GENTE (1) s.f.

0.1 agenti, çant, çennte, çent, çenta, cente, çente, çenti, çento, çentu, çiente, gemte, gen, gent, gent', gente, génte, genti, gento, gentte, genty, genza, giemte, giemti, gient', giente, gienti, gientte, ginte, iente, ienti, jente, zeng, zent, zenta, zente, zenti.

0.2 Lat. gens, gentem (DELI 2 s.v. gente).

0.3 Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.): 1 [37].

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini (ed. Antonelli), c. 1230/50 (tosc.); Alta maiestà , 1252-53 (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Lett. sen., 1262; Doc. pis., 1264 (3); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Doc. prat., 1288-90; Lett. lucch., 1295; Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.); Lett. sang., 1317; Lett. pist., 1320-22; Stat. volt., 1348; Lett. volt., 1348-53; Doc. amiat., 1365; Lett. casent., 1398 (2).

In testi sett.: Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.); Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Omelia padov., XIII s.q.; Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Poes. an. bergam., 1293; Caducità , XIII (ver.); Lett. venez., 1303; Lett. rag., 1292/1305; Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Gualpertino da Coderta, XIV in. (trevis.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Doc. seb., 1350/51; Doc. padov., 1379 (2); Poes. an. savon., XIV; Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.); Preghiere bresc., XIV ex.

In testi mediani e merid.: Ritmo S. Alessio, XIII in. (march.); Poes. an. urbin., XIII; Poes. an. abruzz., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Miracole de Roma, XIII u.q. (rom.); Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Regimen Sanitatis, XIII/XIV (napol.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Doc. orviet., 1334; Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Stat. viterb., c. 1345; Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.); Stat. castell., XIV pm.; Lett. molis., 1361; Doc. ancon., 1372; Vindicta salvatoris volg., XIV (sab.); Stat. Montecassino, XIV (luc.); f Apologhi reat., XIV.

In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. alcuna gente 1; altra gente 1; antica gente 4; armata gente 2.8; a tutta gente 1; bassa gente 2.5.7; buona gente 2.5.1;certa gente 1; comune gente 2.5.8; di gente in gente 3; estranea gente 3; fare gente 2.8; fiorita gente 2.7; fra gente 1; gente a cavallo 2.8; gente antica 3.2.2; gente antica e novella 2.10; gente a piedi 2.8; gente armata 2.8; gente bassa 2.5.7; gente comune 2.5.8; gente da battaglia2.8; gente dabbene 2.5.1;gente da cavallo 2.8; gente da nave 2.9; gente dannata 1.1; gente da piedi 2.8; gente d'armi 2.8;gente della antica legge 3.2.3; gente della Chiesa 2.8.2;gente della prima legge 3.2.3; gente del mondo 1.1; gente del re 2.7.2; gente del secolo 1.1, 2.3;gente di cavallo 2.8; gente di Chiesa 2.8.2; gente di corte 2.7.1; gente di fuori 3; gente di mare 2.9.1; gente di mezzo 2.5.5; gente di nazione 2.5.3; gente di passaggio 2.9.2; gente di soldo 2.8; gente estranea 3; gente fiorita 2.8; gente forestiera 3; gente ghibellina 2.4.1; gente grassa 2.5.4;gente grossa 2.5.8, 2.8; gente guelfa 2.4.1; gente metallica 2.8; gente mezzana 2.5.5; gente minuta 2.5.7; gente mondana 1.1; gente mortale 1.1; gente nuova 2.5.6; gente patrizia 2.5.2;gente perduta 1.1; gente per la Chiesa 2.8.2; gente secolare 1.1, 2.3;gente segnata di Croce 2.8.1; gente straniera 3; gente terrena 1.1; gente umana 1.1; gente vile 2.5.7; gente volgare 2.5.8; gentile gente 2.5.3; grossa gente 2.5.8; guelfa gente 2.4.1; intra genti 1;la più gente 1; mala gente 1.4; mezza gente 2.5.5; mezzana gente 2.5.5; minuta gente 2.5.7; mondana gente 1.1; nessuna gente 1;nulla gente 1; nuova gente 2.5.6; ogni gente 1; perduta gente 1.1; prima gente 1.2, 1.2.1;straniera gente 3; tra le genti 1; tutta gente 1;umana gente 1.1; vile gente 2.5.7; volgare gente 2.5.8.

0.7 1 Complesso di individui; pluralità di persone in gen. (senza specificazione di sesso, età, condizione sociale). 1.1 Insieme degli esseri umani; genere umano (anche con rif. alla creazione divina). 1.2 Prima gente: progenitori del genere umano. 1.3 Grande quantità di persone (radunata in un luogo); folla. 1.4 Insieme di persone accomunate da det. caratteristiche (specificate da un attributo). 1.5 Insieme di persone che vivono in una det. epoca; contemporanei. 2 [Generic.:] categoria di individui. [In partic.:] insieme di persone legate da interessi comuni o dalla stessa posizione politica, economica e sociale. 2.1 Insieme dei membri di un gruppo (anche in contesto fig.). 2.2 La classe ecclesiastica o sacerdotale; insieme degli appartenenti a un ordine monastico. 2.3 Comunità dei laici (anche per indicare chi non appartiene a un'associazione religiosa). 2.4 [Con rif. a una fazione politica]. 2.5 Classe sociale. 2.6 Insieme di persone con cui si intrattengono rapporti sociali o economici (in partic. creditori, debitori). 2.7 Insieme dei servitori alle dipendenze di qno. 2.8 Insieme di uomini armati; scorta o seguito di un potente. 2.9 Equipaggio (di una nave). 2.10 Moltitudine di anime che popolano i luoghi oltremondani. 3 Comunità che vive in un territorio (anche det.); popolo. 3.1 Insieme dei sottoposti a un'autorità sovrana. 3.2 [Con focalizzazione sull'appartenenza a un det. credo religioso]. 4 Gruppo di persone che discendono dal medesimo capostipite e sono legate da un vincolo di consanguineità (anche con legami consortili); stirpe; famiglia. 4.1 [Con rif. all'antica Roma:] gruppo di famiglie che riconosceva un'origine comune.

0.8 Maria Fortunato 15.12.2023.

1 Complesso di individui; pluralità di persone in gen. (senza specificazione di sesso, età, condizione sociale).

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 374, pag. 613: Mai d'una cosa fai l'omo grande derradhe, / de sacrament qe molt era çà redotadhe, / mai lo plui de la cente l'à en befe çetadhe...

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 1, cap. 5, pag. 28.6: E un altro disse: lo guadagno di mala fama, cioè che dispiace ad tutti o a magior parte de le gente, è da reputare per danno.

[3] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 161.6: O madona Galathea, una mea neça de quel'altra vila sì te manda mile saludi e manda a ti per mi lo so amore e lo so servisio, e no te cognose se no solamentre per lo dito dela çente e per lo to nome...

[4] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 159.8: Onore, volontà e ricchezza e simigliante cose che paiono utile a le genti, son molto pregiate, ma più è da pregiare l'amistade.

[5] Memoriali bologn., 1279-1300, [1286] [Fabruzzo dei Lambertazzi] son. 7.3, pag. 17: Omo nun prese ancor sí sazamente / nesun afare, a quel ch'ora devene, / che l'usanza che corre infra la gente / no ·l faza folle, se gli esmenovene.

[6] Sommetta (ed. Hijmans-Tromp), 1284-87 (fior.>tosc.occ.), pag. 207.26: segondo il sozzo dicto de la gente che dice «Chi da lunga è da occhi, da lunga è da cuore»...

[7] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 1, cap. 8, pag. 15.7: Molta gente crede che avere onore sia il sovrano bene di questa vita, ma non è vero...

[8] Fiore di rett., red. gamma, a. 1292 (tosc.), cap. 60, pag. 145.7: perché so molte cose che, avegna che drittamente e bene fatte non sieno, sì sono lodate e piacciono alle genti...

[9] Poes. an. bergam., 1293, 27, pag. 7: Or oit cosa strania / ki s'entendi: in regimento, / a quelo ke dise la zente, / no me par ben ausato.

[10] Caducità , XIII (ver.), 152, pag. 659: «El par ke vui voiai a força / enanço termen<o> far la çento morta...

[11] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 220, pag. 303: Kortesia, chi la face, / a molta gente piace.

[12] St. de Troia e de Roma Laur., XIII u.q. (rom.), pag. 219.13: De la molta pagura ke fo, tutte le animalie, ke sonno costumate de vivere infra li genti, quale in monti, quale in selve, se nascusero.

[13] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 61, vol. 4, pag. 232.4: però che cupidità d'argento ha fatto già molti dannaggi, e molto grandi, a molte genti...

[14] Bestiario Tesoro volg., XIII ex. (pis.), cap. 137, pag. 105.35: Elli mena la lingua più tosto che nulla cosa vivente, et perciò credeno molte gente che elli abbia IIJ lingue, ma elli non n'à che una.

[15] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 12, pag. 120.17: Questo prologo voglio qui finire e venire a la mia matera, che a molte genti anoia più longo sermone che non fa tempo piovoso.

[16] Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), I, 36.4, pag. 220: l'ira genera odio e corrucza la mente, / la co(n)cordia nutrica lo amor(e) i(n)tra la gente.

[17] Regimen Sanitatis, XIII/XIV (napol.), 496, pag. 577: acqua de laco è pessema che se no move nente; / la turbida e putrida corrompino la gente, / opilano lo fecato e la splene, / e géneranno febre, cride a mene.

[18] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 14, pag. 104.35: sì come sono febre e aposteme, vaiuollo e altre malatie assai le quali fanno le gienti subittamente perire...

[19] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 94.17: Se le challende de çener vien de luni [[...]] serà puocho miel e vin e gran e serà grande fredo e gllaçe e serà gran mortallitade de fero e mollto çiente morirà de mal de golla.

[20] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 23, pag. 375, col. 1: io vi contaragio, / breve quanto porragio, / de una nobile ystoria / de quella plena de gloria, / de santa Catarina, / quella vergene fina, / in cui ogi la gente / tucta communamente / la porta con devotione, / certe con gran rascione.

[21] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 11, pag. 633.9: Conviensi avere in odio le laude umane, lusinghe; piacevolezze umane, carnali e sensuali non le fare, non le ricevere, né voler vivere secondo la faccia delle genti, ma secondo la verità delle virtudi...

[22] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1341 (pis.)>, cap. 17, pag. 137.19: Onde dice Seneca: Quegli si dee dir beato, non che è lodato dalla gente, e ha molti beni fuori di se, ma quegli, che ha ogni suo bene dentro...

[23] Iscr. S. Maria Carità , 1348 (venez.), pag. 93.23: e può driedo que[s]to come(n)çà una gran mortalitad(e) e moria la çe(n)te d(e) diverse malatie e rasio(n).

[24] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 70, pag. 167.25: E fae l'omo gratioso et aver bona nomenança et esser onorato in la zente.

[25] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 7, pag. 12.26: Ancora scrisse Epicuro molto bene a un suo amico, e disse, queste cose scriv'io, non a molti, ma a te, perocché tu se' gran gente a me, ed io sono a te. || Cfr. Sen., Ep., I.7.11: «satis enim magnum alter alteri theatrum sumus» (con metonimia per 'pubblico'); la lez. volg. dipende dal fr. compagnie, rispecchiato nel «compagnia» della prima redazione inclusa nel Corpus OVI: cfr. f Pistole di Seneca (red. I), 1308/25 (fior.), L. 1, ep. 7, pag. 308.5.

[26] Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 27.20: humiliandose lu monacho (et) dice con lu p(ro)ph(et)a: "Yo so verme (et) no(n) h(om)o, obrobrio de li homini (et) spreczato de la gente".

[27] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [GheFir] ball. 2.7, pag. 68: e questo fo per no manifestare / ad alcun le mie pene e 'l mio martirio, / perché la gente ha oggi el cor sì diro, / ch'allor s'allegra, quand'altri cordoglia.

- [In apostrofe].

[28] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 34, pag. 106:Dirà lo fel: «O gente, audite et ascultate / k[e] eu sun Christo ke tant' avé spetate, / k<é> le merabilie ça ll<e> ved<e>rì per enanço».

[29] Poes. an. abruzz., XIII, 29, pag. 43: Audite, gente, gran pietate. / Dice la mamma: «Christo me date / Oi me con issu crucifigate.

- Locuz. indef. Alcuna gente: taluni.

[30] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1299, pag. 221: «Qui dimora Fortezza, / cui talor per usaggio / Valenza-di-coraggio / la chiama alcuna gente».

[31] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 19, pag. 58.16: E dovemo sapere ched elli avviene, che alcuna gente ànno difalta in fare grandi opere, perciò che non intendono principalmente come ellino possano fare...

[32] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 49, pag. 159.14: Cervio è una bestia salvatica di cui li savi dicono che non ha mai febbre in vita sua. Per ciò sono alcune genti che mangiano la sua carne ogni dì innanzi mangiare...

[33] Bestiario Tesoro volg., XIII ex. (pis.), cap. 162, pag. 119.4: Et diceno alcuna gente che elli vive C anni et altri diceno che elli vive V.C.XL anni...

[34] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 3, pag. 9.18: Ed egli sì risponde cosie e disse: «Alcuna giente m'appella Merlino lo profeta...

[35] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 75.2: E sono alcune genti che, s'elli fanno limosina, sì vogliono che ciascuno il sappia.

[36] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 16, pag. 281.21: Et corrono sì maraviglosamente che alcuna gente dice che elli volano.

- Locuz. indef. Altra gente: gli altri (in opp. a chi parla o ascolta).

[37] Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.), pag. 22.11: et eo mando comandando a le doane de quisti Chr(ist)iani [[...]] de farve honor et de farve aplasir se(m)pre, et meglo a voi qe ad aotra gente, et farve honor et aplaser a tuto lo tempo nostro...

[38] Giacomo da Lentini (ed. Antonelli), c. 1230/50 (tosc.), canz. 4.12, pag. 91: Per zo l'amore mi 'nsegna / ch'io non guardi a l'antra gente, / non vuol ch'io resembli a scigna / ch'ogni viso tene mente...

- Locuz. indef. Certa gente: qualcuno, alcune persone.

[39] Quad. Gallerani di Parigi, 1306-1308 (sen.), pag. 268.14: diece d. par. p(er) difalte (e) memoriali (e) atente di n(ost)ri devitori (e) dodici d. par. amoniçioni (e) ri(n)forçam(en)ti di certe genti.

[40] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 62, pag. 84.18: E in questa città si piglia vivanda per XL giorni per uno diserto, onde si conviene andare, ché no v'è abitagione né erbe né frutto, se nnone la state vi sta certa gente.

[41] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 7, sommario, pag. 189.18: con certa gente si mise in cammino.

[42] Marchionne, Cronaca fior., a. 1385, Rubr. 407, pag. 146.23: Certa gente uscì fuori, e furono rotti quelli de' Fiorentini.

- Locuz. indef. La più gente: la maggior parte delle persone, i più.

[43] Terino da Castelfior., XIII sm. (tosc.), canz. 3.24, pag. 143: Però la costumanza / de la più giente, che si fa dolere / del mal, e ciela il ben quanto n'avesse, / non mi piacie tenere.

[44] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 3, pag. 33.5: l'isole di Scithe, che sono di qua dal Danubio, sono settanta milia passi dilungi dal golfo di Tracia, là ove il mare è congelato e vischioso, che la più gente lo chiama il mare Morto.

[45] Dante, Convivio, 1304-1307, IV, cap. 8, pag. 308.14: con ciò sia cosa che 'l sensuale parere secondo la più gente, sia molte volte falsissimo, massimamente nelli sensibili comuni, là dove lo senso spesse volte è ingannato.

[46] Antonio da Ferrara, XIV s.-t.q. (tosc.-pad.), 68.103, pag. 340: Sa tu de che me dole? / Che spesso dir se sòle / per la più gente: / «Matta no se pente, / se no se sente pregna».

[47] Luigi Marsili, Lettere, 1373/78 (fior.), [1373] 3, pag. 474.10: Io sto bene dell'anima e del corpo, come si suole scrivere per la più gente...

- Locuz. indef. Nessuna / nulla gente: nessuno.

[48] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 3, pag. 79.1: Adonqua questo Mars dea venire e·llo regno per defensione colli cavalieri armati per defèndare lo regname, [[...]] e per córrare entro per lo regname, per guardia che nulla gente li possa offèndare e fare male...

[49] Fiore, XIII u.q. (fior.), 173.11, pag. 348: Allor sì 'l bascierai istrettamente, / Pregando'l che lla cosa sia sagreta, / Sì che no 'l senta mai nessuna gente.

[50] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 557, pag. 574.7: sì vi dico che non fu mai nulla gente che scampasse di sì gran pericolo.

[51] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 54, pag. 12: El fo scrittor del papa con bello stile fatto; / Non havìa paro in corte, tanto quello era atto, / Chel papa et lu re l'amava; tanto obediente era fatto / Che mai di nulla gente non fu coatto.

- Locuz. indef. Ogni gente: tutti; ognuno.

[52] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 16, pag. 33.16: Cenato ogni gente, e rassettate a sedere, disse la Fede a la Filosofia...

[53] Fisiognomia, c. 1320 (tosc.), cap.11, pag. 37.3: Chi ride volontieri, sì è benigno ed amabile ad ognie gente e non pensa guari a cosa ch' egli abia a fare...

[54] De amicitia volg., red. B, a. 1330 (fior.), cap. 5, pag. 59.14: Che giudicheroe io della pietade ch'elli usoe verso la sua madre? Della sua largheza verso le serocchie? Della sua graçiosa bontade verso li suoi congiunti? Della piena giustizia verso ogni gente?

[55] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), III, cap. 3, pag. 80.17: e la notte quando ogni cosa era racquetata, et ogni gente era andato a letto egli fece fare nel terreno una profonda fossa e tolse a seppellire porco per uomo...

[56] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 4, pag. 35.6: Lucretia istandosi a dormire e dormendo ogni giente nel primo sonno, chostui andò alla chamera di Lucretia e per forza aperse l'uscio.

[57] Considerazioni stimmate, XIV ex. (tosc.), 1, pag. 224.11: predicò sì divotamente e sì profondamente [[...]] che ogni gente stava cogli occhi e colla mente sospesa verso di lui, e attendevano come se parlasse uno Angelo di Dio.

- Locuz. indef. Tutta gente: tutti.

[58] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 745, pag. 554: Tuta çente castigone qe nuia femen' ame, / k[e] [t]ute son falsiseme como denier de rame, / qe l' om qe plu le ama, plu sovençe n' è grame...

[59] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 177, pag. 567: Lo mat hom e 'l soperbio desplas a tuta çente, / l'umel desidra ogn'omo per vesino e parente.

[60] Giacomo da Lentini (ed. Antonelli), c. 1230/50 (tosc.), disc. 5.164, pag. 118: Cantando † [...] aivo † / or vivo pur pensivo / e tutta gente ischivo, / sì ch'io vo fuggendo / pur cherendo - ond'io m'asconda...

[61] Bonagiunta Orb. (ed. Menichetti), XIII m. (lucch.), canz. 6.26, pag. 62: e più per lo parlare - suo piacente / innamora tutta gente...

[62] Brunetto Latini, Pro Marcello (ed. Lorenzi), a. 1294 (fior.), pag. 206.6: molto è bene avventuroso colui della cui salute è venuta a tutta gente non minore letizia ch'a lui medesimo, e ciò aviene degnamente e per buona ragione.

[63] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 27.29, pag. 99: Tu[t]te doglie in affatto / che per amor mi fuoro / con alegro volere / paleso a tut[t]e genti / dimett[erï]a sol per una gioia.

[64] Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.), 138, pag. 105: Non esser gabante né vantadore, / ché tuta çiente te tegneria piçore, / né alla putana non mostrar to amore / né alla melletrixe.

[65] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 25, pag. 91.1: e a tanto furon messe le tavole e tutta gente vanno a mangiare...

[66] A. Pucci, Apollonio, a. 1388 (fior.>tosc. or.-merid.), 3, ott. 28.6, pag. 35: E uno vestir si mise tanto adorno / che da tutta gente era guardato...

[67] f Apologhi reat., XIV, 11.6, pag. 674: Era uno homo riccho et adasciato / et da tucta gente molto amato. || Corpus OVI.

- Locuz. avv. A tutta gente: in ogni circostanza; sempre.

[68] Giacomo da Lentini (ed. Antonelli), c. 1230/50 (tosc.), son. 20.13, pag. 416: Imprima che vi vidi ne fuo' punto, / servi'vi ed inora'vi a tutta gente, / da voi, bella, lo mio core non parte.

- Locuz. avv. Fra gente, (in)tra (le) genti: pubblicamente.

[69] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 147.16: e di ciò riprenderebbe il libro e biasmerebbe Tullio e lo sponitore medesimo di ciò che non dessero insegnamento sopra ciò, maximamente a dittare lettere, le quali si costumano e bisognano più sovente et a più genti, che non fanno l' aringhiere e parlare intra genti.

[70] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 93.8, pag. 642: sì ch'io non sono stato ardito pui / di mirar donna od apparir fra gente; / ch'a li miei occhi vergognosi pare / che s'indovini ciascun come li have / Amor trovati in fallenza ed in colpa.

[71] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 7, pag. 233.6: E, come dice santo Agostino e san Gregorio, lascia Iddio cadere il superbo in alcuno peccato pubblico e manifesto, per lo quale l' uomo è vituperato e confuso, sì che non ardisca d' apparire tra le genti e dispiaccia a sè medesimo, il quale in prima male piacendosi insuperbiva.

[72] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 2, pag. 299.14: Adunque, si guardi la femmina dalli inganni dello amadore falso: imperciò che tale d'amare non cura, ma di carnalità usare e di vantarsi di femmina tra le genti.

1.1 Insieme degli esseri umani; genere umano (anche con rif. alla creazione divina).

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 52, pag. 602: Ela mançà del pomo qe li de' un serpente, / al compagnon Adam alò 'n fe' un presente, / tanto 'l capitolà finq'el se'l mis al dente. / Co fo 'l primer engano, per lo meu esïente, / ke fo fat en 'sto siegolo, poi qe ne fo la çente.

[2] Alta maiestà , 1252-53 (lucch.), 2, pag. 128: Alta maiestà celestïale, / tu che facesti cielo e gente e mare, / a nnoi iscendesti per ricomperare / dallo serpente...

[3] Preghiere bresc., XIV ex., pag. 122.21: O De omnipotent sempiterno, el qual revelast la tua gloria in Yhesu Christ a tuti li zeng, guarda per l'ovra de la tua misericordia che la tua giesia sparta per tut el munt debia perseverà cum fe stabella in la confessió de la tua nom.

- Gente mortale (anche in apostrofe).

[4] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 2, cap. 3, pag. 18.13: O gente mortale! ponete rimedio a così pericoloso errore...

[5] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Famae Ia.9, pag. 310: Avea già il sol la benda humida e negra / Tolta dal duro volto della terra, / Riposo della gentemortale egra.

- Umana gente (anche in ordine inverso).

[6] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 19.15: eloquenzia ebbe cominciamento per onestissime cagioni e dirittissime ragioni, cioè per amare Idio e 'l proximo, ché sanza ciò l' umana gente non arebbe durato.

[7] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1263, pag. 54, col. 2: Da k'eo cognosco lo to talento / Ben volio soffrire questo tormento, / Per salvare la humana çente, / La qual se perdeva malamente.

[8] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 15.2, pag. 477: Pur a pensar mi par gran meraviglia / come l'umana gent' è sì smarrita / che largamente questo mondo piglia / com' regnasse così senza finita...

[9] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De Sathana cum Virgine, 218, pag. 36: Per quel premé peccao la mort intrò il mondo, / Perzò la zent humana tug zevan im profondo, / Dond Crist per quel peccao portò gravismo pondo...

[10] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 2.13, pag. 742: e quello dolçe pate lo clamò, / lo quale per salvar l'umana gente / l'avea mandato, a ciò ke non perisse.

[11] Poes. an. ven., XIII, 96, pag. 138: O anima, io t' envido in venero sento / Che tu te recordi de lo amaro tormento. / Che sostene Cristo omnipotente / Per consolar la humana çente.

[12] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 9.53, pag. 96: L'umana gente discese d'Adamo: / li grandi, li mez[z]ani, li più vili.

[13] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 105.2, pag. 223: Egli è sì poco di fede e d'amore / oggi rimasa fra l'umana gente, / che si potrebbe dir come nïente / per quello che l'uom vede a tutte l'ore.

[14] Contr. Croce e Vergine, XIII ex. (tosc.or.), 296, pag. 318: se 'l tuo filiolo non facesse franca / la gente humana poi ch' è crociato.

[15] Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 11, v. 4, pag. 1152.33: Çoè che laudà e glorificà sia 'l nome de Deo, non che le lode mundane lo glorifichino, ma ch'el sia cognoscudo glorioso e da lodare per la humana gente.

[16] Inchiesta San Gradale, XIV pm. (tosc.), cap. 15, pag. 125.11: «Da poi ch'eli è così avenuto che pure andare vi conviene, andate alla guardia di colui che ssi lasciò ponere in su la croce per diliverare l'umana gente...

[17] Laudi Battuti di Udine, XIV m. (tosc.-ven.), 24.4, pag. 68: Mercè, pare onipotent, / per salvar l'umana zent / lui venne de ciel in terra, / per finir la nostra guerra.

[18] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 15.3, pag. 41: L' avarizia è un vizio puzzolente, / Abbominevole, iniquo e cattivo, / D' Iddio nemico e dell' umana gente.

[19] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. 3, cap. 14, vol. 2, pag. 41.2: Questa libidine di signoreggiare tempesta e guasta e fiacca la genteumana di grandissimi mali. || Corpus OVI.

[20] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 12, 94-108, pag. 290.25: O genteumana; cioè o generazione umana, per volar su nata...

- Gente del mondo, gente mondana (anche in ordine inverso).

[21] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 268, pag. 571: mo parlem de le femene, sì con' ne dis lo scrito, / como s'è bone e re' e com' fai pro e dan / a tuta çentdel mondo la maior part de l'an.

[22] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De peccatore cum Virgine, 116, pag. 52: E tu e lo to fio viviss in carne humana, / E co la nostra carne voi sij in cort soprana. / Grand amistá è questa, regina premerana, / La qual tu di' haver con tuta zent mondana.

[23] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 17, pag. 36.23: disse la Fede: - E sai tu quanti sono i comandamenti di Dio che si convegnono osservare? - E io dissi: - Diece, cioè quattro che s'apertengono a Dio, e sei che s'apertengono a le genti del mondo -.

[24] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 2.2, pag. 40: L' alta intentione di questo maestro / è di rimuover la gente mondana / del camin manco et seguitar lo destro.

[25] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 8, pag. 42.2: Nota qui, lectore, che quegli che sonno orgogliosi sença altra operatione, o virtuosa, o vitiosa non è di loro a ffare alchuna mentione o memoria, perciò che sono in dispiacere di dio e de le gentidel mondo.

[26] Stat. viterb., c. 1345, pag. 161.39: Poi quello ke fa l'officiu faccia orationi per tutti gentidel mo[n]do, cioè [c]he li boni co(n)firmi Dio nel bene, e li rei ritorni a bene fare.

[27] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 31, pag. 223.19: Partiro ancora i detti filosofi la gentedel mondo in tre parti...

[28] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 26, comp. 3.2, pag. 71: Publica fama precedente prima / del mal oprar dela mondana giente, / per veder questo Iove omnipotente / lasciò del chiaro Olimpo l'alta cima.

- Gente del secolo, gente secolare.

[29] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 38, pag. 181.25: E le genti del secolo hanno usato di stare nei desiderati porti, o vero di tornarvi quando soffiano i detti venti, e se non ricevono grandissime tempestadi...

[30] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 62.11, pag. 864: Non morde lo Nemico enprimamente: / lecca e losinga per trare a lui / la deletosa gente secolare.

[31] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 9, cap. 1, vol. 4, pag. 280.5: D'allora che Nembroth gigante fu signore, e prese primamente lo reame del paese, e che cupidità seminò le guerre e' mortali odii tra le genti del secolo, egli convenne che gli uomini avessero signori di più maniere, secondo che l'uno fu eletto a diritto, e l'altro per suo podere.

- Gente terrena.

[32] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 8.26, vol. 1, pag. 120: Ave Maria - di gratïa plena, / tu se' la via - c'a vita ci mena; / di tenebria - traesti et di pena / la gente terrena - k'era 'n gran turbança.

[33] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 12, pag. 18.15: À' tu vedute grandi maraviglie? - E io disi ch'el'erano sì grandi che chi avese congìo di dirle a gentiterene, e' non è niuno sì bene di Dio né sì santo che punto gli fose creduto...

- [Con rif. al peccato originale:] gente dannata, perduta (anche in ordine inverso).

[34] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 2.29, pag. 6: Puoie che consentesti, - lo figliol concepesti, / Cristo amoroso desti - a la gente dannata.

[35] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 4.340, pag. 503: Si è mmorto per saluta / de la gente perduta, / détenne essare grato, / poi ke de te è nnato / lo nostro Salvatore.

[36] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, vol. 1, pag. 11.26: Ka nulla maiur potencia, ki homu cruchifissu sia adoratu per veru Deu sì devotissimamenti; nulla plui cosa santissima ki innocentissimu homu moira pacientissimamenti per essiri salvacioni et liberacioni di li perduti genti...

1.2 Prima gente: progenitori del genere umano.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 1.24, vol. 2, pag. 6: I' mi volsi a man destra, e puosi mente / a l'altro polo, e vidi quattro stelle / non viste mai fuor ch'a la prima gente.

- [Variamente interpretato nei commenti danteschi].

[2] Gl Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 1, v. 22, pag. 954.13: sì che dixe che vide in quello emisperio presso a quel polo quatro stelle, le quae no vide ma' se no la prima gente, çoè quî che visseno nella età de Saturno...

[3] Gl<Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.)>, c. 1, pag. 9.9: Sì che dice, che vide in quello emisperio presso a quello polo quatro stelle, le quali non vide mai se non la prima gente, cioè quelli che vissero nella etade di Saturno...

1.2.1 Prima gente: primi abitatori della Terra.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 1.3329, pag. 323: Del dubitar querendo è gran virtute, / Ché l'ammirare della prima gente / Fece noi certi dell'alte vedute.

[2] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 56.16: La prima gente ne' primi secoli, come che rozzissima e inculta fosse, ardentissima fu di conoscere il vero con istudio, sì come noi veggiamo ancora naturalmente disiderare a ciascuno.

1.3 Grande quantità di persone (radunata in un luogo); folla.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1818, pag. 239: guarda che non ti move / com' on che sia di villa; / non guizzar com' anguilla, / ma va' sicuramente / per vïa tra la gente.

[2] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 359, pag. 115: danante lui serà tanta gente adunata, / zà no è om<o> carnal ke <ll>i possa numerare, / c' a lui presente farà sì gran cantare / cun sì alta voce, la terra ne à tremar...

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vita beati Alexii, 400, pag. 306: Grand zent in quella fiadha sí g'era per quest fagio.

[4] Distr. Troia (ed. D'Agostino), XIII ex. (fior.), pag. 245.13: E Paris arrivò al porto la vilia della detta festa, alla quale era gente sanza numero...

[5] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 3, cap. 11, pag. 87.22: et a vidire kistu factu si nch'era congregata una grande gente.

[6] Stat. prat., 1335-75, cap. 16, pag. 645.34: E poi quando suona che lla gente si raccolglie, allora lo priore li faccia spolliare e vestire le cappe e andare col gonfalone e con due torchi accesi innançi.

1.3.1 [Con specificazione dell'attività svolta o della categoria di appartenenza:] gruppo, schiera; masnada.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 1, pag. 64.2: adonqua è mestieri per rascione, se lo regno vole èssare abetato, ch'elli mandi en prima una gente de lavoratori, che lavorino la terra per recolliare la biada e per acquistare lo pasto...

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 13, pag. 388.3: Celio, abandonato Cesare, con Milone isbandito si coniunse: e isforzandosi ambendue con gente di molti servi di vincere Capua, fuoro morti.

[3] Dino Compagni, Cronica (ed. Cappi), 1310-12 (fior.), L. 3, pag. 82.32: eglino erano prigioni e in servitù d'una gente di popolani grassi, anzi cani, che gli signoreggiavano e togliènsi gli onori per loro...

[4] Cenne de la Chitarra, XIII ex./a. 1336 (aret.), 6.2, pag. 427: Il maggio voglio che facciate en Cagli / con una gente di lavoratori, / con muli e gran distrier' zoppicatori...

[5] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 310.33: Quando furono in sul merchato, puosono mente e non vidono che v' avesse più di some XIIIJ di grano, ed eravi grande gente di comperatori foresi per comperare.

[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 51, vol. 2, pag. 83.3: una grande gente di soldati catalani, genovesi, e altri italiani istati in Cicilia a la detta guerra per l'una parte e per l'altra, si partirono di Cicilia con XX galee e altri legni...

[7] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 501, pag. 793.14: Qui annovera Ovidio una grande gente di poeti che scrissero de' amore...

- [Rif. a esseri appartenenti all'aldilà].

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 3.58, vol. 2, pag. 43: da man sinistra m'apparì una gente / d'anime, che movieno i piè ver' noi, / e non pareva, sì venïan lente.

[9] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 67, Ascensione, vol. 2, pag. 624.26: e tutta quella gente di demoni volando per l'aere si fuggirono, saliendo Cristo".

1.4 Insieme di persone accomunate da det. caratteristiche (specificate da un attributo).

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 308, pag. 536: Or m' aì [Domno]deu qe sempre viv' e regna, / poi son entrà pugnar con la çente malegna.

[2] Patecchio, Frotula, XIII pi.di. (crem.), 2, pag. 585: Noioso son, e canto de noio / qe me fai la rëa çent noiosa.

[3] Giacomo da Lentini (ed. Antonelli), c. 1230/50 (tosc.), canz. 7.36, pag. 182: E voi che sete senza percepenza, / como Florenza - che d'orgoglio sente, / guardate a Pisa di gran canoscenza, / che teme tenza - d'orgogliosa gente...

[4] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 33, pag. 114.3: et guardati da le compagnie et di l'usanze degli scrimitori e truffatori, e tutta ria gente.

[5] Poes. an. urbin., XIII, 5.27, pag. 545: L'aceto e lo fele / cun quale t'à morto / la gente crudele, / o fillo e cconforto, / se debbe far mèle, / ké ppativi a torto / lo to tormentare.

[6] Poes. an. Giamai null'om, XIII sm. (tosc.), canz. 4.63, pag. 637: E spesse volte vo ne la riviera / ed, anzi ch'io vi vada, son tornato / per dubio de la gente malparliera, / ch'io non vi vo e sì vi sono trovato...

[7] Lett. venez., 1303, pag. 22.5: Nu, veça(n)dose che nu avevemo a far cu(m) ria çe(n)te, p(er) lo me(n) mal li désemo s. VJc de rescato.

[8] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 5.6, pag. 409: donne e donzelle per vostra compagna; / ambianti palafren', destrier' di Spagna / e gente costumata alla francesca; / cantar, danzar alla provenzalesca / con istormenti nuovi della Magna.

[9] Gualpertino da Coderta, XIV in. (trevis.), 2.6, pag. 340: Credete vui ch'él sia sì gran peccato, / cum' va dizendo la cativa zente?

[10] Anonimo rom., Cronica, a. 1360, cap. 9, pag. 47.3: La povera iente manicava li cardi cuotti collo sale e l'erve porcine.

[11] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 25.147, pag. 174: sì com'è scripto che la caxa mia / clamata virrà il domo d'opre quadre / da tutte gente che orar Deo dexia, / et voi facto ne avete una spelonca / pur de ladroni et d'altra gente ria".

[12] Poes. an. pist.>march., XIV, 28, pag. 138: infra color[o] stanno / - questi cotai sensati, com'io dico - / come 'l gentil mendico / che vergognoso sta tra ricca gente.

- Mala gente.

[13] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 21 (82), pag. 245.22: (E) i(n)p(er)çò diffido li latrone, falsatore e l'autra mala çente...

[14] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 910, pag. 59: Claudà li fo le man e <l>i pei / Da quili pessimi çudei, / De spine ague molto ponçente / L'encoronà la mala çente, / Poi lo ferì dal destro lato / D'una lança per lo costato...

[15] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 1.15, pag. 157: Vaio tanto tardando, / chè paura mi metto / ed ò sospetto - de la mala gente, / che per neiente - vanno disturbando / e rampognando - chi ama lealmente...

Alta maiestà , 1252-53 (lucch.), 6, pag. 128: chieroti mercede, Onnipotente, / che tu issconfondi quella mala gente, / ciò son li frati.

[17] Compagnetto da Prato (ed. Contini), XIII (tosc.), 41, pag. 166: Le vec[c]hie son mala gente: / non ti lasciar dismagare...

[18] Cavalca, Rime (ed. Fiacchi), a. 1341 (pis.), In tempo e luogo..2, pag. 81: Fra tante male lingue, e mala gente, / Parmi gran senno che chi può s'accosti / A chi ha vita santa e rilucente.

[19] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 3, pag. 353.20: ma converratti venire a piè, per ciò che questa mala gente che ora di qui si parte se n'ha menato il ronzin tuo.

- [In apostrofe].

[20] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 80, pag. 603: O gente crudelissema, como devé guarir, / qe le ovre de Deu no volé mantegnir?

[21] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 1, pag. 523: Bona çent, entendetelo, perqué 'sto libro ai fato: / per le malvasie femene l' aio en rime trovato, / quele qe ver' li omini no tien complito pato...

[22] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 14, pag. 18: Gente scarsa, o gente superba / per cupideza de cose de terra, / o zente invidiosa, o zente acerba! / Qual furror d'ira ve conduce a guerra / e qual auctorità de ferro dare / contra lo ben comun così deserra, / che non sappiti sustinir lo pare?

[23] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 17.2, pag. 233: Planciti cum Maria, / çente piatosa, quale he sconsolata: / trovose abandonata / e sola cun Çoane in compagnia.

1.4.1 Malviventi.

[1] Doc. ancon., 1372, pag. 242.31: se alcuni navilii de Raguxini overo mercantie d' issi arivasseno overo fosseno conducte a la ciptà d' Ancona overo del suo districto per tempesta, overo timore de corsari, overo d' altre genti, overo per alcuno difecto de navilio...

1.5 Insieme di persone che vivono in una det. epoca; contemporanei.

[1] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ecli 44, vol. 6, pag. 345.13: Tutti questi nella generazione della gente sua acquistarono gloria e fama, e nelli suoi dì sono avuti in laude.

2 [Generic.:] categoria di individui. [In partic.:] insieme di persone legate da interessi comuni o dalla stessa posizione politica, economica e sociale.

[1] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 50.13, pag. 564: non pò venire per la vostra mente / là dove insegna Amor, sottile e piano, / di sua manera dire e di su' stato. / Già non è cosa che si porti in mano: / qual che voi siate, egli è d' un' altra gente: / sol al parlar si vede chi v' è stato.

[2] Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.), 4, pag. 122.46: Disseno li monaci: «Che giente siete voi?» Rispuoseno: «Noi siamo diauli, che portiamo l'a(nim)a di Ebrone...

[3] Diretano bando, XIV sm. (tosc.), cap. 37, pag. 27.4: Et perciò dico che tale gente sono similliate allo spinoso: ché possono pilliare d'amore d'ongni parte et elli da nulla parte puote essere preso.

- [In contesto fig.].

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 13.15, pag. 44: La Lussuria fetente, - ensolfato foco ardente, / trista lassa quella mente, - che tal gente ci ha 'lbergata.

2.1 Insieme dei membri di un gruppo (anche in contesto fig.).

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 23 (84), pag. 247.1: Ma p(er) noi e la nostra ge(n)te se fa balli, ca(n)ti e t(r)esche, p(er) noi le donçelle se rasença, e fasse grandi solaçi, çoie e d(e)porti.

[2] Lucidario pis., XIII ex., L. 1, quaest. 144b, pag. 62.15: fariçei sì erano un'altra gente religiosi mostravansi molto di santa vita a la vista delli omini et portavano molto honesta vestitura...

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1341 (pis.), L. 2, cap. 22, vol. 2, pag. 344.8: E però chi non è pacifico, e non semina pace, ma discordia, non è di sua famiglia, nè di sua gente, ma è del demonio, lo quale ama, e semina pur discordie.

[4] Tommaso di Giunta, Conc. Am., XIV pm. (tosc.), Disperse 4.3, pag. 108: Sentendomi ferito il lasso core, / sì come vuole Amore, / a ccui gli par che di sua gente sia, / i' dico spesso nella mente mia: / «Andiamo ove disia / mie vista»...

[5] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81 (fior.), Sp. 8, pag. 138.3: Altra gente d'eretici teneano che, facendo una quaresima in tutta la vita loro, non ne doveano più fare, con ciò sia cosa che Dio non ne fece più che una.

2.2 La classe ecclesiastica o sacerdotale; insieme degli appartenenti a un ordine monastico.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 61.44, pag. 247: Fra l'altre santa Chiara - si l' appicciò coi dente, / de tal tesaro avara, - essa co la sua gente...

[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 9, cap. 5. par. 25, pag. 279.13: Questa novella fa bene a questa Parte, perocché dà pruova chente e come cauta conviene eser la guardia sì alla badessa e ssì alle moniali, e come sono sottili le 'nsedie che pone 'l nimico a queste gienti...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 6.91, vol. 2, pag. 97: Ahi gente che dovresti esser devota, / e lasciar seder Cesare in la sella, / se bene intendi ciò che Dio ti nota...

[4] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Lv 6, vol. 1, pag. 480.13: Tutti i maschi della gente de' sacerdoti mangeranno di quella carne...

2.3 Comunità dei laici (anche per indicare chi non appartiene a un'associazione religiosa).

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 9, pag. 41.19: Certo se i religiosi stessero così al mondo colla gente, a vedere e a udire quelle cose che fate voi, forse che cadrebbono come voi...

[2] Stat. volt., 1348, cap. 35, pag. 52.2: Acciò che 'l nostro Signore Jesu Cristo sia sempre laudato e benedetto voliamo, quando e nostri frategli de la disciprina si trovano insieme, che si salutino in questo modo [[...]] Ma quando fusseno tra genti tacino e dichino sì discretamente che chi l'ode non ne mormorasse...

[3] Stat. castell., XIV pm., pag. 214.34: Et si alcuno starà incorrigibili et ke non se corregiarà puoi k' amonito sirà tre fiade per li ministri, decto sia et nuntiato al visitatore a ciò k' esso sia de consellio d' aiquanti discreti gettato et descaciato fore de la conpania de questi frati et sore et puoi enfine sia plubicato emfra la gente tucta.

- Gente del secolo, gente secolare: i laici.

[4] Fiore, XIII u.q. (fior.), 94.6, pag. 190: E poï il domandò se l'uon trovava / Religïone in genteseculare. / Que' disse: «Sì, nonn è mestier dottare / 'Che più che 'n altro luogo ivi fruttava; / Chéd e' sareb[b]e troppo gran dolore / Se ciaschedun su' anima perdesse / Perché vestisse drappo di colore.

[5] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 3, cap. 15, pag. 97.4: kì illa è cosa multu rada - diche sanctu Gregoriu - ki l'omu pocza habitare intra genti seculari, li quali cuntinuatamente staunu in parole ociuse et alcune fiati in parole disuneste, e killi ki habitanu in menczu de loru in tuctu non si nde pòtenu guardare...

[6] Cavalca, Vite SS. Padri (ed. Delcorno), XIV t.d. (tosc.occ.), pt. 1, cap. 5, Antonio, pag. 526.3: non potendo più sestenere d'abitar colle genti del seculo, acceso d'un sancto desiderio, fuggitte in sollitudine e 'ncominció a ffare asprissima e altissima vita.

[7] Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 30, pag. 693.4: E dà l'altore questa colpa più a' pastori di santa chiesa, che ad altre gienti secolari, però che a questo tempo che ffu morto questo Arrigho regniava papa Bonifazio, aversario di questo re Arrigho, ed era avarissimo huomo.

2.4 [Con rif. a una fazione politica].

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 24.144, vol. 1, pag. 416: Pistoia in pria d'i Neri si dimagra; / poi Fiorenza rinova gente e modi.

2.4.1 Gente ghibellina, gente guelfa (anche in ordine inverso).

[1] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 691, pag. 874: Alora li guelfi venen tostamente / e ferìno i ghibilini de presente, / e multi glie 'm morì de quella gente / ghibilina...

[2] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 35.34: et con la forza de' Ghibellini venne in Pisa, et ivi facendo la gente Ghibellina gran romore andaro sopra Lucca ad oste, et diede loro danno.

[3] A. Pucci, Nuovo lamento, 1342 (fior.), 105, pag. 11: I' priego quel signor da cui procede / Ogni salute ch'al mondo si vede, / Come tu fosti luce de la fede, / Ch'el me dia grazia / Che la tua guelfa gente in corte spàzia / E' possa far veracemente sazia / De la vendetta di chi or ti strazia.

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 337, vol. 2, pag. 506.23: Nel detto anno, a dì XII di gennaio, quegli di Fabbriano con gente ghibellina de la Marca e masnade d'Arezzo presono per tradimento con forza il castello della Roccacontrada...

[5] Gesta Florentin. (ed. Hartwig), XIV pm. (fior.), pag. 286.15: E llo vescovo d' Arezzo raunò gente Ghibellina di Toscana per farli levare da oste...

[6] Doc. fior., 1367 (3), pag. 487.29: et ogni volta che fuori di Saminiato fia genteghibellina et sospecta a noi e a loro, rimarremo contenti.

[7] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 48, terz. 85, vol. 3, pag. 42: La genteGuelfa veggendo scoperta / quell'altra cavalcare, ebber temenza, / ch' alla Città non desser male offerta.

2.5 Classe sociale.

[1] <Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.)>, c. 15, pag. 290.12: la città di Firenze fue costituita di due genti, l'una nobile [[...]] l'altra de' villani, che discesero di Fiesole per comandamento de' Romani a popolarla...

2.5.1 Buona gente, gente dabbene: cittadini di condizione sociale agiata o di nobile origine.

[1] Brunetto Latini, Pro Ligario (ed. Lorenzi), a. 1294 (fior.), Prologo, pag. 162.5: nella guerra che ffue intra Iulio Cesare da una parte e Pompeo e Catone e quasi tutto 'l sanato e la buona gente di Roma dall'altra...

[2] Cronica fior., p. 1303, pag. 117.35: Item MCCXV anni, esendo podestate messer Currado Orlandi, nella terra di Canpi, apresso a Florenzia VJ migla, si fece chavaliere messer Maççingo Tegrimi de' Mazinghi; ed invitòvi tutta la buona gente di Firenze.

[3] Novellino (red. vulgata), p. 1315 (fior.), 64, pag. 104.15: Quando il figliuolo del conte Raimondo si fece cavaliere, invitò tutta la buona gente...

[4] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 241, vol. 2, pag. 179.3: e quando fu giunto, egli udì dire che si facevano le nozze della moglie sua dentro lo suo forte palagio e grande; e ivi era ragunata tutta la gente da bene della città, a fare festa il dì.

[5] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 1, pag. 90.13: E sacciate che Oliste era prode uomo e molto bello de suo corpo ed era lungo e grande, de mesura sette pieie, e avea con seco molte barone e gente da biene.

[6] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 98, pag. 737.4: però che i popolani di basso stato con alquanti d'un poco meno che mezzano furono allogati in sulle carra, e furono XLIIII carrate; alli nobili e gente da bene fu conceduto il venire a ccavallo.

2.5.2 Gente patrizia: nell'antica Roma, insieme di famiglie appartenenti alla classe dominante.

[1] Gl f Bart. da San Concordio, Giugurtino, a. 1313 (pis.>fior.), cap. 71, pag. 270.17: Silla dunque fu nobile uomo di gente patrizia, cioè antichi, e di grande cura e luogo nella patria, sua casata era quasi venuta già a niente per viltà de' suoi maggiori... || Corpus OVI.

[2] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 6, cap. 3, pag. 422.18: però che per colui piacque fermare per legge, che niuno di gente patrizia abitasse nella rôcca o sul Campidoglio...

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par. 329, pag. 251.29: Divenne per la sua industria in Roma splendido cittadino, in tanto che non solamente fu assunto tra la gentepatrizia, ma esso fu fatto dell'ordine del Senato e insino al sommo grado del consolato pervenne...

2.5.3 Gentile gente: i nobili.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 113.9, pag. 228: À 'ncor di gentil gente discacciata, / Che non son costumati a lavorare, / Ma son vi[v]uti sol di lor entrata.

[2] A. Pucci, Bruto di Brett., a. 1388 (fior.), ott. 26.1, pag. 207: Se queste mense son per gentil gente, / ed io mi tengo ben d' esser gentile, / ché 'l padre mio fu molto soficiente, / e suo paese molto signorile.

- Gente di nazione.

[3] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [FraLan] ball. 1.4, pag. 136: Amor non pregia forza né ricchezza, / né gente di nazion né d'alto stato...

2.5.4 Gente grassa: persone appartenenti alla parte più ricca e potente della borghesia cittadina.

[1] Marchionne, Cronaca fior., a. 1385, Rubr. 210 BIS, pag. 76.9: ma pure lo Priorato fu un poco di più gente grassa negli anni 1297.

2.5.5 Gente di mezzo, gente mezzana (anche in ordine inverso), mezza gente: classe media della popolazione; piccola borghesia.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 30, pag. 276.6: El filosofo, nel quarto libro della Politica, pruova per quattro ragioni, che allora sono ei reami e le città bene ordinate, quando fra esse à abondanza di gentedi mezzo.

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 6a, cap. 5, vol. 2, pag. 492.15: Anco, che li signori Nove, e' quali sono et essere debono difenditori del comune et popolo di Siena et del contado et distretto d'essa, sieno et essere debiano de' mercatanti de la città di Siena o vero de la meza gente.

[3] Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.), pag. 560.21: Priamo re con la mezana gente tra le licce sono per vedere la condotta della loro gente e per consigliare, se mestiere facessi a' bisogni.

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, introduzione, pag. 14.30: Della minuta gente, e forse in gran parte della mezzana, era il raguardamento di molto maggior miseria pieno...

[5] Marchionne, Cronaca fior., a. 1385, Rubr. 566 tit., pag. 199.33: Come il Duca si cominciò a domesticare con gli artefici e gente mezzana, e ad afforzarsi nella città, e tôrre arme a' cittadini.

[6] Sacchetti, Rime (ed. Ageno), XIV sm. (fior.), [1378] canz. 213.28, pag. 329: Del vostro stato omai alcun non teme, / perché mezzane genti / reggon, ed ogni mezzo sempre essalta...

2.5.6 Gente nuova (anche in ordine inverso): persone immigrate in città dal contado, che hanno acquisito rapidamente ricchezza. Estens. Comunità che si stabilisce in un territorio acquisendo potere.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 16.73, vol. 1, pag. 268: «La gente nuova e i sùbiti guadagni / orgoglio e dismisura han generata, / Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni».

[2] Gl <Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.)>, c. 16, proemio, pag. 296.20: E però ch'ella non può essere in gente nuova, cioè vilmente nata, e di subito venuti alla vita civile...

[3] Guido da Pisa, Fatti di Enea, a. 1337 (pis.), cap. 31, pag. 50.6: Turno re de' Rutuli [[...]] se ne venne al re Latino, lamentandosi che li Troiani erano ricevuti nel regno; e che nuova gente dovesse pigliare per moglie Lavinia ed ereditare lo regno de' Latini, e che egli, ch'era antico nella contrada, ne fosse cacciato.

[4] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 16, pag. 284.15: «O Fiorenza, la nova gente le quale sono venute de novo ad abitare e li subiti guadagni usurari hanno generata dismisura e orgoglio in te...

2.5.7 Gente bassa, minuta, vile (anche in ordine inverso): parte meno ricca e potente della popolazione (anche con connotazioni morali o culturali neg.); plebe.

[1] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 3.25, pag. 593: de menudha çent far adunança...

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 188.21: «Poi che lla forza del comune è divenuta alle mani della minuta gente...

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 3, pag. 239.31: e ciò potemo díciare del reame di Francia, che la gente minuta e 'l popolo a pena vi conosce l'arme partitamente.

[4] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 13, pag. 163.10: No è già bon pregio, m' è vizo, voi, vedere de bassa gente vili mondani, che ssono nescienti e desvalenti nel seculo tenuti, vertute operare e senno, e visio fuggire e seguir Dio...

[5] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 18.2, pag. 39: Ora che la freddore / desperde onne vil gente, / e che falla e desmente / gioia, canto ed amore...

[6] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 25.9, pag. 519: Non è la sua biltate canosciuta / da gente vile, ché lo suo colore / chiama intelletto di troppo valore.

[7] De regno volg., XIII ex. (aret.), cap. 1, pag. 169.24: Ma se iniquo el regimento se adopera per molti, democratia è kiamata, cioè possança de populo, cioè quando el populo de la vil gente per potençia de multitudine grava li ricchi...

[8] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 2, cap. 1, pag. 45.1: Or avenne che lo senato donò una legge a la minuta gente...

[9] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 68, vol. 3, pag. 461.14: Se tu sii sì ricco che tu avessi tutti i danari del mondo, e sii di nobile lignaggio, nulla ti vale alla fine, più che tu fossi di bassa gente, povero, e senza magione, chè tu morrai, e nol può contraddire nessuno sacrificio.

[10] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 23, pag. 71.29: E cusì, bel signore, va di suo fatto, che anco non sapemo suo nome né di suo lignagio non sapemo nulla cosa; noi non sapemo s'elli è di re u di conti u di bassa gente...

[11] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 36, pag. 93.16: Chè a omo, che à signoria, non è neuna cosa sì pericolosa come s' elli è odiato: chè la minuta gente desiderano la morte di colui cui elli odiano.

[12] Dino Compagni, Cronica (ed. Cappi), 1310-12 (fior.), L. 3, pag. 87.2: Quando quelli di parte bianca vennono in Firenze, furono molto onorati dalla gente minuta.

[13] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 71, pag. 140.36: Voi vedete bene che tutti gli alti uomini di questo paese sono a questa festa assembrati, e apresso loro molta di minuta gente.

[14] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 9, cap. 10, pag. 651.7: Marco Fulvio tribuno della minuta gente, ricontoe al popolo romano, de' Toscolani, che per loro consiglio si doveano rubellare li Velletrani e li Privernati.

[15] Lucano volg. (ed. Marinoni), 1330/40 (prat.), L. 2, cap. [vv. 94-138], pag. 96.13: I nobili sono morti insieme con la gente minuta, la spada èe menata largamente, lo ferro da niuno petto èe ritratto.

[16] Lancia, Chiose Inf., 1341/43 (fior.), c. 22, vv. 43-54, pag. 356.7: E qui si vuole notare che questo vitio è per lo più in vili genti, sì come tocca nella iii cantica, canto xvi, dove dice: «E 'l villano d'Aguglione e quello da Signa».

[17] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 333.36: Veramente ben dicho, se non fosse che a l' uficio de' Sei ebbe in questo anno huomini buoni, che molti poveri e genteminuta e spezialmente contadini sarebbono morti di fame.

[18] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 33.224, pag. 229: Questi ad amar se mostroe più cortexe / la gloria, dico, de le gente basse, / che de quel Deo che ne fae tante spexe.

- [Con rif. ai laici, privi di conoscenza del latino].

[19] Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.), 2, pag. 100.25: No(n) sapea lectera: li monaci li dieno uno maestro p(er) ch'elli i(n)parasse a llegge(re), p(er)ch'elli potesse stare tra i buoni d(e)la casa, p(er)ch'elli era sì nobile ho(mo) che no(n) si co(n)venia ch'elli stesse cola bassa ge(n)te d(e)la casa. || Cfr. Legenda aurea, L, 119: «erubescentes monachi tam nobilem personam inter laicos deputari».

2.5.8 Gente grossa, volgare (anche in ordine inverso): la massa delle persone comuni, del popolo (in opp. alla classe socialmente e culturalmente superiore).

[1] Dante, Convivio, 1304-1307, IV, cap. 3, pag. 273.3: Ancora la prima parte che rimane sì ha due membra: lo primo è la narrazione dell'oppinione dello imperadore; lo secondo è la narrazione dell'oppinione della gente volgare, che è d'ogni ragione ignuda.

[2] Zucchero, Sfera, 1313-14 (fior.), cap. III, 14, pag. 142.1: Ma questo che detto è pare che ssia cosie a la gente grossa, imperciò che 'l die artificiale secondo ragione naturale è dal nascimento del sole sopra l'orizonte insino a tanto che tramonti sotto l'orizonte.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 34.92, vol. 1, pag. 593: Io levai li occhi e credetti vedere / Lucifero com' io l'avea lasciato, / e vidili le gambe in sù tenere; / e s'io divenni allora travagliato, / la gente grossa il pensi, che non vede / qual è quel punto ch'io avea passato.

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 10 argomento, pag. 417.5: nella quale battaglia il re Turno uccise Pallante, figliuolo del re Evandro, e molti signori vi furo morti, e gente vulgare...

[5] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. VIII, cap. 4, pag. 647.14: E la triaca exercituale non si pone qui per altra cosa se nom per la fama k'è apo 'l vulgho, cioè apo lle gentivolgari, cioè k'ella giovi a le punture delli scorpioni.

[6] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, 5.31, pag. 159: La volgar gente nel vero non sicura, / Si maraviglia di ciò che di raro / E subitanamente fa natura.

[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 20, pag. 90.4: lo nostro pare grande ha fachio nove cose per gran meraveglie per far-se intender, a dar intendimento e cognessençça de sì a la çente grossa.

[8] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 108, pag. 354.13: Quando e' mescolano alcuni versi tra' comandamenti loro buoni, e utili, allora scendono queste cose più profondamente negli animi della grossa gente...

[9] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, 9, pag. 427.12: e per ciò che egli alquanto tenea della oppinione degli epicuri, si diceva tralla gente volgare che queste sue speculazioni erano solo in cercare se trovar si potesse che Iddio non fosse.

[10] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 1, pag. 104.22: Ancor D. fa como colloro che vogliono antedicere alcune cosse future, che non le dicono apertamente, ma soto alcuno velame aciò che non se possa intendere così de ligiero da la vulgare gente.

[11] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 99.11, pag. 132: Voi dunque, se cercate aver la mente / anzi l'extremo dì queta già mai, / seguite i pochi, et non la volgar gente.

- Gente comune (anche in ordine inverso).

[12] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 3, vol. 3, pag. 216.11: Seneca dice, che 'l savio uomo è onesto, ma alla comune gente si ha sembianza d'onestà: chè sì come il legno secco, o vogli fracido, somiglia che risplenda nel luogo oscuro, così è la buona opera contra talento.

[13] Cavalca, Vite SS. Padri (ed. Delcorno), XIV t.d. (tosc.occ.), pt. 4, cap. 14, Pietro teolonario, pag. 1272.4: non solamente la gente comune, ma etiandio lo 'mperadore si turboe molto e fu dolente, quando seppe ch'elli era fuggito».

[14] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 81, pag. 216.31: Noi ci dobbiamo isforzare del tutto, e in ogni modo d'essere conoscenti, perocché questo è nostro bene, siccome la giustizia non è cosa, ch'appartenga, se non a colui, che la fa, secondo la credenza della comune gente.

2.6 Insieme di persone con cui si intrattengono rapporti sociali o economici (in partic. creditori, debitori).

[1] Doc. prat., 1288-90, pag. 164.19: Ebbi, i quali Noffo paghoe per uno co(n)vito ke fece a Gira(r)do Cialciata (e)d altre genti, lb. IIIJ s. X tor.

[2] Lett. lucch., 1295, pag. 6.14: Sappiate che lo nosso istato di quae este chon ira (e) dollia assai vedendo lo grande debito che noi devemo paghare altrui di quae, (e) le genti volliono essere pur paghati vedendo che lla guerra intra lli ij rei pare che vada pur i(n)na(n)si...

[3] Lett. lucch., 1315, pag. 487.17: Saluta tutta chosteta gente da p(ar)te di Palmerucia e dalla nossa, e racoma[n]daci a loro, e se di qua posiamo fare cosa che lli piacia, mandillo a dire (e) fie fatta.

[4] Doc. pist., 1337-42, pag. 140.12: E de dare, che ò dato a più genti, chome sono medici e notari che ànno fatte carte, e a più maestri e manoali che doveano avere da messer Cino, come apare per le partite alle xvj carte da anbo le faccie, lb. cxxxiiij s. viij d. viij.

[5] Giov. Pinciardi, Ricord., 1362-69 (ssep./fior.), 4 [1369], pag. 365.8: E siamo in questi patti e convengnia che lla spesa ch'io Giovacchino fo a Firenze per me e per la mia famiglia e per le gienti che mi chapitano a chasa, cioè spesa di vita e di pigioni di chase, che l'una metà deba paghare Bartolo e l'altra metà io Giovacchino...

2.7 Insieme dei servitori alle dipendenze di qno.

[1] Libro dei Sette Savi, XIV (tosc.), pag. 83.32: E pregò il signiore che vuolesse una volta mangiare con lui; e 'l signiore gliele guarentò; e intanto fecie adparecchiare le sue gienti e se n' andò a cacciare al bosco.

[2] Tristano Veneto, XIV, cap. 127, pag. 130.9: Et ala sera, quando la note fo vignuda, lo re se intrà dentro in la soa chamera e dise ala soa cente qu'ello se voleva in pocho repossar, perqué ello non se sentiva ben san dela persona.

[3] St. de Troia e de Roma Ricc., XIV (rom.>tosc.), pag. 99.36: Et poi regnò Tulio Servilius Exquilinius, che decto era servo di Exquilino inpercioché fu nato de la gente di Prisco Tarquinio. || Cfr. Liber Yst. Rom., p. 99: «Tullius Servilius Exquilinus [[...]] natus fuit ex ancilla Prisci Tarquinii».

2.7.1 Gente di corte: chi è addetto all'intrattenimento di una corte o compagnia, anche suonando strumenti o recitando poesie.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1495, pag. 228: Hacci gente di corte / che sono use ed acorte / a sollazzar la gente...

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 1, vol. 1, pag. 406.16: Di gentedi corte, minestrieri o giucolari, non si dilettò mai.

2.7.2 Gente del re: ufficiali regi.

[1] Lett. lucch., 1297 (2), pag. 49.9: (e) lle lb. xxx str. che lli p(re)stono p(er) ma(m)dato di Riccia(r)do Guidiccioni, che dite che lli àe rico(n)nosciuti allo schacheri come dare li de, (e) come le gie(m)ti d(e)· rei li fa(n)no levare d(e)lle sue dette, e che mde firo bene pagati, sì cci piacie...

2.8 Insieme di uomini armati; scorta o seguito di un potente.

[1] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 4.24, pag. 908: Provenzano, al tuo parere, / ke farano li 'sciti? / Raveranno el loro avere, / k'al papa ne son giti? / [O] fieno sì arditi / k'a Siena fien guerrieri? / Paion[o]ti forniti / di gente e di kavalieri?

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 126.14: «Chiunque aprirà la porta della cittade di notte, in tempo di guerra, sia punito nella testa». Avenne che uno cavaliere l' aperse per mettere dentro cavalieri e genti che veniano inn aiuto a Lucca...

[3] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 1, cap. 4, pag. 55.7: Vedemo e è rascione che se uno signore ha ' andare colla sua gente e colla sua famellia per una via, la via dea èssare ampia e proporzionata a modo de la gente e de la sua famellia...

[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 2, cap. 8, pag. 52.19: Incontanente s'apparecchiò con quello sforzo che potè avere, e non potè raunare più gente che sola una legione.

[5] Lett. rag., 1292/1305, pag. 82.15: Faço save(r) alla v(ost)ra nobillità co' pa(r)tisimo da Rag(usa) [[...]] e poi co' fosimo i(n) Gheçca, fosimo similm(en)te i(n)calçadi p(er) batalla dalli filli de Çiçina a nome Gradislav colla sua çe(n)te.

[6] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 65.20: et combattendo insieme a dura e forte battaglia il Soldano et sua gente furono isconfitti...

[7] Lett. pist., 1320-22, 8, pag. 46.10: messer Galeasso si partio da oste, e àvi lasciato alcuna gente in una fortezza ne' borghi di quelle del Patriarca e del comune di Brescia.

[8] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321/22 (fior.), 28, pag. 196.15: la quarta di quella de[l] re Manfredi, il quale, essendo ingannato da ciascun Pugliese per lor false promessioni, in alcun luogo nominato Ceperano, in Puglia, da[l] re Carlo di Francia finalmente, combattendo co sua gente, fu morto...

[9] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 545.31: E così la gente de Curradino dal dicto Carlo per sua grande astutia quasi tucti fuorono presi e morti.

[10] Jacopo della Lana, Par. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 6, pag. 1864.19: Partìsse Cesare cum soa gente et andò conquistando tutte quelle parti orientai cu[m] molte batagle, et infine arivò a Tripoli de Soria.

[11] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 148.12: In quisto millessimo fuoro sconffitte egl Peroscine enllo piano de Folingno da la gente de Federigo inperadore.

[12] Lancia, Chiose Purg., 1341/43 (fior.), c. 17, vv. 34-39, pag. 673.20: la detta reina, vedendo li Troiani alle mura e 'l fuoco nelle bertesche della cittade e non vedendo Turno né sua gente alla difensione, credette che Turno fosse morto in quella battaglia.

[13] Lett. volt., 1348-53, pag. 185.19: Ala quale ti rispondiamo che similemente nostro signore messer lo re Luysi à scripto a noi e a questo comune, richiedendo noi e -l comune di quello aiuto di gente che fare potiamo...

[14] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 82, pag. 225.4: Un altro Capitano Romano, che menava la sua gente per pigliare un poggio per porre l'oste sua a campo più securamente, parlò alla sua cavalleria in questo modo...

[15] Lett. napol., 1356, 2, pag. 124.26: è nicissario che Jan Malatacha, cu(n) cinquicentu oy quatrucentu a lu manco barbuti, siano sencza tardancza in Piscara et revochesse (et) redducase a la Compagna la gente de Jan de Fontanarosa (et) de Valliveneventana.

[16] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 18, pag. 81.19: La matina lu Conti issiu cum sua genti cum grandi impetu, combattiu cum li Sarrachini et vinsili.

[17] Doc. amiat., 1365, pag. 99.25: Fu vero che Francescho di Ugolinuccio da Montemarano, vene(n)do da Todi, sì me fe' sapere che Buonconte di Monaldeschi d' Orvieto, fratello di mei consorti, faciva grande adunata di gente, p(er) che io m' avesse buona guardia.

[18] Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 6, pag. 534.12: E diede questo inperadore gran giente in aiuto al papa, della qual giente fu chapitano uno ch'ave' nome Bilisario, de' più aventurati huomini in ghuerra che mai fosse.

[19] Doc. padov., 1379 (2), pag. 61.4: Dalmazia ne armà X, e ogno dý n'aspeta XIJ de Romania e som stà cu(m) merchadamti de (Con)stamtynopolly che lle à vezù partyre de Pera, ma p(er) zerto chostoro ch'à vezù queste LIJ dyse ch'el no se vête may più bella zurma de gallye né ze(n)te più obidyente a lloro Segnory chomo som loro.

- Gente armata (anche in ordine inverso), gente d'armi.

[20] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 3, cap. 4, pag. 157.11: E Mars, secondo che noi avemo provato e detto de sopra e secondo che li savi pósaro, ha a significare la gente armata e tutte le generazioni de l'armi...

[21] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 1, cap. 12, pag. 16.24: Ma alquante volte lo popolo di Roma è stato commosso o per studio d'avere signoría, o èssi partito dal senato per superbia di gente armata.

[22] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 33, pag. 323: Questa valente guardia, ke stane in grande altura / per veder la contrata, / se vede gentearmata / prender soy cictadini, / fay singnu a lu Re finu / ke li dia guarnementu.

[23] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 135, pag. 206.16: Ma no sono genti d'arme; ché se fossono stati buoni d'arme, a la forza de la contrada, mai no l'avrebbe perduta...

[24] Dino Compagni, Cronica (ed. Cappi), 1310-12 (fior.), L. 1, pag. 39.24: Dopo poco tempo i Fiorentini rimandorono gente d'arme ad Arezzo, e posonvi campo...

[25] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 1, cap. 26, vol. 1, pag. 47.5: «Io ti comando, disse Tullo, che tu tenga apparecchiata la tua gented'arme, sì ch'egli mi possano soccorrere, s'io avrò guerra con quelli di Veio».

[26] Doc. orviet., 1334, docum. 24 agosto, pag. 175.25: Ancho che 'l detto capitano co la detta gented'arme debia stare continuo in quelle parti del contado o altre circunstanti ove parrà o sirà deliberato per quelli consiglieri che dati li serranno per lo comuno et per li detti Conti e baroni...

[27] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 26, pag. 125.30: e predetti Ulixe e Diomedes feciero fare uno chavallo di legniame, e fu sì grande, che nel votho d' esso capivano grande quantità di gente armata.

[28] Gloss. uffici romani (red. Vienna), a. 1337 (fior.), pag. 33.15: Legione era numero di gented'arme non diterminato più e meno secondo ch'erano eletti e scritti per loro comandatori.

[29] Lucano volg. (ed. Marinoni), 1330/40 (prat.), L. 5, cap. [vv. 762-815], pag. 220.16: La sventurata cade e, ricevuta dalle mani de' suoi, fu portata alle harene del mare e in su quelle si gittoe e tenne i liti, finalmente, messa in su la nave con tanta disaventura non lasciò la patria e ' porti d'Italia, cacciata dall'armata gente del crudele Cesare.

[30] Lett. molis., 1361, pag. 38.17: sturbatilo quantu potete (et) c(er)catilo p(er) voy, ch'averite en quelle p(ar)ti che sso' a le frontere d(e) li G(r)eci plu gent(e) de arme, (et) mellyo favorute vostre cose.

[31] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 30, pag. 8: Re Carlo primo di Francia, dalla Ecclesia chiamato, / Venne con multa gente d'arme adcompagnato / Contra de re Manfreda per averelo cacciato / Et per la santa Ecclesia repunere in estato.

[32] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 39 rubr., pag. 267.5: Et ap(re)sso dice come il sudoe sangue et aqua, et quale Iuda venne ad lue, et, facto il segno del baxo, da le gente armate Iexù fu prexo, p(er) che Petro taglioe la orechia al servo.

- Gente a / da / di cavallo: insieme di armati a cavallo; cavalleria.

[33] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 11, pag. 298.29: L'ottavo insegnamento si è, che 'l signore dell'oste die provvedere qual elli à più tra gente a piè o gente a cavallo, perciò che quelli a cavallo combattono meglio al piano a campo...

[34] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 3, cap. 70, vol. 1, pag. 344.30: l'altro legato, ch'avea nome Servio Sulpicio, fu conestabile della genteda cavallo.

[35] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 47, vol. 2, pag. 249.27: fece gran danno a' Fiorentini sanza dare battaglia niuna a la città, stando in isperanza d'averla di concordia; e tutto l'avesse combattuta, era sì guernita di gentea cavallo, che due tanti e più n'aveva a la difensione della città che di fuori...

[36] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 18, pag. 83.11: et mandau trenta currituri et cumandauli chi andassiru fina inpressu li mura di la chitati et, si genti di cavallu ississiru ad incalczari, ki illi divissiru fugiri inver di lu inbuscamentu...

[37] Anonimo rom., Cronica, a. 1360, cap. 12, pag. 92.7: Pisani, turbati de questo mercato, fecero intorno a Lucca uno esmesurato e memorabile assedio; iente da cavallo numero [...], iente da pede numero...

[38] Marchionne, Cronaca fior., a. 1385, Rubr. 592, pag. 214.28: Quando si venne a casa i Bardi, quelli si erano forniti di gente di cavallo e da piedi in gran numero...

[39] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 13, pag. 133.32: despartendo le schere de la gentea ccavallo e tutti li gìa consumando et occidendo...

- Gente a / da piedi: insieme di armati che combattono a piedi; fanteria.

[40] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 11, pag. 298.28: L'ottavo insegnamento si è, che 'l signore dell'oste die provvedere qual elli à più tra gentea piè o gente a cavallo...

[41] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 109, pag. 204.9: egli sì fecie mettere bando per tutto il suo reame, che ttutti li cavalieri e li baroni e ttutta gientea ppiede sì siano apparechiati d'arme e di cavagli...

[42] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 157, pag. 138.15: sì videro uscire fuori d'una boscaglia una grande compagnia di cavalieri e di genti a piede che ttutt'erano armati e ben erano IIII.M uomeni e più.

[43] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 97, vol. 2, pag. 302.26: fece ordinare una armata dì LX tra galee e uscieri, e ivi su fece ricogliere da VIIIcL cavalieri, e gente a piè bene XVm...

[44] Anonimo rom., Cronica, a. 1360, cap. 11, pag. 79.6: E moita aitra iente da pede e da cavallo con granne fortezze, con sole armature lo sequita.

[45] Matteo Villani, Cronica, 1348/63 (fior.), L. 10, cap. 99, vol. 2, pag. 577.8: i collegati in questo tempo del mese di maggio con MMD cavalieri della lega, e con assai genteda piè, mossono da Modona per occupare il passo a messer Bernabò...

[46] Marchionne, Cronaca fior., a. 1385, Rubr. 508, pag. 177.38: I Fiorentini missero genteda piè e da cavallo; e messer Gerozzo de' Bardi v'andò per capitano.

- Gente da battaglia.

[47] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 10 rubr., pag. 105.12: Che si conviene fare s' alcuno hae oste di disusate genti da battaglia, o rozzi cavalieri.

[48] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 73, pag. 86.26: acciò che sforzatamente, con buona gente da battaglia, possano i Romani contro Anibale andare.

[49] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 1, pag. 212.8: perciò che così, per questo segno, l'aveva mostrato che ine sarebbe gente nobile da battaglia ed abondante di victuaglia per tutti i tempi.

[50] Guido da Pisa, Fatti di Enea, a. 1337 (pis.), cap. 39, pag. 69.16: e cercò tutte le contrade della marina dalle piaggie di Roma in fino a Pisa e raunò nobilissima genteda battaglia...

[51] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 11, terz. 49, vol. 1, pag. 128: e che non vide mai gente fornita, / com' era l' oste, nè così ordinata, / nè genteda battaglia tanto ardita.

- Gente di soldo: soldati mercenari.

[52] Matteo Villani, Cronica, 1348/63 (fior.), L. 9, cap. 27, vol. 2, pag. 320.1: Mentre che questi ragionamenti si bargagnavano e menavano per lunga, la forza del Comune di Firenze continovo crescea sì per gente di soldo e sì per amistà...

[53] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 97, pag. 735.16: Tutta gente di soldo fu per messer Galeotto in segreto istigata e sollicitata a domandare a llui paga doppia e mese compiuto...

- Gente fiorita (anche in ordine inverso): truppe scelte.

[54] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 15, pag. 122.13: E l'uno allora [[...]] narrò la magnificenza di suo signore Enea e la loro disaventura e come l'avieno smarrito con molte navi di fiorita gente e com'elli era il più savio e 'l più prode e 'l più cortese e 'l più bello signore...

[55] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 123.24: E veduto e' Fiorentini, che loro disegnio non lo' riuscì, di subito detteno licenzia a ogni persona, e' quali avevano richiesti in loro aiuto, e per questo molto gli ringrazioro e masime quegli da Siena, e' quali erano iti cho' molta fiorita giente e bene in ponto.

[56] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 85, terz. 33, vol. 4, pag. 114: Ma nondimen per campargli la vita, / vi si mandaro quattro Ambasciadori, / con trecento a caval, gente fiorita, / e balestrieri, e fanti de' migliori.

[57] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 213, pag. 552.14: Passando il duca d' Angiò con gran brigata di cavalieri vicino di Forlì, quando andò in Puglia contro al re Carlo della Pace, e venendo verso la terra certa gente fiorita, il detto Cecco chiamò un suo famiglio...

- Gente grossa: truppa di bassa forza o parte più consistente di un corpo militare.

[58] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 29, vol. 3, pag. 370.15: menando meser Benedetto Maccaioni di Gualandi, rubello di Pisa, CCC cavalieri di que' di meser Luchino, ch'erano vernati in Maremma, co· llui a guerreggiare i Pisani e lloro terre per accozzarli colla gente grossa di meser Luchino che per la vittoria avuta a Rotaia volieno passare il Serchio...

[59] Matteo Villani, Cronica, 1348/63 (fior.), L. 11, cap. 54, vol. 2, pag. 656.27: Messer Piero ciò veggendo come di soperchio ardito, con III.c barbute di gente eletta, lasciandosi al soccorso la sua gente grossa presso colle bandiere, co· tanto animo si misse sopra i Pisani che lli ruppe e ffé volgere...

- Gente metallica: gli eserciti (?) || (Lorenzi, Una canzone, p. 39, che aggiunge: «problematico il senso da attribuire all'aggettivo metalica, ma è possibile che si faccia riferimento agli scudi e alle corazze dei cavalieri»).

[60] Poes. an. Di vento pasci, 1337/39 (tosc.occ.), canz., 72, pag. 35: se, co la gente ch'à seco teotonica, / questo idol vostro, non prete né accolito, / onore avrà della provincia galica / qual à gente metalica, / come si legge chiaro in ogni cronica...

- Locuz. verb. Fare gente: arruolare, reclutare soldati.

[61] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 29, pag. 81.28: Faite gente quanta voi potete fare e guarnitevi contra lui, ch'elli non dimora gran tempo a venire.

[62] Matteo Villani, Cronica, 1348/63 (fior.), L. 9, cap. 20, vol. 2, pag. 309.17: sentendo che sabato santo a dì XX d'aprile la pecunia promessa alla compagna era pagata, radoppiò la sollicitudine, faccendo gente quanta ne trovava a soldare, e afrettando l'aiuto dell' amistadi...

[63] Marchionne, Cronaca fior., a. 1385, Rubr. 645, pag. 236.16: In questo medesimo anno vennero novelle a Firenze che lo Arcivescovo e signore di Melano facea gente assai da piedi e da cavallo, e non si sapea quello ne volessi fare.

2.8.1 Fras. Gente segnata di Croce: sostenitori armati del Papa; in partic.: crociati.

[1] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 6.23: Nel MCL Lodovico predetto Re di Francia con Currado Re de la Magna, il quale già era eletto Imperadore, con molta gentesegnati di Croce passaro oltre Mare con più di CC navi, et galee, et grossi legni, sanza le barche et gli altri piccioli legni, et andaro in fino in Gostantinopoli.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 23, vol. 1, pag. 448.16: e eravi dentro il maliscalco del re Carlo con sua gente, e il legato del papa e della Chiesa, e colla forza de' Fiorentini e degli altri Guelfi di Toscana e di più gentedi croce segnati, i quali per predicazione, e indulgenzia, e perdoni dati dal papa e da' suoi legati erano venuti contra Curradino.

2.8.2 Gente della / di / per la Chiesa.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 231, vol. 2, pag. 412.22: E poi nel detto anno, a dì XII di novembre, il detto messer Marco con MD cavalieri venne all'assedio, a la rocca e ponte di Basciano in su il fiume d'Adda, il quale era molto bene fornito e di vittuaglia e di gente per la Chiesa.

[2] Cronica di Lucca, c. 1357 (lucch.), pag. 189.21: E questo anno la giente della chieça colo aiuto delli amici della chieça, Toschan[i] et Lunbard[i] asedieno et preseno et guastò Furlì.

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348/63 (fior.), L. 4, cap. 52, vol. 1, pag. 547.27: e fu fatto gonfaloniere per lo detto legato contra i nimici della Chiesa di Roma, e capitano della gentedella Chiesa contro a messer Malatesta da Rimine ch'era suo nimico capitale...

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348/63 (fior.), L. 5, cap. 6 rubr., vol. 1, pag. 613.17: Come il capitano di Forlì sconfisse gente di Chiesa.

2.9 Equipaggio (di una nave).

[1] Doc. venez., 1284 (2), pag. 18.24: Ser M. dise k'elo li plaxea k'elo e noclero e la bona cente d(e)la nave disisse quello chi li parese lo meio del'aver e dele p(er)sone.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 1, cap. 21, vol. 1, pag. 31.17: E l'una delle dette navi con tutta la gente profondò in mare, l'altre arrivaro a li liti d'Africa...

[3] Doc. ven./salent., 1361 (3), pag. 319.10: Et debite partir(e) de là cu(m) lo le(n)gno a ti co(m)messo cu(m) la çente d'esso, et vegnir(e) a Ragusi (com)plendo questo t(er)mino s(upra)ditto.

- Gente da nave: i marinai.

[4] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 28, pag. 420.28: E dice apresso che lo dio del mare, idest Neptuno, Non vide mai sì gran fallo, idest inganno, tra l'isola de Cipri e da Maiolica: Non da pirate, idest omini de galee, né da gente argollica, idest genteda nave.

2.9.1 Gente di mare.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 93, vol. 1, pag. 553.11: Avenne, come piacque a dDio, che 'l prenze figliuolo del re Carlo ch'era in Napoli con tutta la sua baronia, Franceschi, e Provenzali, e del Regno, veggendosi così oltraggiare da' Ciciliani e Catalani, a furia sanza ordine o provedimento montarono in galee, così i cavalieri come le genti di mare in compagnia del prenze...

2.9.2 Gente di passaggio: gruppo di passeggeri a bordo di un'imbarcazione.

[1] Doc. seb., 1350/51, pag. 255.15: Vero sì è si li ditu Ilia sì avisi alguna çentid(e) pasaçu, que la mitade d(e) nolu d(e)li vivadi sia delo navilio (e) altra mitade al nauliça.

2.10 Moltitudine di anime che popolano i luoghi oltremondani.

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 2184, pag. 68, col. 2: Jhesu Christe, lo Deo poscente, / Molto forte e grandemente / Se ponerá suso la cadrega [[...]] Omiunca homo debia lí andá / A quelo aregno generá. / Molto tosto e prestamente / Asemblará tuta la çente.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 8.33, vol. 2, pag. 124: L'un poco sovra noi a star si venne, / e l'altro scese in l'opposita sponda, / sì che la gente in mezzo si contenne.

[3] <Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.)>, c. 11, proemio, pag. 195.28: Il primo girone, che contiene coloro che fecero ingiuria al prossimo, è maggiore, contiene più gente, ed è di minori pene, però ch'è minore l'offensione...

[4] Lancia, Chiose Purg., 1341/43 (fior.), c. 18, vv. 82-102, pag. 685.17: Dice che questa gente, stata al mondo accidiosi, punti da giusto amore falcavano per questo girone...

- [In unione con un agg. che ne qualifica la condizione].

[5] Poes. an. ven. (eug.>umbr.-march.), XIII t.q. (3), 97, pag. 18: oi Deu!, com' serà gaudente / ki vederà l'Onnipotente / cun quella gloriosa gente / là 'd'è sancta Maria.

[6] Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.), 149, pag. 633: Lì fa tante alegreçe queste çente bïae / de canti e de favele, le quale e' v'ò cuitae, / k'el par ke tuto 'l celo e l'aere e le contrae / sia plene de strumenti cun vox melodïae.

[7] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 39.48, pag. 139: Iustizia non pò dare ad om ch'è vizioso / lo renno glorioso, - ca ce serìa spiacente: / ergo, chi non s'esforza ad esser vertuoso, / non sirà gaudioso - co la superna gente...

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 3.3, vol. 1, pag. 39: 'Per me si va ne la città dolente, / per me si va ne l'etterno dolore, / per me si va tra la perduta gente.

[9] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 66.7, pag. 123: Prega per me, sì che 'n l'aspra catena / l'angel superbo al gran dì non mi metta, / ma che 'l tuo figlio cum sua gente eletta / mi meni seco a la beata cena.

[10] <Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.)>, c. 9, proemio, pag. 148.4: in ciò che il maggiore ministro de' demonj avesse dato disciplina a Caron, o a Minos, o a Pluto, che sanza licenzia li avesse lasciati entrare, e passasse per li regni della morta gente...

[11] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 119.14, pag. 142: Dirizza il mio cammin, fammi possente / di divenir ancor dal destro lato / del tuo Figliuol, fra la beata gente.

- Gente antica e novella: anime beate dell'Antico e del Nuovo Testamento.

[12] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 31.26, vol. 3, pag. 511: Questo sicuro e gaudïoso regno, / frequente in gente antica e in novella, / viso e amore avea tutto ad un segno.

3 Comunità che vive in un territorio (anche det.); popolo.

[1] Ritmo S. Alessio, XIII in. (march.), 77, pag. 20: Poi [ket lu] fante foe natu, / Alessiu foe prenominatu. / Lu patre ne fo letificatu, / co· ttut[ta] Roma lu parentatu, / et tutta Roma era assai gaudente: / maiore letitia ne avea la gente.

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 94.19: Inel presente tempo mette Tulio l' exemplo de' Fragellani, che furo una gente i quali furono accusati in Roma ch' elli aveano male animo contra il comune.

[3] Lett. sen., 1262, pag. 288.4: No so sed è vero o no, ma i Gienovesi ci vano, (e) pare una grande chosa ale gienti del paese del' andata que fano i Senesi (e) i Gienovesi...

[4] Doc. pis., 1264 (3), pag. 387.16: quelli li quali fusseno in dela nave ut in delo legno possano andare alo luogo populato ut vero in delo quale fusseno le gente...

[5] Andrea da Grosseto (ed. Castellani), 1268 (tosc.), L. IV, cap. 44, pag. 253.9: (e) p(er) la iniustitia si distruggono tutte le cose, et tal fiata si ne p(er)de un rengno (e) tramutasi da gente in gente...

[6] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 138.2: disse che nel consiglio era ragionato qual iera meglio tra che un omo avesse due mogli o una femina avesse due mariti, per moltipricare la gente di Roma, per ciò che terre si rubellavano.

[7] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 2, pag. 24.6: e dipo' loro v' ee la gente d' Etiopia, che vanno vagando infino al mare d' Etiopia.

[8] Elegia giudeo-it. (ed. Natale), XIII (it. mediano), 1, pag. 136: La iente de Zion plagne e lutta, / dece: «Taupina, male so condutta, / e· manu delo nemicu che m'ao strutta».

[9] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 6, pag. 83.3: Facto consolo Cesar, e mandato in Francia, esso prima combatteo e vense una gente che se chiamava Alberniam, e poi vense fino a lo mare de Bretagna.

[10] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 231.33: Questo Roberto fo de la zente de Franza, el qual venne a Roma chon grande hoste...

[11] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Rubriche, pag. 48.19: Capitol de Ethiopia. Capitol de le zent de Ethiopia.

[12] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 20, pag. 27.12: In Turcomanie è tre generazione di genti. L'una gente sono turcomanni e adorano Malcometto...

[13] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 3, cap. 1, pag. 77.12: Recunta adunca ki a lu tempu ki una gente ki appe nume Vandali intraru in Ytalia, pir loru feriza e putire tandu si dissavitau una grande parte de Ytalia...

[14] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 8, cap. 7, pag. 567.17: e Mitridate imparando li linguaggi di vintidue generazioni di genti, ch' erano sotto la sua signoria...

[15] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 2, pag. 27.15: «Signuri, eu non negu ki non sia statu natu di genti greca...

[16] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. 16, cap. 28, vol. 6, pag. 199.6: Fatta adunque la promessione sì grande e sì lucida ad Abraam, al quale fu detto apertissimamente, Io t'ho posto padre di molte genti... || Corpus OVI.

[17] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 275, pag. 293.16: E li capari, i quali nasce in li paludi e in le terre de Libia, in le quale habita çente che se chiama Barbari, infia molto forte.

[18] Lett. casent., 1398 (2), 166, pag. 230.20: Là su nonn è tema nulla di guerra, però che è in luogo fortissimo e aparechiansi molti cittadini e altra giente ad andarvi, et ancho ve si fa buona guardia, sì che non è dubio l'andarvi.

[19] Legg. S. Caterina Verg. e Mart., XIV (tosc.), pag. 178, col. 2.18: priegoti che tu mi dichi perchè tu hai fatto raunare tutta la gente di questa cittade qui teco a fare reverenzia agl' idoli vani sanza niuno sentimento.

[20] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 160.6: mentre lo ditto Ieremia volesse pregare lo re de Babillonia ad instantia de Nabucodonosor, lo quale allora regnava sopre la gente de Caldea...

- [Con rif. al giorno del Giudizio universale].

[21] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 620, pag. 622: Al departir reu comïad avrà. / De tute parte le çente ge serà, / Ongari e Bolgari, Rossi, Blachi e Cuman, / Turchi et Armin, sarrasin e pagan.

- [Con rif. al complesso di norme giuridiche comune a tutti i popoli].

[22] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 2, cap. 4, vol. 1, pag. 128.34: degli ambasciadori alquanto si dubitò che se ne dovesse fare; e avvegnach'eglino avessero sì gravemente fallato, che dovessero essere giudicati per nemici mortali, nondimeno vollero eglino guardare il diritto e la ragion delle genti.

[23] <Ottimo, Par., a. 1334 (fior.)>, c. 6, proemio, pag. 115.8: Ed è ragione naturale, che è ragione di tutti; ragione civile, la quale ciascuno popolo ordinòe; ragione delle genti; ragione militare della guerra; ragione plubica ne' santi sacerdoti, e nelle maiestadi...

- [Con una determinazione spaziale].

[24] Lett. sang., 1317, pag. 87.28: Fecermi legiere quello che la vostra lettera diceva, ciò è di bestie con some ch'erano di giente di qua che dovieno esere rubate presso a Chastelvecchio...

[25] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 81, pag. 199.22: Avemo inteso come a voi pare, e volete che noi siamo di costà; la qual cosa sarà fatta di presente, ma però che la gente di qua è molto riscaldata e desta, sì steremo alcun dì, e puoi ne verremo costà.

[26] f Doc. amiat., XIV sm. (2), pag. 157.22: Piacciavi de' facti di Guidarello no(n) nominare co(n) p(er)sona che esso fa sentire a n[no]i novelle e noi le faccia[mo] sentire a voi sì che no(n) si possa sap(er)e [...] che di lui no(n) si p(re)so sospetto da la gente di llà che puoi no(n) saperemo queste cotali novelle no(n) fidandosi di lui. || Corpus OVI.

- Gente di fuori, forestiera: abitanti di un paese diverso (rispetto a quello considerato) o del contado; stranieri, forestieri.

[27] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 5, pag. 284.19: e interviene perchè essendo circondati di mare, da gente di fuori non possono essere guerriati.

[28] Quad. Gallerani di Parigi, 1306-1308 (sen.), pag. 262.3: Ite(m) vj d. par. nel dì dati a' p(re)ti (e) a' cheri[ci] p(er) suggiellare sei k'è amoniçioni (e) ch'è somonse di più gentidi fuore.

[29] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 7, pag. 356.16: Se ai Latini si dimanda genero di gente forestiera e diversa, e questo piace [[...]] certamente io penso e credo ogni terra essere stranea, la quale libera si parte dal nostro imperio...

[30] Gl <Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.)>, c. 9, pag. 161.1: e però dic'elli nel prolago della città di Roma, e delle genti di fuori, cioè stranieri, li detti e li fatti...

[31] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), Dedica, vol. 1, pag. 9.32: issu ricunta li dicti et li facti nutabili di li gentili homini di Ruma et di l'altra genti furistera, segundu issu midemmi dichi a lu so prohemiu...

[32] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 241.26: ma l'altre gente forestiere che non sono borgese di Bruggia non osano rivendere in Bruggia nulla mercatantia che comperato avessoro in Bruggia sotto pena di lire 5 di grossi tornesi d'argento per ogni volta...

[33] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 13, par. 1, vol. 2, pag. 21.5: Et li homini armati eranu romani et genti furisteri: ipsu li volsi certari di la propria persuna.

- Gente estranea (anche in ordine inverso).

[34] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 13, pag. 254.7: e di questo avemo esemplo dai Romani, che sì tosto com'ellino non ebbero guerra con genteestrania, sì cominciaro a combattere infra loro...

[35] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 14, pag. 185.3: di loco in loco andate tribulando, in magioni laide e strette, tra masnade tal fiata e [con] istraina giente a ddimorare...

[36] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 11, pag. 121.6: "Signore, cerca tutte le antiche scritture di Roma; là trovarrete la fede che Marsilia àe portata a la città di Roma in molte battallie contra stranie genti...

[37] Chiose Eroidi volg. (Gadd.), c. 1315/25 (fior.), ep. 3 [Briseide ad Achille], ch. D, pag. 369.16: Per ciò che, quando ella fue rapita dell'albergo del suo padre, molto ebbe grande duolo e trestizia, sì per l'amore del suo padre, sì perché rapita si vedea da gente strana...

[38] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 6, vol. 2, pag. 131.18: Eciandeu li amarissimi ligi et li crudilissimi imperij di la abhominabili necessitati constrinsiru la nostra citati, et eciandeu l'altra genti strania, a patiri multi cosi gravusi non skictu ad intendiri, ma eciandeu ad audirli sulamenti.

[39] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 13, pag. 62.27: Ma lo povol Ninivita e quella gran citae che se chiamava Nineve in la qual era ben pù de centovinte milia fantin e fantinne chi no cognossevan lo drichio dal senestro e eran çentestrannia e barbara e fera...

[40] Doc. amiat., 1370 (2), pag. 105.25: Quello ch' io feci di Chalegiano el feci solam(en)te p(er)ché gente strania no(n) s' anidasero là entro (et) guastasero el paese (et) no(n) artatam(en)te.

[41] Tristano Veneto, XIV, cap. 208, pag. 185.23: Ma sença falo se cente stragna volesse per alguna ventura intrar in queste isole per lo dalmancio dele mie tere e deli mie' homini, adoncha io me inssirè per aidar a lor...

- Gente straniera (anche in ordine inverso).

[42] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 16, pag. 53.17: E in mezzo di questi tempi sono i pellegrinaggi de' Greci, e le gravi fortune ch' ebbero in mare, e le pistolenzie de' Peloponnesi dipo' la morte di Codro, per gentestraniera che li provocaro a battaglia, e generale turbamento che per tutta Asia e Grecia si fece.

[43] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 113.5, pag. 48: De le straniere genti fie 'l corrotto: / que' comperanno la colpa e le mene.

[44] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 1, cap. 22, vol. 1, pag. 33.26: E quello luogo fu poi la città d'Ostia; e quella fortezza feciono per tema de' paesani, i quali per paura di loro, sì come gente straniera e da lloro costumi salvaggia, e per nimici gli trattavano...

[45] Gl Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 2, pag. 54.20: fo portata novella de la venuta de quisti Greci a lo re Laumedonta, signore de lo regno de Troya, che gentestraynera, zoè de Grecia, so' intrate a lo suo riamme commo a spyune, o forse per volere devastare la provincia de Troya furtivamente.

[46] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ecli 29, vol. 6, pag. 282.4: La malvagissima promissione molti dirizzanti perse, e commosse coloro sì come tempesta di mare. [25] Avvolgendosi fece passare altrove uomini potenti, e andarono vagabondi in gentistraniere.

- Locuz. avv. Di gente in gente: ovunque.

[47] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 45.37, pag. 688: Vanne via, mia canzon, di gente in gente, / tanto che la più gentil donna trovi...

[48] Matteo Villani, Cronica, 1348/63 (fior.), L. 1, cap. 2, vol. 1, pag. 9.17: Questa pestilenzia si venne di tempo in tempo e di gente in gente aprendendo: comprese infra 'l termine d'uno anno la terza parte del mondo che si chiama Asia.

3.1 Insieme dei sottoposti a un'autorità sovrana.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 11, pag. 144.9: ma secondo che 'l re signoreggia la sua gente a sua volontà e a suo arbítro, secondo ch'elli crede che sia l'utilità del reame, somigliantemente il padre può governare il figliuolo a sua volontà ed a suo arbítro, con l'utilità dei figliuoli.

[2] f Apollonio di Tiro (B), XIV pm. (fior.), [7], pag. 189.16: e di note n'è andato e non posiamo sapere in quale parte se n'è ito o dove s'ariverà, ché asai ci ha di quegli che volontieri gli andrebono dietro, ché mai non fue nel mondo sì buono signore a la gente del suo reiame». || Corpus OVI.

- Fig.

[3] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 1, pag. 70.32: e vedemo che non è rascione ch'uno capitano, come Saturno od altro, debia stare fermo e sofolto entra la sua gente [[...]] E questa gente, cioè le stelle, so' poste e·llo regno per longo...

3.2 [Con focalizzazione sull'appartenenza a un det. credo religioso].

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1798, pag. 62, col. 2: Al terço dí ke 'l resuscitó / Partise da lí e sí se n'andó, / E sí sen çé in Gallilea / Per fuçire la çente çudea.

[2] Poes. an. urbin., XIII, 16.3, pag. 574: «Madonna, vui andate / a la corte sovrana: / la gente cristïana / recommandate - all'alto Imperatore.

[3] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 46.155, vol. 1, pag. 363: in tua storïa trovamo / per escritto certamente / ke de la pagana gente / fosti gran convertitore.

[4] Poes. an. abruzz.>march., XIII sm., 260, pag. 127: Poi ké crisscisti, que 'ntrasti ad fare? / La Iudea gente ad predecare, / Et firmi et ceci erresanare, / Anke li morti resuscitare.

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 5.11, pag. 108: enlà 'corpaa fosti e acussaa / e a un tirano apresentaa / da quela gente pagana / per zo che voi eri crestiana.

[6] Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.), 5, pag. 114: Spirito Santo che da Ciel descendi / scaldando el cor de la beata croce, / e violentemente el rapi, e prendi, / come puot'esser c'al suon d'una boce / le gente Christiane tucte quante / si faccian d'uno andar tanto veloce...

[7] Framm. Vang. Infanzia, XIV m. (ven.), 41, pag. 148: che tuti li fe' scanare, solamentre per trovare / questo re benedetto che nomeva Iesù Cristo, / perché Ello no li tollesse, ni anche ch'Elo no podesse, / lo regno ch'elo regna de quella çe[n]te ebrea.

[8] Poes. an. savon., XIV, 3.20, pag. 18: Pregai per la tera sancta unde Christe portà passione, / che la gente christiana gli posa servir lo Segnore...

[9] Vindicta salvatoris volg., XIV (sab.), pag. 55.33: (Et) fu(n)ce messu da questi pessimi iudiei acciò ch'io no(n) dicesse alla iudea gente de quello che illu fecero a (Cristo), el quale si è salvatore del mondo.

3.2.1 Popolo pagano; i gentili (in opp. ai giudei).

[1] Omelia padov., XIII s.q., pag. 4.15: Li dui discipuli li qual lo Segnor mandà significa dui ord[eni] [de predicatori], lo uno mandao ali Çudéi et l'altro ale génte.

[2] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 4, par. 5, pag. 145.15: Ma apresso la risposta di Pilato già a' giudei e a' gienti più opportunamente e ppiù apertamente o cchiaramente à rrisposto, come se diciesse: «Udite giudei e gienti, io non inpaccio punto vostra dominazione in questo mondo.

3.2.2 Gente antica: popolo dell'Antica Alleanza.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 6.136, pag. 118: E en quelo che gente antiga fé, / per Ti servir a bona fe, / chi tuto avé compimento / quando Criste avé tormento. / Te seràm tuto acceptabel, / dagando gloria durabel / a cascaun chi serà degno / de posseí lo to regno.

3.2.3 Gente della prima / antica legge: i giudei.

[1] Gl Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 532, pag. 515.10: e la gentedella prima leggie, ciò sono gli giudei, lo riceveranno a grande onore, ch'egli verranno a lui di tutte parti del secolo.

[2] Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 30, 1-21, pag. 731.11: la gente verace; cioè tutti quelli che andavano inansi al carro dietro ai candelabri, che significa la gente de l'antica legge che fu salvata, fatta quella legge: imperò che credetteno in Cristo venturo.

4 Gruppo di persone che discendono dal medesimo capostipite e sono legate da un vincolo di consanguineità (anche con legami consortili); stirpe; famiglia.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 182.12: Noi potemo conducere i nostri adversarii in invidia et in disdegno dell' uditore se noi contiamo la forza del corpo e dell' animo loro ad arme e senza arme [[...]] e 'l parentado, cioè schiatta, lignaggio e parenti e seguito di genti...

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 58, pag. 95.1: e andonne ad uno che si chiamava Abraam, cui solo trovò giusto nel mondo, e disse: «Io vo' di te far nascere gente la qual s'apelli mio popolo...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 24.100, pag. 87: Si non n'avea figli, era dolente, / ché 'l mio a mia gente - volìa lassare...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 8.128, vol. 2, pag. 135: La fama che la vostra casa onora, / grida i segnori e grida la contrada, / sì che ne sa chi non vi fu ancora; / e io vi giuro, s'io di sopra vada, / che vostra gente onrata non si sfregia / del pregio de la borsa e de la spada.

- [In relaz. all'origine di qno].

[5] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1724, pag. 236: chi non dura fatica / sì che possa valere, / non si creda capere / tra gli uomini valenti / perché sia di gran genti...

[6] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 25, pag. 308.3: ma io non dico boni minori nè grandi, ma bono dico chi ama e opera bonità, sia di qual gente vole, ché nulla cosa mai che bonità è da pregiare ed amare in omo, nè da odiare e dezorrare che visio.

[7] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 68, vol. 3, pag. 461.14: Se tu sii sì ricco che tu avessi tutti i danari del mondo, e sii di nobile lignaggio, nulla ti vale alla fine, più che tu fossi di bassa gente, povero, e senza magione, chè tu morrai, e nol può contraddire nessuno sacrificio.

[8] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 23, pag. 71.29: E cusì, bel signore, va di suo fatto, che anco non sapemo suo nome né di suo lignagio non sapemo nulla cosa; noi non sapemo s'elli è di re u di conti u di bassa gente...

[9] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), IV, cap. 7, pag. 137.3: Vergilio, lombardo per nascimento, cittadino di Mantova, nato di bassa gente, ma grandissimo et alto tra ' poeti, per tutto il mondo fue famoso.

- Antica gente: antenati, avi.

[10] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 12.1477, pag. 217: Quegli è gentil che per sé sa valere, / E non per sangue dell'antica gente.

4.1 [Con rif. all'antica Roma:] gruppo di famiglie che riconosceva un'origine comune.

[1] Miracole de Roma, XIII u.q. (rom.), 56, pag. 585.14: Regio sexta, alta via, là dove era lo templo de Salustio et de Serapis [[...]] et le orta de Salustio, et la gente Flavia, et li termini de Dioclitiano, et compangie de cavalieri.

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 7, pag. 366.16: Ecco venire Clauso, del sangue antico de' Sabini, [[...]] dal quale ora si dice per Italia la gente Claudia, poi che Roma fu data in parte ai Sabini.

[3] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 5, cap. 3, pag. 355.18: In quello medesimo nome mi rivolgo ancora, avvegna che non attrassi li richiami tutti della gente Cornelia.