MALMENARE v.

0.1 male menato, malmena, mal mena, malmenà , malmenaa, malmenada, malmenade, malmenadhe, malmenadhi, malmenadi, malmenado, mal menado, malmenai, malmenando, malmenandola, malmenandole, malmenano, malmenao, malmenar, malmenare, malmenari, malmenarle, malmenaru, malmenata, malmenate, mal menate, malmenati, mal menati, malmenato, malmenava, malmennan, malminati.

0.2 Da male 1 menare.

0.3 Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Amico di Dante, XIII ex. (fior.);Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.);Fatti dei Romani, 1313 (fior.); Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi sett.: Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.); Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

In testi mediani e merid.: Poes. an. perug., c. 1350.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Colpire qno con violenza (riducendolo in cattive condizioni). 1.1 [In contesto milit.]. 1.2 Estens. Sterminare (qno). 1.3 [Fig. e in contesto fig.:] sottoporre (qno) a molestie o tormenti morali; vessare. 2 Fig. [Rif. a un astratto o a un valore morale:] svilire. [Specif.:] parlare male (una lingua). 3 Tastare (qsa) con effetti neg.

0.8 Giovanni Spalloni 23.10.2023.

1 Colpire qno con violenza (riducendolo in cattive condizioni).

[1] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 196.10: Que fai -tu, Panfilo? Eu digo lasame star, se no eu cridarai, qé malamentre vegno malmenaa da ti.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura rubra, 132, pag. 137: Sancta Marïa matre e Maria Magdalena / E oltre don apresso con doia fort e plena / Seguivan Iesú Criste, vezand la söa pena / E 'l grand desnor ke 'g fiva e 'l popul ke 'l malmena.

[3] Jacopo della Lana, Purg. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 20, v. 113, pag. 1348.33: el i aparve un cavallo molto oribelle, lo quale gle saglì adosso e scalpedòllo e roppel tutto cum li pèi; vegendosse Eliodoro cussì malmenare, tornò a Deo e domandòlli perdonança...

[4] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 21, pag. 96.13: il dolore di Cristo per questo rispetto fu gravissimo, perocchè fu sputacchiato, e schernito, e percosso, e malmenato da fanti, e da ribaldi...

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 2, pag. 7.21: hi dan la colpa a De', e ossan accusar la soa purissima e sancta providentia, veçando a le fiae quel chi è honesto e ten piaxevel vita fir malmenao prexo e ligao...

[6] Esopo tosc., p. 1388, cap. 17, pag. 115.24: Il signore, vegiendosi così piacievolemente malmenare, gridando forte che a fatica fu udito pel cantare dell'asino, trasse la famiglia con diversi bastoni; e con molte bastonate l'hanno legato.

1.1 [In contesto milit.].

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 1, cap. 6, pag. 78.17: lo mio vertuoso braccio potrà dardo portare e malmenare contra li tuoi nemici, come io sono stato con teco ne la francesca gente et in tutt'i pericolosi luoghi...

[2] Fatti dei Romani, 1313 (fior.), pag. 212.29: Io sono aparechiato, tanto come le veni mi batterano nel corpo e 'l mio vertudioso bracio potrà dardo portare e malmenare e lanciare contra' tuoi nimici.

[3] Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.), pag. 553.40: Achille co' suoi Mirmidoni tosto soccorse e tra quella gente si misse; da ciascuno lato gli va malmenando; quanti ne coglie, tutti gli spezza e rompe.

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 9, vol. 1, pag. 421.7: 'l buono re Carlo veggendo i suoi così malmenare, non tenne l'ordine della battaglia di difendersi colla seconda schiera...

1.1.1 [Rif. a un territorio:] devastare (con azioni di guerra).

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 3, vol. 1, pag. 117.7: Cun chò sia cosa que issu malamenti putissi sustiniri que la nostra citati fussi ristritta et malmenata per gravusa et longa guerra da Pursenna rigi di li Tuscani...

1.2 Estens. Sterminare (qno). || In climax discendente con distruggere, mettere alla morte, uccidere.

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 2373, pag. 71, col. 1: plu seran nigri ka mora / Quilli ke v'án marturiare. / Çamai no devrí requiare. / Or starí destrugi e malmenai / E dala mia parte síe blastemai.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de passione sancti Iob, 23, pag. 278: Li martir se lassavano olcir e malmenar, / Ni da l'amor de Criste se vossen desevrar.

[3] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 185.2, pag. 76: Èvi Pompeio che guarda e vede i suoi / sì metter a la morte e malmenare.

[4] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 7, cap. 20, vol. 2, pag. 178.29: [che nullo credesse], ch'elli volessero avere per nemico il popolo di Roma, il quale ha tanto di podere, l'amistà del quale elli richiesero, quand'egli fu malmenato e distrutto.

1.3 [Fig. e in contesto fig.:] sottoporre (qno) a molestie o tormenti morali; vessare.

[1] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 49, pag. 144.21: E cusì potemo certamente dicere ke voi siti veramente Syon, lo quale è interpretato: alto guardamento, dal qual exirà la lege de iusticia e de sanctitate, e perké la lege non è altro a dire ke sancto ordinamento, e ke 'n vostre mane non seremmo malmenati né gravati.

[2] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), canz. 1.20, pag. 698: Torto seria tal omo esser distretto / o malmenato di quell'al cui pede / istà inclino, e ssì perfetto crede, / dicendo sì pietoso, e non contende, / ma dolci motti parla...

[3] Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.), 1, pag. 92.27: biasmólo molto di ciò ch'elli avea facto al p(re)yte, (et) disseli: «Perché ài tu cusì malmenato lo mio ca(n)cillieri? Se tu no li re(n)di lo suo benificio, tu morrai di qui a tre dì!»...

[4] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 6, cap. 16, vol. 2, pag. 107.3: voi altri Dii e Dee, che abitate in Campidolio e nella rocca, sofferrete voi che 'l vostro cavaliere sia così gravato e malmenato da' suoi nemici?

[5] Poes. an. perug., c. 1350, 154, pag. 20: Torno nel primo canto, triste nate: / se quisti aveste più tenuti en freno, / non sirate da lor sì mal menate.

[6] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 3.11, pag. 21: Gli amanti morti per carnale amore / un vento mena sempre percotendo, / a dimostrar che nel mondo vivendo / son dal voler menati con rancore, / con gelosie che trafigono el core, / senza fermezza, sospetti vedendo, / la stimolata volontà seguendo, / andando come piace al suo errore. / Et però è ragion che tale errato / da la carnal percossione humata, / tanto s' agiri e tanto è malmenato / che la sua pena sia conditionata / per simiglianza del suo vano stato, / languendo l' alma sempre tempestata.

[7] Marchionne, Cronaca fior., a. 1385, Rubr. 190, pag. 68.29: I Fiorentini erano malmenati da' Grandi tutto dì e male guidati, e per la vergogna ricevuta voleano bandire l'oste a Pisa, ed i Grandi il contradicevano, pure vinse il Popolo...

1.3.1 Fig. Compromettere.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 3, vol. 2, pag. 205.24: Li stimuli di la iracundia cussì malmenaru lu homu di ardenti spiritu et acustumatu in facti d'armi.

2 Fig. [Rif. a un astratto o a un valore morale:] svilire. [Specif.:] parlare male (una lingua).

[1] Jacopo della Lana, Inf. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 28, v. 10, pag. 786.12: doppo infinita taglada da l'una parte e dall'altra, lo dicto re àve vitoria e lì foe molto malmenada la grandeça del povolo de Roma.

[2] Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.), pag. 288.14: alquanti altri con favella maremmana, rusticana, alpigiana, l'arrozziscono; e alquanti meno male che gli altri, come sono i Toscani, malmenandola, troppo la 'nsucidano e abbruniscono.

3 Tastare (qsa) con effetti neg.

[1] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. VII, cap. 1, pag. 556.3: E se la roptura del membro no è molto picolina, e tu co la mano investigherai e cercherai diligentemente la gibbositade o scrignuteza e alteza dall'una parte, e la concavitade dall'altra parte non si oculterà e non si apiatterà, e sentirai altressì il suono de l'osso cigolare quando tu merrai in qua e in qua colle mani. E quando i· lluogho non sarae manofesta tortione e dislogamento, né scrignuteza e alteza, né koncavità, né quando il luogho si malmena co le mani e cerca, non si sente cigolamento...

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 30, pag. 122.4: voglionsi le mele riporre assettando i picciuoli di sotto. E mentre che elle non sono buone ad usare, non si vogliono malmenare. || Cfr. Palladio, Op. agr. III, 25, 19: «Constat mela sic ponenda, ut pedicolorum partes deorsum facias neque, antequam usui necessaria videantur esse, contingas».