SGRAZIATO agg./s.m.

0.1 isgraziato, sgratiado, sgraziati, sgraziato; f: sgraziata.

0.2 Da grazia.

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 3.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Meo dei Tolomei, Rime, XIII/XIV (sen.).

In testo med. e merid.: Gloss. lat.-eugub., XIV sm.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Che ha sorte costantemente avversa o si trova in una condizione di sfavore e difficoltà, lo stesso che disgraziato. 2 Che, per indole o per costumi, appare di scarso valore e spiacevole al prossimo. 2.1 Sost. 2.2 Di aspetto disarmonico e privo di bellezza (rif. a un animale). 3 Privo di gratitudine, lo stesso che ingrato. 4 [Rif. a un lavoro:] non gradito, perché troppo faticoso e grave.

0.8 Elena Pepponi 27.09.2023.

1 Che ha sorte costantemente avversa o si trova in una condizione di sfavore e difficoltà, lo stesso che disgraziato.

[1] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 84.12: Hic et hec acheris et hoc ac[h]are sventurado, ab a quod est sine et caris g[rat]ia, unde acheris, sgratiado.

[2] f Chiose Avventuroso ciciliano, XIV sm. (umbr.>fior.), Proemio, ch. f, pag. 128.5: elessono uno cavaliere [[...]] pieno di vili e disonesti costumi, e sanza alcuna virtude e sanza grazia di parenti o vicini ma isgraziato molto, e da tutti che llui il conoscevano sì 'l tengono per uomo di niente. || Corpus OVI.

2 Che, per indole o per costumi, appare di scarso valore e spiacevole al prossimo.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 182.1: I· riso fa l'uomo isgraziato e odiato, s'elli è soperbio o chiaro o maligno o furtivo o ismosso per male altrui.

[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 8.106, pag. 91: Chi bestia, chi sgraziato, chi cativ'è? / Chi scioco, chi 'nodiato sempre vive? / Chi abassa, d'aver secondo il quanto!

[3] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 117, pag. 261.27: E acciò che questa novella sia meglio gustata, questo tedesco Casciolino fu il più sgraziato padovano che mai fosse in Padova...

2.1 Sost.

[1] Meo dei Tolomei, Rime, XIII/XIV (sen.), 8.12, pag. 58: tu porti 'l confalon degli sgraziati, / figliuol di quel[l]a c'ha 'l cul sì rodente / che tut[t]i i cazzi del mondo ha s[tancati].

2.2 Di aspetto disarmonico e privo di bellezza (rif. a un animale).

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 159, pag. 381.30: Costui avea sempre cavallo per suo cavalcare, che era più nuovo di lui, e non so da qual razza si venìano quelli cotanti che tenne ne' suoi dì, che tutti pareano più sgraziato l' uno che l' altro.

3 Privo di gratitudine, lo stesso che ingrato.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 14, pag. 232.9: Et anche disse l'Apostolo, ne la pistola a Timoteo: sappiate che ne' novissimi tempi [[...]] seranno li uomini [[...]] nonn ubidienti ai padri nè a le madre loro, sgraziati, scellerati sanza affectione... || Cfr. 1 Tim., 3, 2: «ingratos».

4 [Rif. a un lavoro:] non gradito, perché troppo faticoso e grave.

[1] f Bart. da San Concordio, Catilinario, a. 1313 (pis.>fior.), cap. 26, pag. 69.10: Anche certi uomini giovani, li quali erano usati lavorar ne' campi per povertà che sosteneano, sollicitati per doni fatti loro di nascosto e in palese, innanzi posono e presono per migliore lo cittadinesco riposo, che quella sgraziata fatica. || Corpus OVI; cfr. Sall., Cat., 37, 7: «ingrato labori».