LENA (1) s.f.

0.1 len', lena, lene, lenna, llena.

0.2 Da alena.

0.3 Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.): 1.1.1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bondie Dietaiuti, XIII sm. (fior.); Inghilfredi, XIII sm. (lucch.); Libro della natura degli animali (C), XIII ui.di. (pis.); Lucidario lucch., XIII/XIV.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf. (Rb), 1324-28 (bologn.); Lucidario ver., XIV.

In testi mediani e merid.: Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Poes. an. perug., c. 1350.

0.5 Locuz. e fras. con benigna lena 2.5.1; con una lena 1.5; dare lena 1.6, 2.1; di molta buona e grande lena 2.3; fare lena 1.4; porgere lena 2.1; prendere lena 1.2, 2.2; reddere lena 2.1; rendere lena 2.1; riprendere lena 1.2; senza lena 1.6.1; senza nulla lena 1.7; senza veruna lena 1.6.2.

0.7 1 Emissione di fiato, respiro (in partic. legato a uno sforzo fisico intenso). 1.1 [Con rif. alla percezione olfattiva:] aria che fuoriesce dalla bocca, alito (buono o cattivo). 1.2 Locuz. verb. Prendere, riprendere lena: riacquistare una respirazione regolare (interrompendo uno sforzo fisico). 1.3 [In quanto funzione vitale per eccellenza]. 1.4 Fras. Fare lena: acquisire resistenza. 1.5 Fig. Locuz. avv. Con una lena: nel tempo necessario per un respiro; in brevissimo tempo, in fretta. 1.6 Fig. Riposo, sosta. Fras. Dare lena: indugiare. 1.7 Estens. Fig. Locuz. avv. Senza nulla lena: senza sforzo, facilmente. 2 Fig. Forza (fisica e spirituale) per compiere qsa, vigore. 2.1 Fig. Dare, porgere, reddere, rendere lena (a qno): infondere fiducia, confortare. 2.2 Fig. Prendere lena: ritrovare o rinnovare le proprie risorse (finanziarie). 2.3 Fig. Di molta buona e grande lena: vigoroso, valente. 2.4 Estens. Fig. Intensità (di una forza naturale o soprannaturale). 2.5 Estens. Fig. Espressione di una volontà, disposizione.

0.8 Irene Angelini 04.07.2023.

1 Emissione di fiato, respiro (in partic. legato a uno sforzo fisico intenso).

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 25, vol. 3, pag. 302.6: In quel del corpo dee l'uomo guardare la sua andatura non sia [[...]] troppo presta, tanto ch'ella ti faccia ingrossare la lena e mutare il colore; chè queste cose sono segno di poca stabilità.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 16, pag. 129.6: una nave romana passò di sopra unde doveva spirare: l'uomo avea mestiere di lena; la nave lo tenne tanto ch'elli annegò.

[3] Lucidario lucch., XIII/XIV, L. 1, quaest. 54-59, pag. 45.12: di iiij elemente che lo homo à la carne de la tera, de l'[a]qua si àve lo sangue, del'aire la lena, e del fuoco lo calore.

[4] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 24, 34-45, pag. 619.31: dice l' autore che la lena del polmone; cioè il raccoglimento del fiato, era sì venuto meno...

[5] Lucidario ver., XIV, L. 1, quaest. 59, pag. 34.10: E similiantemente come l'airo à in si li venti e li toni, tuto somientemente sì à l'omo intel petto la grande lena e la grande tose.

1.1 [Con rif. alla percezione olfattiva:] aria che fuoriesce dalla bocca, alito (buono o cattivo).

[1] Bestiario Tesoro volg., XIII ex. (pis.), cap. 164, pag. 120.14: Luppica est uno ucello cigulo che [[...]] mangia sugo e cose putente, e perciò est la sua lena malvagia e putrita.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 29, pag. 236.19: Quello [[badalisco]] uccide co la lena li uccelli ne l'aire quando volano: tutte le bestie coll'alito uccide, se non la donnola, e quella uccide lui.

- [In contesto metaf., con rif. alla presunta capacità dell'alito profumato della pantera di attirare le sue prede].

[3] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 1.31, pag. 75: A la mia vita mai non partiragio: / sua dottrina m'afrena, / così mi corge a lena / come pantera le bestie salvage...

[4] Diretano bando, XIV sm. (tosc.), cap. 57, pag. 43.5: Se voi fossi [[...]] serrata socto tucte le chiavature del mondo, sì vi troverrei [[...]], sì come fanno l'altre bestie alla pantera allo dolçore della loro fiato e llena.

1.1.1 [Come appellativo della donna amata].

[1] Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.), 1.22, pag. 122: membrando l'ora ched io vegno a voi: / ca s'io troppo dimoro, par ch'io pèra, / aulente lena, e voi mi perderete...

1.2 Locuz. verb. Prendere, riprendere lena: riacquistare una respirazione regolare (interrompendo uno sforzo fisico).

[1] Novellino (prima red.), XIII u.v. (tosc.occ.>fior.), 77 [45], pag. 257.13: Prendendo lena, li due cavalieri si dimandanno di loro nome.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 16, pag. 129.4: Una ora venne che era troppo dimorato sotto l'acqua, e tornava per riprendare sua lena...

[3] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 10, cap. 28, vol. 2, pag. 410.26: Li Galli, veggendo li Romani spaventati, gl'incalciaro da presso, e sì fieramente gli affrettavano, che non lasciavano loro prender lena...

[4] Tristano Veneto, XIV, cap. 181, pag. 166.22: Quando elli sè qualcossa repossadi e qu'elli ave qualcossa represo de lena e de flado...

1.3 [In quanto funzione vitale per eccellenza].

[1] Libro della natura degli animali (C), XIII ui.di. (pis.), cap. 68, pag. 328.8: La prima sì è ched elli diventa irato, fiero e fellone, quando elli vede li suoi figliuoli nati sensa lena e sensa vita e sensa vedere.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 15, pag. 218.16: Allora Cesare prese cuore e crebbe in isperanza, che a lui rimarrebbe lo campo per lo cavallo che aveva ancora lena, e quello di Pompeo era morto.

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 220.4, pag. 282: Onde tolse Amor l'oro, [[...]] e 'n qual piaggia le brine / tenere et fresche, et die' lor polso et lena?

1.3.1 Fig. Spirito vitale.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 15, pag. 179.27: quando ei fanciulli piangono, ellino mettono fuori la lor lena e lo loro ispirto: donde quando l'uomo gli fa ristare, ellino ritengono cioè la lena e lo spirito, e quello cotale ritenere dà forza...

[2] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 42, pag. 295.8: Le bestie non hanno anima, anzi hanno lena movebile, e quando muoiono quella lena viene a niente com'un soffio, però che solo all'uomo diede Iddio anima.

- [Con rif. a Dio].

[3] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 35, pag. 77.9: Il calore che è della lena di Dio, si è l'anima, che la lena si è di due cose: aria e calore.

1.4 Fras. Fare lena: acquisire resistenza.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 7.56, pag. 357: La campagna è renosa, in che si ficca / il cavallo correndo, onde fa lena / e destre gambe, ché a forza le spicca.

1.5 Fig. Locuz. avv. Con una lena: nel tempo necessario per un respiro; in brevissimo tempo, in fretta.

[1] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 5, cap. 5, pag. 377.3: E come furiosamente e strabocchevolmente imprese la via sì come con una lena in questo si manifesta, che l' Alpi et il Reno trapassò tra dì e notte... || Cfr. Val. Max., V, 5: «iter quoque quam rapidum et praeceps velut uno spiritu corripuerit».

1.6 Fig. Riposo, sosta. Fras. Dare lena: indugiare.

[1] Ultime imprese di Tristano, a. 1375 (tosc.), st. 37.4, pag. 37: Disse Breusso a' baronj: «Or mj dite / i nomj vostri sança dar più lena».

1.6.1 Fig. Locuz. avv. Senza lena: senza indugio, subito.

[1] Sacchetti, Rime (ed. Ageno), XIV sm. (fior.), frott. 64.389, pag. 82: truova 'l Pescione e fa che sanza lena / tra gli altri degni il metta ne la cena.

1.6.2 Fig. Locuz. avv. Senza veruna lena: senza tregua, incessantemente.

[1] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 3, cap. 2, pag. 44.14: tutto è bracia, e fiamma d' ardente fuoco pennace, il quale sanza veruna lena m' arde e mi divampa.

1.7 Estens. Fig. Locuz. avv. Senza nulla lena: senza sforzo, facilmente.

[1] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 175.2, pag. 72: Agatesse avea nome il nobel sire: / abattel' morto sanza nulla lena.

2 Fig. Forza (fisica e spirituale) per compiere qsa, vigore.

[1] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), canz. 1.7, pag. 192: Tant'è fort' e angosciosa, / che certo a gran pena / aggio tanto de lena, / che di bocca for traga la favella...

[2] Bondie Dietaiuti, XIII sm. (fior.), Son. 2.5, pag. 143: Quando l'aira rischiara e rinserena, / il mondo torna in grande diletanza / [[...]] e gli augilletti riprendon lor lena / e fanno dolzi versi i[n] loro usanza...

[3] Meo dei Tolomei, Rime, XIII/XIV (sen.), 9.5, pag. 58: ed i' mi stett' e comincia' ascoltare, / e seria stato infine a la mattina, / se tanto fosse durata la lena, / che cominciat' ave', del favellare...

[4] Jacopo della Lana, Inf. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 13, v. 122, pag. 420.27: Qui seguendo so poema dixe che falita la força e la lena al ditto Iacomo, percosse in uno cespuglo...

[5] Antonio da Ferrara, XIV s.-t.q. (tosc.-pad.), 25.11, pag. 277: Tu porti l'alma mia ne la tua branca, / tu non hai forma d'orso ma d'agnello, / tu raforsi mia lena ch'era stanca.

[6] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 14.73, pag. 27: «E' ò sì perdù la lena, / chi eo no posso plu sufferere; / alpestuto e' voio morire / da ch'el more Ieso Cristo!».

[7] Tristano Veneto, XIV, cap. 233, pag. 204.16: Et se Tristan firiva ben et de tuta soa força, Galeoto firiva altrosì ben over megio, como quello lo qual era forte et molto avea maor lena.

[8] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [PaoFir] ball.10.1, pag. 278: Lena, virtù e speranza ogni cor duro / vince per certo.

- [Con rif. alla prestanza di un animale da sella].

[9] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, 25.19, vol. 1, pag. 332: Non provar tutta lena / del tuo caval né tuo tutto potere; / vogli ançi che parere / aggi la gente che più far tu possa.

2.1 Fig. Dare, porgere, reddere, rendere lena (a qno): infondere fiducia, confortare.

[1] Rustico Filippi (ed. Marrani), XIII sm. (fior.), son. 12.7, pag. 94: e 'l vostro bel riguardo mi lena / e mi ritien ch'io non mi sono auciso.

[2] Nicolò de' Rossi, Rime (ed. Brugnolo), XIV pi.di. (tosc.-ven.), canz. *241.31, pag. 138: L'anema, che per ver dovia temersi, / mi porse alquanto lena / ch'eo mirai fiso gl'ogli de custei...

[3] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, 5, reg. 20.3, vol. 2, pag. 112: Dilecto in peso allevia labore, / lamento in doglia pena, / compagno al doloroso redde lena...

[4] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 1.18, pag. 544: ch' io seria morto già, non fusser quiste / che fòra d' alcun senno me dan lena, / ond' io più vivo con mortale affanno.

[5] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 151.96, pag. 216: Dato non m'ha fortuna alcuna pace, / [[...]] Ma bene Amor me n'ha pur dato una, / Come colui che sa, quando gli piace, / A' servi suoi atare e porger lena.

[6] Antonio da Ferrara, XIV s.-t.q. (tosc.-pad.), 20.10, pag. 268: vita Reina, e rendi possa e lena / al peccator che nel peccato è morto...

[7] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [FraLan] ball. 6.1, pag. 139: Amor, ch'al tuo sugetto omai da' lena, / sotto tuo giogo vivo sanza pena.

2.2 Fig. Prendere lena: ritrovare o rinnovare le proprie risorse (finanziarie).

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 90, vol. 3, pag. 187.13: considerando i molti danari ispesi per lo Comune nella detta guerra, onde il Comune era indebitato [[...]], si prese per lo meno reo che ssi mandassono solenni ambasciadori a Vinegia a pregare quello Comune [[...]] che non si partissono da mercato per lo migliore del Comune nostro, acciò che per lo detto accordo il Comune prendesse lena e uscisse di debito...

2.3 Fig. Di molta buona e grande lena: vigoroso, valente.

[1] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 37, pag. 132.16: messer Tristano, che di natura era avvisato, ed era di molta buona e grande lena, finissimo schermidore e sicuro sopra ogni altro cavaliere...

2.4 Estens. Fig. Intensità (di una forza naturale o soprannaturale).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 28.123, vol. 2, pag. 490: L'acqua che vedi non surge di vena / che ristori vapor che gel converta, / come fiume ch'acquista e perde lena...

[2] Antonio da Ferrara, XIV s.-t.q. (tosc.-pad.), 68.32, pag. 338: Alora se dezuna / quando la luna è piena / che 'l vento ha gram lena / ed è gran pena ch'el s'astalli.

[3] Michele Guinigi (ed. Ageno), 1388 (tosc.), son. 241b.2, pag. 371: Volge sua rota senza alcun rispetto / quella spietata che non perde lena: / quando zeffir<o>, quando libeccio mena, / or chiaro, or turbo, fuor d'ogni concetto.

2.5 Estens. Fig. Espressione di una volontà, disposizione.

[1] Tommaso di Giunta, Epistole, XIV pm. (tosc.), 4, par. 2, pag. 175.4: nel chiaro giorno pur son io argomentatore d'avere mia lena in questo modo... || Pagnotta: «lena 'disposizione, volontà'».

[2] ? Poes. an. perug., c. 1350, 282, pag. 23: O giusta donna che vai ponderando / cholle bellancie ch'el mondo sostene / la nuda spada ch'en man vai trillando, / resurgan con vigor tucte tuoi lene / rendendo a ciaschedun quel che gli è tolto / alglie vitiose tribuendo pene.

2.5.1 Locuz. avv. Con benigna lena: con buona volontà, volentieri.

[1] Giannozzo Sacchetti (ed. Arvigo), a. 1379 (fior.), canz. 4.28, pag. 17: Ben ti ricorda, se non l'hai per carte, / che [[...]] con benigna lena / ne l'alta sedia, come si dispose, / Luigi re e te reina pose.