche nella trattatistica]. 2 [Metr.] Forma di poesia strofica della letteratura prov. (propr. detta sirventes), dal contenuto per lo più moraleggiante, satirico, politico o d'occasione, che gen. mutua la sua melodia e il suo schema metrico da una cansó preesistente. 2.1 [Metr.] Forma di poesia strofica tipologicamente rapportabile al sirventes prov., sia per l'adozione della struttura metrica della canzone (anche modellata su uno schema preesistente) sia per il suo carattere moralistico o sentenzioso.
0.8 Cristiano Lorenzi Biondi 14.04.2023.
1 [Metr.] Componimento strofico di trad. popolare e di vario contenuto (storico, narrativo, didattico, moraleggiante, religioso, amoroso), che, secondo la trattatistica mediev. di area it., si può strutturare in più forme metriche, purché diverse da quelle della canzone e della trad. lirica illustre. || Per le descrizioni e la terminologia delle forme metriche nella trattatistica mediev., cfr. anche 1.2, 1.2.1-1.2.6 e gli es. allegati.
[1] ? Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 6 parr. 1-2, pag. 22.5: E presi li nomi di sessanta le più belle donne de la cittade ove la mia donna fue posta da l'altissimo sire, e compuosi una pistola sotto forma di serventese, la quale io non scriverò: e non n'avrei fatto menzione, se non per dire [[...]] che in alcuno altro numero non sofferse lo nome de la mia donna stare se non in su lo nove, tra li nomi di queste donne. || Non essendo altrimenti nota la «pistola sotto forma di serventese», persistono comunque dubbi sul suo effettivo metro (v. almeno ED s.v. serventese, e Gorni, Metrica, pp. 302-306) e, dunque, sul signif. inteso da Dante.
[2] Gl Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 6, parr. 2-8, pag. 140.4: Dove nota che lo serventese èe uno universale modo de rithimare et èe appellado serventese impercioché ello serve a l'omo de minimo intelletto, perché la forma delo serventese èe legiera da compillare e più piace ali mechanici et ali homini rustici e grossi che gli altri modi de rithimare. Quivi nota che alguni appellano questo modo de rithimare 'sermontese'...
1.1 [Metr.] [Designa, senza distinzione terminologica, un serventese caudato semplice].
[1] Rime Arch. Not. Bologna, c. 1291-1300 (bologn.), [1299-1300] serv. f.53, pag. 99: Va' serventese coperto di flori, / saluta da mia parte li amadori, / quelli c'hanno fermi li lor cori / in ben servire; / e dilli che ssi degiano sbaldire / e loro affare in gioia convertire / e aspectare l<o> ben<e> che dé venire / per amare.
1.2 [Metr.] [Descrizioni e terminologia delle forme metriche nella trattatistica].
[1] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 6, parr. 2-8, pag. 142.1: E può fir compillado lo serventese de versi undenarii e septenarii e de çaschaduno altro numero, secondo che se fanno li soniti e li altri rithimi fatti ça de sopra, a ben piacere de l'omo. E possonno essere li dicti serventesi longi e corti...
[2] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 6, parr. 2-8, pag. 142.5: E sono li dicti serventesi de molte maynere, ma dele maynere più usitate io descriverò quivi septe maynere solamente...
1.2.1 [Metr.] Serventese bicaudato: in strofe di schema AAAbAb BBBcBc ... .
[1] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 6, parr. 29-33, pag. 146.2: La quinta maynera deli serventesi èe che la prima copula dée essere de quatro versi undenarii de una consonancia. E dée avere due code de versi quaternarii o de più, infina alo numero octonario, in questo modo: videlicet che li tri primi versi debbonno essere undenarii e de una consonancia; e poscia dée avere una coda dissonante dali dicti tri primi versi. E poscia dée avere lo quarto verso consonante con li tri primi versi; e poscia dée avere la seconda coda consonante con la prima coda. E cossì dée essere çaschaduna dele altre copule infina ala fine delo serventese. E çaschaduna dele copule dée avere li quatro versi undenarii consonanti con le code dela loro precedente copula, sì come appare nelo infrascripto exemplo, lo quale èe appellado serventesebicaudato.
1.2.2 [Metr.] Serventese caudato semplice: in strofe di schema AA...b BB...c CC...d ... .
[1] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 6, parr. 22-26, pag. 145.3: La quarta maynera deli serventesi èe che la prima copula dée essere de tri undenarii versi de una sola consonancia. E dée avere una coda de uno verseto de quatro sillabe, osia de cinque, o de quanto numero se vole, infina a otto sillabe, la quale coda dée essere dissonante dali tri primi versi. E poscia la seconda copula dée essere similemente de tri versi consonanti con la coda dela prima copula e dée avere una coda dissonante dali dicti tri versi. E cossì çaschaduna copula dée essere de tri versi consonanti con la coda dela soa precedente copula e dée avere la sua coda dissonante dali dicti tri soy medesimi versi, sì come appare nelo infrascripto exemplo, lo quale èe appelato serventese caudato simplice. Porave eciamdeo lo dicto serventese essere compillato, per ogni copula, de duy, osia de quatro versi, con lo sopraditto ordine, ma la copula deli tri versi undenarii èe più bella e più usitata.
1.2.3 [Metr.] Serventese duato: in distici a rima baciata.
[1] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 6, par. 15, pag. 143.16: La seconda maynera deli serventesi èe che çaschaduna copula èe de duy versi de una mesdesima consonancia, secondo che appare nelo infrascripto serventese, lo quale fi appellato serventeseduato.
1.2.4 [Metr.] Serventese incatenato: in strofe di schema ABA BCB CDC ... .|| È lo stesso schema della terzina dantesca.
[1] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 6, parr. 36-37, pag. 146.21: La sexta maynera deli serventesi èe che çaschaduna dele copule delo dicto serventese dée essere de tri versi de una consonancia. E sono le dicte copule incatenate l'una cum l'altra de versi undenarii, e sono dissonante l'una copula da l'altra secondo che appare nelo infrascripto exemplo, lo quale èe appellado serventeseincatenato de una lingua simplice.
[2] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 6, parr. 40-43, pag. 147.18: La septima maynera deli serventesi èe che çaschaduna dele copule delo dicto serventese dée essere de tri versi undenarii e de una consonancia. E debbonno essere le dicte copule de tre lengue incatenate l'una con l'altra. E debbonno essere de versi undenarii e dissonanti l'una copula da l'altra. E debonno essere de lingua latina e toschana e francescha, secondo ache appare nelo infrascripto exemplo lo quale fi appellado serventese incatenato de tre lengue.
1.2.5 [Metr.] Serventese incrociato: in quartine a rima alternata di schema ABAB CDCD ... .
[1] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 6, parr. 10-12, pag. 142.15: La prima maynera deli serventesi èe che la prima copula delo dicto serventese dée essere de quatro versi undenarii de due consonancie. E lo terço verso dée essere consonante colo primo verso; e lo quarto verso dée essere consonante con lo secondo verso delo dicto serventese. E cossì dée essere çaschaduna dele copule delo dicto serventese, secondo che appare nelo exemplo sottoscritto; e questo èe appellato serventeseincroxado.
1.2.6 [Metr.] Serventese ritornellato: in strofe di schema ABABCC. || È lo stesso schema della sesta rima.
[1] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 6, parr. 18-19, pag. 144.8: La terça maynera deli serventesi èe che çaschaduna dele copule dée essere de sey versi, deli quali lo terço verso dée essere consonante con lo primo verso e lo quarto verso dée essere consonante con lo secondo verso. E poscia li duy ultimi versi debbonno essere de una medesima consonancia, ma diversa dele consonancie deli quatro primi versi; li quali duy ultimi versi sono a modo de uno retornello deli quatro primi versi, sì come appare nelo infrascripto serventese, lo quale fi appellato serventeseretornellato.
2 [Metr.] Forma di poesia strofica della letteratura prov. (propr. detta sirventes), dal contenuto per lo più moraleggiante, satirico, politico o d'occasione, che gen. mutua la sua melodia e il suo schema metrico da una cansó preesistente.
[1] <Ottimo, Par., a. 1334 (fior.)>, c. 9, pag. 230.33: Costui [[scil. Folchetto da Marsiglia]] istudiò in ciò che appartiene a valore umano, e fama mondana; seguì li nobili uomini; e, come appare, trovò in provenzale coble, serventesi, ed altri diri per rima...
2.1 [Metr.] Forma di poesia strofica tipologicamente rapportabile al sirventes prov., sia per l'adozione della struttura metrica della canzone (anche modellata su uno schema preesistente) sia per il suo carattere moralistico o sentenzioso.
[1] Poes. an. lomb., XIII, 6, pag. 503: Poi qe neve ni glaza / non me pot far guizardo, / e qe dolzamentr'ardo / en l'amor qe m'abraza, / ben è rason q'eo faza / un sirventés lonbardo, / qé del proenzalesco / no m'acresco: - e fôra cosa nova, / q'om non trova - sirventés lombardesco. || Prob. prestito diretto dal prov.
[2] Lunardo d. G., XIII sm. (pis.), 55, pag. 291: Serventes', a dir esto / va', ché per serv'i' resto, / pió puro c'oro matto, / a quei c'ha nom' di Gallo: / se Dio di mal traga-llo, / non crea a vista né a matto. || Lunardo d. G. è una risposta per le rime alla canzone Credeam'esser, lasso di Galletto Pisano (v. anche rintronico); per M. Berisso la definizione «Serventes'» è forse dovuta «al carattere satirico misogino della canzone» (PSs, III, p. 139).