LERCIARE v.

0.1 lercia, lerciansi, lerciare, lerzata.

0.2 Da lercio.

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Albertano volg., 1275 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>.

0.6 N Doc. esaustiva. || Si completa con lerciato.

0.7 1 Rendere lordo (qsa). Pron. Sporcarsi. 1.1. Fig. Rendere moralmente impuro, corrompere. Anche pron.: macchiarsi (di un peccato).

0.8 Helena Phillips-Robins 07.09.2016.

1 Rendere lordo (qsa). Pron. Sporcarsi.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 11, pag. 173.30: La terza maniera si č, che l'uomo non mangi laidamente, ché molte genti sono, che non sanno mangiare com'uomini, ma come porci, e lerciansi ei panni laidamente della vianda...

1.1 Fig. Rendere moralmente impuro, corrompere. Anche pron.: macchiarsi (di un peccato).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 18, pag. 337.16: Un modo d'essere invidioso če non dire le cose ke si debbono dire, e di peccato si lercia ki cela la cosa utile k' elli sae.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 51, pag. 168.3: Adunque l'onestą e la buona nominanza non si debbono lerciare per neun thesauro nč per neuna pecunia...

[3] Albertano volg., 1275 (fior.), L. IV, cap. 48, pag. 267.8: Uno modo d'essere i(n)vidioso če no(n) dire le cose ke ssi debboro dire, (e) «di peccato si lercia ki cela la cosa utile k'elli sae».