RISÌBILE agg./s.m.

0.1 resibele, risìbele, risibile.

0.2 Lat. tardo risibilis (Nocentini s.v. riso 1).

0.3 Dante, Vita nuova, c. 1292-93: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Vita nuova, c. 1292-93.

In testi mediani e merid.: Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.).

0.7 1 Capace di ridere. 1.1 Estens. Che esprime gioia, sorridente. 2 Sost. Immagine gioiosa.

0.8 Andrea Riga 13.09.2023.

1 Capace di ridere.

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 25 parr. 1-10, pag. 112.7: Dico anche di lui [[scil. Amore]] che ridea, e anche che parlava; le quali cose paiono essere proprie de l'uomo, e spezialmente essere risibile; e però appare ch'io ponga lui essere uomo.

1.1 Estens. Che esprime gioia, sorridente.

[1] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 2.12, pag. 664: Ogne creato el gran valore annunzia / de tal signor, che già venir sensibele / ciascuno uccel con suoe note pronunzia. / El mondo allora vèn tutto resibele, / ca la vertude elemental renunzia: / e 'l sole a seguir lui se fa possibele.

2 Sost. Immagine gioiosa.

[1] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 14.5, pag. 559: Quel ch' io no ardesco de far col visìbele / certa ve faccia colui che 'l conduce: / che tante volte enanze a voi se adduce / lo inviso de me, quant' è possìbele, / e che negli occhie mei alcun risìbele / non mai apparve, da poi vostra luce / da lor partì, che 'n la mente traluce / per quella emmagen, che vèn eccorrettìbele.